La Santa Madre Russia! Campagna Vladimir-Suzdal

Pagine: [1], 2
Lan.
00domenica 1 marzo 2009 12:23


Obiettivi della campagna:

-Seguire le istruzioni di Branca e non espandermi troppo velocemente e poi pagarne le conseguenze.

-Sbarazzarsi degli odiati cuginastri di Novogord e di quei barboni senza tetto dei Cumani così da riunire tutte le Russie sotto un'unica bandiera, stabilendo il mio impero su dei confini sicuri a Sud (il Caucaso) e a Ovest.

-Non impicciarmi nelle faccende degli Europei e tenere rapporti di buon vicinato con i vicini Occidentali Danesi, Polacchi e Ungheresi.

-A Est invece allearmi con Bisanzio (anche se non so se farò in tempo visto che sta rischiando di fare le valigie in Anatolia continuando a prenderle dai Turchi) e creare un unico fronte Ortodosso contro Turchi e Siriani.

-Prepararmi per respingere i Mongoli e ricacciarli a calci aldilà del Caspio. [SM=x1140411]

Modalità Full-Difficoltà Very Hard/Very Hard



Sacro Elmo indossato dai Gran Principi di Vladimir, eredi del principato di Kiev e custodi della tradizione e della potenza dei Rus.

Il principato di Vladimir è un territorio immenso, si estende da Kiev a Mosca (che diviene la nuova capitale al posto della fortezza di Vladimir) ma i suoi confini sono dispersi, si trova immerso da piccoli principati indipendenti vicini, dai cugini della Repubblica di Novgorod a Nord Ovest e dal potente Khanato dei Cumani a Sud.

E' una corsa contro il tempo tra noi e i due rivali nel conquistare questi territori indipendenti. Vladimir deve destreggiarsi tra la necessità di potenziare prima la sua debole e arretrata economia e la consapevolezza di non poter lasciare che i Novogorodiani e i Cumani conquistino tutti gli staterelli ribelli della zona, poiché si ritroverebbe stritolata tra due nazioni più potenti.

Per prima cosa, il granprincipe decide di sacrificare la tesoreria iniziale di 9000 fiorini per la costruzione di Torri d'Avvistamento in modo da avere il controllo su tutto il regno.

Dopo alcuni anni di crisi finanziaria in cui il bilancio va sotto, finalmente l'economia, grazie ai soldi dati dal concilio dei nobili per l'adempimento di diverse missioni diplomatiche (ci si allea con Novgorod, Cumani, Polacchi, Ungheresi e Imperiali), comincia a riprendersi e iniziano le prime fondamentali costruzioni per mettere in moto lo sviluppo, migliorando i campi e costruendo mercati nelle principali città.

Il Gran Principe ritiene allora che i tempi sono maturi per la prima conquista, la città di Chernigov che dopo un breve assedio (2000 fiorini sono una mazzata pazzesca per la debole economia Rus) e una sanguinosa battaglia cade.

Il sovrano ha solo il tempo di progettare la conquista della città di Poletesk, nel Nord Ovest, che Nostro Signore se lo prende con sè nella gloria eterna del paradiso. [SM=x1140437]

Toccherà quindi al suo erede prendere il comando dell'esercito e marciare verso Poletesk il più presto possibile. I Russi di Novgorod infatti mirano anch'essi alla città e farsela soffiare sarebbe per i Rus un grosso guaio in termini strategici che economici (è l'unica città della zona a portata di mano. Kazan è un castello e Bolgar è per ora troppo lontana)




L'esercito Rus trae la sua forza dalla fusione dell'elemento slavo e variago con le cavallerie leggere e gli arcieri a cavallo delle popolazioni delle seppe quali Kazaki, Bulgari e Ugro-Finnici.


Renjard
00domenica 1 marzo 2009 14:56
ottimo [SM=x1140522] son curioso di vedere come procede [SM=x1140523]
Lan.
00domenica 1 marzo 2009 23:38
La Guerra delle Due Russie. Prima Parte

Andrei I ha un aspetto paffuto e bonario rispetto ai volti truci che di solito caratterizzano i terribili boiardi della sua guardia d'onore, ma l'apparenza inganna e lui era determinato a continuare l'opera del defunto padre.
Preso il comando dell'esercito reale, si mette quindi in marcia verso Poletesk, una città ribelle del Nord Ovest, sperando di poter battere sul tempo i Novgorodiani che da tempo puntano anch'essi sulla città.




Boiardi della guardia del nuovo principe ereditario che tengono al centro un vessilo raffigurante un'icona di Cristo.

Durante la marcia, a pochi chilometri dalla città, giunge da un messaggero la notizia che il regno di Polonia è entrato in guerra con la Repubblica di Novgorod. Andrei I è posto di fronte a una spinosa scelta, sa che i cugini sono anche loro a poca distanza dalla città, ma schierarsi con i Polacchi significa rompere i rapporti di buon vicinato tessuti dal padre con la gente di Novgorod.

Dopo alcuni giorni a riflettere dentro la sua tenda nell'accampamento, il Principe chiama il messaggero e lo spedisce a Cracovia per informare i Polacchi che i Rus di Vladimir onoreranno l'alleanza.

La scelta si rivelò sfortunatamente azzeccata perché le truppe della Repubblica presero la città sotto il naso di Andrei. Il Gran Principe poteva scegliere di ritirarsi e marciare verso la fortezza di Kazan, che il concilio dei nobili aveva intanto chiesto come obiettivo, ma lui non si diede per vinto e con un colpo di mano mise sotto assedio quelle truppe che fino a poco fa erano a loro volta assedianti.

ERA SCOPPIATA LA GUERRA TRA IL PRINCIPATO DI VLADIMIR E LA REPUBBLICA DI NOVGOROD! [SM=x1140494]

Andrei I non perse tempo e grazie a una balista costruita appositamente a Turov espugna la città. Il Gran Principe manda un manipolo di Kazaki in avanscoperta fino ai dintorni di Novgorod per valutare le forze a difesa della città. Niente da fare, sono troppi e guidati dal Gran Principe avversario in persona, bisogna aspettare a Polotesk.
Intanto i Polacchi prendono la Lituania e Riga senza incontrare molta resistenza.
Mentre il Gran Principe Andrei aspetta a Polotesk l'arrivo di forze nuove, il Principe ereditario marcia a tappe forzate da Kazan appena conquistata per scacciare i soldati di Novgorod che avevano sconfinato in Moscovia arrivando a minacciare la stessa capitale.




Tra i colli intorno Mosca le truppe del Principe ereditario riescono a scacciare l'invasore e a salvare la capitale battendosi con grade coraggio

Il Principe ereditario sconfigge una seconda volta i Novgorodiani nell'estremo confine Nord-Ovest, vicino Rostov. Lo stesso erede di Novgorod perde la vita in questo scontro diretto. Baldanzoso quindi marcia verso la fortezza di Torzhok, che da est è l'ultimo baludardo difensivo prima della ricca e opulenta città di Novgorod. Se prende la fortezza, la potente metropoli nemica si ritroverebbe stritolata tra i Polacchi a Ovest, le forze di Andrei I a Sud e quelle del Principe ereditario a Est.



