Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Candidatura Zheyn

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2022 17:19
OFFLINE
Post: 10
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
16/03/2022 01:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Dopo aver accarezzato a lungo l’idea di chiedere l’accesso alla razza Aasimar per Zheyn, finalmente ufficializzo qui la mia candidatura.
Grazie per l’attenzione!


Nome: Zheyn

Razza: Umano

Livello: 4

Allineamento: Neutrale / Buono



Background:


Il più lontano ricordo di Zheyn Shiremasen risale a quando aveva quattro anni, il giorno in cui i genitori gli fecero tenere tra le braccia la sorella appena nata: bionda come la madre, con gli stessi occhi azzurri del padre, ritraeva il perfetto connubio di quella coppia di umani esili e dalla carnagione chiara, così differenti da lui, moro con gli occhi neri, che aveva sempre avuto una corporatura alta e robusta. Il fatto che potesse essere vagamente somigliante ad un bisnonno paterno non fu mai un’argomentazione particolarmente convincente, pertanto, quando all’età di tredici anni gli venne rivelato di essere stato adottato, per lui fu più una conferma che una sorpresa. I genitori, infatti, commercianti da tre generazioni a Narvick, pur avendo ormai superato la quarantina non erano ancora stati benedetti dagli Dei con l’arrivo di un bambino, cosicché decisero di adottarne uno, ancora in fasce, dall’orfanotrofio di Dalen, abbastanza piccolo perché potesse essere spacciato per proprio. Fu una sorpresa per tutti quando, quattro anni dopo, diedero alla luce la loro erede di sangue, Nahiri. Eppure non fecero mai distinzioni tra i due bambini, amandoli entrambi e dedicando loro pari attenzioni.
Nel corso della sua giovinezza, Zheyn venne educato in maniera conforme al ruolo per il quale era stata voluta la sua presenza in famiglia: diventare parte attiva all’interno del negozio, cominciare a relazionarsi con i clienti, trasportare le consegne, mettere in ordine il magazzino. La conferma di non essere il loro figlio naturale non cambiò alcunché nel suo modo di fare verso gli Shiremasen, giacché era loro che considerava i suoi genitori, le persone che lo avevano cresciuto e accanto alle quali era vissuto, restando perlopiù indifferente riguardo l’identità di chi lo aveva messo alla luce, benché di tanto in tanto si domandasse le ragioni del suo abbandono; i genitori, tuttavia, evitarono di rivelare pubblicamente le vere origini di Zheyn, preferendo che tutti continuassero a considerarlo come il loro figlio naturale, per una qualche convenzione di facciata.

Ciò che egli iniziò a sopportare sempre meno fu, tuttavia, il fatto di sentirsi in qualche modo predestinato a una vita che cominciava a non soddisfarlo più, divenendo consapevole che la ragione principale per la quale era divenuto parte di quella famiglia era la necessità di trovare un erede che potesse succedere all’attività e portarla avanti: un destino ritagliatogli addosso già da prima del suo arrivo in quella casa, che iniziava a stargli stretto, soprattutto da quando, verso i vent’anni, si rese conto che il sentimento che provava verso Nahiri era molto più profondo di un amore fraterno. Confessarle ciò che provava era impensabile: un rifiuto avrebbe incrinato per sempre il loro splendido legame, e venire accettato avrebbe comportato un irreparabile scandalo in famiglia, giacché genitori e conoscenti avrebbero visto una loro unione come incestuosa, malgrado l’assenza di legami di sangue. L’unica soluzione, per non sconvolgere l’equilibrio creatosi nella famiglia e per non macchiarne il buon nome, fu quella di negare anche a se stesso quei sentimenti; da allora, finì col chiudersi in sé, divenendo taciturno e scorbutico, e sempre più insofferente ai suoi compiti.
Nell’ultimo periodo Zheyn si occupò soprattutto di consegne e lavori pesanti, anche in virtù del suo fisico robusto; i traffici commerciali dei genitori gli permisero di maneggiare molte armi, spesso si allenava con un garzone, e correre ed esercitarsi fino a sentire i muscoli doloranti lo aiutava a non pensare alla costante insoddisfazione che portava dentro di sé. Infine, decise di tirarsi indietro dall’attività, cedendo la propria fetta d’eredità a Nahiri e, con essa, delegando a lei onori e oneri legati al negozio di famiglia; questa scelta fu un po’ un sollievo per i genitori, preoccupati di come un giovane dal fare così burbero sarebbe stato in grado di relazionarsi con i clienti per fare affari.
Non se ne andò sbattendo la porta, visto che i rapporti con i genitori rimasero cordiali anche in virtù della sua buona indole, pur nascosta dietro quel fare scorbutico, ma a ventitré anni partì portando con sé soltanto i vestiti che aveva addosso, deciso a cavarsela solo con le proprie forze: viaggiò di città in città, spesso dormendo all’aperto, facendo lavoretti saltuari, perlopiù mansioni di fatica, o, vista la sua mole, finendo col fare il buttafuori in qualche locale dei bassifondi o, più avanti, lavorando come guardiano, ma mai intraprese strettamente la via delle armi, non reputandosi veramente un guerriero.

