Puoi approfondire qual è il rapporto di Zheyn con la magia? cosa succederebbe se il tuo pg scoprisse di avere capacità magiche? Come la prenderebbe?
Allo stato attuale, Zheyn considera la magia come “la ragione a monte di qualunque cosa di brutto ed inspiegabile esista al mondo”: ad esempio, è assolutamente certo che sia anche la causa della Perdizione, determinata, a suo dire, da un uso “cattivo”, plausibilmente voluto, della magia. Inoltre, durante uno scontro ha assistito alla trasformazione di due Mannari, Dayel e Califa: parlando con quest’ultima, ha appreso che è una cosa che le causa sofferenza, ma che ha accettato come parte di sé, e per Zheyn c’è sicuramente la magia anche dietro questa loro condizione, che si sia ritorta contro di loro o che ne siano vittime da parte di terzi per lui non fa differenza.
Le cose, tuttavia, si sono evolute in gioco: per quanto, non conoscendo la natura delle sirene e le loro capacità, lui non abbia considerato come strettamente magica la cura che ha ricevuto da Maribel, sa comunque di aver avuto un aiuto da parte sua nel momento in cui lei l’ha salvato durante la sua giocata d’esordio.
Inoltre, Zheyn si è trovato in due distinte situazioni a doversi scontrare con i suoi stessi pregiudizi: era rimasto ferito in un paio di scontri (lui praticamente non ha istinto di conservazione, quindi in gioco, durante i combattimenti mi trovo a dover descrivere azioni rischiose che io disapprovo ma che lui farebbe e, lo sappiamo tutti noi giocatori, si fa la volontà del pg), si era così ritrovato inabile a combattere, mentre era suo obiettivo primario quello di aiutare il popolo di Dirhae contro la Perdizione. Sapeva che il solo modo per tornare subito al meglio della forma sarebbe stato quello di ricorrere alla magia, cosicché, obtorto collo, ha dovuto richiederne l’uso su se stesso.
Quando ne ha provato sulla pelle gli effetti, quando si è trovato di fronte a due guaritrici affaticate da quegli stessi incantesimi e non preda di quello stato d’esaltazione che invece riscontrava in Loon, ha iniziato a rendersi conto di quante differenze potessero esserci nell’uso e negli effetti della magia stessa. L’esperienza (quella del personaggio nei suoi vissuti On) gli ha dunque permesso di scalfire le sue idiosincrasie, giungendo ad una corrispondenza non biunivoca: se “tutte le cose brutte e inspiegabili” scaturiscono dalla magia, dalla magia non derivano necessariamente solo “cose brutte”. Come gli è stato spiegato, tutto è legato all’uso che se ne fa, come una spada: argomentazione, però, alla quale Zheyn controbatte dicendo che, tuttavia, la spada non corrompe la mano che la impugna.
Lui preferirà sempre, dunque, la “fisica” vera e propria alla magia, la considererà più affidabile, più controllabile, anche nell’ottica del suo approccio estremamente pragmatico.
Se, da Aasimar, qualcuno gli dicesse che anche lui ha delle capacità magiche, sulle prime reagirebbe con il rifiuto, negando la cosa come se fosse impossibile per lui, ma prima o poi si renderebbe conto che egli stesso è qualcosa “di più” di quanto avesse sempre creduto, e che dunque, plausibilmente anche la magia è qualcosa di molto più ampio rispetto a quanto gli avesse suggerito la sua visione prima estremamente limitata.
Una volta accettata la magia come parte integrante del suo sangue celestiale, sicuramente inizierebbe a voler capire come funziona, in lui e da lui, ma per far questo chiederebbe l’aiuto di qualcuno più esperto, che possa guidarlo e aiutarlo nel capire come poter controllare questo potere.
Allego degli stralci delle due giocate in cui riceve cure magiche.
