“Comunque il fatto che tutto si possa esprimere con leggi matematiche non prova che dio esiste,o che dio ci guardi e giudichi la nostra vita.”
Io non ho mai parlato dell’ordine del cosmo come prova dell’esistenza di Dio, lo considero un indizio. In particolare, giacché il disordine è impossibile, l’ordine di questo particolare universo non può provare l’esistenza di Dio, perché qualunque universo sarebbe ordinato. L’indizio su cui mi baso non è l’ordine, che c’è sempre, ma il fatto che quest’ordine permetta la vita.
“Come i Testimoni di Geova anche tu deduci che, se c’è una legge fisica è obbligatorio ci sia un “legislatore”?”
Veramente non sono i TdG ma il grande Cartesio, il quale sostiene che Dio è il garante delle verità matematiche e fisiche. In particolare trovo filosoficamente sconvolgente che 2+2 faccia 4, cosa per nulla scontata. Ma questa è filosofia teoretica e so che non vi piace.
“Se tutto risponde a precise leggi fisiche, l’uomo fa parte di queste leggi fisiche. E quale legge fisica sarebbe stata quella che ha fatto “saltare fuori il nostro cervello”?”
Io credo che Dio usi la natura per arrivare ad un fine che si è prefissato. Pensare che il nostro cervello si è evoluto “per caso” è qualcosa difficile da credere, sono fautore di una visione teleologica dell’evoluzione, assolutamente incompatibile col neodawinismo alla Dawkins.
“Quale legge fisica ha dimostrato che l’uomo è stato “improvvisamente creato”?”
Mi hai preso per un creazionista?
“Cos’è il “qualcos’altro” che ha causato Dio? “
No, castroneria filosofica, in quanto Dio ha creato anche il tempo e lo spazio, senza i quali non c’è principio di causalità. La tua obiezione risale ai tempi di Agostino, quando chiesero al santo cosa facesse Dio prima di creare. La risposta ovviamente è che non faceva nulla, giacché non esiste alcun “prima” della creazione, essendo stato il tempo una cosa creata.
Vorrei leggeste un frammento di Luca Tampellini in una sua risposta a Dawkins:
“La trascendenza della causa prima, quale integrazione filosofica all'incompletezza propria di ogni spiegazione scientifica, è un aspetto che Dawkins non prende in esame quando formula la sua obiezione alla prospettiva di una creazione, affermando: «spiegare l'origine della macchina per la duplicazione del DNA e per la sintesi delle proteine invocando un Architetto soprannaturale significa non spiegare assolutamente nulla, giacché in questo modo rimane inspiegata l'origine dell'Architetto. In questo caso si deve sostenere che “Dio esiste da sempre”, e se ci si consente una scappatoia così facile, si potrebbe allora dire altrettanto bene che “il DNA esiste da sempre”, o che “la vita esiste da sempre”» (p. 198). Un ragionamento come questo assume tacitamente che l'Essere Creatore sia totalmente immanente al mondo, uno degli anelli della catena causale, e solo per questo considera la sua eternità come “una facile scappatoia” al problema della sua origine; ancora una volta occorre sottolineare la differenza ontologica tra l'Essere del Creatore e l'essere delle creature. Intendere la Causa prima come il primo elemento di una serie di cause, tutte appartenenti allo stesso livello ontologico, è una soluzione insoddisfacente, come giustamente nota Dawkins, dicendo che “rimane inspiegata l'origine dell'Architetto”. Ma non è questa la prospettiva di una corretta teologia della creazione, come spiegata ad esempio dalla tradizione tomista: quest'ultima, ponendo la distinzione tra l'essere dell'essenza e l'essere dell'esistenza, prevede che non solo la prima, ossia l'essenza, ma anche la seconda, l'esistenza, necessiti di un'azione causale, la quale ha la particolare forma della partecipazione all' esse . «Questa partecipazione è logicamente “perpendicolare” alla catena degli enti causati-causanti (la “Causa prima” non è l'ultimo causante all'indietro della serie: nozione assolutamente inconsistente), in quanto è ciò che dà consistenza metafisica all'intera catena causale e a ciascun suo anello (ente contingente). È dunque una causalità indipendente dal tempo e dal divenire , perché logicamente e ontologicamente li tiene e fonda» (G. Basti: Filosofia della natura e della Scienza , vol. I, Roma 2002, p. 38). Non si tratta dunque di chiudere semplicisticamente la catena causale ipotizzando una complessità originaria quale “primo termine”, ma di constatare, nella spiegazione causale di ordine fisico, una incompletezza che può essere superata, seguendo le esigenze proprie della ragione, solo postulando una causalità che non è di ordine fisico.”
“Quale legge fisica, sorregge il “paradiso”?”
La fisica, come dice la parola stessa, tratta di cose fisiche. Non vedo dunque quale sia la rilevanza della tua obiezione. Io ti ho parlato di fisica perché hai tirato in ballo l’ordine dell’universo, il quale è assolutamente immanente. Ma non vedo come tu possa replicare chiedendomi quale legge fisica regge il paradiso, giacché non è campo d’indagine della fisica ma della metafisica. Fisica è una parola greca che deriva da fysis, cioè “natura”, e non può indagare ciò che naturale non è, sarebbe come misurare la musica col righello anziché col metronomo.
“Dio è una invenzione costruita dalla psiche.”
Non mi hai ancora spiegato perché la psiche dovrebbe creare Dio. L’unica cosa che mi hai detto è che l’uomo ha creato Dio per garantirsi l’aldilà, al che io ti ho risposto che moltissime religioni, e tra le più antiche, hanno Dio ma non credono all’immortalità dell’anima, quindi è una risposta inconsistente.
“Doveva o non doveva essere diversa dal contesto storico?”
La Chiesa è santa, gli uomini che la compongono possono esserlo o no. Ci sono papi che sono stati dichiarati eretici, e lo erano.
Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)