05/12/2008 11:06 |
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Con il passare del tempo la aspettative si ridimensionano Fonte: la Repubblica Milano - 05/12/2008
"I nuovi palazzi? L'Expo?" Tutti regali agli speculatori"
...Il 2015 come pretesto per favorire l'assalto del partito del mattone?
L'Expo non è più una manifestazione di grande rilievo, com'era fino a metà del Novecento. Ora interessa fondamentalmente i costruttori, gli speculatori immobiliari e poco altro...
Marco |
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31/07/2009 11:29 |
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Fonte: corriere.it - di Elisabetta Soglio - 31/07/2009
Ringraziando Newco (FOL) per la segnalazione dell'articolo
Expo, il Piano B abbatte torri e padiglioni
Non arriveranno 27 milioni di visitatori, forse 12 milioni e in gran parte lombardi o comunque italiani
MILANO — Cala l’austerity sull’Expo. La crisi si fa sentire, Saragozza è stato un mezzo flop, i conti dei turisti attesi a Milano 2015 e degli introiti previsti vanno ridimensionati. Per questo, il governo sta pensando ad una ipotesi alternativa, un piano B, all’insegna del risparmio ma in grado comunque di garantire un livello alto all’Esposizione internazionale. Meno soldi da spendere in strutture, insomma, più sobrietà come impongono il momento e il tema scelto, quello dell’alimentazione e della sostenibilità ambientale.
La cartellina datata 30 giugno, con tanto di cifre, raffronti e considerazioni, è già anche sulla scrivania del ministro Giulio Tremonti e riassume il lavoro svolto da una cordata di rappresentanti del mondo dell’imprenditoria e della finanza uniti da una stessa preoccupazione: che il progetto originario di Expo sia troppo ambizioso. I primi numeri rivisti sono quelli dei turisti attesi: a Saragozza ne sono arrivati poco più di 5 milioni, la metà di quelli aspettati. Così a Milano non caleranno 27 milioni di ospiti: saranno forse 12, la maggior parte dei quali lombardi o comunque italiani. Una preoccupazione talmente diffusa che sempre più iscritti si erano convertiti al partito dei pentiti: di quelli, insomma, che pensano «magari avesse vinto Smirne».
Ma, oltre al fatto che i concorrenti turchi benedicono il giorno in cui i giudici dell’Expo decretarono la loro sconfitta, la locomotiva è ormai in corsa e non può essere fermata. Avanti, dunque. Ma in un altro modo. Prendiamo i conti. La spesa prevista per Expo supera i 3 miliardi di euro per le aree espositive, gli alberghi, i collegamenti e la gestione dell’evento: le cosiddette opere essenziali. Denaro che verrà sborsato da Stato, enti locali, Camera di commercio e privati. Ma si può risparmiare, valorizzando tra l’altro lo spirito incarnato dal tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita» sicuramente proiettato su un’attenzione al sociale e ai bisogni dei Paesi meno sviluppati. Come? Anzitutto rivedendo l’ipotesi di una maxi struttura sull’area già individuata, che tra l’altro all’indomani di Expo potrebbe trasformarsi in una cattedrale nel deserto inutile e inutilizzata. Gli stand potrebbero così venire ospitati negli spazi di Rho-Pero, magari ampliati, facendo contratti di un anno per trasferire le manifestazioni espositive in calendario in altre città italiane, che a loro volta sarebbero valorizzate e riprenderebbero ossigeno in un momento di crisi generalizzata. Sul terreno destinato all’Expo andrebbe invece realizzato un prefabbricato sicuramente meno costoso: alla fine del 2015, dunque, la struttura potrebbe venire smontata e trasportata in Paesi in via di sviluppo con cui, grazie ad Expo, sono stati fatti contratti di collaborazione: per realizzare una scuola, un ospedale, un centro per bambini senza famiglia e altro ancora.
Il piano B prevede poi la rinuncia a tutto quanto fa spettacolo: le torri (per altro, ipotesi già accantonata), le scenografie, le musiche, il catering. Meglio concentrarsi sulle opere che resteranno alla città, a partire dalle infrastrutture viarie ma senza allargarsi troppo: la M6, per intendersi, resta nel cassetto e anche sulla linea 4 ci sono forti dubbi rispetto alla sostenibilità economica. Unica concessione potrebbe essere il salvataggio del progetto delle vie d’acqua, che tra l’altro piace molto a Umberto Bossi. Tradotto in euro, il risparmio sarebbe di oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro. Soldi che al limite, se si trovano davvero, potranno essere destinati a investimenti per il futuro: per mandare i nostri ragazzi a studiare all’estero oppure per creare quell’artigianato specializzato di cui Milano ha molto bisogno e che potrebbe segnare il rilancio produttivo di una città ormai abbandonata dall’industria.