Fu in uno di questi viaggi che incontrò Loon, “la sua Luna”: poco più grande di lui, viveva di espedienti e furtarelli; nel loro primo incontro cercò infatti di derubarlo, scelta poco avveduta, visto che Zheyn si fece trovare pronto a disarmarla neutralizzandone ogni intento offensivo, tuttavia lei, col suo carattere forte e carismatico, seppe subito conquistarlo. Il colpo di fulmine si tramutò in passione, e questa divenne un amore durato anni, che lui ricorda come i più felici della sua vita. Il legame con Loon gli permise di accantonare i suoi sentimenti per Nahiri, che egli preferì interpretare come una infatuazione giovanile, sperando di poter definitivamente lasciarseli alle spalle; continuava tuttavia a fare visita saltuariamente alla famiglia, mentre la sua nuova compagna gettava un po’ di piacevole caos nella sua già disordinata vita, visto che viaggiavano di città in città senza alcuna pianificazione, semplicemente affidando ai dadi la loro meta: Zheyn le fu accanto ovunque andasse, ma la riportò sulla strada della legalità, convincendola a guadagnarsi onestamente da vivere.
Ciò che non riuscì a fare, tuttavia, e se ne pentì per il resto dei suoi giorni, fu dissuaderla dall’uso della magia. Loon si avvicinò all’Ars, ne fu trascinata, se ne sentiva estasiata, e Zheyn, ogni volta che si ricongiungeva a lei dopo il lavoro, ne coglieva il trasporto e la totale esaltazione: mai avrebbe pensato che quella forza che tanto la inebriava l’avrebbe portata a consumarsi. Fu in questo periodo che la donna si accorse di essere incinta, ma il suo corpo era già debilitato: ciò non le impedì di dedicarsi ancora alla magia, che per lei era diventata una droga a cui non sapeva più rinunciare.
Si trovava al sesto mese di gravidanza quando le prime contrazioni annunciarono l’irreparabile. Era una notte di pioggia battente, il cerusico tardava ad arrivare, le faceva da balia una vicina mentre Zheyn non poteva far altro che tenerle la mano e implorarla di restare con lui. Dopo lunghe ore di travaglio, Loon diede alla luce un corpicino già morto, e lei spirò poco dopo, lasciando Zheyn nella più totale disperazione. Per un giorno intero si rifiutò di farli toccare, aggredendo chiunque cercasse di farlo ragionare, e quando infine accettò che venissero seppelliti, volle essere lui stesso a scavare la terra che li avrebbe accolti, madre e figlio, in un abbraccio eterno.

I giorni che seguirono furono un abisso di autodistruzione passato a trascinarsi per le strade, provando ad annegare nell’alcol il dolore e la rabbia: non poteva accettare che parte di quest’ultima fosse rivolta anche al suo perduto amore, per essere stata vittima di una forza che non era stata in grado di dominare e che l’aveva corrotta assieme al bambino che portava in grembo. Gli fu più facile scaricare il suo odio in direzione di se stesso e della magia, che si era presa la vita di chi gli era più caro. Negli sprazzi di lucidità tra una sbronza e l’altra aveva pensato più volte al suicidio, ma sentiva che in quel modo avrebbe mancato di rispetto alla vita non diversamente da come la magia aveva fatto con la compagna e con suo figlio: finì col cercare la morte provocando gli altri in accese risse, sperando che uno di questi casuali avversari potesse finalmente infliggergli la pugnalata mortale a cui anelava. Invece, dopo un ennesimo tafferuglio, stavolta poco fuori Narvick, finì con l’essere condotto in prigione.
Fu svegliato il giorno successivo da una gelida secchiata d’acqua, gettatagli addosso da un secondino che gli annunciava la fine della sua reclusione: la notizia del suo arresto era giunta a Nahiri che aveva interceduto per la sua scarcerazione e lui, sporco e trasandato com’era, una volta fuori si trovò di fronte all’amata sorella, afflitta per il suo lutto e costernata per lo stato pietoso in cui era caduto. Parlarono a lungo, e lei gli fece capire che, benché non si fosse dato la morte per sua mano, anche così stava offendendo ciò che restava della sua vita: gli fece comprendere che aveva ancora molto da dare, così, andando oltre al senso delle sue parole, Zheyn si rese conto di dover trovare un motivo per cui morire degnamente. Decise di ripulirsi, si disintossicò dall’alcol, comprò abiti nuovi e gettò i vecchi: tornò presentabile, e riprese a viaggiare per l’Aengard, stavolta anche lui tirando un dado come faceva la sua Luna.

Durante uno di questi viaggi, mentre stava tornando a Dirhae, a sud della città fu raggiunto da un gruppo di briganti: benché lui fosse armato e sapesse usare la sua ascia, grazie alla netta superiorità numerica riuscirono a sopraffarlo, gettandolo in acqua e dato per morto… ma la sua ora non era ancora giunta, né voleva che fosse quella la sua fine, non era l’epilogo che cercava. Fu portato a riva da una sirena, che, con il suo canto, gli offrì le prime cure, con una forma di magia così diversa da quella che lui aborriva, e benché per circa un anno avesse cercato la morte, quando lei lo trasse in salvo la prima parola che disse fu “Grazie”. Aveva ancora delle cose da fare prima di lasciare questo mondo.
Se “la magia cattiva” si è presa la vita della sua donna e di suo figlio, lui vuole combattere per salvarne quante possibile: solo all’interno di questa sua personale missione potrà trovare “una buona morte”, quella con cui finalmente si libererà di ogni dolore, per ricongiungersi a chi ama.





Di seguito, ho selezionato degli stralci di giocate che penso possano far trasparire la visione di Zheyn su alcuni aspetti fondamentali del suo agire.


Ritagli dalla sua storia recente



Grazie per aver letto fin qui, attendo vostri riscontri e resto ovviamente a disposizione!
OFFLINE
Post: 266
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
16/03/2022 08:15
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Ciao Zheyn, grazie per aver inviato la tua candidatura. Mi prendo del tempo per leggere tutto attentamente e porti eventuali domande/dubbi/perplessità.
OFFLINE
Post: 267
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
19/03/2022 12:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Non mi sono dimenticata di te! Sto aspettando di avere un momento libero per dedicarmi al 100% a te, ho un weekend molto incasinato, ti chiedo di avere un po' di pazienza ç_ç
OFFLINE
Post: 10
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
19/03/2022 21:29
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Figurati, fai con calma, non c'è assolutamente fretta!
OFFLINE
Post: 268
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
20/03/2022 17:44
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Ed eccomi qua!


Gli fu più facile scaricare il suo odio in direzione di se stesso e della magia, che si era presa la vita di chi gli era più caro.



Puoi approfondire qual è il rapporto di Zheyn con la magia? Come sicuramente saprei gli Aasimar non sono percepibili come razza magica e per un buon 70% sono prettamente fisici. Esistono, però, alcune skill magiche che sono fortemente caratterizzanti la razza. Perciò mi domando: cosa succederebbe se il tuo pg scoprisse di avere capacità magiche? Come la prenderebbe?

Poi: potresti parlarmi dell'allineamento di Zheyn? Della sua idea di bene/male e ordine/caos?


