Si ricomincia ..........ecco Calciopoli 2

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WEB RE1976
00giovedì 12 aprile 2007 16:33
Calciopoli: si ricomincia, 8 arbitri sotto accusa

La Procura ipotizza il reato di associazione a delinquere nei confronti di 8 fischietti, alcuni dei quali non erano comparsi nella prima fase delle indagini. Coinvolto anche il Messina.

Calciopoli riparte: la Procura di Napoli, nell'ambito dell'inchiesta sullo scadalo del pallone, ipotizza il reato di associazione a delinquere nei confronti, tra gli altri, di otto arbitri (di cui alcuni non erano comparsi nella prima fase delle indagini). Si tratta di Gianluca Paparesta, Salvatore Racalbuto, Stefano Cassarà, Antonio Dattilo, Paolo Bertini, Marco Gabriele, Massimo De Santis, Tiziano Pieri e l'assistente di gara Marcello Ambrosino.

I carabinieri della capitale avrebbero consegnato nella tarda mattinata 48 avvisi di chiusura indagine firmati dalla procura napoletana. Tra le 48 persone 'avvisate' ci sono anche Antonio Giraudo, Luciano Moggi, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, oltre a dirigenti, accompagnatori, arbitri e presidenti delle società di calcio coinvolte nell'inchiesta. L'avviso di chiusura indagini è l'atto con il quale la procura ha comunicato la conclusione dell'attività investigativa ed è un preludio alla richiesta di un rinvio a giudizio degli indagati.

Gli sviluppi dell'inchiesta sono collegati in particolare al contenuto di intercettazioni telefoniche trasmesse ai magistrati napoletani dalla Procura di Torino, nonchè dall'esame dei tabulati di una serie di telefoni cellulari adoperati dall'ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi. Si tratterebbe di persone già destinatarie di provvedimenti un anno fa e alle quali viene contestata a vario titolo la frode sportiva. A 21 dei 48 destinatari degli avvisi di chiusura indagine viene anche contestata l'associazione a delinquere.

Secondo l'inchiesta anche il Messina sembrerebbe coinvolto nell'inchiesta su Calciopoli della Procura della Repubblica di Napoli. Il coinvolgimento del club è legato ad alcune partite del campionato 2004-2005. Tra i destinatari degli avvisi, per l'ipotesi di reato di frode in competizione sportiva risultano il direttore sportivo Mariano Fabiani, in concorso con Luciano Moggi.

calcio.com
CLAY60
00giovedì 12 aprile 2007 18:17
Ihihihihihihihihihi sapete chi c'e' fra i nomi nuovi dell'inchiesta? I V A L D I [SM=g27812]

nIENTE di particolarmente sorprendente.... [SM=g27825]
WEB RE1976
00giovedì 12 aprile 2007 19:03
Calciopoli: 9 partite sotto accusa Tra avvisati l'ex ds Fabiani, molte le ammonizioni sospette

- Ci sono 9 partite del campionato 2004-05 al centro dell'inchiesta giudiziaria che ha portato all'emissione di 48 avvisi di conclusa indagine.
Il fatto nuovo e' il coinvolgimento del Messina tramite l'ex ds Fabiani.
In molti casi sono contestate "dolose ammonizioni" di calciatori, al fine di farli squalificare per gare successive. Tra le gare sospette: Messina-Reggina, Messina-Fiorentina, Juve-Milan, Brescia-Bologna, Messina-Parma, Samp-Siena, Siena-Messina, Inter-Fiorentina, Lazio-Juve.

(ANSA)
WEB RE1976
00giovedì 12 aprile 2007 19:04
Calciopoli: 39 le partite sospette 15 sono inedite: anche un Roma- Parma e cinque della Juve

- Delle 39 partite al centro di "Calciopoli", sono 15 quelle inedite in cui e' stato contestato il concorso in frode sportiva per Moggi. Oltre alle nove che vedevano coinvolti altri tre arbitri, un assistente e il direttore sportivo del Messina Mariano Fabiani, gli altri match sotto esame degli inquirenti sono Udinese-Brescia, Siena-Juventus, Juventus-Chievo, Roma-Parma, Cagliari-Juventus e Palermo-Lecce
.

(ANSA)
WEB RE1976
00giovedì 12 aprile 2007 19:08
"Moggi, Fabiani e Bertini fermarono il Milan"
Per la Procura di Napoli l'ex dg bianconero, l'ex ds del Messina e l'arbitro (che domani dovrebbe dirigere Bologna-Genoa) avrebbero influenzato Juve-Milan (0-0) del dicembre 2004. 15 nuove gare sotto la lente
Tra gli ex dirigenti coinvolti Antonio Giraudo e Luciano Moggi.

- C'è anche Juventus-Milan disputatasi a Torino il 18 dicembre 2004, e finita 0-0, tra le gare "sospette" nel mirino della Procura di Napoli, terminata con l'invio degli avvisi di chiusura delle indagini a 48 persone. Per quel match sono stati indagati Mariano Fabiani, all'epoca direttore sportivo del Messina, Luciano Moggi, direttore generale della Juventus e l'arbitro Paolo Bertini (che domani dovrebbe arbitrare Bologna-Genoa). I tre "in concorso tra loro ed in esecuzione del programma criminale della associazione per delinquere" al centro dell'indagine, avrebbero partecipato all'operazione tesa a influenzare il risultato dell'incontro. Moggi e Fabiani vengono indicati come gli istigatori e accusati di aver compiuto "atti fraudolenti e finalizzati a influire sul risultato dell'incontro di calcio". Un esito "perseguito dal Bertini che si adoperava per il conseguimento di un risultato comunque favorevole alla squadra di Moggi". C'è l'aggravante "di aver commesso il fatto predeterminando il risultato di un incontro di calcio influente ai fini dello svolgimento di concorsi, pronostici e scommesse regolarmente esercitati". La partita, conclusasi sul risultato di parità, confermò il vantaggio della Juventus con quattro punti sul Milan.
SORTEGGIO MANIPOLATO Un sorteggio arbitrale manipolato sarebbe, invece, alla base di Roma-Juventus, la partita del 5 marzo 2005 all'Olimpico: la gara, già finita tra quelle sospette nella prima fase dell'inchiesta della Procura di Napoli, si arricchisce di nuovi elementi. Sono indagati per frode sportiva, in seguito alle integrazioni dovute all'acquisizione di nuovi atti, l'allora dg della Juventus, Luciano Moggi, l'ex ad bianconero Antonio Giraudo, Paolo Bergamo e Pier Luigi Pairetto, allora designatori arbitrali, Mariano Fabiani, ds del Messina - e nome nuovo dell'inchiesta - Maria Grazia Fazi, impiegata della Figc, i componenti della terna arbitrale e cioè Salvatore Racalbuto, Narciso Pisacreta, Marco Ivaldi e il quarto ufficiale di gara Marco Gabriele L'accusa è di aver "compiuto atti fraudolenti che, alterando la corretta e genuina procedura di sorteggio del direttore di gara valida per il campionato 2004-2005, quella per la designazione degli assistenti del direttore di gara e del quarto ufficiale di gara predeterminavano il risultato dell'incontro tra Roma e Juventus. Terna arbitrale e quarto uomo, sostiene la Procura, "si adoperavano per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra del Moggi e del Giraudo".