Il Principe ereditario è sempre stato sicuro di sè e delle sue capacità, la conquista della fortezza sembra l'ennesima pura formalità della sua brillante carriera.

Dopo aver sfondato la porta principale e messo in fuga l'avanguardia nemica, le truppe del Principe ereditario puntano direttamente alla piazza centrale, bersagliati dagli arceri nemici, intanto i tiratori passano per un altra via e si posizionano ai lati per replicare, ma scendono in campo i Boiardi del Generale del Castello che riescono a massacrare in poco tempo i tiratori. La cavalleria viene mandata a contrastarli ma serve a poco, i boiardi nemici lottano come demoni sputati dall'inferno e la fanteria non riesce intanto a sfondare e a bloccare il tiro degli arcieri.
Nonostante la morte dello stesso Generale nemico, le perdite sono troppo ingenti e le forze Rus cominciano ad andare in rotta, persino il coraggioso principe ereditario, rimasto a combattere fino all'ultimo, perde la vita nel tentativo di arretrare.
La sconfitta è pesante e vengono riscattati dalla morte i pochi superstiste. I Novgorodiani imbaldanziti non vogliono più la pace che prima supplicavano, ma nel frattempo i Polacchi dilagano a Pskov e a Tallin. La vittoria di Novgorod a Torzhok assomiglia più a un canto del cigno, poiché le forze rimaste al castello sono risibili e la stessa guarnigione a Novgorod viene sfoltita per arginare i Polacchi.
Il Gran Principe allora lascia Polotesk alla testa dell'armata reale diretto a Novgorod, giurando che il sangue versato dal suo figlio prediletto sarebbe stato vendicato! [SM=x1140443]




La situazione attuale del fronte di guerra



Cosa succede intanto nel mondo. Servizio d'informazione geografica a cura della società Moscovità "De Agostini" (ebbene sì sono arrivati sin qui)! [SM=g1598462]

-Il Khanato Cumano è sfortunatamente la prima potenza mondiale e si estende dalla Bulgaria per tutta la costa Nord del Mar Nero fino al Caspio e alla Georgia.

-Bisanzio le prende come una zampogna dai Turchi, ha perso quasi tutta l'Anatolia nonostante un'alleanza coi Siriani e ora ha pure una Jihad contro la stessa Costantinopoli. Due armate Turche Jihadiste si trovano dall'altra parte del Bosforo ma per ora gozzovigliano lì senza voler attraversare, nonostante le forze a difesa di Costantinopoli non siano molto numerose.

-E' stata indetta una crociata verso Il Cairo e armate Crociate passeggiano tranquillamente tra i Balcani e l'Anatolia

-I Crociati resistono e hanno anche preso Medina.

-I Danesi hanno unificato la Scandinavia conquistando anche la Finlandia via mare.

-L'Italia come al solito è spartita tra Normanni a Sud, Lombardi nel Nord Ovest e Veneziani nel Nord Est.

-Il Portogallo da solo tiene in scacco il gigante Almohade conquistando Badajoz e Siviglia.

-La Francia è spartita tra Inghilterra, Castiglia, Aragona e ovviamente Francia stessa che però è in una brutta situazione, schiacciata tra le potenze citate sopra e l'Impero a Est.

The Housekeeper
00lunedì 2 marzo 2009 08:19
gran bel racconto [SM=x1140522]
e poi è sempre un piacere rivedersi le nuove unità russe [SM=x1140523]
Renjard
00lunedì 2 marzo 2009 09:32
[SM=x1140531]
Hargail
00lunedì 2 marzo 2009 12:04
Bravissimo!! [SM=x1140483]
Ancora, ancora!!
Lan.
00domenica 8 marzo 2009 21:33
La guerra delle due Russie- Seconda Parte

Andrei I mirava l'opulenta città di Novgorod. Tutto si sarebbe giocato lì, il suo acerrimo rivale, il Gran Principe di Novgorod lo attendeva all'interno della ricca città mercantile.



Lancieri Rus mercenari davanti alle mura di Novgorod

La maledizione però sembra ripetersi! Sfondate le prime difese infatti il Gran Principe muore alla prima carica. Stavolta però i Russi stoicamente resistono e macellano i Novgorodiani uno ad uno, fino a quando era rimasto solo il Gran Principe Novgorodiano con la sua agguerrita ma piccola guardia di Boiardi.



Entrambi i sovrani trovano la morte e la città viene finalmente presa, a grave prezzo però, al trono succede il fratello di Andrei Schuska, un grezzone con tanta voglia di menare le mani. Per il momento però il nuovo sovrano si rende saggiamente conto che il paese è stremato e viene chiesta la pace. Anche i Polacchi si fermano, e la Repubblica di Novgorod, ormai spaccata in due, torna ad essere alleata.



Inizia un momento di grande prosperità per il Regno, l'economia con la ricca città di Novgorod vola e il bilancio tocca i 20.000 di bilancio, il più florido di tutto il mondo conosciuto.
L'unica ombra viene rappresentata dai potentissimi Cumani a Sud, la più forte nazione del mondo. La nostra diplomazia infatti segnala che la priorità di questi infidi alleati con noi è la guerra! Tuttavia la loro voglia di tenere alta la propria reputazione, le guerre di espansione nel Caucaso e nei Balcani contro l'Ungheria (che porta al vassallaggio del Regno Ungherese al Khanato Cumano), per ora hanno il sopravvento e i Cumani non attaccano. Di certo il Regno ha sudato freddo di fronte alla prospettiva di una guerra contro i Cumani dopo che il paese si stava ancora riprendendo dalla guerra contro i cuginastri di Novgorod.
Viene anche avviato il KGB (XD). Il servizio segreto Russo, ma per il momento non ha molto successo e i primi agenti segreti falliscono miseramente tutte le missioni facendosi regolarmente ammazzare.
Dopo alcuni anni di espansione economica si trova la forza di completare l'espansione a Est conquistando il piccolo Khanato dei Bulgari del Volga prima che i Cumani ci battano sul tempo. Una grande vittoria che stabilizza una volta per tutte la linea di confine tra noi e i Cumani.


Joelit
00venerdì 13 marzo 2009 12:08
Bella partita e bel racconto... che familiari suicidi però [SM=g27964]
Lan.
00sabato 14 marzo 2009 14:31
@Joelit: effettivamente non hai tutti i torti... [SM=g27964]

Ehm, purtroppo non so perché ma imageshack.us non visualizzi le immagini, allora vi lascio direttamente i link, cliccateci e compariranno direttamente le immagini, (non riesco a passarci un'altra ora a rihostarle di nuovoXD), abbiate un po' di pazienza in più e guardatele, ne vale la pena! [SM=g27960]


La Guerra delle Due Russie- Terza Parte

Il nuovo Gran Principe, Schuska, non ha il carisma del fratello, ma il suo aspetto da Cumano, tarchiato e massiccio, gli occhi neri e inquisitori e il capo perennemente rasato forse era più indicato per tenere a bada i sofisticati e turbolenti abitanti di Novgorod, che ancora si sentono più sudditi della Replubblica cacciata dalla sua città simbolo che della grande nuova dinastia Rus. S'installa quindi in pianta stabile a Novgorod governandola con il pugno di ferro.
La conquista della ricca regione e lo sbocco nel mare incoraggiano i commerci e viene varata la prima flotta militare Rus nel baltico.