Se “la magia cattiva” si è presa la vita della sua donna e di suo figlio, lui vuole combattere per salvarne quante possibile: solo all’interno di questa sua personale missione potrà trovare “una buona morte”, quella con cui finalmente si libererà di ogni dolore, per ricongiungersi a chi ama.



Devo confessarti che questo concetto mi impressiona e mi colpisce molto. Il tuo pg vive in funzione della morte ma non di una qualsiasi. Qual è il rapporto di Zheyn con la morte? Cosa intende per "una buona morte"? Ma soprattutto: da Aasimar il tuo pg sarebbe solo agnello sacrificale per qualcosa di più grande?

Per il momento mi fermo qui, così non ti sovraccarico troppo. Ci becchiamo al secondo round XD
OFFLINE
Post: 11
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
20/03/2022 21:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Re:

Puoi approfondire qual è il rapporto di Zheyn con la magia? cosa succederebbe se il tuo pg scoprisse di avere capacità magiche? Come la prenderebbe?



Allo stato attuale, Zheyn considera la magia come “la ragione a monte di qualunque cosa di brutto ed inspiegabile esista al mondo”: ad esempio, è assolutamente certo che sia anche la causa della Perdizione, determinata, a suo dire, da un uso “cattivo”, plausibilmente voluto, della magia. Inoltre, durante uno scontro ha assistito alla trasformazione di due Mannari, Dayel e Califa: parlando con quest’ultima, ha appreso che è una cosa che le causa sofferenza, ma che ha accettato come parte di sé, e per Zheyn c’è sicuramente la magia anche dietro questa loro condizione, che si sia ritorta contro di loro o che ne siano vittime da parte di terzi per lui non fa differenza.
Le cose, tuttavia, si sono evolute in gioco: per quanto, non conoscendo la natura delle sirene e le loro capacità, lui non abbia considerato come strettamente magica la cura che ha ricevuto da Maribel, sa comunque di aver avuto un aiuto da parte sua nel momento in cui lei l’ha salvato durante la sua giocata d’esordio.
Inoltre, Zheyn si è trovato in due distinte situazioni a doversi scontrare con i suoi stessi pregiudizi: era rimasto ferito in un paio di scontri (lui praticamente non ha istinto di conservazione, quindi in gioco, durante i combattimenti mi trovo a dover descrivere azioni rischiose che io disapprovo ma che lui farebbe e, lo sappiamo tutti noi giocatori, si fa la volontà del pg), si era così ritrovato inabile a combattere, mentre era suo obiettivo primario quello di aiutare il popolo di Dirhae contro la Perdizione. Sapeva che il solo modo per tornare subito al meglio della forma sarebbe stato quello di ricorrere alla magia, cosicché, obtorto collo, ha dovuto richiederne l’uso su se stesso.
Quando ne ha provato sulla pelle gli effetti, quando si è trovato di fronte a due guaritrici affaticate da quegli stessi incantesimi e non preda di quello stato d’esaltazione che invece riscontrava in Loon, ha iniziato a rendersi conto di quante differenze potessero esserci nell’uso e negli effetti della magia stessa. L’esperienza (quella del personaggio nei suoi vissuti On) gli ha dunque permesso di scalfire le sue idiosincrasie, giungendo ad una corrispondenza non biunivoca: se “tutte le cose brutte e inspiegabili” scaturiscono dalla magia, dalla magia non derivano necessariamente solo “cose brutte”. Come gli è stato spiegato, tutto è legato all’uso che se ne fa, come una spada: argomentazione, però, alla quale Zheyn controbatte dicendo che, tuttavia, la spada non corrompe la mano che la impugna.
Lui preferirà sempre, dunque, la “fisica” vera e propria alla magia, la considererà più affidabile, più controllabile, anche nell’ottica del suo approccio estremamente pragmatico.

Se, da Aasimar, qualcuno gli dicesse che anche lui ha delle capacità magiche, sulle prime reagirebbe con il rifiuto, negando la cosa come se fosse impossibile per lui, ma prima o poi si renderebbe conto che egli stesso è qualcosa “di più” di quanto avesse sempre creduto, e che dunque, plausibilmente anche la magia è qualcosa di molto più ampio rispetto a quanto gli avesse suggerito la sua visione prima estremamente limitata.
Una volta accettata la magia come parte integrante del suo sangue celestiale, sicuramente inizierebbe a voler capire come funziona, in lui e da lui, ma per far questo chiederebbe l’aiuto di qualcuno più esperto, che possa guidarlo e aiutarlo nel capire come poter controllare questo potere.

Allego degli stralci delle due giocate in cui riceve cure magiche.




potresti parlarmi dell'allineamento di Zheyn? Della sua idea di bene/male e ordine/caos?



Zheyn non è sicuramente un filosofo, né passa il suo tempo ad interrogarsi sui massimi sistemi: al contrario, è un uomo estremamente pratico, pertanto la sua visione di “bene” e “male” rientra all’interno di concetti molto concreti e, al momento, piuttosto semplicistici, tanto da fargli affermare, in una delle passate giocate, che “non c’è nulla di relativo nel concetto di “bene” e di “male”.” La sua visione attuale è fatta di bianco e nero, estremamente dicotomica; se diventasse un Aasimar si aprirebbe in lui una più profonda consapevolezza che gli permetterebbe di vedere una serie di grigi tra le due estremità, perché inizierebbe a farsi domande che, al momento, non si è mai posto, ad esempio non gli è mai capitato di dover scegliere il proverbiale “male minore”.
Per il momento, questi due concetti per lui esistono quando “si fa del bene” o “si fa del male”, quando si realizzano mettendosi in atto nelle azioni di tutti i giorni. Si ha il “male” quando si infligge sofferenza e dolore agli innocenti, quando si danneggia una vita, quando si violano i diritti del prossimo (anche recando danno a una proprietà o rubandola), quando si agisce in modo tale da peggiorare la qualità di vita di una persona che, attenzione, <s> non lo merita.</s> Perché, ovviamente, incarcerare un assassino peggiora la qualità della sua vita, ma per punirlo del male inflitto e per difendere gli altri innocenti da altre sue azioni potenzialmente dannose. Si attua “il bene”, nella visione attualmente piuttosto semplicistica di Zheyn, quando si compiono buone azioni: aiutare il prossimo, difendere un debole, proteggere un innocente. Il che, in situazioni estreme, lo indurrebbe anche a violare la legge, come discutevamo in altra sede: se l’ordinamento giuridico di un regno consentisse la lapidazione di un ladro, lui probabilmente cercherebbe di salvarlo da una fine del genere, imponendogli però in cambio di restituire il maltolto.