03/03/22
21:55 ELENIEL (nosocomio/stanza) lo guarda in tralice mentre poggia la bottiglia vuota sul tavolo, poggia la borsa medica a terra, si toglie il mantello dal viaggio poggiandolo sulla sedia sopra i vestiti di zheyn senza farci caso e intanto ascolta in silenzio il breve racconto, lo sguardo indugia per alcuni istanti su zheyn cercando di farsi un primo quadro generale delle sue condizioni, nota la fasciatura alla spalla, e il naso messo proprio male<e qnon ti è passato minimamente per la testa di farti gli affari tuoi vero?>non csmbia quel tono duro come bnon cambia la sua espressione adirata<come sta la spalla, te l'hanno aggiutata almeno? e il naso? sanguina ancora? è rotto?>domande a raffica ovviamente per avere maggiori ragguagli sia per lui che per se stessa per vedere cosa può fare<non ringraziarmi, sarei venuta comunque>aggiunge ala fine addolcendo di pochissimo la voce, ma non lo sguardo che va poi a posarsi sulla bottiglia vuota< è alcoo questo...non dovevi berlo, ti rallenta la guarigione, non berne più per adesso>riporta lo sguardo su zheyn<qualunque cosa ci sia a dalsida devi stare a riposo, da quello che vedo sei conciato veramente male...che cosa vuoi che faccia zheyn>chiede alla fine,diretta
22:05 ZHEYN (Nosocomio - Stanza) Resta seduto sul letto, trovandosi così, malgrado la sua mole, alla stessa altezza di Eleniel, della quale osserva la borsa <Potevano essere dei ladri. Potevano aver rapito qualcuno. Non si può sempre voltare le spalle e dire che non sono fatti nostri.> afferma serio, andando rapido a replicare alle sue domande, non si può dire che non sia collaborante come paziente <Il naso è un po’ rotto, ma riesco a respirare, non è che mi impedisca di viaggiare... ma è la spalla il problema. Ho preso un colpo d’ascia, la clavicola è andata...> quanto all’alcol, si acciglia <Anche tu con questo fatto che l’alcol rallenta la guarigione... qui non mi fanno neppure fumare!> chissà come mai... <Stavo diventando matto, qua rinchiuso, con le mani in mano con tutto quello che avrei da fare, senza neppure i miei sigari... dovevo almeno bere qualcosa.> e si fa estremamente serio quando Eleniel accenna al riposo <Non posso.> replica granitico <E non posso permettermi di dare tempo al corpo di risistemarsi da solo, come ho fatto quando quei briganti mi hanno fatto la festa.> c’è una chiara lotta interiore nel bestione, prima che torni ad alzare lo sguardo nero verso Eleniel ed ammetta <Mi serve l’aiuto della magia. E forse tu puoi fare qualcosa.> il fatto che sia una guaritrice, e che sappia usare la magia, lo ha condotto a quella semplice associazione di idee, pur non sapendo quanto possano essere ampie le sue conoscenze. (...) <Niente di slogato, si è rotta la clavicola. Non posso brandire bene un’arma così, e ho anche il sospetto che non potrei portare troppo a lungo un’armatura.> spiega accigliato <Non m’importa del dolore... ma ricorrere alla magia è la mia ultima spiaggia. Una nube sta arrivando da sud, Eleniel... nel villaggio su cui si è posata, dei bambini sono morti... pietrificati.>spiega assottigliando lo sguardo, come se parlare di quelle morti gli causasse più dolore delle ferite <Devo andare a vedere di cosa si tratta, devo cercare di capire questa minaccia.> inspira a fondo, e la guarda negli occhi, fiducioso <Sono pronto.>