È chiaro che dietro alla vicenda si muove anche la politica. E questo nuovo asse in formazione avrebbe, attraverso il ministro Tremonti, la benedizione di Bossi e del suo luogotenente in Lombardia, Giancarlo Giorgetti. Un asse che parla più al governatore Roberto Formigoni che al sindaco Letizia Moratti. E lo schieramento si capirebbe anche dalla ripartizione dei ruoli: con Formigoni che potrà gestirsi le infrastrutture, la società di Lucio Stanca che gestirebbe la parte organizzativa e il marketing, il governo che reggerebbe i cordoni della borsa e darebbe la linea all’evento. E la Moratti? Di certo il sindaco continuerà ad avere il ruolo di ambasciatrice di Expo e terrà i contatti con le altre nazioni. Per il resto, come dice qualcuno con una punta di veleno, «non le lasceranno neppure da scegliere il colore dei cappellini».
Vedi anche:
Expo 2015 - alcuni articoli a confronto
Milano, il libro dei sogni dei progetti urbanistici (Fonte: la Repubblica - Affari & Finanza - 26/10/2009)
Marco [Modificato da marco--- 26/10/2009 22:54] |
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22/05/2010 20:08 |
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La crisi arriva anche per Expo 2015. Avrà meno risorse
23/05/2010
L’esposizione di Milano si avvia a ridurre il budget.
"Consapevoli della difficile situazione macroeconomica, vogliamo essere partecipi degli sforzi della nostra economia e cercare di essere quanto più efficienti possibile".
Lo ha detto l'ad di Expo 2015, Lucio Stanca, aggiungendo che “dobbiamo cercare di contenere anche le spese per viaggi, trasferte e comunicazione.
E' necessaria una gestione oculata delle spese".
Ma i tagli arriveranno anche per le altre voci, prima tra tutte quella da 200 milioni che riguarda l’acquisto delle aree dove sorgeranno i nuovi paglioni.
L’annuncio della manovra finanziaria d’emergenza del ministro Tremonti sta modificando i progetti iniziali e anche il sindaco di Milano annuncia minori stanziamenti.
''I risparmi vanno fatti ma certamente non per tagliare i progetti di cooperazione'' ha detto Letizia Moratti dopo il commento di Lucio Stanca.
E si è impegnata a sollecitare il governo per lo sblocco dei fondi non ancora versati |
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02/06/2010 21:53 |
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No Expo, Milano non è una vetrina (Fonte: terranews.it - di Ylenia Sina - 02/06/2010)
Ogni anno fino al 2015. Il festival No expo rilancia l’appello «per costruire una rete delle resistenze locali e disegnare un’altra Milano». Si è concluso domenica negli spazi del centro sociale Fornace di Rho, luogo nevralgico nella trasformazione urbana targata Expo 2015, con una serata di musica e spettacoli, il primo appuntamento territoriale dedicato all’analisi delle conseguenze dell’esposizione universale sull’area e alle possibilità di resistenza dal basso. Si è iniziato venerdì pomeriggio con la presentazione del giornale No expo, alla sua quarta edizione, punto di partenza per una riflessione sul mediattivismo e sulla necessità di una controinformazione capace di far circolare notizie e saperi, per proseguire con la presentazione del referendum per l’acqua pubblica, come prima importante battaglia a difesa dei beni comuni.
Sabato, in mattinata, due diversi incontri: un workshop dal titolo “Energia e rifiuti: il business per pochi, la salute per tutti” e una tavola rotonda sul piano di governo del territorio di Milano in relazione a Expo 2015. Nel pomeriggio un’assemblea sul tema “Emergenza, grandi opere e grandi eventi: dalla resistenza all’autogoverno dei territori e dei beni comuni” che ha visto la partecipazione di movimenti da tutta Italia. Il terzo giorno la discussione si è spostata invece sulle problematiche locali, protagonista il tema dell’agricoltura in prossimità di Milano con un sottotitolo significativo, “sfamare la città, sostenere i piccoli produttori”.
Scenario di ogni discussione la crisi economica in corso, soggetto del workshop “Città e territorio al tempo della crisi” di domenica pomeriggio. Di qui la necessità di elaborare una riflessione sul welfare e sul reddito «in una realtà metropolitana molto ricca ma piena di contraddizioni sociali: dalla precarietà alla devastazione ambientale fino ad arrivare allo smantellamento della componente industriale. Il tutto a favore della speculazione immobiliare e delle rendita. E l’Expo del 2015 è la grande occasione». |
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04/06/2010 09:29 |
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| | | Post: 7.647 | Sesso: Maschile | Utente semplice | Castellina in Chianti | | OFFLINE |
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30 denari per un bacio d'addio
clicca per ingrandire
[Modificato da (sylvestro) 04/06/2010 09:30] |
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27/06/2010 23:35 |
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| | | Post: 8.844 | Sesso: Maschile | Utente semplice | Castellina in Chianti | Building Site Hunter con le palle | | OFFLINE |
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che ne pensate di questo? e' finito su beppegrillo.it
PS: magari per qualcuno il tizio "si presenta male", ma a noi interessa quello che dice, no?
il limite semmai e' che manca un po' il think global...
insomma: per diverse cose che dice
poi vedete voi...