gazzetta.it
WEB RE1976
00giovedì 12 aprile 2007 19:13
Le nuove partite sotto la lente

- Sono 39 complessivamente le partite al centro dell'inchiesta condotta dai pm di Napoli Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, come emerge dall'avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato oggi. Quindici di questi incontri non comparivano nei precedenti avvisi emessi lo scorso anno dai magistrati napoletani. Ciò si deve ai nuovi elementi acquisiti dai pm di Napoli dopo la trasmissione delle intercettazioni che erano state disposte dalla procura di Torino, nonché all'esame dei tabulati delle telefonate fatte da diversi cellulari nella disponibilità dell'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi. Le nuove indagini hanno portato al coinvolgimento di altri tre arbitri, di un assistente e del direttore sportivo del Messina Mariano Fabiani.
A Moggi i pm hanno contestato presunti illeciti (l'ipotesi è di concorso in frode sportiva) in reazione a tutte le 15 "nuove" partite finite sotto inchiesta. Nello stesso tempo sono uscite dall'inchiesta di Napoli tre partite che figuravano nei precedenti avvisi.
Tra queste l'ormai famosa Reggina-Juventus quando, secondo l'accusa, l'arbitro Paparesta sarebbe stato "sequestrato" dai dirigenti juventini nello spogliatoio dello stadio calabrese. Gli atti relativi a questa vicenda sono stati infatti trasferiti per competenza territoriale alla procura di Reggio Calabria.
Il primo riferimento al Messina è in una vicenda nella quale la società siciliana è coinvolta indirettamente: Messina-Reggina 2-1 del 31 ottobre 2004. Per quella partita risultano indagati per frode sportiva, i soli Luciano Moggi, all'epoca direttore generale della Juve, e l'arbitro Salvatore Recalbuto. Secondo l'accusa vi sarebbe stata la "dolosa ammonizione" del giocatore della Reggina Mesto allo scopo di fargli saltare per squalifica il successivo incontro che la squadra calabrese avrebbe dovuto disputare in casa con la Juve.
Sotto inchiesta anche la partita Messina-Fiorentina 1-1 del 28 novembre 2004. Per tale incontro risultano indagati Moggi, il direttore sporivo del Messina Mariano Fabiani, l'arbitro Gianluca Paparesta e il quarto ufficiale di gara Antonio Dattilo. Secondo l'accusa, Moggi e Fabiani, sono coinvolti in qualità di "istigatori", mentre Paparesta e Dattilo si sarebbero adoperati "per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra siciliana".
Il nome di Fabiani spunta poi anche nell'indagine sulla partita Juve-Milan 0-0 del 18 dicembre 2004. Fabiani e Moggi sono indagati in concorso con l'arbitro Paolo Bertini, per far conseguire un risultato favorevole alla Juventus.
Si passa poi all'incontro Brescia-Bologna 1-1 del 6 gennaio 2005. Risultano indagati Moggi, Fabiani e l'arbitro Paparesta. I fatti illeciti sarebbero costituiti in particolare dalle ammonizioni di Guana e Mannini già diffidati, in modo che fossero squalificati per la successiva partita che il Brescia avrebbe dovuto giocare contro il Messina (9 gennaio. 2-0 per i siciliani).
E si va a Messina-Parma (1-0) del 23 gennaio 2005. Indagati: Fabiani, Moggi, Bertini e Dattilo che si sarebbero adoperati per far vincere il Messina.
Moggi, Fabiani e Paparesta risultano indagati per Sampdoria-Siena (1-1) del 30 gennaio 2005 per l'ammonizione di Simone Inzagi della Sampdoria, successiva avversaria della Juventus.
Il nome del dirigente del Messina compare poi, insieme a quelli di Moggi e di Bertini, nella parte dell'avviso che riguarda Siena-Messina (2-2) del 13 febbraio 2005: anche in questo caso si sarebbero adoperati per un risultato favorevole ai siciliani.
Fabiani con Bertini è poi coinvolto per la vicenda delle ammonizioni dei calciatori della Fiorentina Viali e Obodo in Inter-Fiorentina (3-2) del 20 marzo 2005 che, grazie alla squalifica, avrebbero dovuto favorire la Juve per il successivo incontro dei bianconeri a Firenze (3-3, il 9 aprile 2005).
Fabiani, con Moggi e l'assistente Marcello Ambrosini, è indagato per Lazio-Juventus 0-1.

Questo l'elenco completo delle nuova partite sotto la lente:
Udinese-Brescia 1-2 (26-9-2004)
Siena-Juventus 0-3 (23-10-2004)
Juventus-Chievo 3-0 (31-10-2004)
Messina-reggina 2-1 (31-10-2004)
Messina-Fiorentina 1-1 (28-11-2004)
Juventus-Milan 0-0 (18-12-2004)
Roma-Parma 5-1 (19-12-2004)
Brescia-Bologna 1-1 (6-1-2005)
Cagliari-Juventus 1-1 (16-1-2005)
Messina-Parma 1-0 (23-1-2005)
Sampdoria-Siena 1-1 (30-1-2005)
Siena-Messina 2-2 (13-2-2005)
Palermo-Lecce 3-2 (20-2-2005)
Reggina-Messina 0-2 (13-3-2005)
Lazio-Juventus 0-1 (24-4-2005)
CLAY60
00venerdì 13 aprile 2007 11:58
Ci sarebbe materiale per radiare a vita la Juve e il Messina ma....vi ricordo i volti nuovi del calcio:
Presidente Lega = Matarrese
Presidente Federazione = Abete
[SM=g27837] [SM=g27825] [SM=g27812]
WEB RE1976
00venerdì 13 aprile 2007 17:18
Comunicato Juventus "Col passato abbiamo chiuso"