L'ammiraglia della flotta, la Kiev, viene accolta festosamente da un piccolo villaggio dell'Ingria.

La Repubblica seppur umiliata e priva della sua città simbolo seguita ad essere il problema principale della politica Rus. L'opera di unificazione del popolo benedetto da Dio non solo non era compiuta, ma i domini Novgorod si trovavano spaccati in due parti. A Ovest la regione baltica con le ricche città mercantili di Pskov e Tallin, a Est, le due fortezze di Starya Ladoga e la famigerata quanto tristemente famosa fortezza di Torzhok. Gli eserciti della Repubblica erano ancora forti e nonostante la formale alleanza, presto ci sarebbero state nuove occasioni di conflitto.

Schuska non perse tempo e per prima cosa si occuppò dell'esercito, antiquato e male armato. A Vladimir, fortezza principe della Nazione, vennero costruite nuove caserme e scuderie e lì venne riformata l'armata Reale, che ora comprendeva reparti di fanteria d'elitè costituita dai giovani caddetti boiardi in attesa che succedano ai padri e prendano il loro posto nella guardia boiarda a cavallo.

img527.imageshack.us/my.php?image=0014d.jpg

I figli dei nobili boyardi erano la prima vera fanteria pesante a disposizione degli eserciti Rus dai gloriosi tempi vichinghi, e la loro eredità era viva nell'utilizzo da parte di molti di questi prodi guerrieri di asce invece che delle più patinate spade.

Anche la cavalleria viene integrata dall'ottima cavalleria dei Kobluki, una popolazione Turca fedele ai Rus e soprattutto dai micidiali nobili a Cavallo del Volga Bulgaro. Il Gran Principe era soddisfatto, l'esercito Rus ora non temeva il confronto con le nazioni cattoliche confinanti e coi Cumani.

img527.imageshack.us/my.php?image=0015v.jpg

L'aspetto degli elmi di questi cavalieri barbari incuteva timore nei loro nemici, soprattutto nei Kobluki che con quell'elmo facciale davano l'aspetto di inquietanti spiriti sbucati dal buio delle foreste impenetrabile

C'era solo da attendere l'occasione di una nuova guerra con i cuginastri di Novgord. L'occasione venne dal Regno di Danimarca che mise sotto assedio la città Estone di Tallin. Il Principato si schierò con gli agressori e da Vladimir, guidata dal Princpe Ereditario, marciava l'armata Reale (hmmm, devo trovare un altro nome, questo è a dir poco contradditorio, proposte in merito? [SM=g27965] )

Inziava la terza guerra di Russia. Con un azione di rapina il Gran Principe prende la fortezza di Starya Ladoga, ma le armate di Novgorord erano in schiacciante superiotià numerica e misero sotto assedio sia la fortezza appena conquistata che la stessa città di Novgorod. L'esercito Reale con le nuove micidiali truppe era distante e prima comunque doveva prendere la fortezza di Torzhok che si trovava nella strada verso l'Ovest.
Tuttavia il Gran Principe aveva puntato proprio su questo azzardo e la sorte gli diede ragione. Incalzati dai Danesi in Estonia, i Novgoriani erano costretti a sospendere gli assedi e a marciare verso l'Ovest. Imbaldaziti da questi successi e dalla ritirata generale dell'esercito Novgordiano le forze Rus riprendono l'offensiva e anche Pskov viene conquistata con un blitz.
Restava il grande castello di Torzhok e il Gran Principe poteva sedersi al tavolo di pace senza essersi mai impegnato seriamente coi numerosi eserciti di Novgorod, che nonostante la loro potenza si erano trovato in scacco dall'attacco coordinato di Rus e Danesi.
Thorzhok nella memoria dei Rus suscita pessimi ricordi. Il precendente e coraggioso principe ereditario era morto in un assedio che sembrava facile.

img99.imageshack.us/my.php?image=0016m.jpg

Negli anni successivi al primo fallimentare assedio. Il castello di Thorzhok si era ingrandito, era stata inserita una seconda cinta muraria e ampliato il maschio del castello la cui minacciosa figura ricordava ai soldati Rus che sotto di esso avevano trovato la morte migliaia di loro compatrioti

Con sole due baliste come armi di assedio, l'avanzata era difficile, ma la potenza d'urto della nuova cavalleria e dei boiardi cadetti ebbe ragione della nutrita guarnigione. La maledizione di venti anni prima era finita: Thorzho era finalmente presa!

img99.imageshack.us/my.php?image=0017t.jpg

I Pittori di tutta la nazione hanno celebrato decine e decine di volte l'epica calvacata della cavalleria Rus che irrompeva la prima porta. Non solo rappresentava il coraggio e il valore dell'esercito, ma era la sintesi nazione con i suoi cavalieri Rus, Turchi, Ugro-Finnici e Bulgari.

La vittoria stavolta era totale, alla Repubblica di Novgorod restava la potenza dei suoi eserciti ma la sola città di Tallin sotto assedio da parte dei Danesi. Stavolta la Repubblica non solo s'impegnò a riconoscere le legittime conquiste Rus, ma scambiò la propria sopravvivenza con il vassallagio. A Pskov venne firmato il trattato tra le tre nazioni, anche i Danesi infatti a seguito della subordinazione di Novgorod al Principato firmò la pace.

img186.imageshack.us/my.php?image=0019.jpg

Era il 1186 e il Principato di Vladimir si poteva ormai definire Principato, se non Regno o addirittura Impero di Tutte le Russie, eravamo infatti la quinta potenza mondiale.

img186.imageshack.us/my.php?image=38825472.jpg

Per celebrare quella storica data, il Gran Principe ordinò ai più valenti bardi un'opera letteraria che potesse celebrare la potenza dei Rus come in Occidente esistevano il Cantar De Mio Cid in Castiglia e le gesta di Orlando in Francia. Per non urtare la sensibilità dei cittadini Novgordiani i bardi pescarono nel passato decantando la leggendaria guerra tra i Rus di Kiev e i Cumani. Per fortuna, il Khan Cumano era in quel momento così impegnato in Anatolia contro i Turchi che non se ne curò più di tanto. [SM=g27975]

img440.imageshack.us/my.php?image=0022c.jpg

La fine di quell'anno però, che poteva essere definito come l'unificazione della Nazione, una delle più felici date del popolo Rus, gettò i semi di un'inquietante scenario futuro. Il prestigio del Principe infatti senza alcun convincente motivo crollò tra la popolazione che a gran voce reclamava un assemblea rappresentativa a Vladimir, che sarebbe dovuta tornare capitale. Schuska, che non capiva altra gestione dello stato che quella dalla tenda e che pensava che il popolo si governasse come il generale comanda i suoi soldati, rimase perplesso e preoccupato da questa per lui bizzarra richiesta. Sembrava comunque deciso ad accontentargli, costruito l'edificio il volubile popolino si starebbe accontentato e avrebbe ripreso a festeggiare la potenza dei Rus che lui aveva rifondato.

img106.imageshack.us/img106/5420/0024f.jpg

Cosa succede intanto nel mondo.