22:45 ELENIEL (Nosocomio/stanza) Attende con pazienza che zheyn inizi a togliersi il bendaggio,potrebbe farlo lei,ma lascia sia lui a toglierla,nel frattempo prende la boccetta di disinfettante al bergamotto e delle bende pulite e si avvicina al letto dove è seduto zheyn,attentamente guarda la ferita abbastanza vistosa e i punti messi <sei davvero conciato male>e non solo quello purtroppo,da buona guaritrice e occhio attento nota altre ferite ma piuttosto vecchie <sembra che tu ti diverta nel farti ferire>commenta appena,poi si mette seduta accanto a zheyn iniziando ad inquadrare meglio la situazione<per la clavicola rotta dovresti farti operare,ma da come parli non hai tempo,vediamo cosa posso fare con la magia>non dice altro,posa la boccetta e le bedne sul letto poi chiude gli occhi inziando a richiamare a se tutta l'ars magica,poggia entrambe le sue mani sulla ferita di zheyn cercando di trasmettergli quel calore magico di cui ha bisogno.i battiti accelerano,il petto si muove ritmicamente sotto quel respiro affannoso,segno che sta usando la magia,concentra tutta se stessa sulle sue mani che continua a poggiare sulla ferita dinzheyn
22:48 Eleniel usa abilità: Curare (Pura)
22:54 ZHEYN (Nosocomio - Stanza) Mugugna un mezzo ringhio al primo commento di Eleniel, per poi scuotere il capo <Non mi diverto più in generale, da un sacco di tempo.> ammette, la fronte leggermente aggrottata, lasciandole lo spazio per sedersi alla propria sinistra e muoversi comodamente <No, devo partire tra pochi giorni. Devo indossare un’armatura, e devo poter brandire un’arma.> sono obblighi inderogabili, ai quali cerca di forzare il suo corpo, anche ricorrendo a un aiuto altrimenti aborrito. Torna quindi a tacere, lasciando che l’Elfa possa concentrarsi, e osserva le sue mani quando va a posarle sulla ferita, avvertendone il calore sulla pelle; serra la mandibola, forse Eleniel potrà sentire i muscoli dell’omone irrigidirsi di tensione sotto al suo tocco, ma lui cerca di rimanere immobile il più possibile, accantonando le proprie idiosincrasie a favore di uno scopo più alto.
23:05 ELENIEL (Nosocomio/stanza) Continua a concentrarsi senza peraltro ascoltare zheyn,alcune gocce di sudore imperlano la sua fronte,ma lei continuama richiamare a se tutta l'ars magica,le mani sono ben adagiate sulla ferita,solo,ancora alcuni istanti poi la magia viene rilasciata dalle sue mani,resta così in quella posizione e con il fiato corto per alcuni istanti,poi lentamente la magia sparisce ,il suo respiro torna normale,i suoi occhi cerulei tornano ad aprirsi seppur un po stanchi<ho finito zheyn,altro non posso fare>riporta le sue mani in grembo,cercando di riposarsi per qualche attimo,la stanchezza di quei mpochi minuti er ben visibile sul suo volto ancora imperlato di sudore che va comunque ad asciugare con il dorso della sua mano,si prende qualche attimo,poi recupera la bottiglietta che aveva lasciato sul letto accanto alle bende pulite<questo è un disinfettante,ti pulisco la ferita ora e poi te la fascio di nuovo daccordo?,ma come ti ho detto,devi essere operato zheyn altrimenti non potrai mai più usarla>detto cio,prende il disinfettante e lo mette sulla ferita e con alcune bende pulite inizia a pulirla dal sangue rappreso e zheyn potrà sentire un leggero pizzicore
23:08 Eleniel usa abilità: Curare (Pura)
23:15 ZHEYN (Nosocomio - Stanza) Non sente altro che quel caldo tocco dell’Elfa sulla propria ferita, non ha particolari percezioni magiche se non un senso di sollievo dopo che Eleniel ha rilasciato il suo incantesimo (...) <Sei... diversa.> afferma, assorto <No, anzi... tu sei sempre uguale. Era la mia Luna a sembrare diversa, quando usava la magia. Sembrava... esaltata, ubriaca.> commenta, mentre la lascia libera di disinfettargli quel che rimane della ferita, e quel lieve pizzicore che forse prova passa totalmente in secondo piano di fronte a quelle considerazioni <Può essere davvero così differente, la magia?>
