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LA "SELEZIONE NATURALE"

Ultimo Aggiornamento: 17/08/2022 18:12
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11/07/2010 22:31
 
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Fausto Carioti su "Libero"
Articoli CR - Evoluzionismo
CR n.1120 del 5/12/2009

La stessa comunità scientifica è tutt'altro che concorde con le ipotesi sviluppate
da Charles Darwin nell'Origine delle specie. La novità è che molti di questi
scienziati adesso iniziano a rendere pubbliche le loro critiche. Un libro importante
uscirà nei prossimi giorni per le Edizioni Cantagalli. Si intitola (e il titolo già dice
tutto) Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi, ed è stato curato da Roberto de
Mattei, Vice Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il volume, che
"Libero" ha potuto leggere in anteprima, raccoglie gli interventi tenuti in un
convegno a porte chiuse che si è svolto a Roma lo scorso febbraio nella sede del
Cnr. Unoccasione che ha visto a confronto biologi, paleontologi, fisici, genetisti,
chimici, biologi e filosofi della scienza di livello internazionale.
La tesi illustrata 150 anni fa da Darwin e portata avanti dai suoi epigoni è
riassumibile in tre assiomi. Primo: «Tutti gli esseri organici che hanno vissuto su
questa terra sono derivati da una singola forma primordiale, nella quale la vita è
stata per la prima volta infusa» (come scritto dallo stesso Darwin nellOrigine
delle specie). Secondo: la selezione naturale è stata «il più importante, anche se
non esclusivo, strumento di modificazione» attraverso il quale le forme di vita più
complesse si sono evolute da quelle più semplici. Terzo, non esiste alcun
"progetto": le mutazioni sono casuali e alcune rendono certi individui più adatti
alla sopravvivenza; trasmettendole ai loro eredi, rendono possibile levoluzione.
Un corpus teorico che, secondo i documenti che il Cnr sta per rendere pubblici,
fa acqua da tutte le parti. Il fisico tedesco Thomas Seiler mette il darwinismo alla
prova della seconda legge della termodinamica, secondo la quale lentropia, che
può essere definita come il caos in natura, non può mai diminuire. E «l'ipotetico
emergere della vita da processi materiali indiretti, come suggerito dalla teoria
evoluzionistica, non è conforme» a questa legge. Ma anche «la successione di
piccole variazioni genetiche che portano alla costruzione di un organo
completamente nuovo tramite selezione naturale», prevista dal darwinismo, «è
un processo da escludere di entropia decrescente». Non a caso, nota Seiler,
malgrado siano stati descritti più di 1,3 milioni di tipi di animali, «nessun
organismo mostra segni di essere in evoluzione verso una complessità
maggiore. Come previsto, lentropia biologica non sta diminuendo». Insomma, la
fisica stessa si ribella allipotesi darwiniana.
Levoluzionismo presuppone inoltre lunghissimi tempi geologici, nei quali ­ come
affermano i suoi sostenitori, «limpossibile diviene possibile, il possibile probabile
e il probabile virtualmente certo». La sequenza degli strati dei fossili marini, ad
esempio, secondo i darwinisti confermerebbe processi durati milioni di anni. Ma il
paleontologo francese Guy Berthault sostiene che, calcolato con nuovi metodi
più attendibili, il periodo di sedimentazione dei fossili si rivela assai più breve di
quanto creduto sinora e il tempo degli sconvolgimenti geologici si accorcia
drasticamente. Tanto da essere «insufficiente per levoluzione delle specie, come
risulta concepita dai sostenitori dellipotesi evoluzionista».
Dominique Tassot, che in Francia dirige il Centre dEtudes et de prospectives sur
la Science, invita a non confondere tra «micro-evoluzione» e «macro-
evoluzione». Nel primo caso rientrano le mutazioni adattative accertate, che
riguardano caratteri secondari come il colore, lo spessore della pelliccia di un
animale, l'altezza, la forma del becco e così via. Ma «è paradossale», sostiene,
«estendere il significato della parola "adattamento" per indicare levoluzione di
nuovi organi del corpo», come «il passaggio dalle squame alle piume o dalle
pinne alle zampe», esempi di macro-evoluzione: fenomeno «che manca di
qualsiasi verifica empirica o di base teorica».
Il genetista polacco Maciej Giertych sottolinea che «siamo a conoscenza di molte
mutazioni che sono deleterie» e anche «di mutazioni biologicamente neutrali»,
ma le cosiddette «mutazioni positive», che consentirebbero levoluzione delle
specie, «sono più un postulato che una osservazione». Lesempio che più di
frequente viene fatto, ladattamento di certe erbacce al diserbante atrazina, «in
nessun modo aiuta a sostenere la teoria dell'evoluzione», perché si tratta di un
adattamento «positivo soltanto nel senso che protegge funzioni esistenti», ma
«non fornisce nuova informazione, per nuove funzioni o organi». A conti fatti,
secondo Giertych, «l'evoluzione dovrebbe essere presentata nelle scuole come
un'ipotesi scientifica in attesa di conferma, come una teoria che ha sia sostenitori
che oppositori. Per di più, sia gli argomenti a favore della teoria che quelli
contrari dovrebbero essere presentati in modo imparziale».
La verità, banale e meravigliosa allo stesso tempo, è che, come scrive de Mattei,
«dal punto di vista della scienza sperimentale, entrambe le ipotesi sulle origini,
sia l'evoluzionista che la creazionista, sono inverificabili. Su questi temi ultimi non
è la scienza, ma la filosofia, a doversi pronunciare».
[Modificato da Credente 11/07/2010 22:35]
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