- In Britannia gli Scozzesi conquistano la capitale Londra, il Regno Inglese è sull'orlo dello sfacio e nella costa Sud si ribella la fortezza di Winchester.

-I Danesi rompono gli indugi in Egitto e conquistano la capitale fatimide del Cairo. La crociata riesce ma la dinastia prosegue la lotta, che era resa ancora più difficoltosa dall'avanzata dei Crociati i quali erano riusciti ad espugnare la fortezza di Diametta.

-Con Bisanzio ormai immobilizzata e in grado a malapena di difendere la sua capitale dalla Jihada, la guerra in Anatolia e nel Caucaso era diventata uno scontro diretto tra Cumani e Turchi. I primi mettevano sotto assedio Trebisonda e i secondi sono riusciti a oltrepassare la linea del fronte e a prendere il Daghestan.
CAESAR MAGNUS
00giovedì 19 marzo 2009 12:50
Ottima cronaca [SM=g27964] . Attendo il seguito [SM=x1140549]
Lan.
00sabato 21 marzo 2009 17:06
Re:
CAESAR MAGNUS, 19/03/2009 12.50:

Ottima cronaca [SM=g27964] . Attendo il seguito [SM=x1140549]




Ti ringrazio Caesar! Mi spiace solo che preso dalla foga di hostare le immagini (cosa che mi è pure venuta male tra l'altro), ho scritto una lunga serie di orrori d'Italiano di cui mi sono accorto solo quando ormai non potevo più editare. Prometto che starò molto più attento nel prossimo capitolo (che arriverà tra qualche giorno causa esami). [SM=x1140429]
Lan.
00giovedì 9 aprile 2009 14:38
Alleluja! Scusate il ritardo ma una settimana fa avevo quasi finito il nuovo resoconto, ma firefox crashò cancellando tutto e mi ci volle un pò per riprendermi dal trauma! [SM=g27966]

Bando alle ciance riprendiamo!

Gli anni del tradimento 1188-1193

Schuska faticava ancora a credere e a capire le richieste del popolo su istigazione di alcuni nobili. Si rese conto però che non scherzavano quando gli giunse la notizia che il suo prestigio era crollato nel concilio dei nobili e tra il popolo. L'eroe era diventato tiranno, suo malgrado.
Per fortuna i nobili generali sembravano tutti fedeli e con loro l'esercito.
Lo Zar comunque, per evitare guai, si trovò costretto ad accontentare le loro richieste, Vladimir tornò ad essere di nuovo la capitale e a prezzo di ingenti risorse economiche venne costruito il Parlamento dopo due passaggi intermedi. Tale costosa costruzione non si rivelò sufficiente, infatti ad Ovest anche i cittadini di Novgorod reclamavano il loro parlamento locale. Lo Zar ingoiò anche quel rospo e diede inizio ai lavoro quando il trauma arrivò nella sala imperiale nella fortezza di Vladimir.

Alcuni nobili locali, aiutati da parte del popolino e dalle tribù nomadi locali, si ribellò alla nazione. I Generali e l'esercito restarono fedeli ma furono costretti a lasciare le città principali. L'intero Sud del paese era passato nelle mani di questi boiardi ribelli, che invocavano il ritorno del Principato di Kiev.



Kiev, Perejaslav, Turov e Chernigov furono i focolari della rivolta di questi vili traditori

Schuska da buon soldato mantenne il sangue freddo, si limitò a rompere solo quattro vasi e il dente di un povero paggio che si trovava lì per caso. L'esercito e i generali erano fedeli e si trovavano nei pressi delle città ribelli, i traditori infatti avevano raccolto delle guarnigioni all'ultimo minuto. L'economia era ancora debole, a seguito delle lunghe guerre contro la Repubblica di Novgorod, e nessuna delle armate aveva a disposizione armi d'assedio per prendere le città senza sostenere i cari costi d'assedio.

Ma lo Zar non voleva permettere che quella ribellione potesse avvantaggiare i famelici vicini Polacchi e Cumani, e diede l'ordine di contrattacare, solo Turov non si trovo subitò assediata a causa della sua lontananza, l'armata vicina infatti si unì a quella che dava l'assedio alla grande città di Kiev, troppo vicina al confine coi cumani, troppo importante per la nazione e quindi da riconquistare subito. Nel frattempo, da Vladimir marciava la ricostituita armata Imperiale guidata dal generale Pavel.

Schuska trovò anche il modo di far fronte a parte delle spese, fece infatti radere al suolo il parlamento di Vladimir e quello in costruzione di Novgorod, per dimostrare che non avrebbe tollerato più simili concessioni deboli, soprattutto se queste concessioni portavo comunque al tradimento.



A causa dello scarso seguito presso l'esercito, i boiardi traditori si trovarono ad arruolare tribù nomadi cumane per rimpinguare le loro ridicole forze.

Turov e Perejaslav caddero quasi senza colpo ferire, a Kiev invece, epicentro della rivolta, ci fu la battaglia più dura tra truppe russe e traditori.


Il leader della rivolta, autoproclamatosi "Gran Principe di Kiev". Questi felloni non esitarono neppure ad abbracciare le vesti dei cavalieri polacchi e a ripudiare, oltre che la loro patria, le loro tradizioni

Anche qui tuttavia le truppe russe ebbero ragione dei felloni. Restava solo Turov, la porta d'Occidente, ma anche l'ultima fortezza in mano ai traditori cadde l'anno successivo grazie all'arrivo dell'armata imperiale del generale Pavel, da quel giorno rinominato "Pavel il cavalleresco".

Era il 1190 e in due soli anni la rivolta era stata spenta e l'ordine ripristinato. Lo Zar fu molto duro verso chi osò tradire la nazione, le condanne a morte nelle città ribelli fioccarono tra i principali partecipanti alla rivolta e tutti i collaborazionisti si videro requisiti gran parte dei loro beni.

Questo grande successo tuttavia per il momento non lo rimise in pace con la parte dei nobili ribelle e di conseguenza con la parte del popolo da essi manipolato. Tuttavia pure loro, per rinnovata fedeltà o per timore di fare la fine dei traditori, non ebbero più l'ardire anche solo di concepire la rivolta diretta.
Schuska non sopravvisse a lungo, pochi anni dopo, nel 1193, si spense, a succedergli fu il fratello Maksim IV che ereditava un paese di nuovo pacificato ma in perenne tensione con i nobili dissidenti e con gli eretici che intanto infestavano le regioni del baltico e Novgorod.


Lan.
00martedì 21 aprile 2009 23:29
I Rus alla conquista del Baltico. 1193-1207

Il regno di Maksim IV comincia sotto il segno della tensione tra la casa regnante e i parte dei nobili di Russia, seppur nessuno parla più di tradimento come è stato pochi anni prima nel Sud, il prestigio si mantiene ai minimi storici.