23:26 ELENIEL (Nosocomio/stanza) Continua i quei suoi movimenti lenti ed attenti a disinfettare la ferita e nel contempo gli lancia di tanto in tanto occhiate brevi che riporta subito sulla ferita ma comunque stando ben attenta alle parole circa la magia<la tua luna probabilmente non conosceva bene la magia>si blocca per qualche istante con le mani sulla ferita<vedi zheyn,la magia va controllata e devi saper usarla con parsimonia,non devi assolutamente lasciarti sopraffare da essa,altrimenti,ti divorerà, inizierai a sentirti forte,un dio praticamente,ma sta qui il,problema,perché la magia ti corrompera a tal punto che non potrai piu lasciarla andare e quando te ne renderai conto sarà troppo tardi,lei ti avrà avvelenato l'anima,è per questo che non bisogna sottovalutare mai la magia>un lungo sguardo si sofferma sugli occhi di zheyn (...) <non crucciarti per qualche cosa che non hai fatto,immagino il dolore che hai provato per la perdita di tuo figlio e di tua moglie,ma non avresti potuto fare nulla,odiare la magia,non ti farà tornare indietro loro due,dovresti invece affrotarla zheyn,imparare ad usarla ma soprattutto imparare a domarla,forse solo così potrai esorcizzare il tuo dolore> (...)
23:58 ZHEYN (Nosocomio - Stanza) L’ampio torace si alza e si abbassa ad accompagnare un profondo respiro che gli scivola via dalle labbra, e quel suo sguardo privo di ogni luce resta sul volto di Eleniel <Usarla? Non potrei mai.> replica con decisione, ma la voce calda e baritonale resta bassa, non c’è asprezza verso l’Elfa che gli ha dato un aiuto più ampio di quanto avesse potuto sperare (...)
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10/03/22
15:46 ZHEYN (Locanda “Ghiacciai Eterni” - Sala comune - Studio Evriel) Si ferma poco oltre la porta, e di lì a poco lo sguardo nero incontra quello smeraldino della Strega,che gli si avvicina e lo prende per una manica; lui si lascia docilmente condurre senza fare domande, dimenticando anche di salutarla opportunamente, e procede al suo seguito, in silenzio, trovandosi infine nel suo studio. Si guarda brevemente attorno, e prima di sedersi si toglie il mantello, poggiandolo sullo schienale di una sedia <Qualunque cosa tu voglia dire, hai ragione.> premette, mentre continua a spogliarsi, togliendosi anche la giacca che appoggia sempre sulla sedia prescelta, dopo averla piegata alla bell’e meglio <Sono un incosciente, un c*glione, un pazzo. Tutto quello che ti pare. Ma ho bisogno di tornare in forma il prima possibile, per rendermi utile al meglio.> si sfila la casacca, lanciando in una breve parabola anche questa sopra la sedia, restando a torso nudo, rivelando la muscolatura allenata e una fasciatura sporca di sangue che gli avvolge la vita, macchiata di sangue all’altezza del fianco. Una cicatrice molto più recente spicca sulla spalla sinistra, a metà della clavicola, che attraversa quasi perpendicolarmente <Puoi fare tutto quello che vuoi, non mi interessano i mezzi, ma solo la resa.> spiega, andando a sedersi dove indicatogli.
16:01 EVRIEL (Ghiacciai Eterni - Studio) (...) <Si, sei un incosciente> gli sussurra, <e finirai per farti ammazzare se continui così>. Inspira profondamente, annuendo alle successive parole che gli danno il consenso di agire. Lei per tutta risposta con estrema delicatezza ma con tocco altrettanto sapiente, va a sciogliere il nodo della fasciatura nel fianco e a levargliela lentamente, in modo da scoprirgli la ferita. Ferita che appare piuttosto profonda, gonfia e sporca. <..e da morto non sarai più utile a nessuno> commenta per poi sbuffare sommessamente. <Va bene..allora, hai un bel taglio qui...e prima di curarti devo ripulirtela. Cerco di fare piano e in fretta, ma se preferisci dell'antidolorifico, ne ho qui> con il viso sollevato verso di lui ne ricerca lo sguardo con le sue smeraldine, in attesa di una sua conferma prima di procedere.
