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Orwell, su quello scoglio è nato 1984

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2009 12:51
11/05/2009 12:51
 
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Ci voleva un’isola deserta lontanissima dal demi-monde londinese per scrivere 1984, il romanzo simbolo del Novecento e della sua tentazione totalitaria. George Orwell trovò Jura, un piccolo scoglio selvaggio nell’arcipelago scozzese delle Ebridi dove il suo amico David Astor, direttore dell’Observer, aveva un cascinale di famiglia, Barnhill.

A maggio 1946 Orwell, braccato dagli editori per il successo della Fattoria degli animali, si appresta al viaggio in treno verso l’Atlantico in compagnia della macchina da scrivere, un letto da campo, un tavolo, qualche pentola. «Una specie di spedizione artica» scriverà all’amico Arthur Koestler. È malato di tubercolosi, ha perduto la moglie Eileen da pochi mesi, l’idea di 1984 lo tormenta dai tempi della guerra civile spagnola e la lotta contro il tempo incalza come la tosse.

Il racconto degli ultimi isolati anni del grande autore inglese e la gestazione del suo capolavoro è custodito negli archivi dell’Observer, il giornale per cui Orwell lavorò dal 1942. Bernhill è in cima a una collina affacciata sui flutti. Quattro stanze, una grande cucina, niente elettricità. Orwell si fa raggiungere dalla sorella Avril e dal figlio adottivo Richard. Una radio a pile è l’unico collegamento con i contemporanei che ha tagliato fuori dalla sua vita.

L’editore Fred Warburg preme, il vento di Jura è impietoso, la malattia galoppa. «Mi sono abituato a scrivere nel letto anche se è scomodo», ammette in una lettera a Astor nell’ottobre 1948. La battaglia per 1984 è alla fine: «Sto lottando con questo libro sanguinario che riguarda lo stato delle cose se la guerra atomica non fosse conclusiva». Vincerà Orwell, allo stremo: il romanzo esce l’8 giugno 1949.

Lui è ormai nel sanatorio di Cotswolds dove, confida a Astor, «Avrei dovuto ricoverarmi almeno due mesi fa». Morirà qui il 21 gennaio 1950. Avril e Richard che lo aspettano a casa sapranno che non tornerà dalla radio a pile nella grande cucina di Barnhill.

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