Quale futuro dopo Brignole?

Il discorso sulla pianificazione è estremamente complesso, in realtà nei paesi democratici un progetto è vincolato al governo in carica, per cui se alle urne cambia la maggioranza ecco che la pianificazione va a farsi fottere...
Prendo come esempio Amburgo, città enorme e in un paese evoluto, sono venti anni che le varie giunte si rimpallano tra metro e tram, cancellando più volte quello che il governo precedente dava per certo.
La pianificazione magari funzionava nei paesi dell'est in epoca sovietica, in regimi autoritari dove non c'è il rischio di cambio di rotta, ma nelle democrazie è praticamente impossibile soprattutto nei settori come quelli del trasporto, dove si hanno visioni diverse.
In realtà la giunta precedente aveva fatto una sorta di progetto a lungo termine, FITU, con cinque direttrici da realizzare in tempi relativamente lunghi e che avrebbero coperto tutte le tratte di TPL principali. La metro non cresceva ma veniva affiancata da questo sistema e dalla ferrovia, poteva non piacere ma era pianificazione. Il problema è che in questo caso non sono servite nemmeno le urne per cambiare rotta, sono bastate le proteste dei bottegai.
Anche milano non è esente da questa logica, dopo anni in cui si pensava alle metro e basta nei 90 arrivò la lega che passò alle metrotranvie, poi nei 2000 Forza Italia con Albertini e la Moratti tornarono alle metro, addirittura sotto le metrotranvie già costruite, caso unico al mondo!
O ti arrivano una valanga di soldi come da olimpiadi o eventi simili per cui ti finanziano progetti enormi, oppure vai avanti affidandoti alla volontà della giunta del momento e, soprattutto, dei soldi che hai in cassa. Tra l'altro nel panorama attuale, con la vittoria del M5S, non credo che le metro saranno viste con molta simpatia. Lo stesso vale per i tram, in val Bisagno i grillini già all'epoca erano a fianco della Vagge e company.
Ben venga il progetto Ansaldo, anche per dare lavoro a chi lo sta perdendo.