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Dialoghi o descrizioni?

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2011 14:38
Autore
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Post: 35
Utente Junior
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21/05/2011 15:43
 
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Ciao a tutti! :D
Vado subito al punto: in un racconto, preferite che ci siano descrizioni in abbondanza o dialoghi?
Ultimamente sto rivalutando l'importanza dei dialoghi: sono passata dalle descrizioni chilometriche e straripanti di aggettivi, al minimalismo e alla scorrevolezza dell'azione ''dinamica'', azioni che - a mio parere - possono essere rese soltanto con l'ausilio dei dialoghi.
La mia domanda, però, nasce dal dubbio che, troppi dialoghi, portino il lettore a non immedesimarsi emotivamente con i personaggi e che, alla fine, si finisca per redigere una sorta di ''lista della spesa''.
Preferite una narrazione veloce o uno stile che si sofferma più sulle descrizioni? E, secondo voi, le descrizioni rallentano un racconto o lo rendono solo più coinvolgente?
Post: 898
Utente Senior
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21/05/2011 16:01
 
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Re:
_StoryTeller_, 21/05/2011 15.43:

Ciao a tutti! :D
Vado subito al punto: in un racconto, preferite che ci siano descrizioni in abbondanza o dialoghi?
Ultimamente sto rivalutando l'importanza dei dialoghi: sono passata dalle descrizioni chilometriche e straripanti di aggettivi, al minimalismo e alla scorrevolezza dell'azione ''dinamica'', azioni che - a mio parere - possono essere rese soltanto con l'ausilio dei dialoghi.
La mia domanda, però, nasce dal dubbio che, troppi dialoghi, portino il lettore a non immedesimarsi emotivamente con i personaggi e che, alla fine, si finisca per redigere una sorta di ''lista della spesa''.
Preferite una narrazione veloce o uno stile che si sofferma più sulle descrizioni? E, secondo voi, le descrizioni rallentano un racconto o lo rendono solo più coinvolgente?




Dipende da cosa vuoi far percepire al lettore.
Il troppo stroppia da entrambe le parti. Io opterei per un linguaggio scorrevole. I dialoghi bisogna saperli mettere nel punto giusto (non amo le storie stile copione)
Le parti ridondanti potrebbero avere l'utilità di rallentare la scena (se sono queste le intenzioni delo scrittore).
Se 'mostri' invece di 'raccontare', dovresti riuscire a giocare meglio con le parole.

I'm a PLOTTER. This does means i can write well when i have already planned the whole story/fiction, and when i already know characters and settings.

I vaccini causano il cancro ai gatti. Pensaci, prima di vaccinare il tuo!
- Il Vero Conservatore si guarda bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il Vero Conservatore intende “continuare mantenendo”, e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. (Manifesto dei Conservatori)
- Che il sultano mantenga le tradizioni nella propria terra, ma non tenti di imporle ad altri regnanti. (Vlad Țepeș)
- Non si deve giudicare ciò che non si conosce. Ma una volta acquisita la conoscenza, non siamo obbligati a giudicare in positivo. (Ali - NORDLYS - Sacco)
Post: 630
Utente Senior
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21/05/2011 16:30
 
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In media stat virtus!
Post: 936
Utente Senior
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21/05/2011 17:42
 
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Esattamente.
Per quanto mi riguarda i dialoghi sono da sempre il punto di forza dei miei lavori e hanno in essi una parte fondamentale. Un tempo a scapito delle descrizioni, adesso ho imparato a dosare le due cose in modo da creare un equilibrio.
Comunque, tra un bel dialogo vivace e una buona descrizione, preferisco nettamente il primo.
Post: 33
Utente Junior
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21/05/2011 20:13
 
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Non ci avevo mai pensato e credo di preferire le descrizioni, se così si può dire, o almeno di dedicare più spazio alle descrizioni che ai dialoghi (che, comunque, sono d'importanza cruciale)

