Chi conosce la val Roya?

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simolimo
00giovedì 15 dicembre 2005 23:44
Mi sono riletto il pezzo e non deve essere stato davvero un bel periodo!
Chissà, se ora Briga e Tenda fossero ancora italiane, magari la futura seggiovia "Del Forte Centrale" (in parte in territorio francese ora) avrebbe un iter più semplice...oppure no?!?!? Chissà?? [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822]




[Modificato da simolimo 15/12/2005 23.44]

Valle Roya
00venerdì 16 dicembre 2005 00:54
Sono io che devo ringraziare voi tutti per aver avuto la pazienza di leggere il "mini-trattato" di storia contemporanea che vi ho propinato!
Purtroppo le vicende storiche che impariamo dai libri di scuola sono sempre molto confezionate ad uso e consumo del periodo politico e sociale che si sta vivendo.
Mi piace indagare e portare alla luce fatti e circostanze che, per opportunismo o per calcolo, non vengono fatti conoscere alla maggioranza delle persone.
Cerco sempre di attingere a fonti non di "parte" e se possibile avvalermi di testimonianze "dirette".
Parte delle vicende storiche di Ventimiglia e del suo territorio durante l'ultimo conflitto mondiale le ho avute tramandate dai miei nonni che hanno vissuto di persona le tragedie di quegli anni bui.
Ritornando alle vicende storiche di Ventimiglia e della valle Roya ancora oggi non si conoscono (e non si riescono a conoscere) i verbali segreti degli incontri avvenuti tra De Gaulle e gli altri alleati nel periodo 1942/43 circa la spartizione dell'Italia in caso di vittoria.
A. Mola infatti giustamente parla delle pretese annessionistiche golliste che avrebbero inglobato tutto il NW dell'Italia e la Sardegna.
Ridimensionate poi dagli altri alleati che avrebbero dovuto concedergli (a fine conflitto) solo appunto parte della provincia di Imperia, La Valle d'Aosta (che fu occupata militarmente dal generale francese Doyen a fine conflitto) e alcune vallate alpine della provincia di Cuneo.
Quello che scombinò un pò tutto fu la caduta del fascismo nel 1943 e l'entrata in gioco del movimento partigiano che contribuì non poco alla vittoria alleata.
Dopo lo sbarco in Provenza nell'Agosto del 1944 gli alleati con i francesi liberarono tutta la costa e il 18 Settembre 1944 entrarono in Mentone attestandosi sul vecchio confine.
In quei giorni le formazioni partigiane della provincia erano pronte all'insurrezione e i tedeschi si erano già ritirati da Ventimiglia e stavano sbaraccando anche da Sanremo.
Una missione del CLN partita da Ventimiglia raggiunse con una barca di notte Mentone e chiese per quale motivo gli alleati non avanzassero in quanto i tedeschi erano in ritirata.
Ma i francesi non ne vollero sapere di avanzare, si attestarono sul confine piazzando centinaia di cannoni sul M. Agel sopra Monaco e cominciarono a bombardare giorno e notte tutta la costa da Ventimiglia fino a Sanremo.
Ventimiglia fino ad allora aveva subito solo 5 bombardamenti aerei, da quel giorno fino al 25 Aprile dell'anno dopo fu un inferno.
La città vene rasa al suolo da un cannoneggiamento continuo via mare e terra, tutti i giorni e più volte al giorno.
Non si capiva contro chi o contro cosa sparassero. Non esisteva un porto e non esistevano installazioni militari, c'erano solo dei civili inermi.
Furono migliaia i morti fra la popolazione civile, che nella stragrande maggioranza scappò nell'entroterra adattandosi a vivere in stalle, baracche e grotte.
Non si facevano nemmeno i funerali perchè non c'era tempo e i morti rimasero sotto le macerie fino alla fine del conflitto.
Ventimiglia subì lo stesso destino di Zara ovvero fu rasa al suolo senza motivo.
O forse un motivo poteva esserci, quello di allontanare il maggior numero di civili che avrebbero potuto ostacolare un'annessione forzata. Non fu così perchè gli sfollati ritornarono subito alla fine del conflitto incoraggiati anche dalle formazioni partigiane che per prime avevano preso possesso della città.
Ci fu addirittura uno scontro a fuoco tra uomini del CLN e truppe francesi quando il 26 Aprile i francesi pretesero che venisse ammainata la bandiera italiana dalla torre del Municipio per far posto a quella francese. Di fatto le due bandiere rimasero assieme in cima alla torre.
Nei mesi seguenti fu solo grazie ai partigiani del CLN e alle loro continue richieste di intervento presso gli anglo-americani se i francesi dopo 6 mesi di occupazione forzata dovettero desistere dall'annessione di fatto.
Non credo che il destino delle popolazioni dell'alta valle della Roya che sono state "francesizzate" forzatamente sia stato migliore del nostro che siamo rimasti italiani.
In ogni caso hanno dovuto subire imposizioni e vessazioni non richieste e hanno dovuto perdere la loro identità linguistica che è assai più importante di quella "nazionale".
Vi sono nazioni dove popolazioni di lingua diversa convivono da centinaia di anni rispettandosi (Svizzera) con pari diritti ed opportunità e ve ne sono altre che cercano di sterminare le minoranze linguistiche presenti nel loro territorio imponendo loro una lingua di "stato". La Francia è un esempio di quest'ultimo tipo di nazioni.
Un popolo che perde la propria lingua (intendo anche il proprio dialetto) è un popolo che perde la propria cultura, le tradizioni, le origini e l'identità storico-culturale.
E' bello, oltre che necessario, poter conoscere più idiomi, perchè parlare bene la lingua madre di un altro popolo lo rende più vicino a noi ma non possiamo perdere le nostre radici.
Spero di non avervi uleriormente annoiato.