16:01 Evriel usa abilità: Maestro delle Cure
16:18 ZHEYN (Ghiacciai Eterni - Studio) Annuisce al rimbrotto della Strega, ma si stringe nelle spalle <Sono un vuoto a perdere, nient’altro.> ribatte cupo <Ma preferisco aiutare, e farlo al meglio, finché avrò fiato.> resta fermo di fronte a lei, osservandola mentre si prepara a prestargli le cure (...) <Non sprecare antidolorifico, usalo per chi ne ha bisogno. Vai pure, fai quel che devi...> indugia,prima di riprendere <...Userai la magia? Devo recuperare in fretta. Mi va bene anche quello.>
16:34 EVRIEL Un vuoto a perdere, null'altro. È così che si definisce l'uomo che si trova davanti a lei. L'uomo che in quelle stesse terre ha conosciuto e curato. Assottiglia le labbra, chiaramente contrariata, tuttavia non replica nulla a riguardo.Non può cambiare i pensieri e le convinzioni altrui. Si limita perciò a stare al suo posto, e a fare il suo dovere da guaritrice. (...) <Il taglio è profondo ma fortunatamente non si è infettato e nn sono stati raggiunti gli organi interni, motivo per cui basterà quella>. Si, avrebbe utilizzato la magia.Senza dire null'altro, appoggia entrambe le mani sulla ferita, delicatamente, mentre ricerca lo sguardo dell'uomo e in essi si perde per trovare dentro di se la concentrazione necessaria a quello che starà per fare. Essa infatti, cerca dentro di se il centro della sua magia, da esso attinge e si lascia inebriare completamente, lascia che riempia ogni centimetro del suo corpo, prima di lasciarla confluire lungo le braccia e infine defluire dai palmi. Sia lei che lui, dovrebbero provare una sensazione di calore e benessere che li avvolge, mentre una luce rossa si frappone tra le mani della strega e la pelle di Zheyn. Luce che rimargina e risana la pelle, rendendola nuovamente liscia e sana.
16:35 Evriel usa abilità: Maestro delle Cure
16:35 Evriel usa abilità: Curare (Pura)
16:42 Evriel (Turno di Concentrazione 1/1)
16:48 ZHEYN (Ghiacciai Eterni - Studio) Resta fermo, non una smorfia gli attraversa il volto, come se i gesti di Evriel non gli causassero alcun dolore, chiaramente avvezzo a peggio tanto da non sentire praticamente nulla dal tocco con cui le mani sapienti della Rossa gli puliscono la ferita, lo sguardo nero si alterna dalle dita agli occhi della Strega <Già...> commenta con quel suo solito monosillabo onnicomprensivo la diagnosi offertagli <Forse avrei dovuto evitare di caricarmi tutti quei barili, ieri. Ma serviva aiuto...> e il resto non ha avuto più importanza per lui. Torna tuttavia a tacere, sapendo di come sia necessaria concentrazione prima di usare la magia: non è la prima volta che la prova sulla propria pelle, ma la consapevolezza che stia per subire gli effetti di un incantesimo,e le sue personali idiosincrasie verso la magia in toto, non possono che causare in lui un evidente stato di tensione, che invece, fino a poc’anzi, mentre si stava sottoponendo alle cure mediche della guaritrice, non aveva minimamente mostrato. Invece ora la guarda, gli occhi stretti in due fessure d’oscurità, le mascelle contratte, neanche stesse per ricevere una frustata.
