Essere un Sasuke

COMMENTO

Pur nella brevità, la storia racconta di una coppia interessante, concentrandosi principalmente sulla caratterizzazione del personaggio di Sasuke, per mettere da parte l’ambientazione e la trama.
Senza considerare i parametri posti dal contest, è una fan fiction che si legge molto bene e che sono riuscita ad apprezzare nell’intimità creata dalle parole, in quella penombra soffusa, fatta di sesso e di coperte aggrovigliate. C’è la stanchezza e la solitudine che precedono l’amplesso, e pur tralasciando l’atto in sé, sei riuscita a incanalare nella morbidezza dei toni un momento di solitudine del personaggio. Sasuke si concede a se stesso, per pensare a quella Karin, che così liberamente gli si offre, e a ciò che si è lasciato alle spalle – il team 7 e suo fratello.
Non brilla in originalità, ma ritengo che la cosa in sé non abbia importanza. Sei riuscita a insinuare una buona introspezione in poche righe e questo credo sia molto importante, soprattutto per chi, come me, presta particolare attenzione a come il personaggio viene caratterizzato.
La caratterizzazione di Sasuke è buona – molto buona –, ma non perfetta. Una delle cose che non condivido nel modo in cui viene spesso rappresentato è l’uso del sesso come sfogo. Non lo vedo un personaggio dedito alla necessità di sfogare le sue frustrazioni – perché Karin è chiaramente uno sfogo delle sue necessità, un corpo di cui approfitta in maniera consenziente. Se dovessi piazzare questa fan fiction nel manga, la metterei da qualche parte non troppo prima di Danzo, in cui i due hanno avuto tempo di consolidare la loro conoscenza e di abbandonarsi al sesso altre volte prima di quella descritta. Durante quel periodo Sasuke aveva quasi perso la sua umanità, era fatto di odio e rancore, di sofferenza, qualsiasi sentimento umano era inconcepibile, qualsiasi cedimento neanche lontanamente contemplato. Il Sasuke di quel periodo è per me un Sasuke asessuato.
Che poi tu sia riuscita comunque a rendere bene le sue turbe mentali è un altro conto. Si vede che hai il controllo del personaggio che hai deciso di raccontare, è chiaro che c’è un filo logico che lega le azioni di Sasuke. Sei stata brava a rimanere fedele a ciò di cui hai voluto parlare.
Karin, nel suo piccolo, mi è sembrata molto IC. Anche nella sua unica battuta conclusiva l’ho trovata logica. Trasuda una lucidità e una maturità che Kishimoto si dimentica spesso di concederle, in favore di un personaggio più frivolo, ma che di tanto in tanto, nei momenti di necessità, appare in tutta la sua forza.
Lo stile è buono. Non hai fatto errori di grammatica – almeno che io abbia notato – e sei riuscita al tempo stesso a creare la giusta atmosfera, senza che la scena rappresentata risultasse statica. Ancora devi crearti un tuo particolare stile, capace di sfruttare le infinite possibilità della lingua italiana, ma sei molto pulita e devo dire che mi è piaciuto come hai scritto questa storia. Migliora andando avanti, riga dopo riga, come se acquistassi dimestichezza con ambientazione e personaggi.
Hai fatto un lavoro degno di nota, scegliendo una coppia sulla quale non avevo mai letto prima e presentandomela in grande stile. Grazie e complimenti per il lavoro.

”COMMENTO”

Aspetta un attimo che mi munisco di frustino. Ti avevo anticipato atroci sofferenze perché ci sono errori che comunque non avresti mai dovuto fare, primi fra tutti quei dannati “ne” pronome accentati:
“Lui era il più forte, colui che avrebbe conquistato ogni cosa, la sua vendetta non solo sarebbe stata servita fredda, ma nessuno né avrebbe mai perso memoria.”
“A nessuno importava di lui, non nel modo in cui né aveva davvero bisogno.”
Per il resto “Itachi” si scrive senza l’”H” davanti e ci sono un paio di refusi e ripetizioni:
“Delle lacrime gli rigarono il volto, si odiava per quella manifestazione di debolezza.
Si voltò, dando le spalle a quella dolorosa verità,” – (non è una ripetizione vera e propria, ma “volto” – “voltò” diciamo che in termini di suono non è proprio il massimo).
“perché non farla finita? A nessuno importava di lui, non nel modo in cui né aveva davvero bisogno.
Non riuscì a resistere: dovette uscire dall’acqua, facendo riacquistare aria ai polmoni.
Era un perdente, non riusciva nemmeno a farla finita.” – (avverto “farla finita” come una ripetizione, nonostante non sia immediata, ma il concetto è abbastanza importante da permanere nella mente del lettore per le righe successive, quindi quando si usano le stesse parole per esprimerlo nuovamente l’effetto è stridente).
Poi, in questo periodo hai un po’ di problemi con la punteggiatura. Molte virgole che avrei tolto, come in:
“Le foglie dei faggi venivano mosse dal vento, freddo,” – (non vedo proprio la necessità della virgola che precede “freddo”).
“dopotutto il fratello era sempre stato più forte di lui, in tutto.” – (anche qui, niente virgola prima di “in tutto”).
Altre virgole le avrei messe:
“Scese da un faggio, perfetta vedetta, e si fermò sulla riva di un ruscello, sicuro che non ci fosse nessuno nei paraggi.” – (avrei messo un’altra virgola dopo “vedetta”, ah, e la regola per cui “la virgola non precede mai la congiunzione e” è una gran sciocchezza xD).

