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MEDITIAMO LE SCRITTURE (Vol 3)

Ultimo Aggiornamento: 29/11/2011 08:44
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14/07/2011 12:53
 
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Es 3,13-20
Io sono colui che sono! Io-Sono mi ha mandato a voi.



La prima lettura ci dà una rivelazione misteriosa di Dio, e gli esegeti non si stancano di ricercare il senso preciso di questa espressione, discutono indefinitamente per sapere che cosa significa questo "éheyé asher éheyé", come si dice in ebraico. "Io sono colui che sono", "io sono chi sono", e altre traduzioni ancora sono possibili, ma è certo che Dio in seguito nomina se stesso come "IoSono": "Dirai agli Israeliti: "IoSono" mi ha mandato a voi". il nome di Dio è misterioso: "IoSono". Egli non può rivelarsi se non così all'uomo, in prima persona: "Io sono". Questa è senza dubbio la più profonda rivelazione di Dio. Dio non può essere nominato come un oggetto; è lui che deve "nominarsi" nella nostra vita, è lui che fa sentire la sua presenza, è lui che rivela il suo essere: "IoSono". E non si può parlare di Dio in altro modo, bisogna che sia lui a parlare di sé. "IoSono mi ha mandato a voi". E continuamente nella vita egli dice a noi, come ha detto a Mosè: "IoSono".
"Io sono". Questo lo mette nello stesso tempo lontanissimo e vicinissimo a noi. Molto lontano perché questa affermazione: "Io sono" è il contrario di quello che noi possiamo dire di noi stessi. Noi non possiamo che constatare i limiti del nostro essere e continuamente siamo chiamati a dire: "Io non sono". Se siamo sinceri, dobbiamo confessare che veramente non siamo. Siamo talmente limitati, talmente deboli, talmente impotenti! In ogni momento dobbiamo convenire di non essere all'altezza degli avvenimenti, di non essere capaci di fare ciò che sarebbe necessario, di non essere fedeli, di non essere generosi. E Dio, all'opposto, dice continuamente: "Io sono", senza limite alcuno. E la sua rivelazione. E dunque molto diverso da noi. E nello stesso tempo ci è vicinissimo, perché dicendo: "Io sono" dice: "Io sono qui, Io sono presente, sono vicino a te, sono con te". Infatti in questo testo egli si rivela come il Dio dei padri, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, come colui che vuol liberare, colui che vuol far cessare l'oppressione, che vuol far uscire il suo popolo dall'Egitto dove è umiliato, verso il paese dove scorre latte e miele. La presenza di Dio è una presenza intima, soccorrevole.
"Io sono". Possiamo contare su di lui: questo "Io sono" illimitato è nello stesso tempo un "Io sono con te", come egli dice in altri testi.
Questa misteriosa parola, "Io sono" è stata ripresa da Gesù per rivelare in modo paradossale di essere egli stesso Dio. Ha detto ai suoi avversari: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono" (Gv 8,28), e ancora: "Se non credete che Io Sono morirete nei vostri peccati". L'adesione a questa rivelazione di Dio è radicalmente indispensabile per uscire dai nostri peccati, per uscire dai nostri limiti umani. Al momento del suo arresto Gesù ha ripetuto ancora questa parola. Nel Vangelo di Giovanni la si deve chiaramente comprendere come una manifestazione della sua divinità. "Gesù si fece innanzi e disse loro: "Chi cercate?". Gli risposero: "Gesù, il Nazareno". Disse loro Gesù: "Sono io!"". Come succede spesso nel Vangelo giovanneo, queste parole hanno il significato ordinario: "Gesù di Nazaret sono io" e nello stesso tempo un significato più profondo: "Io Sono, in unione con il Padre".
Gesù si è dunque rivelato come il Nome del Padre, e si è rivelato, paradossalmente, nel momento in cui, in un certo senso, egli si spogliava della sua divinità per essere soltanto un uomo che soffre. Ma così egli ha realizzato in un modo più profondo la presenza di Dio al centro dell'esistenza umana.
Così egli ha dato un profondo significato al suo invito: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo su di voi; imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".
Perché è dolce il giogo del Signore Gesù, perché il suo carico è leggero?
Possiamo rispondere: perché "Io Sono", Gesù, ha portato la presenza di Dio fino al fondo della nostra miseria, morendo sulla croce per noi e con noi, prendendo su di sé tutti i nostri dolori. Da allora possiamo davvero ascoltare la parola di Dio: "Io Sono! " in qualunque circostanza. Per quanto oppressi siamo, possiamo, dobbiamo sentire Gesù che ci dice: "Io sono! Sono vicino a te, sono con te in questa difficoltà, in questa angoscia. Non c'è angoscia umana che mi rimanga estranea, perché Io sono per sempre nel cuore dell'angoscia umana". Ecco perché il carico del Signore è leggero: si è sempre in due a portarlo, perché egli lo porta con noi.
"Io Sono". In Gesù il Dio lontano, il Dio diverso, si è fatto vicino, si è identificato con noi per poterci dire: "Io sono con te, Io, il Dio che era, che è, che sarà".
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