- La Juventus sottolinea la sua totale estraneita' ai fatti riguardanti la conclusione dell'inchiesta della Procura di Napoli in merito allo scandalo del calcio, che vede indagate 48 persone.
"Le notizie di fonte giornalistica sulla conclusione delle indagini della Procura di Napoli non mutano la ferma convinzione della societa' di aver chiuso con il passato e di non dover piu' rispondere di alcunche' con riferimento a comportamenti attribuibili a precedenti gestioni e gia' oggetto di giudizio definitivo", spiega la societa' bianconera attraverso un comunicato.
"In questi mesi - sottolinea il club - i giocatori e tutto lo staff della Juventus hanno affrontato con professionalita', passione e lealta' il campionato di serie B, superando la grave crisi dell'estate scorsa".

gazzetta.it
lena1404
00venerdì 13 aprile 2007 17:24



Guardate un po' c'è anche un certo "signor" Ivaldi Marco???
Vi ricorda qcosa???? [SM=g27826]
(moka)
00venerdì 13 aprile 2007 23:00
mmm sì qualcosina...
qualcosa del tipo...
partita rubata per il centenario del toro?
ma ci ridaranno i punti...e con interesse
dabustoarsizioxlempoli
00sabato 14 aprile 2007 01:46
avanti di questo passo.. non servirà giocare il campionato. si fa la classifica in base a chi ha rubato meno nella stagione precedente.. [SM=g27827]: noi abbiamo buone possibilità per lo scudetto! [SM=g27811] ivaldi... ivaldi... meglio non dire niente.. perchè se dico qualcosa... dico che se il torino ha un po' di coscienza.. [SM=g27816] e se non ce l'ha pozzi-saudati gliela faranno venire..
Carlo.RE
00mercoledì 2 maggio 2007 10:25
Chissà se ci saranno sorprese anche alla fine di questo campionato?
WEB RE1976
00sabato 5 maggio 2007 19:09
Borrelli: Calciopoli non e' finita
Capo indagini: "Inchiesta Napoli parla anche del 2005- 2006"

- "Calciopoli non e' ancora finita, ma occorrono correttivi". Lo ha detto il capo dell'ufficio indagini della Figc, Francesco Saverio Borrelli. "Non si puo' dire - ha aggiunto Borrelli - che le indagini siano finite, se pensiamo ai risultati della Procura di Napoli che ha fatto riferimento all'annata calcistica 2005-2006". Borrelli ha infine auspicato che "si ritorni a una centralizzazione della contrattazione dei diritti televisivi".

(ANSA)
WEB RE1976
00lunedì 7 maggio 2007 19:52
Se fosse un film dell’orrore potrebbe intitolarsi “La Cosa”. Oppure “La Presenza”. Un’entità sinistra e insinuante che nessuno vede ma che tutti avvertono: terribile e avvolgente, angosciante e incombente. Un incubo strisciante di cui nessuno vuole parlare ma da cui è impossibile liberarsi. Un incubo che abita i pensieri di tutti ma che nessuno è in grado di tradurre in parole: perché “La Cosa” fa troppa paura, e quel che conta è negarla. Rimuoverla. Tenerla il più possibile lontana da sé fino a quando non ti pianta le unghie nella schiena, malvagia e subdola, e ti paralizza. Ti annienta. Se fosse un film dell’orrore potrebbe intitolarsi “La Cosa”.
Invece, la cosa cui alludiamo altro non è che un fatto di cronaca – semplice nella sua spiacevolezza – con tanto d’etichetta già confezionata in bella vista: “Calciopoli 2”. E cioè la seconda tranche dell’inchiesta dei giudici napoletani Narducci e Beatrice che ha messo in luce come Moggi, direttore generale della Juventus, abbia continuato a intrattenere rapporti a dir poco illeciti, su utenze segrete da lui stesso procurate, attivate e alimentate, con arbitri, dirigenti del Palazzo e personaggi di varia umanità del sottobosco del pallone. Contatti che sono stati portati avanti non solo nella stagione, già indagata, 2004-2005 (il campionato che è costato alla Juve la retrocessione in B e 2 scudetti), ma anche in quella successiva, la 2005-2006.
Ebbene: nonostante ciò sia noto a tutti, al punto che Saverio Borrelli, capo dell’Ufficio Inchieste, in data 5 maggio 2007 ha dichiarato: “Calciopoli non è ancora finita. Le indagini continuano, specie dopo i risultati della procura di Napoli che ha fatto riferimento all’annata calcistica 2005-2006” (confronta tutti i giornali di oggi, domenica 6 maggio); nonostante l’evidenza, dicevamo, il mondo dell’informazione sta dando vita alla più gigantesca operazione di negazione – e di rimozione anticipata - che si ricordi a memoria d’uomo. In pratica: c’è un terribile scandalo esploso sotto gli occhi di tutti e tutti fanno finta di niente. E parlano di mercato, di Buffon che resta o che va via, di Frings e Almiron, della Juve che potrebbe anche – chissà – vincere subito lo scudetto. Tutti fanno finta di niente e le domande che sorgono spontanee sono: perché? A che pro? E fino a quando? Ricapitolando. Per le vergognose intercettazioni venute alla luce in “Calciopoli 1” (maggio 2006), telefonate che riguardavano il campionato 2004-2005, la Juventus è stata mandata in B e si è vista togliere 2 scudetti; Moggi e Giraudo, i suoi due massimi dirigenti, sono stati squalificati per 5 anni con proposta di radiazione; e sanzioni più o meno pesanti sono state inflitte, sotto forma di punti di penalizzazione, anche a Milan, Fiorentina, Reggina e Lazio. Oggi, a distanza di un anno, è esplosa “Calciopoli 2”. E si viene a sapere che i giudici napoletani, proseguendo nelle loro indagini, hanno scoperto fatti ancor più compromettenti. Per esempio: Moggi aveva creato, nel 2004-2005, una rete di comunicazione segreta, con colloqui non intercettabili, con i personaggi del sottobosco della Cupola, grazie a utenze anonime svizzere date in uso a designatori, arbitri e compagnia cantante. Dopodichè, temendo di essere scoperto (gli spifferi su indagini aperte da più Procure l’avevano puntualmente raggiunto), nel 2005-2006 aveva sostituito le sim-card anonime svizzere con sim-card ancor più anonime del Liechtenstein; e aveva continuato bel bello ad orchestrare le sue trame infette sul regolare svolgimento del campionato, almeno fino all’esplosione dello scandalo (maggio 2006).
Che cosa comporta tutto ciò? Dal punto di vista della giustizia sportiva – come dice Borrelli – una conseguenza semplice ed automatica. E cioè: verrà aperta una nuova inchiesta sul filone mai indagato del campionato 2005-2006; verranno fatti interrogatori, saranno celebrati processi, verranno sanzionati – se i giudici lo riterranno – tesserati e club responsabili di questi nuovi atti illeciti.
E insomma, né più né meno di quanto successe l’estate scorsa, potremmo trovarci di fronte a classifiche stravolte e a club retrocessi d’ufficio nelle serie inferiori o penalizzati. Domanda: quali sono, allo stato attuale delle indagini portate avanti dalla Procura di Napoli, i club che rischiano di più? Risposta: la Juventus e il Messina (per chi non lo sapesse: il braccio armato di Moggi, in questa storiaccia di “contatti underground” con arbitri e designatori, è un certo Fabiani, direttore sportivo del Messina, amico per la pelle del benemerito ex arbitro De Santis fin dai tempi in cui i due compagni di merende facevano gli agenti di custodia – sic – a Roma. Quando si dice i casi della vita...).
Ma torniamo a bomba. Che cosa rischiano, Juventus e Messina, in questa “Calciopoli 2”? Anche se l’argomento è tabù, anzi, Tabù con la T maiuscola (c’è chi dice che il calcio italiano, e i giornali, e le tivù, non siano in grado di sopportare un secondo anno di serie A senza la Juventus), è chiaro a tutti che se la Juve, un anno fa, venne mandata in B e penalizzata di 30 punti (poi diventati 17, infine 9) per quel che venne definito un “illecito strutturale” orchestrato da Moggi e Giraudo sull’intera stagione calcistica, si ritrova ora al punto di partenza; e cioè, se verrà provata la rete di comunicazione segreta che legava Moggi ad arbitri e dirigenti (arbitrali e del Palazzo), la Juventus rischia di essere retrocessa all’ultimo posto del campionato appena disputato, che stavolta è quello di serie B, e iscritta al campionato immediatamente inferiore, quello di C1. Dove potrebbe trovare la compagnia del Messina, che in serie B c’è già finita di suo, quest’anno, sul campo.
Naturalmente, può darsi tutto. Anche che i giudici sportivi, al termine dei processi, dicano che non c’era niente di male in quel che faceva Moggi, lasciando quindi la Juve prima classificata in B e promossa di diritto in serie A. La sola cosa certa è che qualcuno, presto, dovrà prendere atto del problema, anche a livello di comunicazione; maneggiare la patata bollente; affrontare il Tabù. E dare alla gente risposte convincenti. Perché sarà anche vero che il calcio italiano non può permettersi di fare a meno della Juventus in serie A (?): ma è importante che il rimedio non sia peggiore del male.
Perché dire: “La Juventus ha già pagato abbastanza! Facciamo un bell’atto di indulgenza e mettiamoci una pietra sopra”, sarà anche un pensiero gentile, ma potrebbe essere pericoloso.
Tanto per fare un esempio: con che faccia si potrebbe punire, in futuro, un Genoa che tenta in modo goffo di accomodare una partita (come successe per Genoa-Venezia 3-2) se è già passato il principio che la Juventus ha potuto condizionare indisturbata non una partita, ma un intero campionato, perdonata dal Palazzo con un buffetto e un rimprovero affettuoso? Vale la pena correre il rischio di vedere il calcio italiano trasformato in una specie di “Rollerball” dove la sola regola è: non ci sono regole? E soprattutto: come spiegare tutto questo alla gente per bene, e cioè alla stragrande maggioranza degli sportivi, già dal tempo sul piedi di fuga dal sempre più maleodorante, irrespirabile, invivibile pianeta-pallone?
Come diceva Rossella O’Hara: “Domani è un altro giorno”. E comunque, coraggio: la situazione è grave, ma non è seria
...