Tuttavia il peggio sembra passato e l'Impero è in fase di ripresa, i primi segnali positivi arrivano dal Kgb, partito decenni prima in via fallimentare. Il servizio segreto Rus diventa così efficiente, facendosi le ossa nell'uccisione di sacerdoti cattolici polacchi che incautamente vanno a fare attività missionaria in Russia, che il principe ereditario Cumano chiede che venga ucciso suo padre, il Khan, dietro un lauto compenso e migliori rapporti tra le due nazioni.

La missione è rischiosissima, il Khanato Cumano è la prima potenza mondiale, seppur comincia a trovarsi in difficoltà contro i Siriani nel Caucaso, ma l'economia ha bisogno di quei soldi e il futuro principe ereditario sarà prima o poi Khan e potrebbe ricordarsi di quando l'Impero Rus gli ha voltato le spalle. Così, Maksim IV accetta di tentare l'impresa e nel 1195 il capo del Kgb, Mil di Obolenks, organizza l'attentato.



Il successo del Kgb comincia a diffondersi tra le spie e gli assassini di mezzo mondo, Maksim IV avrebbe voluto celebrare il trionfo, ma, ovviamente, non ha potuto farlo. [SM=g27964]

[SM=g27962] - [SM=g27964]
Il nuovo Khan Cumano e lo Zar Maksim IV ritratti durante le esequie del Khan dei cumani ad Azaq (pochi giorni prima erano arrivati a Mosca gli 8000 fiorini di compenso ndr)

Intanto però c'era un'ultimo conto in sospeso da chiudere. Durante la guerra civile infatti, i Rus si schierarono a favore del Regno di Danimarca, ciò ha portato a una nuova guerra contro la Repubblica di Novgorod, concentrata in Estonia. Con le forze impegnate a Sud, le truppe della Repubblica ne approfittarono per devastare le regioni di confine. Nel 1193 tuttavia il ricostituito esercito imperiale scaccia gli invasori guidato da quel Pavel che durante la guerra civile prese Turov. Due anni dopo, le truppe Rus sbarcano nei pressi di Tallin, ultima roccaforte rimasta in mano alla Repubblica. Dodicimila Novgorodiani, tra cui la guardia boiarda al gran completa, difendevano la città, ma Pavel era deciso a scrivere la parola fine alla decennale guerra fraticida.



La città di Tallin, pur avendo poco della magnificenza di Novgorod, era un vivace porto commercale sul Baltico.

La battaglia si trasformò in un feroce massacro consumato nel viale principale. Ma le truppe Rus, pur in netta inferiorità numerica, picchiarono molto più forte e riuscirono a mandare al creatore i Novgorodiani uno ad uno.

Dei quasi ottomila soldati Rus erano rimasti a combattere solo poco più di seicento arcieri e una ventina di boiardi, ma il loro valore fu sufficiente a non rendere vano il sacrificio dei loro compagni.



Tallin era caduta e la Repubblica di Novgorod, per qualche astruso motivo aveva ereditato la Cornovaglia da un Barone locale morente. Tuttavia, ciò che importava era che la guerra fraticida era finalmente finita. Lo Zar poteva finalmente considerarsi sovrano di tutti i Rus e di tutte le Russie.

I dieci anni successivi di regno furono tranquilli e servirono alla Russia per riprendersi dalle fatiche dei lunghi anni di guerra. Il prestigio imperterrito rimaneva a zero ma ormai la minaccia di nuove spaccature non faceva più paura a nessuna. Lo zar, potè quindi organizzare la prossima spedizione militare, la cui data era fissata per il 1205.

Il Regno di Danimarca nostro alleato infatti era sceso in guerra contro la Polonia occupando la Pomerania e la Slesia. I Polacchi avevano quindi sguarnito le forze in Lituania e in Lettonie. L'occasione era ghiotta e nella primavera del 1205 scattò l'operazione Faina del Baltico. [SM=g27965]




Due armate Rus presero senza colpo ferire Vilnius e Riga, i Polacchi, incalzati dai Danesi, si trovarono costretti ad accettare il fatto compiuto.
L'espansione nel Baltico portò, nel 1206, ad un grande traguardo da parte dell'Impero Russo.




Eravamo diventati la prima potenza mondiale, superando anche gli alleati-rivali Cumani. Lo Zar Maksim IV tuttavia ebbe poco tempo per godersi questo successo perché, nel 1207, spirò nel suo palazzo di Novgorod. Il suo regno, pur segnato dalla costante minaccia del prestigio basso, fu illuminato e la Russia aveva consolidato il suo dominio nel Baltico, debellato il rivale storico e affermatasi come una delle superpotenze mondiali.



A succedergli fu il figlio, Orekh, un giovane brillante. Aveva ereditato dal padre un regno temuto e potente, ma dagli avamposti ad Oriente, negli Urali, voci poco rassicuranti parlavano che un popolo nomade, i Mongoli*, era riuscito a sottomettere non solo le altre popolazioni nomadi dell'Oriente, ma anche i potenti reami del Qatai e di Corasmia e ora guardavano ad Occidente ed all'Europa, e quindi ai Rus in primis, questi nuovi vicini sembrano essere ancora più bellicosi delle precedenti popolazioni nomadi con cui da secoli abbiamo avuto a che fare.

Cosa succede intanto nel mondo.

-Nel 1207 i Musulmani prendono Gerusalemme, il Regno Latino è sull'orlo del collasso.

-Bisanzio riesce a riprendersi e a conquistare Iconio, di contro i Cumani stanno cominciando a perdere terreno dall'azione congiunta di Siriani e Turchi.

-La situazione in Francia è stabile, l'Occidente all'Inghilterra che però ha perso il centro e il nord della Britannia sotto i colpi degli Scozzesi e delle rivolte baronali, Il Sud della Francia invece è della Castiglia, dell'Aragona e la Provenza alla Lega dei Comuni Lombardi, mentre il Regno Francese mantiene solo le regioni del Nord Est.

-L'Italia vive una situazione ancora più tranquilla. Nord Ovest e Toscana alla Lega Lombarda, Nord Est Adriatico alla Serenissima e Centro Sud e le isole al Regno di Sicilia, solo il Cagliaritano era passato in mano agli Aragonesi che contendevano il dominio della Sardegna ai Siciliani.

*In realtà nel 1206 Gengis Khan è appena riuscito a sottomettere tutti i clan Mongoli, ma per esigenze che poi capirete nel prossimo aggiornamento, ho dovuto precedere la loro espansione. [SM=g27964]
davide283
00mercoledì 22 aprile 2009 00:50
veramente bella questa cronaca complimenti!!!
Lan.
00mercoledì 22 aprile 2009 01:20
Re:
davide283, 22/04/2009 0.50:

veramente bella questa cronaca complimenti!!!



Grazie mille Davide! A giorni il prossimo resoconto, studi permettendo! [SM=g27963]
The Housekeeper
00mercoledì 22 aprile 2009 09:03
Bellissima avventura [SM=x1140522] La faina del baltico!!! [SM=g27964] Vedremo cosa capiterà con i Mongoli... [SM=g27980]
sangiovannievangelista
00mercoledì 22 aprile 2009 13:05
[SM=x1140429]
Ho finito ora di gustarmi il tuo bellissimo racconto ricco di immagini, davvero bravo

è stupendo poter leggere e vedere le storie ,le unità ,le mappe e le tecniche delle varie fazioni giocate... [SM=g27975] e descritte con grande simpatia

davvero Grande!!