Questo mi ricollega al concetto di ordine/caos, che per Zheyn praticamente ricalca quello di “legalità”: l’ordine è legato al rispetto dell’ordinamento giuridico di un posto, il caos implica la sua violazione. E’ un concetto dunque intrinsecamente più concreto, ma nel contempo anche più “aggirabile” per lui: se le leggi di un luogo ricalcano la sua etica (rispetto dei diritti della persona, punizione di chi li viola, ecc.), lui può anche adoperarsi per metterli in atto (durante una quest si è insospettito per due tipi loschi, pensando potessero essere ladri o criminali, quindi è intervenuto), ma al contrario non esiterebbe a violarla se si trovasse in un luogo in cui un tiranno avesse imposto leggi volte a legalizzare i soprusi, ad esempio una ius primae noctis. In sintesi, la sua visione morale prevale sempre sul concetto di legalità.




Qual è il rapporto di Zheyn con la morte? Cosa intende per "una buona morte"? Ma soprattutto: da Aasimar il tuo pg sarebbe solo agnello sacrificale per qualcosa di più grande?



La morte, per Zheyn, è parte della vita quando arriva per cause naturali o, in qualche modo, “attese”: la morte di un anziano, di un malato grave, o anche quella di un soldato che vive di battaglie, sfiorandola ogni giorno, ma certo non sarebbe un evento naturale quella di un bambino travolto da un carro, e ugualmente non ha visto come naturale la morte della compagna e del loro figlio. Nella sua visione, la morte è anche l’unico modo per essere liberi dal dolore, che sia fisico od emotivo.

Tempo fa stavo riflettendo su una situazione in particolare (forse può sembrare che io provi a mettere i bastoni tra le ruote alla mia stessa candidatura mettendomi da sola in difficoltà, ma considero questo uno spazio per il confronto e la riflessione, oltre che un “esame”) e pensavo a cosa potrebbe fare se si trovasse di fronte ad una persona gravemente ferita o malata che lo implorasse di ucciderlo per porre fine alle sue sofferenze... Allo stato attuale, gli darebbe ascolto per risparmiargli altro dolore (empatizzando con la sua sofferenza), ma se diventasse Aasimar, con una più ampia coscienza riguardo il rispetto per la vita, se le condizioni glielo consentissero gli chiederebbe di resistere il tempo di portarlo dal guaritore più potente che conosce, per verificare se ci sono possibilità di salvarlo. Cosa a cui, credo, al momento non penserebbe.

Ora, sta aspettando la morte come la liberazione da un’esistenza che per lui non ha più uno scopo: uno psicologo gli diagnosticherebbe una forte depressione reattiva in seguito ai due lutti, ecco la ragione per la sua anedonia, e non è mai riuscito ad andare oltre le fasi del dolore e della rabbia. Crede che, dopo la morte, la sua anima si ricongiungerà con quella della compagna e del loro bambino, e benché non vi sia più una vera esistenza nell’aldilà, comunque le loro essenze potranno finalmente riunirsi e lì troverà la pace, intesa come un’assenza di dolore, come la quiete portata dall’oblio. Ma dimostra il suo rispetto per la vita non suicidandosi, né andando a compiere azioni stupidamente irresponsabili, bensì gettandosi in missioni pericolose per le quali comunque venderebbe cara la pelle: come ha detto a Dhurock durante una loro conversazione (Dirhae, 12/03/22),
“<Da tempo non ho più motivi per vivere. Questa guerra mi ha dato una buona ragione per cui morire.> lo dice con lo stesso tono neutrale con il quale avrebbe parlato del clima, non certo della propria vita <Ma sicuramente non ho intenzione di suicidarmi. Non sarò da solo, avrò la responsabilità di altre persone che hanno dei figli cui tornare... starò attento, non voglio andare lì a gettarmi su una picca, soprattutto se la vita di altri combattenti dipende anche dalle mie azioni.>”
In sintesi, la “buona morte” per antonomasia potrebbe essere, per lui, un sacrificio per salvare altre vite.

La rivelazione di avere nelle vene sangue celestiale darebbe alla sua esistenza un significato e uno scopo: saprebbe finalmente chi è davvero, e qual è il senso della sua vita. Troverebbe un motivo più che valido per andare avanti, e per tale ragione non dovrebbe più cercare la morte; non avrebbe più, dunque, un atteggiamento così autolesionista e autodistruttivo, dato che vedrebbe se stesso come uno “strumento” atto a portare il bene nel mondo, ma comunque non esiterebbe a dare la propria vita per salvare un’altra persona.




In sintesi, un aspetto fondamentale che accomuna tutti i punti di cui abbiamo discusso separatamente è che diventare Aasimar gli farebbe assumere una nuova e più profonda consapevolezza, su se stesso, sui suoi valori e su molte delle sue credenze, consentendogli di avere una visione più ampia e flessibile riguardo a molti aspetti della sua vita.

Penso sia tutto, mi scuso per la prolissità!

OFFLINE
Post: 269
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
21/03/2022 10:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Buon giorno!
Intanto vorrei farti i complimenti perché scrivi e giochi molto bene, in maniera coerente e anche minuziosa, caratterizzando molto il tuo pg e la sua psiche.

Torniamo a noi:


Se, da Aasimar, qualcuno gli dicesse che anche lui ha delle capacità magiche, sulle prime reagirebbe con il rifiuto, negando la cosa come se fosse impossibile per lui, ma prima o poi si renderebbe conto che egli stesso è qualcosa “di più” di quanto avesse sempre creduto, e che dunque, plausibilmente anche la magia è qualcosa di molto più ampio rispetto a quanto gli avesse suggerito la sua visione prima estremamente limitata.
Una volta accettata la magia come parte integrante del suo sangue celestiale, sicuramente inizierebbe a voler capire come funziona, in lui e da lui, ma per far questo chiederebbe l’aiuto di qualcuno più esperto, che possa guidarlo e aiutarlo nel capire come poter controllare questo potere.