Fonte: Paolo Ziliani
MikFib
00venerdì 11 maggio 2007 12:09
Maurizio Capobianco col club dall'84 al 2005 e ora in causa: soldi a dirigenti Figc, giornalisti e persino ai tifosi. Tramite la Semana srl di Giraudo...

Ex dirigente della Juve rivela "Così Moggi pagava gli arbitri"

TORINO - Due premesse. La prima: "Tutto quello che dirò è documentato e dimostrabile". La seconda: "Sono in causa con la Juve davanti al tribunale del lavoro di Torino. Ho cominciato a lavorare con Boniperti nel 1984. Un uomo eccezionale. Poi nel settembre del 2005, dopo che già da tempo i miei rapporti con Giraudo erano degenerati, sono stato costretto a lasciare la società". Maurizio Capobianco, ex dirigente di Juventus F. C., è un tipo così. Uno a cui piace parlare chiaro, diretto e, soprattutto, dire le cose esatte.

Fino ad oggi, le inchieste erano accusate tutte di avere un punto debole: non si capiva per quale motivo, al di là di evidenti interessi di carriera e di posizione, gli arbitri italiani avrebbero dovuto rendere servigi a Moggi & co. Ora, per la prima volta, si capisce come gli arbitri "venivano ripagati". Spiega Capobianco: "Solo agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc".

Beni di ingente valore?
"Beni facilmente monetizzabili che venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela".

Si tratta di affermazioni pesanti, se ne rende conto?
"Sono tutte cose che, all'occorrenza, posso dimostrare".

A quando risalgono i casi in questione?
"Risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95".

Chi sono questi arbitri?
"Questo non ho intenzione di dirlo, al momento".

Quanto ingenti erano questi beni monetizzabili?
"20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione"".

Dalle intercettazioni è emerso che Bergamo e Pairetto erano in ottimi rapporti con la Juve.
"Bergamo non so, Pairetto era di casa alla Juve".

Quei "beni" erano destinati a loro?
"Non ho intenzione di dire di più, ora. La mia intenzione è solo quella di dare un contributo di verità a tutta questa storia. Però per quanto riguarda Pairetto una cosa le posso dire: nel 2000 proprio lui tirò fuori la storia dei Rolex della Roma. Beh: pochi mesi prima, nell'ottobre del 1999, ricevette dalla Juve una moto che, in seguito, non mi pare si sia premurato di restituire".

Perché si è deciso a raccontare queste cose proprio adesso?
"Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni".

Cominciamo dai giornalisti?
"Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".

Un premio scudetto ai giornalisti. E sulla società Juve le inchieste hanno raccontato tutto?
"Quasi. Della Semana srl, la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30 per cento, si è parlato poco".

Cosa si poteva dire?
"Che attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro".