Attendo con impazienza il proseguimento


[SM=x1140429]
Lan.
00mercoledì 22 aprile 2009 15:02
@Sangiovanni: ma sai che uno dei miei primissimi Gran Principi sposò proprio una principessa Crociata? Purtroppo però non posso fare molto per aiutare quel sfortunato regno. [SM=g27969]

Comunque, visto che ho un ritaglio di tempo e sono ansioso di raccontarvi la grande guerra contro i Mongoli e di riportarmi in linea con la campagna giocata, posto il nuovo episodio! [SM=g27960]

I demoni venuti da Oriente-prima parte 1207-1213



Generale Sergej, qui sugli Urali la situazione degenera sempre più. Intere famiglie di nomadi: Kazaki, Cumani, Turchi, fuggono terrorizzate cercando di attraversare il confine e le montagne. I mercanti riferiscono che i commerci verso il Qatai sono completamente bloccati e un paio di loro sono stati uccisi da questi Mongoli. Ancora non abbiamo visto un loro soldato, nè un messo, ma temiamo che presto ai nomadi fuggiaschi seguiranno gli invasori in armi.

Rapporto dell'avamposto di Orenburg al Generale Sergej di stanza ad Andreinigrad (ex Bolgar), 1208


Lo Zar Orekh II leggeva con sempre maggiore preoccupazione i messaggi provenienti dai mercanti e dagli avamposti nelle steppe orientali, oltre il Volga. La situazione nei confini Orientali era completamente sconvolta, un tale Temujin, autoproclamatosi Gran Khan di tutti i Mongoli, aveta riunito il suo bellicoso popolo, lanciandolo in una sfolgorante serie di conquiste a Sud e ad Ovest. L'immenso impero del Qatai si era sottomesso e anche l'Impero di Corasmia, oltre a tutta una serie di popolazioni nomadi che erano reputate sino ad allora feroci ed temute dai regni di mezza Asia. Con la sua morte, nel 1207*, il suo impero era arrivato a confinare ad Occidente con l'Impero Rus, e le intenzioni dei suoi successori non sembrano più pacifiche di quelle del loro padre.



L'Impero Mongolo alla morte di Gengis Khan, nel 1207, il confine sopra il Caspio coincide con quello Rus.

Lo Zar, che stava preparando una spedizione verso un piccolo regno in Cumania staccatosi dal Khanato, si trovò costretto a bandire la leva generale e a marciare con tutte le forze disponibili nel Volga Bulgaro.
Cinque anni dopo, nel 1212 Guyuk II, uno dei figli di Gengis Khan, convertitosi all'Islam dopo le sue campagne in Corasmia e deciso a creare un suo potentato ad Occidente, dilaga dal confine Orientale con la sua orda di terribili soldati mongoli.



L'armata Imperiale Rus, con meno di diecimila uomini, attendeva l'arrivo dell'esercito Mongolo sul fiume Kama, a Nord di Andreinigrad e del Volga.


La stella sulla mappa indica il punto in cui è previsto l'arrivo dell'Orda Mongola.

L'Orda Mongola non era numerosissima rispetto alle previsioni, tredicimila uomini, ma erano tutti soldati scelti, veterani di guerra che avevano sconfitto le più potenti armate dell'Asia.

Ci furono alcune trattative diplomatiche, ma i Mongoli non davano alcuna garanzia convincente sulla loro non pericolosità. Non volevano dire dove volevano arrivare con la loro Orda, e di fatto parlavano di una sottomissione dei Rus, che avrebbero dovuto accettare il passaggio delle loro forze nel territorio, neanche fosse casa loro. Tutto ciò era inaccettabile e la parola passò preso alle armi.

Nell'Inverno del 1213 i Mongoli erano arrivati nei pressi di Andreinigrad e varcato il Kama (a causa delle trattative diplomatiche Orekh commise l'incauto gesto di arretrare dal varco sul fiume).
Sulla piana nei pressi della città, si affrontavano per la prima volta l'esercito Rus e quello Mongolo, la Cristianità era con il fiato sospeso, se cadeva la maggior potenza Europea la conquista Mongola sarebbe quasi sicuramente stata una cavalcata fino all'Oceano Occidentale e le intenzioni di Guyuk II sulla religione da adottare nel suo personale regno erano molto chiare, siccome dopo gli anni passati a Samarcanda considerava l'Islam la religione di una civiltà più evoluta e raffinata delle pratiche sciamaniche mongole e della cristianità



I guerrieri Mongoli sono considerati invincibili, toccherà ai Rus cercare di sfatare questa leggenda per salvare la propria terra.

L'esercito Russo si trincera in difesa, grazie soprattutto all'apporto degli arcieri lituani, in grado di piantare pali nel terreno contro la cavalleria, tattica fondamentale contro la cavalleria dei Mongoli.



La cavalleria viene invece impiegata per eliminare i pericolosi arcieri a cavallo, nerbo dell'esercito nemico e i 2000 cavalieri di rinforzo alle truppe del Khan.




Lo Zar con i suoi fedeli boiardi mentre combatte contro un manipolo di cavalieri Mongoli

Lo scontro si rivela durissimo, ma i Russi riescono a respingere gli assalti degli arcieri appiedati e a cavallo, fino ad arrivare ad una situazione di stallo tra ciò che rimaneva dell'esercito Rus e le forze di cavalleria pesante rimaste ai Mongoli, Orekh quindi decide di far ritirare di buon ordine le truppe, mandarle all'assalto si sarebbe rivelato solo un'inutile massacro.




Nonostante il nulla di fatto, le forze Mongole si erano così ridotte da non rappresentare più una minaccia per la città di Andeinigrad. Lo Zar era soddisfatto, rinforzi stavano arrivando da Vladimir e presto avrebbe potuto spazzare via ciò che era rimasto dell'orda Mongola, ma era davvero finita così presto la minaccia Mongola?

*Gengis Khan in realtà è morto nel 1227, ma visto che l'Orda è arrivata così presto, ho riadattato un po' la storia. [SM=g27965]


davide283
00mercoledì 22 aprile 2009 15:12
veramente straordinario racconto corredato da fantastiche immagini e da una narrazione avvincente! bravo!!
mandrake(83)
00mercoledì 22 aprile 2009 15:43
Complimenti Lan,il tuo racconto è molto appassionante.
sangiovannievangelista
00mercoledì 22 aprile 2009 15:51
[SM=x1140429] Davvero geniale l'utilizzo dei pali degli arceri...
Grazie del bel racconto e delle grandi immagini a 360°

Ancora bravo e originale [SM=x1140440]

[SM=x1140429]
Lan.
00mercoledì 22 aprile 2009 19:52
Re:
sangiovannievangelista, 22/04/2009 15.51:

[SM=x1140429] Davvero geniale l'utilizzo dei pali degli arceri...
Grazie del bel racconto e delle grandi immagini a 360°

Ancora bravo e originale [SM=x1140440]

[SM=x1140429]




Eh eh, è stato un vero colpo di fortuna avere conquistato la Lituania un paio di anni prima. Senza quei pali la cavalleria pesante Mongola avrebbe fatto a polpette la linea dei miei arcieri. [SM=g27965]

Grazie anche a tutti gli altri, sono molto contento che il mio resoconto vi stia piacendo, a breve la seconda parte della guerra contro i Mongoli! [SM=g27960]
Lan.
00sabato 25 aprile 2009 21:01
I demoni venuti dall'Oriente- Seconda Parte 1214-1218

La battaglia con esito incerto di Andreininigrad aveva messo una certa dose di ottimismo nel campo Rus. Le forze mongole si erano decimate e con i nuovi rinforzi in arrivo da Vladimir e dal resto della Russia sembrava solo questione di tempo prima che di spazzare via gli invasori oltre gli Urali.