Devo dire che tendo ad essere abbastanza stringata nei dialoghi, non mi piacciono quelli lunghissimi, da psicanalisi.
Mi spiego: un dialogo può essere lungo due pagine se serve, ma credo di non apprezzare quei dialoghi in cui i personaggi descrivono nel dettaglio le sensazioni, spiegano le loro emozioni, fanno una sorta di psicanalisi di quello che succede, di quello che provano e così via. Non li trovo realistici. A questo punto meglio un bel monologo.
Post: 1.047
Utente Veteran
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21/05/2011 22:57
 
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Mi spiego: un dialogo può essere lungo due pagine se serve, ma credo di non apprezzare quei dialoghi in cui i personaggi descrivono nel dettaglio le sensazioni, spiegano le loro emozioni, fanno una sorta di psicanalisi di quello che succede, di quello che provano e così via. Non li trovo realistici. A questo punto meglio un bel monologo.


Un monologo parlato, intendi, o i pensieri del personaggio?
Nella realtà, i monologhi sono piuttosto rari, la gente parla sempre a un interlocutore, magari una semplice spalla.
Usualmente, nei dialoghi veri, le frasi non sono nè troppo lunghe, nè ininterrotte, nè necessariamente ineccepibili come costruzione.
Di solito i dialoghi letterari sono abbreviati rispetto a quelli reali, soffermandosi su ciò che è utile alla trama e alla caratterizzazione e tagliando il resto. Insomma, è possibilissimo che una conversazione reale duri due ore, ma in un racconto o un film non sarà mai così.
MaxT
Post: 33
Utente Junior
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22/05/2011 00:23
 
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MaxT.M, 21/05/2011 22.57:


Di solito i dialoghi letterari sono abbreviati rispetto a quelli reali, soffermandosi su ciò che è utile alla trama e alla caratterizzazione e tagliando il resto. Insomma, è possibilissimo che una conversazione reale duri due ore, ma in un racconto o un film non sarà mai così.
MaxT






Sì, hai ragione. Un dialogo reale può durare delle ore *immagina certe sue telefonate* e sarebbe alquanto noioso riportarlo su testo, ma mi è capitato di trovarmi a leggere dialoghi improbabili.
E' chiaro che, parlando con qualcuno, i pensieri si possono chiarire e si può analizzare un argomento, ma ho letto dialoghi in cui i protagonisti analizzavano, non so, le ragioni che li spingevano ad amarsi quasi fossero due analisti a lavoro. Addirittura cose dette nel corso di scene di passione, quando molto spesso più che parlare si agisce.
Mi sembravano davvero inopportuni. Avrei preferito una descrizione delle sensazioni del personaggio, dei pensieri o anche una descrizione dei gesti e delle azioni, senza stare lì a motivare ogni cosa. Questa è una questione di gusti, ovviamente.

Poi c'è da dire che i dialoghi reali possono essere lunghissimi, ma non portare a nulla di concreto ed essere, come dici tu, incompleti, frammentati e non necessariamente ineccepibili.

Post: 869
Utente Senior
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22/05/2011 12:43
 
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Un buon mix di entrambe le cose, una narrazione in cui prevalgono i dialoghi e c'è poco contorno descrittivo di solito mi annoia, ammetto che tra le due cose preferisco piuttosto il contrario, una scrittura elaborata e ricca che in genere risulta pesante, dato che a me succede l'esatto opposto, trovo pesante la scrittura troppo semplice, lo ammetto >_<
Però ecco, appunto, l'ideale è un buon insieme di dialoghi e descrizioni. una cosa equilibrata insomma ^^
Post: 95
Giudice*
Utente Junior
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22/05/2011 14:24
 
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Preferisco sempre un certo equilibrio tra le due cose, dal momento che le reputo ugualmente importanti per la buona riuscita di una storia.
Tuttavia, se proprio dovessi scegliere fra un dialogo lungo o una descrizione ampia, sceglierei il dialogo: ma si deve principalmente al fatto che da lettrice fatico a mantenere l'attenzione su una descrizione chilometrica, quindi una cosa del tutto soggettiva :D
Post: 59
Utente Junior
********************
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22/05/2011 15:57
 
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Secondo me è un punto di partenza in qualche modo sbagliato voler 'dividere' le due cose.