A cosa serve la Semana?
"Gestisce tutte le attività che ruotano attorno allo stadio e agli impianti. Cosa che, almeno fino a quando c'ero io, ovvero marzo 2006, faceva a prezzi maggiorati del 20%, così come il contratto oltremodo oneroso stipulato con Juventus prevedeva. Va detto che la Semana è per il 30 per cento della Juve, per l'altro 70 di una ragnatela di fiduciarie che portano a Giraudo".

Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus.
"Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".

Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi?
"Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."

Non si è mai accorto della rete svizzera di Moggi?
"Solo frammenti... Una volta viene da me la signora Gastaldo, ex-dirigente amministrativa e mi dice: "Questo Bertolini, ma che ci fa con tutte 'ste schede svizzere?"... Era disperata perché Bertolini quando riceveva l'ordine da Moggi andava da lei, prendeva tre-quattro mila euro in contanti e se ne andava in Svizzera. E così rimaneva un buco nella cassa. E la signora Gastaldo (in società fino al 2005, ndr), che è una persona molto seria e pignola, un paio di volte ricordo che mi chiese di vendere a privati degli orologi e dei preziosi della società per colmare il buco creato".

Sembra esserci un rapporto strano tra gli orologi e la Juventus...
"In dieci anni ho visto entrare centinaia e centinaia di orologi delle marche più prestigiose: Jaeger Le Coltre, Franck Muller, Cartier, Girard Perregaux, Bulgari. La destinazione degli stessi, a parte quelli che finivano ai soliti giornalisti amici (oltre che a giocatori e staff), sono segreti custoditi da Giraudo e dalla Gastaldo che ne teneva la contabilità".

Parliamo delle complicità. Fabiani, il ds del Messina che tirava le fila del mondo arbitrale insieme a Moggi, l'ha mai visto?
"Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina".

Le istituzioni.
"Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì".

La Gea.
"Ricordo che un caso che mi segnalò la signora Gastaldo. Nel dicembre 2004 si è coperta una provvigione liquidandola con un contratto di consulenza a una società di comodo. La fattura da 250.000 euro era intestata a una cooperativa romana di giornalisti dietro la quale, a dire della Gastaldo, c'era la Gea".

Si rende conto che questa intervista a Torino rischia di renderla impopolare?
"I primi dieci anni alla Juventus sono stati i dieci anni più belli della mia vita professionale. Penso che il mio contributo di verità sia dovuto".


da Repubblica.it dell' 11/05/07
CLAY60
00venerdì 11 maggio 2007 13:58
Brrrrrrr....ma un sarebbe meglio dare Almiron a un'altra squadra? Un ci voglio ave' + nulla a che fà con la juve! [SM=g27818]
dabustoarsizioxlempoli
00venerdì 11 maggio 2007 15:14
Re:

Scritto da: CLAY60 11/05/2007 13.58
Brrrrrrr....ma un sarebbe meglio dare Almiron a un'altra squadra? Un ci voglio ave' + nulla a che fà con la juve! [SM=g27818]



noi lo si vende alla juve.. questi retrocedono d'ufficio in serie C a fine campionato.. e ce lo ridanno in prestito! [SM=g27828] si può fare??
WEB RE1976
00giovedì 17 maggio 2007 12:39
Germania: domani arbitro in carcere
Robert Hoyzer condannato a 2 anni e 5 mesi, match truccati

- Entrera' domani in carcere Robert Hoyzer, l'arbitro al centro dello scandalo delle partite truccate che nel 2005 sconvolse il calcio tedesco.
"Come mi sento e' una cosa mia privata", ha detto ai media l'ex direttore di gara, 27 anni, che deve scontrare nel carcere berlinese di Hakenfelde una condanna a due anni e cinque mesi.
Per 31 mila euro, un televisore al plasma e altri regali accetto' di manipolare alcune partite di coppa e dei campionati minori.

(ANSA)-

Da queste cose si misura la serietà di una nazione mica con le condanne irrisorie e grotteste della nostra repubblica delle banane dove chi più truffa meno paga. E anzi per premio in Italia gli si dà ampi spazi in TV per discolparsi e gli si fa tenere conferenze nelle università. Ma fatemi il piacere .... [SM=g27812]
Hibernian78
00venerdì 18 maggio 2007 12:03
Avevate dei dubbi sulla nostra "republica delle banane".....Ribadisco il concetto in Italia nn ci sarà mai 1 vera giustizia....CALCIOPOLI1 era 1 momento da prendere al volo x fare "pulizia" e invece si continuano a vedere i "soliti noti" tipo Matarrese......
CLAY60
00venerdì 18 maggio 2007 12:59
Te ce lo vedi Moggi vestito da galeotto che entra a Rebibbia? Diciamo che un ce lo mettono perche' tanto corromperebbe anche i secondini... [SM=g27825]
zeman!
00venerdì 18 maggio 2007 22:14
MEMORIA STORICA
Calcio: 80 anni di corruzione e scandali
Il primo caso accertato fu un Torino-Juventus che costò lo scudetto ai granata. Celebre il caso del 1980 con 11 arresti e Milan e Lazio in B


Torino, 11 maggio - Quella appena scoppiata sara' certamente la bufera la piu' lunga e violenta, ma non si può certo dire che sia la prima. Il binomio pallone-scandali è prossimo a compiere i suoi 'primi' ottanta anni di storia: indagini sportive, aule di tribunale, squalifiche, retrocessioni d'ufficio per frode sportiva.. tutti elementi che rischiano di tornare di forte attualità.

Tutto ebbe inizio quasi ottanta anni fa, nel 1927, con l'episodio di corruzione nel derby Torino-Juventus che costò la revoca dello scudetto dei granata. Un dirigente torinista promise al difensore bianconero Luigi Allemandi 50mila lire per perdere. Il Toro in effetti vinse ma Allemandi sul campo si impegnò al massimo e quando chiese il saldo rimase a bocca asciutta. Un giornalista assiste alla scena che divenne pubblica: scudetto revocato e Allemandi inibito a vita.

Nel 1937 un'ombra calò su Triestina-Juventus. Un ex calciatore della squadra giuliana tentò di persuadere con il denaro il portiere della Triestina a farsi segnare. Il tentativo non andò a buon fine, per il rifiuto del portiere, ma l'ex giocatore fu squalificato a vita.

L'Udinese nel '54-'55 passa dal secondo all'ultimo posto in classifica, dopo aver convinto i giocatori della Pro Patria a perdere. Un'altro scandalo investe lo stesso anno il Catania che viene retrocesso in B per aver truccato due partite con l'aiuto di un arbitro. Stessa sorte per il Verona, retrocesso perche' il presidente Garonzi telefona al giocatore del Napoli, Clerici, prima della gara tra le due squadre.