Esistono molte skill, tra cui alcune Aasimar, che fanno "pagare" il loro utilizzo con danni magici. L'esempio classico è quello della spossatezza che, volendo, si può paragonare alla spossatezza fisica dall'utilizzo di un'arma. Ora, nel maneggiare una spada vi sono molteplici rischi perché il contatto con l'avversario c'è, è vero, è ravvicinato, è fisico. Mentre, nel caso della magia, non vi è un vero e proprio contatto con il nemico. Dunque qual è, all'effettivo, la differenza? Entrambi gli stili di combattimento (magico e fisico) hanno delle ricadute, provocano dei danni.
A questo punto ti incollo qui di sotto una skill Aasimar e una condizione nella quale utilizzarla e vorrei che mi scrivessi qualche post in cui ne fai uso (ovviamente vorrei leggere anche il dopo). Ah, ovviamente io ci tengo a sottolineare che la scelta delle skill è personalissima e tu non sei minimamente tenuta ad acquistarla. Però ecco, vorrei capire, eventualmente, come il tuo pg reagirebbe ad un eventuale uso magico della sua natura celestiale con annesso danno da utilizzo.

Incanalare Energia


Zheyn si trova nelle vie di una città, puoi decidere tu quale, è viene assalito da un gruppo di otto briganti incappucciati. Zheyn si difende utilizzando questa skill. Se le condizioni ti sembrano incoerenti per il tuo pg ti invito a ricreare una situazione totalmente inventata da te che possa giustificare l'utilizzo di questa skill.

Andiamo avanti:

Ricreiamo una situazione: Zheyn, durante un suo viaggio, incontra un demone lungo il suo cammino. E' un demone con fattezze molto simili a quelle umanoidi, ma una serie di tratti distintivi che lasciano intendere a Zheyn che si tratta di altro, decisamente di altro. E' un demone ed è in fin di vita. Zheyn non lo conosce minimamente, non sa chi era, cos'ha fatto, come ha vissuto. Il demone, però, supplica Zheyn di salvarlo, di strapparlo alla morte. Come reagirebbe il tuo pg a questa situazione? Se lo ritieni necessario differenzia la risposta specificando la reazione di Zheyn umano e Zheyn Aasimar.


Tempo fa stavo riflettendo su una situazione in particolare (forse può sembrare che io provi a mettere i bastoni tra le ruote alla mia stessa candidatura mettendomi da sola in difficoltà, ma considero questo uno spazio per il confronto e la riflessione, oltre che un “esame”) e pensavo a cosa potrebbe fare se si trovasse di fronte ad una persona gravemente ferita o malata che lo implorasse di ucciderlo per porre fine alle sue sofferenze... Allo stato attuale, gli darebbe ascolto per risparmiargli altro dolore (empatizzando con la sua sofferenza), ma se diventasse Aasimar, con una più ampia coscienza riguardo il rispetto per la vita, se le condizioni glielo consentissero gli chiederebbe di resistere il tempo di portarlo dal guaritore più potente che conosce, per verificare se ci sono possibilità di salvarlo. Cosa a cui, credo, al momento non penserebbe.



Hmm...Wow. Ci sarebbe un cambio davvero sostanziale, noto... XD


Crede che, dopo la morte, la sua anima si ricongiungerà con quella della compagna e del loro bambino, e benché non vi sia più una vera esistenza nell’aldilà, comunque le loro essenze potranno finalmente riunirsi e lì troverà la pace, intesa come un’assenza di dolore, come la quiete portata dall’oblio.



E cosa succederebbe se Zheyn avesse la certezza TOTALE, SICURA, che non vi è un aldilà? Che non potrà mai ricongiungersi con la sua compagna e il suo bambino?

Qualche altra domanda e poi ti lascio la parola:

1. Come giustificheresti la trasformazione del tuo pg in Aasimar?
2. Che opinione ha, il tuo pg, della vendetta?

Non scusarti per la tua prolissità, attualmente è solo un punto a tuo favore. Le candidature ricche di dettagli sono quelle più "mature" e che permettono di avere una visione completa del pg.

Per ora è tutto!
[Modificato da Artemidia- 21/03/2022 10:17]
OFFLINE
Post: 12
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
21/03/2022 23:08
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Grazie dei complimenti! Le domande sono molto stimolanti, spero di essere sufficientemente esauriente nelle risposte.


Benché la spossatezza per l’uso degli incantesimi possa essere paragonabile alla stanchezza fisica dopo l’utilizzo di un’arma, considerata la visione molto parziale e distorta che ha ora Zheyn della magia (e anche una indiscutibile ignoranza in merito), lui reputa molto più “comprensibile” l’affaticamento muscolare determinato dall’uso di un oggetto pesante all’interno di un combattimento fatto di impatti, sudore, sangue e polvere, che non la debolezza di un corpo che ha incanalato e veicolato un’energia magica, impalpabile e spesso invisibile, dagli effetti poco prevedibili per lui.

La situazione ipotetica che mi proponi è molto interessante, vedrebbe uno Zheyn con 90 punti Mente, il che è altamente improbabile visto quello che ho in programma per la sua crescita, che resti umano o che evolva in Aasimar (alzare Forza come tratto primario e, secondariamente, dare qualche punto a Destrezza), ma i “what if” sono sempre stuzzicanti, a maggior ragione quando implicano situazioni più distanti da una che invece ci si potrebbe attendere.
Immagino che Zheyn possa nella fattispecie fare un uso ponderato e consapevole della magia, che sia già stato precedentemente introdotto al suo utilizzo e che ne abbia già fatto uso in passato: del resto è chiamato in causa un incantesimo che necessita di due turni di concentrazione, sicuramente non è questo un incantesimo immediato di cui potrebbe fare un uso “impulsivo” come certe barriere protettive, anzi necessita di lucidità e sangue freddo.


Partendo da queste premesse, ecco come potrebbe comportarsi:





(...) Il demone, però, supplica Zheyn di salvarlo, di strapparlo alla morte. Come reagirebbe il tuo pg a questa situazione? Se lo ritieni necessario differenzia la risposta specificando la reazione di Zheyn umano e Zheyn Aasimar.



Penso di offrire una risposta più esaustiva iniziando col descrivere in azione cosa potrebbe avvenire...

