Re: Re: Re: Re: Re:
Scritto da: TheRainMaker 15/04/2007 23.17
Eh, insomma è un po' da dimostrare, alla fine l'italiano si è diffuso [partendo dal substrato fiorentino del '300] negli ambienti colti delle principali città italiane del rinascimento, quindi Napoli, Palermo o Venezia han senza dubbio avuto un ruolo.[Modificato da TheRainMaker 15/04/2007 23.24]
gli ambienti colti erano soltanto una èlite piu che ristretta e non possono essere considerati come rappresentanti di un gruppo linguistico di base etnica, mi pare chiaro. possiamo considerarli in un discorso circa la lingua nella letteratura, che quindi con i dialetti veri e propri (quelli parlati dal volgo) ha poco a che spartire, dato che sono due linguaggi che sono parallelamente arrivati ai giorni nostri.
ad ogni modo, parlando di dialetti, mi pare ovvio dire che ne esistono alcuni più simili all'italiano di altri, per questo motivo: l'italiano ufficiale è stato preso in gran parte dal fiorentino, che di per sè era un dialetto, derivante in modo molto stretto dal latino volgare di età tardoantica, di cui si ha la versione più pura nel Lazio e, di rimando, nel resto del Centro Italia, con tante più influenze allofone (galliche e germaniche già preesistenti, spagnole, francesi, tedesche, slave, arabe successive ecc.) quanto più ci si allontanava dalla "fonte" di tale lingua.
d'altronde basta sentire parlare un calabrese o un bergamasco in dialetto, a confronto con uno, che ne so, di Perugia.