La vera e propria bufera arrivera' però nel 1980 dopo l'esposto di due scommettitori: il 23 marzo 1980 vengono arrestati 11 giocatori (Albertosi e Morini del Milan, Girardi del Genoa, Cacciatori, Wilson, Manfredonia e Giordano della Lazio, Stefano Pellegrini dell'Avellino, Della Martira e Zecchini del Perugia, Magherini del Palermo) e anche il presidente del Milan, Felice Colombo.

Per tutti l'accusa e' di truffa aggravata. Anche Paolo Rossi e' coinvolto: per lui un ordine di comparizione come per Fernando Viola e Giuseppe Dossena. La storia comincia quando un commerciante e un ristoratore accusano alcuni calciatori di accettare denaro per truccare le partite al fine di garantire vincite record ad un gruppo di scommettitori clandestini, di cui i due fanno parte.

Il 22 dicembre dello stesso anno la giustizia ordinaria assolve tutti i calciatori coinvolti, ma quella sportiva non ha pietà. Milan e Lazio retrocedono in B, Avellino, Perugia e Bologna (A) e Palermo e Taranto (B) vengono penalizzate di 5 punti. Le squalifiche per venti giocatori vanno da tre mesi ai sei anni di Pellegrino.

Fu colpito anche Paolo Rossi, che solo grazie a un'amnistia potè presentarsi al Mundial 82 e vincerlo. Al presidente del Milan viene inflitta l'inibizione definitiva, mentre a quello del Bologna, Fabretti, squalifica di un anno.

Sono passati 20 anni dall'altro scandalo causato dalle scommesse clandestine. Dodici le societa' e 62 i giocatori coinvolti. Queste le sanzioni: Udinese e Lazio sconteranno 9 punti di penalizzazione nel campionato successivo, il Perugia 2 e il Foggia 5.

Nel '92 la Disciplinare condanna il Licata alla retrocessione in C2 per illecito sportivo, un anno dopo e' la volta di Taranto-Pescara: 3 anni di inibizione al dg Marino, 3 punti di penalizzazione al Pescara, 2 al Taranto, 8 mesi di squalifica all'ex allenatore del club abruzzese, Giovanni Galeone, per omessa denuncia, e sei ai giocatori Camplone, Pagano e Righetti. Nel 2001 l'inchiesta su Atalanta-Pistoiese di coppa Italia, quando si parlo' di un presunto tentativo di combine per consentire scommesse pilotate in favore di amici di giocatori.

3 anni dopo un altro scandalo coinvolge squadre e giocatori, tra cui Stefano Bettarini, in quel periodo alla Sampdoria. Piu' pesanti le posizioni di Antonio Marasco, Generoso Rossi e Roberto D'Aversa. Due arbitri Marco Gabriele e Luca Palanca vengono sospensi in via cautelativa. Perquisite le sedi di molte societa': Modena, Chievo, Lecce, Siena, Reggina, Ascoli, Piacenza, Catanzaro, Crotone, Fermana, Lumezzane, Sassari Torres e Taranto.

Sembra non esserci pace. Nel 2005 il Genoa centra la promozione in A, ma grazie alle intercettazioni telefoniche emerge il tentativo di combine tra il club ligure e il Venezia. Il Genoa viene retrocesso in C1 e penalizzato di 3 punti.

Ma non come non si vive di solo calcio, così, per assioma, il calcio non vive di sole scomesse: c'e' anche il doping con l'ultima vicenda che ha coinvolto la Juventus dopo le rivelazioni di Zeman nel 1998, quando affermo' che il calcio doveva uscire dalle farmacie. Dal processo che ne scaturi' il club bianconero ne e' uscito senza responsabilita'.

quotidiano.net

il resto è storia attuale...

lena1404
00lunedì 18 giugno 2007 17:19
Dipendente Figc rivela: "Soldi presi da un conto occulto"
18/06/2007


E finalmente entrano in scena quelli che fin qui erano i grandi assenti di questo scandalo, i soldi. A parlarne con il pool di Francesco Saverio Borrelli è Dario Galati, già assistente di Luigi Pairetto alla direzione della Commissione nazionale arbitri e uomo di fiducia di Innocenzo Mazzini alla vice presidenza della Figc. Secondo alcuni degli indagati è l'uomo che ha fatto "scoppiare il casino", la pedina impazzita.

I soldi, dunque.
Galati non dice quanti siano, né da dove siano arrivati. Ma dice dove sono: su un fondo nero della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Il suo racconto è contenuto in un interrogatorio inedito, sostenuto da Galati davanti agli uomini dell'Ufficio Indagini di Francesco Saverio Borrelli.

Buste paga a sorpresa
Sono le cinque del pomeriggio di un rovente giorno di giugno e davanti a Galati c'è Maria José Falcicchia, l'investigatore chiamato personalmente da Borrelli a far parte della squadra. Galati va subito al punto: e spiega che molti dipendenti ricevono dalla Federazione - per tradizione - soldi in nero. "Mazzini - sono le parole messe a verbale - mi aveva telefonato raccontandomi che aveva saputo che al quinto piano di Via Allegri era in corso una riunione durante la quale il dottor Abete (vice presidente vicario) e il dottor Gravina (consigliere per l'attuazione delle delibere del comitato di gestione) a seguito di verifiche e riscontri tra le buste paga dei dipendenti e collaboratori e l'elenco dei bonifici eseguiti dalla federazione avevano rilevato numerose discordanze degli importi. In sostanza a fronte di una busta paga di 2000 euro, vi erano corrispondenti bonifici di 4000 euro".


Il fondo nero
Quello che potrebbe essere un semplice malcostume relativo alla sola federazione e circoscritto ad alcuni dipendenti diventa qualcosa di più grave quando si legge il passo successivo del verbale. Quello cioè che riguarda la provenienza di quel denaro. "I soldi in più - dice Galati - venivano presi da un capitolo di bilancio falso". Un capitolo di bilancio falso, ovvero: un fondo nero. Chi lo ha attivato? Come si alimentava? A cosa era destinato? Solamente a "retribuire ulteriormente" i dipendenti Figc o anche ad altro? E chi lo gestiva?
A queste domande, nel verbale di Galati, non c'è risposta. Cercherà di darne una il pool di Borrelli nella sua indagine.

