Re: Re:
Scritto da: Kal79 16/07/2006 5.15
ma la finite...? tanto + gli dite di andarci, meno si convincerà a farlo... è un particolare atteggiamento psicologico di cui non ricordo il nome... secondo me ci gode un po, inconsciamente almeno, a farsi compatire ed a farsi insultare... uno che, cosi a cuor leggero, si da del 'vigliacco senza palle', non ditemi che è normale: è per forza uno che gode a dirselo (e godendo, anche se a livello di conscio dice di voler uscire da tale situazione, a livello inconscio, non lo vuole ed anzi ha quasi paura di farlo), in una sorta di sadistica autocommiserazione infinita...
ci sono andato pesante...?
Top... se è una questione di soldi va bene (sono figlio di operai, e so cosa vuol dire tirar la cinghia, anke se per fortuna le cose sono man mano cambiate un po)... se è per non laurearsi tardi, capisco ancora meglio (sai che ho buttato via 4 anni di economia)... ma se è x il resto non ci sono giustificazioni. devi fare una scelta: nell'esistenza puoi scegliere se provare a prendere in mano la tua vita (almeno provarci ogni tanto, dic, eh, perchè qua nessuno è 'rambo') (per esempio come quando hai deciso di cambuare facoltà e di laurearti) oppure puoi scegliere di prendere in mano il tuo pisello... e ti lascio immaginare quali sono le uniche conseguenze della seconda opzione... ed è inutile che ce lo vieni a dire a noi, prechè anche dopo 1000 parole, l'unico che può scegliere resti tu. decidi.
Modificato da Kal79 16/07/2006 5.36
che studi a fare Giurisprudenza?
vatti ad iscrivere a Psicologia! subito! o almeno a Toppeddologia.
hai capito perfettamente quello che provo, quello che mi succede, anche se non so come tu abbia fatto.
ormai gli insulti mi fanno il solletico. sono la norma. parli di autocommiserazione, di autocompiacimento nell'autocompatimento (e in tutto questo non ho nemmeno ancora la patente) e hai assolutamente ragione.
è così.
mi piace avere un motivo per lamentarmi, mi piace entrare in Msn con nick tristi, per attirare l'attenzione, mi piace essere Calimero, piccolo brutto e nero. cercare carezze, abbracci, sorrisi che non ho, cercare un affetto che mi è sempre mancato.
ma non funziona più.
nessuno ci fa più caso.
nessuno se ne cura più.
e questo non è altro che un ulteriore motivo di lamentela.
molta gente ha bisogno di provare compassione per qualcuno, per darsi un senso.
molta gente ha bisogno di sentirsi compatita, per lo stesso motivo.
mi sento così inutile e privo di volontà, prima ancora che di voglia.
così squiibrato, lunatico, psicopatico.
ho dei disturbi sociali, gravi, molto.
e quel che è peggio è che non ho nessuna reale volontà di risolverli, di cercare una qualche forma di equilibrio nei rapporti con gli altri, prima ancora che di trovarlo.
non provo nemmeno, non so se perchè sfiduciato rispetto alle mie capacità di riuscire o piuttosto perchè timoroso di essere finalmente sereno, e di dover dare un senso al mio essere nel mondo costruendo qualcosa con qualcuno e non distruggendo me stesso.
è molto semplice buttarsi giù, atteggiarsi a vittima, vegetare, fingere che tutto vada bene, quando invece hai una depressione cronica, delle fissazioni malate e ineliminabili, che sono lì, dietro l'angolo, e ritornano, mica solo a volte.
ritornano sempre più spesso.
quando meno te l'aspetti.
o meglio, quando meno ti illudi di non aspettartelo.
vivi nell'apatia, per giorni, per settimane, poi basta uno sguardo, un incontro, un sogno, e tutto torna a galla.
e non sai se è peggio sentirti vivo nella coscienza della tua inutilità, o piuttosto non sentirti per niente, e passare le tue giornate a giocare a "Scudetto", e a sudare davanti ad un monitor in attesa che venga sera, senza obiettivi, senza idee, senza l'entusiasmo che i tuoi 21 anni dovrebbero darti, senza lo slancio che dovrebbe permetterti di riprendere in mano molte cose, e di passare dagli sterili passatempi alle passioni, di diventare padrone e non più succube del tuo tempo, di azzannare e non di aspettare qualcosa o qualcuno che sai già che mai arriverà.
non sai cosa è peggio, o meglio, lo sai ma ti fa comodo ingannarti, fingere di non saperlo stabilire, fingere che sia lo stesso, che tanto tutto è una merda, rendere questi stessi pensieri contorti e disperati una tomba provvisoria degli stessi e non un motivo di riscossa, di riscoperta, uno sterile sfogo e non un fertile stimolo, non un'occasione per cambiare, ma un modo come un altro per rendere pubblico il tuo funerale quotidiano. per fare in modo che gli altri possano esclamare "uh, povero, che pena mi fa", ben sapendo che a parole siamo tutti crocerossini, ma poi?
ecco tutto. e ora compatitemi, insultatemi, incitatemi a reagire, reagite voi stessi in qualche modo o siate del tutto indifferenti.
come dice bene Kal, qualunque cosa facciate sarà inutile, continuerò ad ingerire i miei escrementi.
niente e nessuno mi fanno sospettare che in un futuro, prossimo o remoto che sia, possa essere diversamente.