ZHEYN (Umano): Il bestione riduce progressivamente le distanze dal Demone, che giace a terra supplicandolo perché la sua vita venga risparmiata. Lo osserva dall’alto della sua stazza, rallentando la propria andatura man mano che gli si approssima, fino ad arrestare il proprio passo nei pressi della creatura, che può finalmente guardare da vicino, accovacciandosi di fronte ad essa, ma a distanza di sicurezza, nel caso quello fosse solo un tranello: reso innocuo dalle condizioni in cui versa, mentre lo prega di salvarlo, il Demone si offre così alla vista dell’Umano, che, incontrando per la prima volta un esponente di quella razza vivo e fuori da un combattimento, può finalmente concedersi il tempo di osservarne le fattezze, oltre che di udirne le parole [Sai, già un altro dei tuoi mi ha chiesto aiuto.] esordisce, il tono basso, profondo, lo sguardo sempre estremamente sospettoso [Era una trappola. E nulla mi garantisce che non lo sia anche questa.] assottiglia lo sguardo nero [Se ti portassi tra noi, chissà cosa potresti fare... far del male a qualcuno, o fuggire e riferire ai tuoi compari come ci stiamo organizzando... ora dici di no, ma non posso fidarmi.] estremamente serio, torna in posizione eretta, sfilando dal fodero il coltellaccio, che impugna saldamente con la mandritta [Anche così, sei pericoloso. L'unica cosa che posso fare è darti una rapida fine.] in un rapido movimento del braccio, andrà così a cercare un Affondo al centro del petto del demone, intenzionato a finirlo.


ZHEYN (Aasimar): {Armonia dei Sensi; Udito e Vista superiori} Da quando il sangue celestiale si è risvegliato nelle sue vene, l’Aasimar ha iniziato a dover gestire una maggiore quantità di informazioni che giungono ai suoi sensi divenuti particolarmente recettivi; nel contempo, ha anche iniziato a padroneggiare una sorta di settimo senso che gli permette di percepire se l’Armonia tra sé e la vita che lo circonda si trovi ad essere alterata dalla presenza di corruzione. Pertanto, se quest’oggi al suo buon udito è giunta una voce lamentosa che chiede aiuto, non è solo questa ad aver allertato l’Aasimar, ma anche il fastidioso ronzio che si è sovrapposto ad essa finanche precedendola, un inquietante segnale per lui inconfondibile con il quale i suoi sensi lo informano che l’Armonia è stata alterata. Cercando di risalire alla fonte, va così a seguire questo senso di disagio, rendendosi conto che, al suo aumentare, si fa anche più forte il lamento: infine, ciò che si offre al suo sguardo è l’inconfondibile, grottesca figura di un Demone, che sembra prossimo ad avere la sorte che merita, visto che, sentendo imminente la fine, ricorre alle sue subdole argomentazioni implorando di essere risparmiato. Nel momento in cui l’Aasimar lo vede, immediata una smorfia di sdegno va ad attraversargli il volto, come se quella sola richiesta d’aiuto, da parte di quell’essere immondo, fosse per lui sufficiente a suscitargli una profonda indignazione, dato che la sua sola esistenza è essa stessa un’offesa a tutto ciò che vi è di giusto e puro. Non batte ciglio nel vederlo sofferente e il fatto che ormai sia innocuo non rende l’Aasimar meno ostile di fronte ad un essere che rappresenta il Male incarnato: indifferente a implorazioni, lusinghe o promesse, il bestione va ad impugnare la sua ascia [Chiudi quella c*zzo di bocca.] ringhia verso il Demone, sollevando l’arma per abbatterla con violenza in un Diritto tondo puntando al collo dell’essere, intenzionato a decapitarlo di netto.



Giusto due righe ad illustrare le ragioni della diversa reazione (ma con la medesima sorte per il “povero diavolo”): ad oggi, Zheyn ha affrontato e ha visto combattere un’orda di demoni che si muovevano disordinatamente, ne ha sentito solo uno rantolare una richiesta d’aiuto che poi si è rivelata un tranello, così, da Umano poco avvezzo a certe creature, è quindi sorpreso di sentire un Demone parlare in modo più articolato, sentirlo argomentare e venire supplicato da lui. Dal momento che lui ancora non conosce bene i Demoni, mi vien da pensare che se capitasse un incontro del genere adesso, potrebbe anche passargli per la mente l’idea di immobilizzarlo e portarlo a chi di dovere per poter provare ad interrogarlo. Mettendo però su una bilancia i possibili benefici strategici assieme ai molteplici rischi di avere a che fare con una creatura del genere dotata di poteri che non conosce, ha preferito evitare di correre il rischio di averne uno vivo tra loro e gli è sembrato più umano dargli una fine rapida e indolore.

Da Aasimar, lui sarebbe infastidito dalla sola presenza di un Demone, ancor di più sentendosi implorare di salvarlo, anche perché sa che qualunque cosa potrebbe dirgli sarebbe facilmente una menzogna: e poi, perché mai lui, discendenza di Jotun, dovrebbe salvare un abominio del genere? In questo caso, non essendoci spazio per alcun dubbio, non ci sarebbe alcuna esitazione in Zheyn, che, quindi, sarebbe molto più spietato da Aasimar che da Umano: non deve avere ragioni per ucciderlo, il semplice fatto che si trovi di fronte ad un Demone, suo nemico per natura, gli impone di neutralizzarlo, di rendergli impossibile fare del male, di impedire che la sua stessa esistenza offenda ancora la Vita.
Ah, anche da Aasimar i suoi modi raffinati resterebbero invariati... però smetterebbe di prendersela con gli Dei.





E cosa succederebbe se Zheyn avesse la certezza TOTALE, SICURA, che non vi è un aldilà? Che non potrà mai ricongiungersi con la sua compagna e il suo bambino?



