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Oggi sono quieta, dopo la caduta
e le incertezze sto qui, immobile
tra i mobili e i piatti, il portacandele
lo strofinaccio, la pianta grassa
l’ultimo pezzo di legno, l’ultima
lingua di brace tra i resti
il cuore sotto la polvere


Erano i corpi a farsi piccoli
pelle con pelle, piedi tra i piedi
spalle schiena mani
un solo respiro nel ventre



Amo ancora il mio dolore, la vita
che ci ho messo: è così evidente
la luce che vacilla
nel taglio della crepa.