Ciao a tutti.


Jos75
00venerdì 16 dicembre 2005 08:29
Welcome!
Che dire, grazie anche da parte mia per "l'illuminazione". Ero proprio all'oscuro di tali fatti, tranne che per un vago "sentito dire". [SM=g27820]:
Benvenuto Roya! sm58

[Modificato da Jos75 16/12/2005 8.31]

aumadoc
00venerdì 16 dicembre 2005 09:12
quanto affermi sul trattamento delle minoranze linguistiche e' assolutamente corretto.

la mia peplessita' sulla convenienza a restare italiani piuttosto che diventare francesi e' motivata da altre considerazioni che si basano non sull'esperienza diretta ma su quanto riferito da chi in francia vive e lavora.

in fondo,a quanto mi e' parso di capire,un po' di spirito della rivoluzione francese e' rimasto nello stato e nella societa'.

da noi l'unita' d'italia avrebbe potuto tradursi in uno stato con una burocrazia sabauda e una fantasia borbonica,quindi un grande stato.

invece abbiamo avuto uno stato con la burocrazia napoletana e la fantasia piemontese !!

e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti da quasi 2 secoli.


SudoMaGodo
00venerdì 16 dicembre 2005 11:04
Da piemontese verace non posso che concordare pienamente con Auma.
Conosco molto bene i nostri limiti al riguardo della nostra "fantasia"? che cos'è??????
oscar sm47 sm47 sm47
Stesy
00venerdì 16 dicembre 2005 21:24
Re:

Scritto da: aumadoc 16/12/2005 9.12

invece abbiamo avuto uno stato con la burocrazia napoletana e la fantasia piemontese !!

e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti da quasi 2 secoli.




Anche io sono una piemontese..vorresti dirmi che ho fantasia? [SM=g27833]
COsa intendi per "fantasia piemontese"??? [SM=g27820]:
SudoMaGodo
00venerdì 16 dicembre 2005 22:27
Vabbè Simona, non abbiamo molto sviluppato il senso della fantasia(nun simmo a Napuli paisà)ma siamo brava gente onesta e operosa,a far ridere ci pensano gli altri.Ad ognuno il proprio ruolo con dignità.EEEEEEEEEEE vai !!!!! sm41
MIIIIIIII che concetto filosofico. NON prendetemi troppo sul serio. sm49 sm51
oscar
Jos75
00sabato 17 dicembre 2005 07:54
Re: Re:

Scritto da: Stesy 16/12/2005 21.24

Anche io sono una piemontese..vorresti dirmi che ho fantasia? [SM=g27833]
COsa intendi per "fantasia piemontese"??? [SM=g27820]:



Ma è in senso ironico...
Nel senso che i piemontesi di fantasia poca o niente... [SM=g27822]
aumadoc
00domenica 18 dicembre 2005 21:50
Re: Re:

Scritto da: Stesy 16/12/2005 21.24

Anche io sono una piemontese..vorresti dirmi che ho fantasia? [SM=g27833]
COsa intendi per "fantasia piemontese"??? [SM=g27820]:



intendo dire che sul piano della fantasia non c'e' gara tra un piemontese ed un napoletano.

mentre sul piano dell'efficienza il discorso e' inverso.

non per niente a torino e' nata la principale industria italiana di automobili e a napoli la maggior attivita' e' quella di rubarle.
[SM=g27828]

ps.
e' una battuta ,se c'e' qualche napoletano mi scuso con lui.
folklot
00martedì 18 settembre 2018 21:43
grazie
grazie molto interessante!
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