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An education (Lone Schefrig, 2009)

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2010 01:59
10/02/2010 01:59
 
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Twickenham, 1961: Jenny, sedicenne modello dagli ottimi voti a scuola (fuorché in latino), sogna Oxford e Parigi finchè incontra David, un uomo affascinante col doppio dei suoi anni, che le fa cambiare totalmente vita e prospettive.
Dal memoriale della giornalista inglese Lynn Barber, che raccontava una vicenda a lei realmente accaduta, quel furbacchione di Nick Hornby ha tratto la sua prima sceneggiatura cinematografica; la regia è stata affidata alla danese Lone Scherfig che, messi da parte i principi Dogma, si è qui limitata ad una direzione pulita e senza guizzi, perfettamente funzionale al copione. Uno di quei film con cui si va sul sicuro: storia carina e intrigante ma politically correct, attori in parte, morale incorporata e cammei da occhiolino al pubblico (la preside Emma Thompson). Cos’ha di diverso da qualsiasi altra educazione sentimentale fin qui incontrata nelle nostre vite di cinefili? Ben poco, il che comunque non impedisce ad “An education” di guadagnarsi la sufficienza col mestiere e l’olio di gomito con cui affronta e supera i temi classici del genere (il primo amore, la scoperta di sé, le prime dolorose scelte tra dovere e piacere) senza mai risultare noioso o scontato. Piuttosto, non convincono alcuni passaggi singoli come il ripetuto riferimento all’ebraismo di David, un elemento che non ha alcuna rilevanza nella storia e nei suoi comportamenti, o l’atteggiamento alla carlona con cui sono elencati gli hobby e le passioni di Jenny, messi lì più che altro per fare colore invece che per ispessire il personaggio. Prosegue il malcostume di far interpretare ruoli di adolescenti a donne di oltre vent’anni: la sedicenne Jenny è in realtà Carey Mulligan, 24enne inglese intravista quest’anno anche in “Nemico pubblico” di Mann. Impagabile Alfred Molina nel ruolo del padre. Menzione d’onore per “Smoke without fire” la bellissima canzone di Duffy sui titoli di coda, ingiustamente esclusa dalla corsa all’Oscar.

Voto: 7=



Quando sono stato in RAI mi hanno detto: "Qui ci sono cinque cose su cui non puoi fare battute: la religione, l'omosessualità, le minoranze razziali, gli handicappati e il capo dello Stato". La prossima volta che tornerò in televisione, la prima cosa che dirò sarà "Cristo di un Dio, dice Ciampi, quella checca di un negro è zoppo!" (Daniele Luttazzi)


Ricevo i complimenti
per la mia suoneria
non più per gli occhi verdi
o per la simpatia
(Samuele Bersani - Caramella Smog)

"Avete Sky?"
(Cesare Previti, appena arrivato a Rebibbia)

Ma tu smettila di farti le seghe mentali.
O diventi Cechov.
(Fiki)

http://cinemascope85.wordpress.com - L'ennesimo inutile blog sul cinema

http://tennisblog.blogosfere.it/ - Un blog sul tennis. Ancora più inutile
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