00 07/06/2006 20:18
Si, qualcosa del genere l'ho visto nel film "Un uomo chiamato cavallo" di Elliot Silverstein.
Il protagonista, un uomo bianco catturato da una tribù di indiani, viene considerato per molto tempo un selvaggio finchè, imparando a conoscerlo, gli anziani della tribù non decretano la sua iniziazione affinchè possa a pieno titolo essere ammesso fra di loro.
Dopo vari riti di purificazione, gli arpionano letteralmenete il petto con dei ganci che gli trafiggono la pelle da parte a parte, anche se il dolore è mitigato da una mistura di erbe allucinogene che dovrebbe anche favorire la visone scaimanica.
E infatti, durantev la trance, l'uomo vede il suo animale totemico, un magnifico bisonte bianco....
La lezione per lui è che l'uomo raggiunge la maturita attraverso il dolore.
Un rito di iniziazione molto duro e, sicuramente, come dicevi tu, Violet, riservato agli uomini.
Le vie femminili sono altre ma, se penso al parto e al fatto che fino a qualche tempo fa una donna poteva morirne, credo che anche noi in fatto di dolore, coraggio e sfida alla morte ne sappiamo qualcosa.