Sarebbe stato un dettaglio assolutamente fondamentale che avrebbe influenzato notevolmente il suo vissuto, sia per quanto riguarda l’evento della perdita, sia relativamente al modo di affrontare successivamente il lutto. Se avesse avuto la consapevolezza che dopo la morte non c’è più nulla, avrebbe vissuto in modo ancora più devastante la scomparsa della compagna e del figlio, che considererebbe definitivamente perduti, senza neppure quel barlume di speranza di poter ritrovarli un domani dopo la morte. E’ possibile che avrebbe vissuto il periodo subito successivo alla loro morte con un dolore ancora più soverchiante, ma una volta superata quella fase, non sarebbe più vissuto nell’ottica di cercare la sua stessa fine, non ne avrebbe avuto motivo: una volta ritrovata la forza di andare avanti, serbando sempre nel cuore il ricordo dei suoi affetti, avrebbe cercato di ricominciare a vivere, senza tutto quell’autolesionismo che invece mette in atto da allora.

Se invece Zheyn scoprisse oggi, a circa un anno dalla loro scomparsa, che non c’è alcuna forma d’esistenza dopo la morte, che non c’è altra vita oltre quella che abbiamo, si riaccenderebbe con violenza il dolore per la loro fine, come se li avesse persi di nuovo, stavolta definitivamente. Credo che si abbandonerebbe al devasto alcolico per diversi giorni, ma poi, preso atto di non avere neppure più questa speranza, inizierebbe ad investire maggiormente nella sua esistenza e nelle persone che ancora gli sono accanto, cercando di nuovo uno scopo per andare avanti, senza più anelare alla morte visto che sarebbe davvero la fine di tutto, invece lui sente di avere ancora molto da fare e da dare.



1. Come giustificheresti la trasformazione del tuo pg in Aasimar?



Zheyn è stato adottato quando era ancora in fasce all’orfanotrofio di Dalen da parte di una coppia di mercanti di Narvick, ignora chi lo abbia messo al mondo. Il suo vero padre potrebbe essere un Aasimar egli stesso (mi viene da immaginarlo come la copia di Zheyn, ugualmente alto ma “ripulito”, sbarbato e con i capelli corti, all’apparenza suo coetaneo vista la loro longevità) e potrebbe suo malgrado aver perso le tracce del figlio. Il risveglio del sangue celestiale potrebbe essere l’eredità paterna, che i genitori siano ancora vivi o no: la loro sorte è un dettaglio che non ho affrontato nel suo background perché neppure io so cosa possa essere successo e perché lui sia finito in un orfanotrofio.



2. Che opinione ha, il tuo pg, della vendetta?



La trova inutile e deleteria. Più che vendetta, lui cercherebbe giustizia. Come ha detto in una giocata ad Eleniel (25/02/22), “Se uccidi chi ha compiuto un omicidio, nel mondo il numero degli assassini non cambia, perché sei tu a diventarlo. E una volta che ti sporchi le mani di sangue, quel rosso non andrà più via.”.
Non ha voluto vendicarsi neppure di quel gruppo di briganti che, di background, lo ha ridotto in fin di vita, benché abbia provato a risalire alla loro identità, ma solo per sapere le possibili ragioni: uno scambio di persona, un nemico potente che non sapeva di avere, qualche torto che ignorava di aver commesso. (Queste sono però vicende che non ho più approfondito, uno Zheyn fisicamente malridotto per il primo mese e mezzo di gioco è stata solo una mia escamotage per poter giustificare il suo fisico massiccio malgrado i punti ancora bassi di Forza dei primissimi livelli, spiegando la sua debolezza con una fase di convalescenza, prima che potessi tirare su abbastanza la stat tanto da renderlo vigoroso come era nelle mie intenzioni.)


Penso sia tutto, attendo riscontri, grazie ancora una volta per l’attenzione!

OFFLINE
Post: 270
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
23/03/2022 10:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Buon giorno, eccomi!
Riguardo la concentrazione per la skill magica c'è qualche difetto ma ai fini della candidatura non è importante (mi riferisco al primo post: la concentrazione dovrebbe prendere più della metà del post).

Qualche altra domanda:

1. Ho appreso che Zheyn utilizzerebbe la sua discendenza Aasimar con uno scopo più offensivo (correggimi se sbaglio), ma ovviamente un Aasimar non è solo colui che impugna un'arma a fin di bene, per preservare la vita. Esistono molti modi per giungere a questo scopo, ricordo che un ex Aasimar lavorava nel nosocomio, mentre un altro apparteneva all'Elite degli Artisti e aveva un modo tutto suo per valorizzare e preservare la bellezza della vita in tutte le sue sfaccettature. Zheyn, da Aasimar, come adempirebbe alla sua natura celestiale?

2. Ci sono volte in cui le scelte non possono essere prese a cuor leggero e neppure con immediatezza. Parliamo di casi estremi dove bisogna scegliere chi salvare e chi lasciare morire: come decidere chi salvare e chi no? Quale vita è più importante di un'altra e sulla base di cosa questo viene stabilito? E se sacrificare se stessi non è sempre la soluzione più efficace?

Per ora solo questo!
OFFLINE
Post: 13
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
23/03/2022 19:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota


(mi riferisco al primo post: la concentrazione dovrebbe prendere più della metà del post).



Grazie, buono a sapersi, nel caso in cui dovessi usare skill magiche farò più attenzione!



1. Zheyn, da Aasimar, come adempirebbe alla sua natura celestiale?



Zheyn non ha le conoscenze necessarie per poter occuparsi di malati, né la propensione a farlo, e neppure un’indole tale da indurlo a stare troppo tempo in uno stesso posto, in un mestiere che sia continuativo nel tempo; non ha neppure la raffinatezza d’animo per apprezzare particolarmente l’arte (preferisce di gran lunga stare in mezzo alla natura piuttosto che in un museo o in un teatro). Da Aasimar, prenderebbe sicuramente la via delle armi, lui sarebbe un “difensore”, la considererebbe una sorta di vocazione, e magari sarebbe la buona volta, per lui, di iniziare a vedersi davvero come un guerriero, cosa che finora ha sempre negato di essere.




2. Ci sono volte in cui le scelte non possono essere prese a cuor leggero e neppure con immediatezza. Parliamo di casi estremi dove bisogna scegliere chi salvare e chi lasciare morire: come decidere chi salvare e chi no? Quale vita è più importante di un'altra e sulla base di cosa questo viene stabilito? E se sacrificare se stessi non è sempre la soluzione più efficace?