Un 'dialogo' nella realtà non è mai solo parole, ma anche gesti ed espressioni. Provatevi a leggere anche il dialogo più intenso del mondo senza dargli un'interpretazione, e vi accorgerete che non dà nessun tipo di emozione se viene privato della sua emotività 'recitativa'.
Sarà assai difficile per uno scrittore poter trasmettere il tono del suo scambio di battute se non spende neanche una parola a descrivere il modo in cui le parole vengono dette.

Anche perchè se si scrive un dialogo filato, senza pause nè descrizioni, tutte le frasi saranno agli occhi del lettore della stessa importanza. Niente avrà un particolare pathos per il lettore, che non riesce, non può, e soprattutto non deve inventarsi da zero il clima di uno scambio di battute, ma dovrebbe in qualche modo essere guidato dallo scrittore nella direzione desiderata.

Una buona scrittura è quella che riesce a farti 'vedere' una scena, raccontandoti il tono della voce, il clima, l'atteggiamento e le parole nella giusta sequenza e nella perfetta misura, in modo che il lettore non si accorga nemmeno della differenza, costruendo nella sua testa la scena completa di audio e video durante la lettura.

Non ci sono 'dialogo' e 'descrizione' se una cosa è scritta bene.
C'è la scena. Che è fatta di parole ed espressioni.
[Modificato da (Roxe) 22/05/2011 16:01]
Signore fammi buona... Ma non oggi. Cliccare sul coniglio porta bene.
Post: 899
Utente Senior
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22/05/2011 16:05
 
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Io penso ad Angela Carter che descrive qualsiasi cosa con una vivacità impressionate, poi penso a un libro come "Cosmetica del nemico" di Amelie Nothomb, che in 120 pagine ha tre paragrafi d'azione e poi è tutto un dialogo...
Ogni autore ha le sue armi e per ogni storia esiste un modo migliore di essere raccontata.


La mia domanda, però, nasce dal dubbio che, troppi dialoghi, portino il lettore a non immedesimarsi emotivamente con i personaggi e che, alla fine, si finisca per redigere una sorta di ''lista della spesa''.



Perché? Sentire parlare il personaggio non te lo fa, anzi, avvertire come più reale o vicino?^^

In generale, credo che uno debba fare quello che gli riesce/gli piace, e quello che è funzionale alla storia. Descrivere perché la maestra delle elementari ci ha detto che è importante metterci i colori, gli odori e i sapori... no. Perché si sente. ;)
Post: 898
Utente Senior
OFFLINE
22/05/2011 19:41
 
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Alcuni consigliano che se c'è qualche problema nello scrivere dialoghi o descrizioni, di provare prima a registrare a voce quello che si vuole scrivere, poi rielaborare. In tal modo potrebbero chiarirsi dei dubbi.

I'm a PLOTTER. This does means i can write well when i have already planned the whole story/fiction, and when i already know characters and settings.

I vaccini causano il cancro ai gatti. Pensaci, prima di vaccinare il tuo!
- Il Vero Conservatore si guarda bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il Vero Conservatore intende “continuare mantenendo”, e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. (Manifesto dei Conservatori)
- Che il sultano mantenga le tradizioni nella propria terra, ma non tenti di imporle ad altri regnanti. (Vlad Țepeș)
- Non si deve giudicare ciò che non si conosce. Ma una volta acquisita la conoscenza, non siamo obbligati a giudicare in positivo. (Ali - NORDLYS - Sacco)
Post: 35
Utente Junior
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25/05/2011 23:33
 
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Grazie mille a tutti per le risposte, mi sono state molto utili! :)

x Alice Sacco

Grazie per il consiglio! In effetti, non ci avevo mai pensato, e credo sarebbe interessante fare un'esperimento del genere, anche solo per vedere cosa ne esce fuori!

