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Ultimo Aggiornamento: 14/10/2011 11:40
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14/10/2011 11:40
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TEATRO DI RIVISTA


Il teatro di rivista, o più comunemente rivista, fu un genere di spettacolo teatrale di carattere leggero che in Italia conobbe la massima popolarità tra la fine degli anni trenta e la metà degli anni cinquanta, collegato tra la progressiva sparizione dei vecchi generi teatrali come il varietà, il Café-chantant, l'operetta e l'avanspettacolo, fino alla grande affermazione della commedia musicale.

Il teatro di rivista era un misto di prosa, musica, danza e scenette umoristiche ispirate all'attualità spicciola e ai tradizionali cliché erotico-sentimentali, uniti da un tenue filo conduttore e dalla presenza di personaggi fissi come la soubrette.

Lo splendore delle scene e la spettacolarità delle coreografie sono altrettanti elementi caratteristici del genere, sorto in Francia alla fine dell'Ottocento grazie ai fratelli Cogniard, che abbandonarono gli studi di medicina per dedicarsi al teatro leggero ("La biche au bois", "La chatte blanche",...). Nel primo dopoguerra ebbe una grande fortuna in America (grazie all'impresario Florenz Ziegfeld, ideatore delle "Ziegfeld Follies") e in tutta Europa, con attori e soubrettes quali Mistinguett, Joséphine Baker, Maurice Chevalier, Max Pallenberg e Fritzy Massary.

Nel nostro paese, tra i suoi maggiori rappresentanti si ricordano Ettore Petrolini, Erminio Macario, Totò, Anna Magnani, Nino Taranto, Carlo Dapporto, Renato Rascel, Walter Chiari, Gino Bramieri, Carlo Campanini, Riccardo Billi, Mario Riva, Raffaele Pisu e tanti altri. Tra le soubrette più celebri vanno citate almeno Isa Bluette, Anna Fougez, Milly e l'indimenticabile Wanda Osiris. L'era delle soubrette si concluse con l'avvento di attrici brillanti (Delia Scala, Sandra Mondaini, Lauretta Masiero, Marisa Del Frate, Bice Valori e tante altre) che diedero nuovo impulso e statura artistica alla loro figura, non privilegiando soltanto l'aspetto della bellezza.

Soprattutto negli anni della seconda guerra mondiale, il Teatro di Rivista rappresentava un modo per sognare, per distogliere il pensiero dalla crudeltà della guerra e farlo volare in posti esotici e paradisiaci grazie alle mastodontiche e sfarzose scenografie, oppure distrarsi con le gambe delle ballerine e con le esilaranti battute dei comici.

Fonte

Tina

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04.10.2011