Caspita che Mar Caspio! 1225-1232
La fine della breve e vittoriosa guerra contro i Polacchi non aveva interrotto la marcia del grosso dell'esercito, guidato dall'ormai celeberrimo Zar Orekh, ad Est.
In Cumania difatti (per Cumania non s'intende il Khanato dei Cumani ma la regione specifica, che si affaccia sul Mar Nero con capitale Saqsin) si era venuto a creare un piccolo Khanato indipendente. Tuttavia il nuovo regno era minacciato dall'espansione musulmana a Sud, con i Siriani e i Turchi stabilmente impiantanti rispettivamente in Ossezia e in Daghestan. La dimostrazione di tale crisi era cominciata con la penetrazione di missionari nel territorio che ormai avevano portato la religione musulmana ad essere al ridosso del 50%.
Dopo aver respinto i Mongoli, lo Zar non poteva permettersi che la minaccia islamica entrasse dala finestra, inoltre era l'occasione di ampliarsi nel ricco Mar Caspio, dove i commerci abbondavano.
Nel 1227 quindi l'armata imperiale si trovava a ridosso della ricca città.
Le armate del Khanato, una compagine composta da cavalieri Alani, Cumani e arcieri Turcomanni, vennero nella via principale della città dall'impatto con le superiori e meglio addestrate forze Rus, mentre dalle mura gli arcieri decimavano le retrovie nemiche.
Ormai la conquista della città sembrava cosa fatta, ma lo Zar preso nella sua solita foga inferocita, si era spinto troppo in là, ritrovandosi isolato dai suoi fedeli cavalieri boiardi, e circondato dalla guardia del Khan che vigliaccamente si scagliò in massa su di lui uccidendolo.
Lungi dal scappare, i Rus si batterono con ancora più ferocia per vendicare il loro capo e nessun soldato nemico e la cittadinanza sfuggì a quel macello vendicativo.
La Cumania era stata conquistata, ma a gravissimo prezzo, tutta la Russia pianse la morte di quel giovane sovrano che con indomito coraggio aveva raccolto a sè l'intera nazione per salvarla da un'invasore fino in quel momento considerato invincibile.
Orek venne tumulato nel cremlino di Vladimir, dove seguitavano ad essere sepolti gli Zar anche dopo che la capitale venne spostata a Mosca.
La sucessione passò allo Zio, Sbyslav, governatore di Kiev, si trattava di un governo di transizione siccome aveva già 57 anni, in attesa di trovare nella casa reale l'erede che avrebbe preso stabilmente la guida della Russia.
Il lutto però non consentiva ai Rus di perdere tempo con la campagna in atto ad Est. La conquista della Cumania infatti era solo il primo passo di una spedizione volta a ricacciare aldilà del Caucaso gli invasori Musulmani. A questo proposito venne stipulata un'alleanza con Bisanzio, eterna nemica dei Turchi, i quali, dominatori del Daghestan, erano il prossimo obiettivo.
Due anni dopo, nel 1219, l'armata imperiale stava dando l'assalto a Derbend, città capoluogo del Daghestan.
Era una fredda giornata d'inverno, la neve stonava con il profilo della città ormai completamente islamizzata, posandosi sugli alti minareti e sulle case squadrate e dal tetto piatto. La guarnigione turca, isolata dal resto del Sultanato, era numerosa ma i soldati erano di poco valore, perlopiù miliziani reclutati e sul posto, tra cui gli onnipresenti Cumani, e i residui dell'armata che anni fa aveva compiuto l'impresa giungendo fino a lì.
L'esercito Rus con l'agile cavalleria Dvor agirò la linea di battaglia circondando sulla via l'esercito avversario che venne spazzato via. I lancieri Rus ammainavano trionfanti la mezzaluna nel cuore dell'Islam delle steppe
La campagna del Caucaso venne per il momento interrotta, l'armata Imperiale infatti aveva bisogno di rifornimenti e rinforzi dalla lontana Vladimir, inoltre era intenzione dell'esperto Zar non scendere contemporaneamente in guerra con Turchi e Siriani.
Ma quegli anni non passarono in completa inattività. Nel 1230 infatti i pescatori del Ponto videro l'arrivo di un'imponente forza armata.
In via segreta infatti era stato stabilito un'accordo tra Rus e Bisanzio, in cambio dell'appoggio di Costantinopoli la Russi avrebbe fornito appoggio militare contro i Turchi anche in Anatolia, grazie allo sbocco sul mare nel Mar Nero. Al comando del giovane rampollo Voislav i Rus presero senza colpo ferire Amatris, restituendola al potere imperiale rhomanoi dopo aver battuto cassa di ogni cosa di valore presente nella città.
Secondo obiettivo, era la ricca città di Amasaya. La guarnigione lì era numerosa e prendere la città non sarebbe stata impresa facile.
Grazie alle potenti catapulte, i prodi lancieri Rus si fiondarono nella breccia dell'opulenta città Turca.
La battaglia contro i forti e disciplinati saraceni fu durissima.
Ma nonostante l'inferiorità numerica la città venne espugnata.
Un anno dopo quella trionfante spedizione, il vecchio Zar spirò, al suo posto venne disegnato il giovane Domazhir, incoronato nella capitale Mosca, un nuovo corso si sarebbe avviato con questo nuovo sovrano? I Cumani erano ormai alleati scomodissimi e pure inefficienti, i Siriani dovevano ancora essere scacciati e ad Occidente sono poco chiari i propositi dei Polacchi.