x Harriet

Non so. Sono sempre stata un'estimatrice delle descrizioni chilometriche e dell'introspezione e, al momento, restano i miei metodi preferiti per presentarlo al lettore. D'altro canto, amo l'immediatezza dei dialoghi, che - a mio parere - rendono molto più scorrevole un testo rispetto ad una descrizione di tre pagine scritta in Georgia 7 (esempio estremo xD).
Scusami se sono stata un (bel) po' contorta, ma sono appena tornata a casa e sono un tantino fusa @.@
Se c'è qualcosa di non chiaro, chiedi pure!
Post: 899
Utente Senior
OFFLINE
26/05/2011 00:19
 
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Re:
_StoryTeller_, 25/05/2011 23.33:


x Harriet

Non so. Sono sempre stata un'estimatrice delle descrizioni chilometriche e dell'introspezione e, al momento, restano i miei metodi preferiti per presentarlo al lettore. D'altro canto, amo l'immediatezza dei dialoghi, che - a mio parere - rendono molto più scorrevole un testo rispetto ad una descrizione di tre pagine scritta in Georgia 7 (esempio estremo xD).
Scusami se sono stata un (bel) po' contorta, ma sono appena tornata a casa e sono un tantino fusa @.@
Se c'è qualcosa di non chiaro, chiedi pure!



No, no, tranquilla, ho capito alla grande.^^
E' vero, anche l'introspezione è di sicuro un modo per affacciarsi nel personaggio. Io invece preferisco vederli in azione - e quindi, anche mentre parlano. Sarà che, al contrario di te, io e le descrizioni ogni tanto litighiamo, mentre con i dialoghi ho sempre avuto un buon rapporto.XDDDDD


[Modificato da Harriet 26/05/2011 00:20]
Post: 131
Utente Junior
OFFLINE
26/05/2011 08:40
 
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Sono indispensabili entrambi in egual misura.
Mi spiego...

Se da un lato i discorsi rendono la storia dinamica, dall'altro la descrizione rallenta la storia rendendola più statica, anche se è un'approssimazione veramente molto superficiale (e anche in parte errata).

Una scena di combattimento non è statica, eppure la descrizione si presta meglio alla scena del dialogo, ad esempio.
Dipende molto dalla situazione insomma. Però reputo che si debbano usare tutte e due.

Non ci sono solo le parole dei personaggi all'interno della storia: ci sono le loro espressioni, il circondario, la loro gestualità...

Io non so se riuscirei a leggere una storia fatta solo da dialoghi; ti posso dire però che sono riuscita benissimo a leggere storie scorrevoli senza discorso tra i personaggi...
Post: 785
Giudice*
Utente Senior
OFFLINE
26/05/2011 09:40
 
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Come avete già scritto una dose calibrata di tutti e due.

Devo dire anch'io, comunque, che se son riuscita a sobirmi un testo di tante descrizioni e pochi dialoghi, anche con successo (alcuni autori mettono i dialoghi col misurino) sarebbe per me più strano uno di soli dialoghi... cioè, è praticamente una sceneggiatura. Non so, non ho mai provato.
Son due estremi, per farli bene bisogna essere davvero bravi.
Il mio account EFP


Scrivevo silenzi, notti, notavo l'inesprimibile, fissavo vertigini.

Arthur Rimbaud





Post: 577
Giudice
Utente Senior
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26/05/2011 15:00
 
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Sono d'accordo anch'io con chi dice "una dose calibrata di tutti e due".
Per quanto mi riguarda punto maggiormente sulle descrizioni, o almeno ci provo: non sono molto brava in questo e cerco di migliorarmi come posso. Molte volte, ad essere sincera, traduco un dialogo in discorso indiretto libero perché, magari, in quel punto, un dialogo non starebbe bene. Quindi, forse, nonostante sia convinta di quel che ho detto, a volte tendo a dare maggior spazio alle descrizioni a scapito dei dialoghi... ma quando i dialoghi servono ce li metto eccome [SM=g27990] . Per questo, quoto anche chi ha detto "dipende dalla storia"
[Modificato da (setsuna) 26/05/2011 16:54]
veronica85 su EFP