I dilemmi morali possono essere molteplici, ovviamente non c’è una risposta generalizzata che sia valida per ogni circostanza, il contesto è sempre determinante: occorre valutare approfonditamente la situazione, le persone coinvolte, chi sono e cosa la loro perdita implicherebbe. In genere, Zheyn preferirebbe salvare più vite possibili, non esiterebbe a mettere in gioco la propria, e quando è a repentaglio quella di un bambino tenderebbe a dare la priorità a lui. La cosa, ovviamente, può avere livelli di complessità sempre più sfaccettati: ad esempio, salvare tre adulti o un bambino? Dipende, se fossero tre assassini non avrebbe dubbi; se fossero tre onesti padri di famiglia, la situazione sarebbe più spinosa, ma sinceramente non me la sento di dare ora una risposta avulsa da un più ampio contesto. Salvare un bambino, o l’unico adulto sull’Aengard in grado di sconfiggere la Perdizione? In questo caso, la salvezza di uno implicherebbe quella di molti altri e la perdita del bambino potrebbe essere inevitabile.
Mi viene in mente il famosissimo dilemma del treno, che si potrebbe adattare evitando i riferimenti a binari e ferrovie: un grosso masso sta rotolando inesorabilmente verso cinque persone legate; è possibile deviare la sua traiettoria, ma finirebbe comunque con lo schiacciare una persona nell’altro sentiero. Tra lasciare che il masso continui il suo percorso e uccida cinque persone, o decidere di modificare attivamente la sua corsa finendo così col sacrificare l’unica persona nell’altra traiettoria, credo che in questo caso Zheyn preferisca salvare quattro vite in più, pur dovendo portarsi sulla coscienza la persona che ha “scelto” di far schiacciare.
In sintesi, al di là di un fatto meramente quantitativo (mirare a salvare più vite possibili), c’è da considerare chi sono queste persone, cosa implica e che ripercussioni avrebbe la loro salvezza o la loro morte. Però, ripeto, dare risposte in modo così generico potrebbe essere riduttivo riguardo la complessità di ciascuna singola situazione, avrei bisogno di “stare lì” con Zheyn, soffrire con lui e vedere le cose con i suoi occhi per capire davvero come agirebbe.


Al momento non credo di dover aggiungere altro, attendo riscontri!
OFFLINE
Post: 271
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
23/03/2022 19:55
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Buona sera!
Con sincerità ti direi che, ad ora, io non avrei alcun dubbio sulla tua candidatura. Però voglio prendermi qualche altro giorno per monitorare il tuo giocato. Sono molto soddisfatta dalle risposte ricevute, molto.
Se nel frattempo vuoi postare qui delle giocate coerenti al fine della candidatura io sarei felice di leggerle.

Ciau!
OFFLINE
Post: 14
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
23/03/2022 20:22
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Grazie mille *__*
Credo che al momento non ci siano altre giocate da segnalare oltre a quelle che ho già postato nel corso della discussione, ma se nei prossimi giorni se ne presenteranno, o se me ne verranno in mente altre del passato, sicuramente le inserirò qui.

Volevo chiedere, riguardo ai segni particolari... una delle caratteristiche fisiche più di spicco in Zheyn oltre la mole sono i suoi occhi nerissimi; non riesco a figurarmi un “bagliore luminoso” a delle iridi nere senza avere un effetto da film horror, per questo mi chiedo: potrebbe avere, da Aasimar, occhi di un acceso colore dorato? Mi piacerebbe perché raffigurerebbe quello che, anche metaforicamente, sarebbe il suo modo di “vedere il mondo con occhi nuovi” dopo la scoperta del sangue celestiale.

Grazie ancora per l’attenzione!
OFFLINE
Post: 272
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
24/03/2022 10:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Buondì
Il bagliore degli occhi è legato al colore stesso delle iridi, perciò degli occhi azzurri avranno un bagliore azzurro, degli occhi verdi avranno un bagliore verde. Si può pensare, piuttosto, a cambiare il colore degli occhi e mutarli in dorato. Se questa è la tua intenzione provo a chiedere al responsabile dei segni particolari se è possibile cambiare il colore degli occhi^^
OFFLINE
Post: 15
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
24/03/2022 14:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Esattamente, visto che non riesco a figurarmi un "bagliore nero" (mi sembra un ossimoro) mi piacerebbe come segni particolari chiedere il cambio di colore dei suoi occhi in dorato!
OFFLINE
Post: 273
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
24/03/2022 17:37
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Dunque, non è possibile cambiare il colore dell'occhio perché non sarebbe giustificato da alcun tipo di evento coerente con questa cosa. Comunque sia la razza possiede anche altri segni particolari, come l'altezza superiore alla media (220 cm), come i capelli con i riflessi metallici oppure la fioca lucentezza delle pelle!
OFFLINE
Post: 16
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
24/03/2022 21:11
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota


la razza possiede anche altri segni particolari, come l'altezza superiore alla media (220 cm)



I 220 cm sono un limite massimo o è esattamente quella la statura per chi scelga quello come particolarità?
OFFLINE
Post: 274
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
24/03/2022 22:44
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Solitamente è inteso come statura perché risulta più conveniente, ma se la cosa non ti convince può comunque essere un tetto massimo^^
OFFLINE
Post: 17
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
25/03/2022 00:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Ricevuto... ci penso un po' su! Grazie ancora delle informazioni!
OFFLINE
Post: 276
Registrato il: 07/12/2016
Città: PALERMO
Età: 26
Sesso: Femminile
Utente Junior
25/03/2022 00:21
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Di nulla, a presto^^
OFFLINE
Post: 18
Registrato il: 26/07/2021
Età: 93
Sesso: Maschile
Utente Junior
29/03/2022 11:36
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Allora, ci ho riflettuto, Zheyn è già molto alto, quindi relativamente al segno particolare lascerei stare la statura e mi sposterei sui capelli, neri con riflessi metallici argentati.

Grazie mille!
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]
Candidatura Tarnag (3 messaggi, agg.: 22/11/2023 22:48)
Candidatura Master (di supporto principalmente) - Kaderin (3 messaggi, agg.: 03/02/2017 21:19)
Candidatura Tarnag (3 messaggi, agg.: 22/09/2018 16:34)
Candidatura Tarnag (4 messaggi, agg.: 07/08/2022 16:45)

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:17. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com