Lo stile è semplice, ma è riuscito a essere sempre comprensibile. Non ci si concentra tanto sulla trama quanto sul dissidio interiore che attanaglia Sasuke. Leggendo ho avuto la sensazione che la scena non fosse qualcosa di materiale – confinabile in tempo e spazio. È quasi un modo per raccontare del cambiamento del personaggio: dall’ossessione provata per Itachi, un’ossessione che si riveste di debolezza, si passa a uno spiraglio di speranza, che si concretizza nell’coprifronte e nell’accenno a Naruto – che è mero veicolo per mostrare il principio di un cambiamento, la possibilità di creare qualcosa di nuovo dalle macerie del suo cuore.
Per essere una delle tue prime fan fiction hai fatto un buon lavoro, riuscendo a evitare un eccessivo OOC di Sasuke.
Grazie per aver scritto questa OS, sono stata onorata di poterla leggere.

”COMMENTO”

Sono molto, molto felice! È la tua seconda storia che leggo e noto già un miglioramento esponenziale, una maggiore cura della grammatica e uno stile più fluido. Certo restano alcune imperfezioni, ma nel complesso c’è un salto di qualità che mi ha lasciata sorpresa. Continuare a scrivere ti sta aiutando, passo dopo passo, a perfezionare ogni aspetto, ad aumentare l’attenzione con cui costruisci le scene, a bilanciare discorsi diretti e narrazione.
La disposizione del testo lascia maggior respiro alla lettura, permette di godere appieno della punteggiatura, senza il senso di asfissia che si respirava nella prima parte del precedente capitolo di questa serie. Si ha tempo per respirare e avvicinarsi ai pensieri del personaggio in tutta la loro dolcezza. Magari sarà una dolcezza OOC, per niente da Sasuke, ma hai mantenuto coerente la caratterizzazione, sia all’interno della os, sia nei confronti del Sasuke che mi avevi presentato nella fanfiction che precedeva questa.
C’è un Sasuke libero dal tormento del suo clan, un Sasuke che, in qualche modo, ha saputo lasciare il suo fardello e cammina adesso fiero dell’amore provato per la moglie e per i figli. Un personaggio positivo, esempio di come si possa superare tutte le afflizioni del passato, per costruirsi un futuro fatto di calore.
Questa volta, per narrare la storia, ti sei data al trapassato prossimo. Lo hai gestito molto bene e sono stati pochi i casi in cui ti sei concessa al passato remoto:
“Lui sembrò pensarci sopra, ma poi avevo visto i suoi occhi brillare” – (la frase corretta sarebbe stata “lui era sembrato passarci sopra, ma poi avevo visto i suoi occhi brillare”, in coerenza con il tempo del resto del testo).
Ci sono altri esempi simili, soprattutto in uscita dal discorso diretto:
“<< Ben svegliato >> gli dissi e lui si era messo a sedere sul letto, stiracchiandosi leggermente.” – (“<< Ben svegliato >> gli avevo detto e lui si era messo a sedere sul letto, stiracchiandosi leggermente.”, ancora una volta il passato remoto ha avuto il sopravvento. Sarebbe stato meglio mantenere gli trapassato prossimo, per quanto possa risultare inusuale.)
Si aggiungono piccoli typos e sporadiche ripetizioni, il testo nel complesso resta corretto, con un buon uso della punteggiatura a rendere più fluida la lettura.
Non ritengo necessario aggiungere altro. Voglio piuttosto rinnovarti i miei complimenti per il miglioramento mostrato e ti invito ancora una volta a non mollare. Per chi persevera c’è sempre un riconoscimento, questa storia ne è una piccola prova c:
Grazie per aver partecipato.