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Post: 96
Utente Junior
OFFLINE
26/05/2011 16:06
 
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Io in genere preferisco i dialoghi, ma neanche a me piacciono le storie stile copione. Un minimo di descrizione ci deve sempre essere per non rendere la storia noiosa e piatta e i personaggi più verosimili. In definitiva, secondo me ci deve essere un equilibrio tra le due cose, anche se io non penso di averlo trovato nei miei racconti [SM=g27990]



ForumFantasy

Post: 558
Utente Senior
OFFLINE
30/05/2011 21:17
 
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Tendo a trovare molto facile scrivere in prima persona immedesimandomi con un personaggio, lo vedo molto vicino a me e inoltre riesco a mantenermi il meno OOC possibile.
D'altro canto quando entro in trance e sono il personaggio è normale che non descriva ogni diamine di cosa che dovrei vedere ogni cristo di giorno...
Per esempio, tu che vivi la tua vita, non è che quando entri nella tua stanza pensi "la mia stanza è tutta rosa con un letto a sud" o qualcosa del genere, a meno che invece di un flusso di coscienza realistico tu non voglia rendere palese l'intento di "raccontare" a qualcuno le tue vicende, la qual cosa vanifica in parte l'immediatezza della prima persona perché mette fra le vicende e il lettore una parete, ossia il narratore che pur vivendo i fatti in prima persona si comporta come se volesse narrarti la vicenda sapendo che tu sei lì ad ascoltare. Insomma rischi più facilmente di raccontare invece di mostrare (infatti chi narra in questo modo tende anche a scrivere qualcosa tipo "combattei contro Odino" oppure "odino tentò di colpirmi ma lo evitai" senza far sentire davvero al lettore cosa si prova, ben diverso dallo spontaneo e sensuale mostrare di un personaggio che parla in prima persona senza porsi come narratore Papà Castoro: "Odino levò la sua spada e la sua lama lampeggiò riflettendo il sole. Questo mi indusse a chiudere gli occhi e lacrimare, scartai di lato e i calzari scricchiolarono contro la ghiaia").
Questo papiro per dire che, quando scrivi in prima persona, automaticamente sei povero di descrizioni e devi adottare alcuni stratagemmi a volte banali ma se ben usati efficaci: invece di dire "odino era alto 180 e aveva grandi occhi neri" lo comunichi in modo utile alla vicenda: "torreggiò su di me oscurando il sole. Non riuscii a distogliere lo sguardo dai suoi occhi severi, che sembravano inghiottirmi come pozzi senza fondo" (oh, ovviamente fa schifo ma l'ho buttata lì xD).
Quindi utilizzo molti dialoghi e poche descrizioni mirate.
--------------------------



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LE MIE STORIE

http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=14804


Il 92% dei teenagers ascolta musica Rap o Hip Hop.

Solo l'8% dei ragazzi ascolta musica Rock o Punk.
Inserisci questa frase nella tua firma se sei fra questo 8%!!!



Mi domando chi definì l'uomo un animale ragionevole. È la definizione più temeraria che conosca. L'uomo ha molte caratteristiche ma non è ragionevole.
[Oscar Wilde]


IMPERATRICE DEMOCRATICAMENTE ELETTA DELLO YAOI SARDO

(che è più perverso degli altri)



LEGA VAMPIRO MERIDIONALE

(succhia anche le rape)

Post: 884
Utente Senior
OFFLINE
06/06/2011 13:41
 
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Io penso che debba esserci un equilibro tra descrizioni e dialoghi.
Quando c'è qualcosa da presentare bisogna descrivere, se si vuole portare avanti la storia o mostrare il rapporto tra due personaggi ci va il dialogo, a seconda delle situazioni.
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