[Modificato da laplace77 28/06/2010 00:08] |
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01/09/2010 15:54 |
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| | | Post: 664 | Città: APRILIA | Età: 54 | Sesso: Maschile | Utente semplice | Attico | | OFFLINE | |
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Expo Milano addio. Spunta Smirne
«... L'alternativa è: fare una brutta figura adesso, o farla al momento dell'inaugurazione dell'avvenimento? ...»
Tranquilli: riusciremo a superare anche questo momento di esitazione per imboccare senza indugio la strada sbagliata.
fabio |
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01/09/2010 16:01 |
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| | | Post: 8.592 | Sesso: Maschile | Amministratore unico | | OFFLINE |
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Re: Expo Milano addio. Spunta Smirne fabio_c, 01/09/2010 15:54:
«... L'alternativa è: fare una brutta figura adesso, o farla al momento dell'inaugurazione dell'avvenimento? ...»
Tranquilli: riusciremo a superare anche questo momento di esitazione per imboccare senza indugio la strada sbagliata.
fabio
Ottimo contributo, grazie per l'aggiornamento!
Sul commento penso che tu abbia ragione!
Marco [Modificato da marco--- 01/09/2010 16:03] |
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02/09/2010 17:07 |
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| | | Post: 2.041 | Età: 46 | Sesso: Maschile | Utente semplice | Ranch in Texas | | OFFLINE |
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02/09/2010 17:37 |
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| | | Post: 7.647 | Sesso: Maschile | Utente semplice | Castellina in Chianti | | OFFLINE |
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Expo 2015: Moratti dichiara infondata la notizia del subentro di Smirne a Milano
02/09/2010
- Smirne non strapperà a Milano l'organizzazione dell'esposizione universale del 2015.
Lo conferma Letizia Moratti, sindaco di Milano e commissario straordinario di Expo 2015 in risposta all’indiscrezione giornalistica di Italia Oggi: “sono voci messe in giro non si sa da chi e che sono totalmente prive di fondamento”, ed aggiunge, a margine di un incontro pubblico a Palazzo Marino, “c’è un dossier di registrazione firmato dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi e presentato al Bie e non si torna indietro; nessuno può cambiare un percorso che è senza ritorno”.
“L'unica scadenza è per la registrazione, sulla base delle osservazioni del Bie'', ricordando che ad ottobre si avrà l'autorizzazione definitiva per partire con i lavori. |
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16/05/2012 11:29 |
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| | | Post: 8.592 | Sesso: Maschile | Amministratore unico | | OFFLINE |
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L'expo di milano 2015 è solo un inutile spreco di soldi? (Fonte: idealista.it - 16/05/2012)
Da sempre l'expo è visto come una vetrina importantissima per fare conoscere il meglio di un paese e per dare lustro alla città che lo ospita. ma se non fosse così? se l'expo dopo tutto fosse un inutile spreco di soldi? un interrogativo quanto mai attuale e (un poco inquietante) se si pensa alla città di milano in piena fibrillazione per l'expo 2015. fortemente critici verso l'expo in generale, e quello di milano in particolare, sono i due professori di politica monetaria ed economica roberto perotti (docente della bocconi) e marco ponti (docente del politecnico) che hanno mostrato tutte le loro perplessità in un articolo sul sole24ore
Secondo i due esperti, in tempo di internet e di globalizzazione, non ha più senso organizzare un evento di tale portata solo per fare conoscere i prodotti di un paese. è assurdo pensare infatti che in un mondo dove tutto è portata di un click la gente si muova per questa ragione. e non solo. ciò che ancora più importante è che in una città come milano, piena di problemi e con cittadini necessitati di migliori servizi pubblici, si possano destinare fondi ingenti all'expo. forse- suggeriscono i due professori- l'alternativa migliore sarebbe quella di utilizzare i soldi per rendere milano più pulita e per aggiustare le strade
alla fine quindi l'expo si trasforma in un'occasione per distogliere soldi e attenzione dai veri problemi dei cittadini. una scelta coraggiosa sarebbe infatti quella di rinunciare e di utilizzare tali fondi per problemi molto più urgenti. ma la realtà - secondo ponti e perotti- è che spesso per la città che lo ospita diventa un motivo di orgoglio per aver "strappato" l'evento ad altre città. e i tanto decantati effetti positivi sull'economia e sull'immagine di una città sono più che altro soldi facili per i costruttori e per chi si è accaparrato le giuste poltrone. i tanto decantati benefici non sono poi così positivi, senza un'analisi reale e onesta dei benefici alternativi, di cosa potrebbe essere fatto investendo i soldi in altri progetti o semplicemente lasciandoli nelle tasche dei cittadini. |
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20/05/2013 09:25 |
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Milano - Quanto vale l'effetto Expo (Fonte: Corriere Economia - di Gino Pagliuca - 20/05/2013)
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