La minaccia della zarina
Per quanto riguarda Galati è interessante sapere quello che successe dopo quella scoperta: "Io mi lamentai di questa gestione di assoluto malcostume, anche perché a fronte di questi pagamenti, a cui certo non ho mai aspirato, vi erano situazioni come la mia e di altri che percepivamo poco rispetto alle responsabilità che avevamo e all'impegno richiesto dal nostro lavoro. Tra i nomi, a mero titolo di mormorazioni, posso riferire quello di Grazia Fazi (la segretaria di Bergamo e Pairetto, zarina della Commissione arbitri, ndr). Io mi adoperai con i miei colleghi per protestare con la Federazione (...) Tre giorni fa sono stato nuovamente trasferito in una sede in via Tiburtina. Nel prendere la lettera di trasferimento ho incontrato la Fazi che mi ha detto: "Sei contento di quello che hai fatto succedere? Pagherai per tutto quello che hai fatto". Io replicai chiedendole se non provasse vergogna a parlare ancora e lei rispose: "Ride bene chi ride ultimo"".

I danni alla Roma
Ma Galati racconta cose interessanti anche su altri piani. Quando lavorava gomito a gomito con Pairetto aveva avuto modo di notare parecchie stranezze. "Alla seconda giornata di campionato si era giocata Roma-Inter, arbitrata dal signor Messina. Durante la partita vi furono proteste per un rigore non concesso alla Roma. Erano anni in cui Sensi faceva una sorta di guerra ai vertici della Figc e della Lega. Alla quinta giornata era in programma Fiorentina-Roma. I due designatori misero Messina in quella griglia. Feci notare il precedente (...) e Pairetto mi disse: "Ho degli elenchi". Messina venne sorteggiato proprio per Fiorentina-Roma. Espulse Totti e annullò un gol regolare a Montella. La Roma vinse 3 a 1, ma la domenica successiva doveva incontrare la Juventus...".

repubblica.it

WEB RE1976
00giovedì 28 giugno 2007 19:00
Calciopoli: Abete, fare chiarezza
Presidente Figc, massima luce sulle situazioni intervenute

- "Spero che la giustizia sportiva faccia massima luce sulle situazioni intervenute". Cosi' il n.1 Figc, Abete, sui nuovi sviluppi di Calciopoli. "Siamo in una fase delicata di passaggio tra vecchio e nuovo codice di giustizia sportiva e vecchi e nuovi organi di giustizia sportiva", ha spiegato Abete commentando l'inchiesta sulle presunte plusvalenze di Milan e Inter ed i deferimenti per il calcio scommesse. Abete si e' detto poi possibilista sull'abolizione delle gare serali di dicembre e gennaio.

(ANSA)
WEB RE1976
00mercoledì 11 luglio 2007 12:21
CALCIOPOLI 2: L'ELENCO DEI 37 RINVIATI A GIUDIZIO

Ecco l'elenco dei 37 imputati per cui i Pm di Napoli hanno chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta su calciopoli:
Marcello Ambrosino, Duccio Baglioni, Paolo Bergamo, Paolo Bertini, Franco Carraro, Stefano Cassarà, Enrico Ceniccola, Antonio Dattilo, Massimo De Santis, Andrea Della Valle, Diego Della Valle, Paolo Dondarini, Mariano Fabiani, Maria Grazia Fazi, Giuseppe Foschetti, Pasquale Foti, Marco Gabriele, Silvio Gemignani, Francesco Ghirelli, Antonio Giraudo, Alessandro Griselli, Tullio Lanese, Claudio Lotito, Gennaro Mazzei, Innocenzo Mazzini, Leonardo Meani, Sandro Mencucci, Domenico Messina, Luciano Moggi, Pierluigi Pairetto, Tiziano Pieri, Claudio Puglisi, Salvatore Racalbuto, Gianluca Rocchi, Pasquale Rodomonti, Ignazio Scardina, Stefano Titomanlio.
Le accuse vanno dall'associazione per delinquere alla frode in competizioni sportive. Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Innocenzo Mazzini, Paolo Bergamo, Pierluigi Pairetto e Massimo De Santis, vengono accusati di essere promotori "costitutori ed organizzatori dell'associazione per delinquere"
La repubblica
WEB RE1976
00mercoledì 11 luglio 2007 12:24
Tra i nomi più importanti figurano Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Innocenzo Mazzini, Pierluigi Pairetto, Massimo De Santis, Paolo Bergamo, ma anche i presidenti di Lazio e Fiorentina Claudio Lotito, Diego Della Valle e Franco Carraro. Le accuse vanno dall’associazione per delinquere alla frode in competizioni sportive.

Secondo i magistrati partenopei, nella stagione calcistica 2004-2005, gli illeciti hanno interessato 29 incontri di serie A e la partita Arezzo-Salernitana del campionato di serie B. Diverse squadre, tra queste anche il Parma, sono state riconosciute come parti offese (le altre sono Bologna, Brescia, Atalanta, Cagliari, Chievo, Lecce, Livorno, Palermo, Roma, Sampdoria, Siena, Udinese e Salernitana).
Secondo i Pm anche i ministeri dell’Economia e delle Finanze, oltre a quello per le politiche giovanili, sono considerati parti lese così come i monopoli di Stato, la Figc, la Lega Calcio, il Coni e la Rai

Polis quotidiano
WEB RE1976
00mercoledì 11 luglio 2007 19:38
Calciopoli: udienza gip a fine anno
Assegnato il procedimento, richieste rinvio giudizio per 37

- E' stato assegnato al gip De Gregorio il procedimento su Calciopoli. Fissera' l'udienza preliminare a dicembre o al massimo a gennaio.
A conclusione del procedimento, i pm Beatrice e Narducci hanno avanzato richieste di rinvio a giudizio per 37 imputati. Domani alla cancelleria del gip saranno consegnati i 43 faldoni in cui sono contenuti tutti gli atti dell'inchiesta.
L'udienza preliminare per il calcio scommesse si terra' invece il 17 novembre.

(ANSA)
WEB RE1976
00lunedì 16 luglio 2007 17:46
Giustizia sportiva "deludente"
"Calciopoli? Occasione mancata", dice procuratore Napoli

- "Si e' persa una grande occasione per cambiare un sistema inquinato. Calciopoli era un sistema da imbrigliare": cosi' Giandomenico Lepore. "Era un sistema semplice, ma articolato. Gabbie per scelte di arbitri, sanzioni disciplinari. Si' -ha aggiunto il procuratore di Napoli- sono rimasto deluso dalla giustizia sportiva". Sull'inchiesta napoletana, Lepore ha spiegato che entro dicembre il Gip prendera' le sue decisioni: la prima udienza dell'eventuale processo potrebbe esserci entro maggio.