17:01 EVRIEL (Ghiacciai Eterni - Studio) Una volta raggiunta la concentrazione necessaria, sia la Suprema che Zheyn dovrebbero provare una sensazione di calore e benessere che li avvolge, mentre una luce rossa si frappone tra le mani della strega e la pelle dell'uomo. Luce che gli dona sollievo, luce che rimargina e risana la pelle, allinea i lembi della ferita, riducendoli e assorbendoli definitivamente, rendendo la pelle del fianco nuovamente liscia, rosea e sana. Una volta finito, l'immancabile sensazione di spossatezza accoglie la Suprema, la quale abbassa lo sguardo e le braccia, respirando affannosamente in cerca d'aria. Le smeraldine sono piantate verso il pavimento, mentre arretra e cerca appoggio nella superficie della scrivania nella quale appoggia il fondoschiena. Sempre in cerca d'aria, sempre in cerca di riprendere il regolare respiro, e sempre rifugiando lo sguardo da lui, ora esclama con un tono di voce ridotto ad un debole mormorio. <...ho paura che venga il giorno in cui io non potrò essere li con te ad aggiustarti...> una pausa, mentre deglutisce. Il petto si alza e si abbassa ritmicamente sotto la giacca rossa <...o in cui le mie cure non basteranno a salvarti>. Si zittisce per un lungo istante, tanto lungo che quando riprende a parlare il tono è appena percettibile e sommesso, e riprende le ultime parole dell'uomo. <...il tuo aiuto...> scuote la testa <..a me servi tu> conclude.
17:02 Evriel usa abilità: Curare (Pura)
17:19 ZHEYN (Ghiacciai Eterni - Studio) Lo sguardo nero indugia sulle mani di Evriel nel momento in cui la Suprema rilascia il potere dell’incantesimo sulle carni martoriate del bestione, ed è in quell’attimo che, anziché avvertire qualcosa di spiacevole come per qualche ragione si aspettava, sente solo un senso di gradevole calore, una sensazione di benefico sollievo, che gli fa sfuggire un breve sospiro dalle labbra. Osserva come quella brutta ferita cambi aspetto sotto ai propri occhi, rimarginandosi dall’interno e risaldandosi senza lasciare alcun segno; si passa le dita sul fianco, come ad accertarsi che non sia solo un’illusione, ma la pelle è tornata integra come se non avesse subito alcun danno. Lo sguardo torna quindi verso Evriel, immediata infatti è la preoccupazione per lo stato di salute della Strega, ma la vede, solo, con la legittima stanchezza che l’incantesimo ha lasciato in lei. Continua ad osservarla, annuendo con lentezza alle sue parole <E’ possibile, Evriel.> afferma, con pessimistico fatalismo e, nel contempo, un’indifferenza tale da non sembrare di star parlando della propria morte, ma ci tiene a precisare un dettaglio <Ma quando accadrà, non sarà mai dipeso da te, ricordalo.> si rialza in piedi per poi avviarsi a recuperare la propria casacca, ma intanto va a replicare <Hai la mia lama, ti proteggerò ogni volta che ne avrai bisogno. Ma preferirei che ci aiutassi da lontano, che non ti esponessi... che pensassi a Killian.> infine, indugia per qualche istante in più con lo sguardo su di lei, facendosi assorto <La magia della mia Luna... era diversa. Dopo averla usata, lei... era in preda all’esaltazione, sembrava... ubriaca, imbattibile. La tua è differente, è... una magia buona, e io ti ho fatto stancare...> inspira a fondo <Grazie. Di tutto.>
17:31 EVRIEL (Ghiacciai Eterni - Studio) E ancora ne rifugia lo sguardo mentre egli scoprirà di esser completamente guarito e di non esser vittima di un'illusione. Potrà rivestirsi, e la rossa nel frattempo sente il giogo allentarsi dalla testa, e riprendere il controllo. Ascolta le parole che l'uomo le offre in risposta, parole che invero suonano come una pugnalata nello stomaco, ma che la donna accoglie senza lasciar trapelare nessuna emozione se non un sorriso tirato, che tuttavia non coinvolge gli occhi. Gli da le spalle, in silenzio inizia a rimettere a posto bende e asciugamani, e ad infilare quella intrisa di sangue nel catino dell'acqua, mentre lo ascolta favellare e raccontare tralci di se e della sua amata. Quando riprende a parlare, il tono della Suprema è insolitamente freddo e distante <...la magia non è buona o cattiva, così come la vita non è nera o bianca. La soluzione, spesso, sta nelle sfumature> prende il catino, si volta verso di lui e superandolo raggiunge la porta d'ingresso <si, sono un po' stanca.> sebbene non specifichi di che tipo di stanchezza si tratti. <Buon a fortuna, Zheyn>. Null'altro, prima di prender congedo e ritirarsi nella sua stanza.