Dopo il grande spavento mongolo, i mercanti della seta di Andreinigrad hanno ripreso i loro commerci tramite il Volga, dal Caspio e dalle steppe Kazake da cui arrivavano i mercanti dall'Asia, fino agli angoli più remoti dell'Impero

Lo Zar era sul punto di sferrare l'attacco decisivo ai guerrieri mongoli rimasti a gozzovigliare. Quando, nella primavera del 1114, dagli avamposti nelle zeppe, arrivarono notizie aberranti. 30.000 guerrieri mongoli stavano giungendo da Oriente. Sommate alle forze già presente, l'orda mongola raggiungeva i 35.000, l'esercito più numeroso dai tempi dell'Antica Roma che si sia mai visto in Europa.



Esploratori Mongoli guidano l'orda nelle steppe Kazake

Lo Zar ripensò alla battaglia di Andreinigrad, avrebbe dovuto uccidere il Khan, in quegli anni il maledetto non era restato con le mani in mano ma era riuscito a chiedere ed ottenere delle nuove forze dall'Impero d'Asia.



La seconda orda nel 1214

La situazione era disperata, l'esercito Rus era appena riuscito a superare i 10.000 uomini, altri 10.000 erano sparsi in Russia come rinforzi e l'economia cominciava a sentire il peso delle spese di mantenimento. Orekh decise che l'unica cosa da fare, con parte dell'Orda che aveva già varcato il Volga e quindi con l'impossibilità di far evacuare alla popolazione dalla città, era trincerarsi ad Andreinigrad e resistere.

Tuttavia, i Mongoli avevano altri piani e incredibilmente snobbarono la ricca città produttrice di seta e varcarono il Volga, apparentemente diretti alla fortezza di Ryazan.
Questa mossa sorprese i Russi ma alcuni mercanti che commerciavano in Oriente e che avevano visto l'espansione mongola in Asia raccontavano che la loro strategia non era tanto occupare stabilmente la nazione nemica pezzo su pezzo ma di sfruttare la velocità del proprio esercito per prendere il cuore della nazione e farla collassare. L'obiettivo quindi era chiaro, volevano colpire il cuore della Rus: Vladimir, centro militare e nucleo dell'esercito, Mosca, la capitale e le altre città limitrofe quali Rostov, Smolenks. Dopo quel colpo che avrebbe tagliato in due la Russia, i Mongoli avrebbero potuto fare quello che volevano sulle macerie di una nazione collassata, così come era avvenuto in Qatai e in Corasmia.

Lo Zar non poteva permettere che ciò accaddesse. Lasciò pochissime forze a presidio di Andreinigrad e si lanciò all'inseguimento dell'orda, intanto, i rinforzi arrivavarono da Occidente. Così, a metà strada tra Andreinigrad e Ryazan si era venuta a creare una paradossale situazione per cui l'esercito mongolo avanzata e quello Rus lo seguiva a distanza, pronto a intervenire (ma anche soggetto ad eventuali attacchi).



Questa strana marcia arrivò fino alla fortezza di Ryazan. Orekh non poteva più aspettare, i Mongoli dovevano essere fermati. Attaccare tutte insieme le quattro armate piene Mongole era un suicidio, occorreva trovare un modo per divididerle. L'occasione arrivò quando una delle armate attraversò Ryazan e il fiume Oka. Lo Zar spostò le truppe in modo che tra i 30.000 uomini dell'esercito Mongolo, diecimila restassero aldifuori del campo di battaglia.

A Sud di Ryazan, nei pressi del piccolo paese di Voronez, si stavano per scontrare finalmente i Rus contro l'invincibile esercito Mongolo. I Rus avevano 28.000 uomini, di cui però buona parte era costituita da arcieri della milizia, poco più che forze d'ordine interno, mentre l'esercito Mongolo, pur contando solo 19.000 uomini, aveva al suo interno tutti guerrieri esperti e ben armati.

La notizia peggiore però era che l'armata Rus, divisa in tre gruppi, poteva schierarne solo 10.000 alla guida di un giovane generale di nome Chort. Mentre i Mongoli avevano la possibilità di schierare subito il pieno delle loro forze.



L'armata di Chort, certa del fatto che i Mongoli avrebbero sfruttato la mobilità della loro cavalleria per farli a pezzi, usava i pali lituani e i reparti di lancieri, con ogni schieramento schierato a Schiltron, per creare un immenso anello difensivo al cui interno gli arcieri lituani e le catapulte avrebbero potuto colpire, mentre la cavalleria avrebbe dovuto cercare di rallentare la pressione, che i Mongoli, sia con i dardi dei loro innumerevoli arcieri che con con la cavalleria pesante, avrebbero esercitato sull'anello difensivo.
A sud del campo, attendeva l'armata di rinforzo guidata dal capitano Vladimir, costituita perlopiù da cavalleria leggera e da forze di milizia e qualche unità di lancieri, la prima che sarebbe entrata in campo nel caso le cose si cominciavano a mettere male tra le forze di Chort. Per ultima, più defilata ad Ovest, si trovava l'armata dello Zar, costituita da soldati scelti boiardi Rus, Dvor, Nobili della Volga Bulgaria, Kazankis e qualche unità di milizia.


L'inizio della battaglia fu un disperato tentativo da parte dei Rus di reggere l'anello. I Mongoli, forti della loro superiorità numerica, stavano già decimando la pur numerosa cavalleria Rus, e avevano forze più che sufficienti per fare pressioni su tutto il perimetro dell'anello, finendo inevitabilmente per sfondarlo e avere la meglio sulla prima armata. Tuttavia la tenacia dei Rus aveva permesso alle catapulte di fare gran parte del loro lavoro e i pali e le lance dei coriacei Rus avevano mietuto più vittime tra i Mongoli di quelle che si sarebbero aspettati. Il 30% delle forze nemiche era caduto in quell'assalto.

Ma tutto ciò era una magra consolazione alla vista dei soldati del campo Sud che vedevano i loro fratelli fuggire disperati per tentare inutilmente di sfuggire alle scimitarre Mongole. Presto sarebbe toccato a loro ma cosa avrebbero potuto fare contro quei mongoli cui nessun popolo era riuscito a resisterli? Il copione che descriveva la caduta di tante, potenti civiltà, per mano mongola si stava ripetendo anche lì a Voronez. Quando lo Zar fece un discorso al suo campo e lo fece pronunciare anche al lontano campo Sud.