(ANSA)-
WEB RE1976
00venerdì 20 luglio 2007 10:08
Socrates contro il calcio italiano da sempre corrotto

20 luglio 2007 - Così è la vita. Vinci in un anno la Coppa del Mondo, il Pallone d’oro, la Champions League. Eppure non si fa altro che sottolineare quello che non va. L’ultimo attacco al calcio italiano arriva da Socrates, uno dei capitani più brillanti della storia del Brasile. Uno di quei giocatori che però in Italia, precisamente nella Fiorentina, nell’84-85, non è stato all’altezza delle aspettative.
L’ACCUSA - "Il calcio italiano? E’ una mafia". Così l’ex centrocampista brasiliano si è espresso senza mezzi termini in un’intervista a France Football.
"I risultati sono manipolati, i giocatori corrotti. E c’è un episodio che ricordo bene in proposito. Un giorno nello spogliatoio prima della partita arriva il capitano della Fiorentina Eraldo Pecci e fa: oggi si pareggia. Io dissi: come? Sei matto? E a quel punto lui non fa una piega: pari. E io gli ho detto di non contare su di me — ha continuato Socrates —. Sono rimasto in campo per i 45' del primo tempo e non ho ricevuto una palla... E la partita è finita 0-0".
Corrotto ieri e corrotto oggi, questa la tesi del brasiliano che a 53 anni guardando al passato è pronto ad esprimere verdetti.


E bravo Socrates, medico e ex calciatore, un grande [SM=g27811]
MikFib
00venerdì 10 agosto 2007 12:15

Sotto accusa la Camera di conciliazione: la Procura di Napoli chiederà gli atti
Ronzani al magistrato: Petrucci mi avvicinò per il lodo Carraro

I veleni del Coni su Calciopoli
le sentenze nel mirino dei pm


di MARCO MENSURATI
ROMA - Quanti avevano storto il naso di fronte agli esiti del processo sportivo di Calciopoli - con le sostanziali assoluzioni, passate sotto silenzio, dei principali protagonisti di quella stagione, da Carraro e Della Valle in poi - non potranno perdersi gli sviluppi dell'imprevisto scandalo estivo che ha investito i vertici del Coni a partire dal suo presidente, Gianni Petrucci. I pm di Napoli, Fillippo Beatrice e Stefano Narducci - i magistrati che hanno indagato il marcio del calcio italiano - hanno infatti deciso di chiedere gli atti dell'inchiesta di Bologna sul caso Lorbek e di utilizzarli per indagare sulle sentenze emesse, lo scorso autunno, dalla Camera di conciliazione del Coni a conclusione del procedimenti sportivi originati dalla loro inchiesta.

Le intercettazioni telefoniche operate dai Nas di Bologna hanno messo in evidenza - lo sostiene il pm Lorenzo Gestri - "un quadro impressionante di contatti incrociati fra rappresentanti dei vertici delle istituzioni sportive, dirigenti della Pallacanestro Treviso e funzionari della Camera di conciliazione (la massima autorità di giustizia sportiva, che ha detto l'ultima parola sia nel caso Calciopoli sia in quello Lorbek-Benetton ndr) certamente idonei non solo a sollevare dubbi sull'effettiva genuinità dell'esito finale della giustizia sportiva (...) ma, ancor più, a minare in radice la credibilità di garanzia, trasparenza e terzietà che dovrebbero tradizionalmente contraddistinguere l'operato ed il funzionamento dei vertici istituzionali dello sport nazionale".

Ora, nel leggere la descrizione di questo "quadro" i pm Napoletani hanno riconosciuto molti punti di contatto con le risultanze di uno degli ultimi filoni della loro inchiesta: quello riguardante le istituzioni sportive. Questa "sorta di déjà vu giudiziario", la definizione è di uno degli investigatori, ha convinto Beatrice e Narducci a chiedere gli atti a Bologna e, sostanzialmente a riaprire, almeno in parte, la partita di Calciopoli. In particolare, a destare straordinario interesse negli inquirenti sono state le parole affidate dal presidente della Camera arbitrale del Coni, avvocato Pier Luigi Ronzani, al pm Gestri: "Dopo le vicende che mi hanno visto protagonista nell'estate dello scorso anno sui lodi di Calciopoli - ha detto Ronzani - sono entrato in contrasto con Petrucci.

Motivo di contrasto è stato il lodo Carraro in merito al quale fui avvicinato da Petrucci, che mi sollecitò ad una soluzione diversa da quella che poi ho adottato. In particolare mi chiese di dichiarare l'incompetenza della Camera motivandola con aspetti tecnico-giuridici. La mia convinzione era invece diversa".

Sempre Ronzani rafforza la sua accusa raccontando come, durante i giorni concitati del lodo Lorbek, un ruolo quanto meno anomalo fu giocato da Stefano Bovis, funzionario dell'ufficio legale del Coni. Sapeva cose che i giudici avevano appena deciso nel segreto della camera di consiglio e che quindi erano state apprese certamente da uno dei componenti della giuria. Una doppia rivelazione, quella di Ronzani, che da un lato precipita nel più cupo imbarazzo la massima carica dello sport italiano e dall'altro risponde alla domanda che in molti (magistrati di Napoli compresi), in questi giorni, si sono ripetuti: "Ma se per il lodo Benetton è successo tutto questo casino, per la Juventus e il Milan cosa è successo?".

Il fiume di telefonate arrivate sui cellulari dei giudici della Camera del Coni a ridosso della camera di consiglio per la decisione del lodo Lorbek e intercettate dai carabinieri del Nas, alimentano dunque negli inquirenti, ora anche in quelli napoletani, il sospetto sull'effettiva autonomia dei processi sportivi nell'ultimo grado di giudizio. Troppi dirigenti, anche di alto livello come Chimenti (federgolf) e Magri (volley) hanno avuto contatti con i giudici della Camera impegnata con il caso Lorbek. Troppi per non insospettire anche sulle sentenze del passato recente. Da notare che ai tempi dei lodi di Calciopoli erano in piena attività, oltre al presidente Ronzani, sia Stefano Bovis (che in un altro passaggio dell'inchiesta viene definito, direttamente, la longa manus dei vertici del comitato olimpico italiano) sia il membro della Camera Guido Cecinelli.

da www.repubblica.it

Cazzo !!!! Ma la vogliamo fare pulizia o no ?????

WEB RE1976
00martedì 18 dicembre 2007 10:19
Continua l'influenza di Moggi nel mondo del calcio.
Ecco altri verbali di intercettazione dopo la "farlocca" sentenza. Il telefono di Moggi è sempre caldo e ...... dirige il traffico

s13.divshare.com/launch.php?f=3150779&s=bc3
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