potresti parlarmi dell'allineamento di Zheyn? Della sua idea di bene/male e ordine/caos?
Zheyn non è sicuramente un filosofo, né passa il suo tempo ad interrogarsi sui massimi sistemi: al contrario, è un uomo estremamente pratico, pertanto la sua visione di “bene” e “male” rientra all’interno di concetti molto concreti e, al momento, piuttosto semplicistici, tanto da fargli affermare, in una delle passate giocate, che “
non c’è nulla di relativo nel concetto di “bene” e di “male”.” La sua visione attuale è fatta di bianco e nero, estremamente dicotomica; se diventasse un Aasimar si aprirebbe in lui una più profonda consapevolezza che gli permetterebbe di vedere una serie di grigi tra le due estremità, perché inizierebbe a farsi domande che, al momento, non si è mai posto, ad esempio non gli è mai capitato di dover scegliere il proverbiale “male minore”.
Per il momento, questi due concetti per lui esistono quando “si fa del bene” o “si fa del male”, quando si realizzano mettendosi in atto nelle azioni di tutti i giorni. Si ha il “male” quando si infligge sofferenza e dolore agli innocenti, quando si danneggia una vita, quando si violano i diritti del prossimo (anche recando danno a una proprietà o rubandola), quando si agisce in modo tale da peggiorare la qualità di vita di una persona che, attenzione, <s> non lo merita.</s> Perché, ovviamente, incarcerare un assassino peggiora la qualità della sua vita, ma per punirlo del male inflitto e per difendere gli altri innocenti da altre sue azioni potenzialmente dannose. Si attua “il bene”, nella visione attualmente piuttosto semplicistica di Zheyn, quando si compiono buone azioni: aiutare il prossimo, difendere un debole, proteggere un innocente. Il che, in situazioni estreme, lo indurrebbe anche a violare la legge, come discutevamo in altra sede: se l’ordinamento giuridico di un regno consentisse la lapidazione di un ladro, lui probabilmente cercherebbe di salvarlo da una fine del genere, imponendogli però in cambio di restituire il maltolto.
Questo mi ricollega al concetto di ordine/caos, che per Zheyn praticamente ricalca quello di “legalità”: l’ordine è legato al rispetto dell’ordinamento giuridico di un posto, il caos implica la sua violazione. E’ un concetto dunque intrinsecamente più concreto, ma nel contempo anche più “aggirabile” per lui: se le leggi di un luogo ricalcano la sua etica (rispetto dei diritti della persona, punizione di chi li viola, ecc.), lui può anche adoperarsi per metterli in atto (durante una quest si è insospettito per due tipi loschi, pensando potessero essere ladri o criminali, quindi è intervenuto), ma al contrario non esiterebbe a violarla se si trovasse in un luogo in cui un tiranno avesse imposto leggi volte a legalizzare i soprusi, ad esempio una
ius primae noctis. In sintesi, la sua visione morale prevale sempre sul concetto di legalità.
Qual è il rapporto di Zheyn con la morte? Cosa intende per "una buona morte"? Ma soprattutto: da Aasimar il tuo pg sarebbe solo agnello sacrificale per qualcosa di più grande?