Fratelli miei! Ci conviene sacrificare le nostre terre per la vera fede cristiana e per le nostre famiglie affinché non siano catturate le nostre città dai pagani e non vengano saccheggiate le sante chiese di Dio! Fratelli miei (questo era il modo in cui i principi si chiamavano fra di loro), è meglio una morte onorevole qui e visto che siamo già qui è impensabile, senza disonore, decidere di ritornare. Se ora ce ne andiamo, avremmo forse salva la carne ma la nostra anima sarebbe perduta, perché avremmo consegnato ai nostri figli un futuro di terrore e di schiaviù. Perciò andremo avanti a combattere fino a quando l'ultimo di noi Rus sarà caduto e affidiamo le nostre sorti al Signore per la difesa della nostra fede e della nostra chiesa!

Quelle poche parole riuscirono a ricordare ai spaventati soldati Rus cosa ci facevano lì. Così, mentre l'esercito Mongolo si abbandonava a catturare i resti di ciò che restava della prima armata, entravano in scena i soldati dell'armata Sud. Erano soldati poco esperti, molti dei quali semplici miliziani, ma si batterono con un coraggio tale, pur cadendo in grandissimo numero, che i Mongoli si stavano lentamente ma progressivamente consumando, tanto che i primi reparti nemici cominciavano a fuggire.

Quando ormai anche l'armata Sud si era consumata, i Mongoli avevano perso poco più dei due terzi dei loro uomini. Grazie al coraggio di quei soldati Rus poco esperti, la cavalcata vittoriosa dei Mongoli si era trasformata in un mezzo disastro.

Lo Zar saltò quindi sul suo cavallo, mise il sacro elmo tramandato dai tempi dei Gran Principi di Kiev e alla guida dei suoi Boiardi si lanciò alla carica con il resto della cavalleria Rus. Gli inseguitori si trasformarono in inseguiti e i Mongoli per la prima volta cominciarono a rompere le righe e a fuggire in massa.



Lo Zar Orekh II ritratto mentre carica i fanti Mongoli

Solo l'elitè dei cavalieri mongoli resisteva, ma furono tutti massacrati, compreso il Generale Mongolo Bayan. Quando i nobili bulgari catturarono l'ultimo soldato mongolo, il sole stava per calare, era un sole rosso, come il sangue versato dai quasi 30.000 morti da entrambe le parti, ma era rosso come il vessillo Rus, che sventolava trionfante sul campo di battaglia.



I Rus avevano perso 15.000 uomini, più delle perdite Mongole, ma l'orda aveva perso metà delle sue forze e si trovava a centinaia di chilometri di distanza dall'Impero Mongolo. Ancora 20.000 mongoli restavano da sconfiggere, ma quella sanguinosa battaglia aveva rappresentava un punto di svolta decisivo per le sorti della guerra e per i destni dell'Europa.
La sera seguente alla battaglia di Voronez, nella sua tenda da campo lo Zar Orekh II scriveva.

Ci scontrammo con grande forza. Con rabbia i guerrieri si uccisero gli uni con gli altri e non solo con le armi, ma, a causa della calca, molti morirono schiacciati dagli zoccoli dei cavalli, sia Rus che Mongoli. Si vedeva sangue dappertutto mentre brillavano come lampi le lame delle spade. Il rumore era forte e assordante sia per i colpi d’ascia che per l’incrociarsi delle spade, tanto che quando raggiunsi il campo di battaglia con la mia guardia non era possibile avere una visione completa di tutta la battaglia. Già muoiono in tanti, molti eroi Rus cadono come alberi colpiti dal fulmine. Anche l’erba è secca sotto il sole e calpestata dagli zoccoli, intrisa sia del sanegue dei demoni invasori che dei martiri Rus…».



Questo sperduto e tranquillo angolo di Russia non sarà più lo stesso dopo l'epica dei vittoria dei Rus contro i non più invincibili Mongoli.
The Housekeeper
00sabato 25 aprile 2009 21:06
Bello!!! [SM=x1140430] [SM=x1140439]

Lan.
00sabato 25 aprile 2009 21:12
Re:
The Housekeeper, 25/04/2009 21.06:

Bello!!! [SM=x1140430] [SM=x1140439]





Sono contento che ti sia piaciuta la cronaca House! Devo ammettere che un mese fa, quando combattei quella battaglia, mi era venuto il coccolone a vedere i Mongoli sfondare l'anello di difesa, pensavo "ora questi me li ritrovo tra i piedi fino alla fine della campagna", poi per fortuna è andata bene, chiamare a combattere anche i miliziani è stato fondamentale, seppure me li sono visti morire come se fossero mosche. [SM=g27981]
davide283
00sabato 25 aprile 2009 22:05
bravo Lan!!! fantastica storia!!!
Lele The Norseman
00sabato 25 aprile 2009 22:10
Veramente un bel resoconto [SM=x1140428] , tra l'altro nella mia campagna il mio attuale Re di Danimarca Snorri il Grezzo ha sposato una principessa Rus in funzione antipolacca [SM=g27975]
P.S.Keep it up [SM=x1140522]
[SM=x1140429]
Lele The Norseman
00domenica 26 aprile 2009 00:12
NOOOO! Non so per quale strano motivo ma mi si sono cancellate due ore di resoconto che stavo facendo sulla mia campagna danese [SM=g27981]
[SM=x1140429]
Lan.
00domenica 26 aprile 2009 00:43
Grazie mille ragazzi per i vostri complimenti! Il fatto di riportare qui la campagna mi spinge al giocare al massimo delle mie forze e devo dire che questa è una delle partite più entusiasmanti che abbia mai giocato nella mia lunga carriera di giocatore Total War! [SM=g27963]

@Lele: i Danesi sono in questa campagna miei storici alleati sia contro i Novgorodiani che contro i Polacchi, ci tengo io ai rapporti di parentela con i miei cugini scandinavi eh. [SM=x1140439]

Comunque ti capisco per il resoconto andato perduto, io un mesetto fa (motivo per cui mi sono a un certo punto bloccato), avevo fatto un bel resoconto includendo un lungo pezzettone di campagna, ma poi firefox crashò, mi ci volle un po' di tempo per riprendermi e rimettermi a scrivere qui e anche ora spesso mi fermo e copio fin dove sono arrivato così nel caso si crasha non devo rifare tutto da capo! [SM=g27981]

Ah dimenticavo, il primo discorso di Orekh si basa sul discorso REALE del Gran Principe Demetrio di Moscovia in occasione della battaglia di Kulikovo tra Russi e Tatari dell'Orda D'oro, scontro che per importanza e per contendenti ricorda molto da vicino la battaglia che ho combattuto nella mia campagna contro i Mongoli. Idem per il quadro e per il secondo racconto di Orekh, scritto da un cronista dell'epoca (io ho giusto aggiunto qualche frase e riadattato qua e là). [SM=g27965]
total wer
00domenica 26 aprile 2009 10:44
Complimenti [SM=x1140441] [SM=x1140441] [SM=x1140441] [SM=g1598468]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 07:30.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com