La morte, per Zheyn, è parte della vita quando arriva per cause naturali o, in qualche modo, “attese”: la morte di un anziano, di un malato grave, o anche quella di un soldato che vive di battaglie, sfiorandola ogni giorno, ma certo non sarebbe un evento naturale quella di un bambino travolto da un carro, e ugualmente non ha visto come naturale la morte della compagna e del loro figlio. Nella sua visione, la morte è anche l’unico modo per essere liberi dal dolore, che sia fisico od emotivo.
Tempo fa stavo riflettendo su una situazione in particolare (forse può sembrare che io provi a mettere i bastoni tra le ruote alla mia stessa candidatura mettendomi da sola in difficoltà, ma considero questo uno spazio per il confronto e la riflessione, oltre che un “esame”) e pensavo a cosa potrebbe fare se si trovasse di fronte ad una persona gravemente ferita o malata che lo implorasse di ucciderlo per porre fine alle sue sofferenze... Allo stato attuale, gli darebbe ascolto per risparmiargli altro dolore (empatizzando con la sua sofferenza), ma se diventasse Aasimar, con una più ampia coscienza riguardo il rispetto per la vita, se le condizioni glielo consentissero gli chiederebbe di resistere il tempo di portarlo dal guaritore più potente che conosce, per verificare se ci sono possibilità di salvarlo. Cosa a cui, credo, al momento non penserebbe.
Ora, sta aspettando la morte come la liberazione da un’esistenza che per lui non ha più uno scopo: uno psicologo gli diagnosticherebbe una forte depressione reattiva in seguito ai due lutti, ecco la ragione per la sua anedonia, e non è mai riuscito ad andare oltre le fasi del dolore e della rabbia. Crede che, dopo la morte, la sua anima si ricongiungerà con quella della compagna e del loro bambino, e benché non vi sia più una vera esistenza nell’aldilà, comunque le loro essenze potranno finalmente riunirsi e lì troverà la pace, intesa come un’assenza di dolore, come la quiete portata dall’oblio. Ma dimostra il suo rispetto per la vita non suicidandosi, né andando a compiere azioni stupidamente irresponsabili, bensì gettandosi in missioni pericolose per le quali comunque venderebbe cara la pelle: come ha detto a Dhurock durante una loro conversazione (Dirhae, 12/03/22),
“<Da tempo non ho più motivi per vivere. Questa guerra mi ha dato una buona ragione per cui morire.> lo dice con lo stesso tono neutrale con il quale avrebbe parlato del clima, non certo della propria vita <Ma sicuramente non ho intenzione di suicidarmi. Non sarò da solo, avrò la responsabilità di altre persone che hanno dei figli cui tornare... starò attento, non voglio andare lì a gettarmi su una picca, soprattutto se la vita di altri combattenti dipende anche dalle mie azioni.>”
In sintesi, la “buona morte” per antonomasia potrebbe essere, per lui, un sacrificio per salvare altre vite.
La rivelazione di avere nelle vene sangue celestiale darebbe alla sua esistenza un significato e uno scopo: saprebbe finalmente chi è davvero, e qual è il senso della sua vita. Troverebbe un motivo più che valido per andare avanti, e per tale ragione non dovrebbe più cercare la morte; non avrebbe più, dunque, un atteggiamento così autolesionista e autodistruttivo, dato che vedrebbe se stesso come uno “strumento” atto a portare il bene nel mondo, ma comunque non esiterebbe a dare la propria vita per salvare un’altra persona.
In sintesi, un aspetto fondamentale che accomuna tutti i punti di cui abbiamo discusso separatamente è che diventare Aasimar gli farebbe assumere una nuova e più profonda consapevolezza, su se stesso, sui suoi valori e su molte delle sue credenze, consentendogli di avere una visione più ampia e flessibile riguardo a molti aspetti della sua vita.
Penso sia tutto, mi scuso per la prolissità!