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DERATTIZZAZIONE - MONITORAGGIO

Ultimo Aggiornamento: 28/01/2009 16:55
25/01/2009 10:48
 
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Che fare ? Esche trattate o non trattate ?
Cari amici, mi sposto qui per approfondire un tema che e' sorto in un'altra sezione del forum e che credo valga la pena trattare!

Il caso e' questo: ...un mio amico ha un capannone (non allego la planimetria ma e' estremamente semplice...in pratica un rettangolo di 20 m x 30m), adibito a transito temporaneo di prodotti alimentari, infatti lui si occupa di logistica. Deve effettuare il monitoraggio per gli infestanti, che l'interpretazioni delle ASL riguardo alla 852, qui a Firenze, danno in pratica per obbligatorio!

Mi sono fatto un giro sul web e devo dire che a seconda dei paesi europei c'e' una interpretazione leggermente diversa !

Nel senso...molte ASL spingono per un monitoraggio effettuato con esche N0N TRATTATE ovvero NON VENEFICHE...d'altra parte la normativa europea in merito e' "giustamente" severa

vedi LINK www.bocconiavvelenati.it/2normat-To.htm

Molti professionisti, invece, preferiscono utilizzare gia' in corso di monitoraggio, le esche venefiche, di modo da eradicare da subito il problema !

Voi cosa mi consigliate di usare ? Quale tipo di Bait station ? Marca ?

E soprattutto....cosa ne pensate ?
[SM=x951804]
[Modificato da mab2 25/01/2009 11:06]
25/01/2009 17:15
 
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Eheh... tu tiri i baffi alla tigre... [SM=g27987]

Pur comprendendo le buone ragioni che stanno alla base delle direttive degli Enti Tutori, peraltro basate sulle teorizzazioni (neanche tanto recenti, se ne parlava già una quindicina di anni fa) di alcuni esperti del campo, continuo ad essere sostanzialmente in totale disaccordo con l'idea del monitoraggio con esche non tossiche.
E questo per evidenti ragioni di carattere pratico.
Lasciare in giro materiale alimentare altamente attrattivo contribuisce sicuramente in minima misura ad attirare i roditori all'interno delle strutture. Le postazioni di esca, seguendo le indicazioni HACCP, solo collocate proprio in prossimità dei Punti Critici di Processo, ovvero delle situazioni a maggior rischio di infestazione.
Un Punto di Controllo contenente esca non tossica, di fatto calamita l'interesse di potenziali intrusi introdottisi nei locali prprio verso i suddetti PCP.
A meno che i controlli ispettivi non vengano fatti a ritmo estremamente serrato, i tempi tra una ispezione alle postazioni e la successiva possono di fatto consentire l'attestarsi di una "testa di ponte" degli infestanti.
Dopodichè ci si rende conto di avere un problema, che va comunque risolto con l'impiego di esche topicide tradizionali, considerando che trappole e altri marchingegni ben di rado sono sufficienti.
Si perde in sostanza del gran tempo solo per "sapere" di avere un problema, e altro tempo aggiuntivo poi per risolverlo.
Tutto ciò ammettendo di operare in condizioni "ideali", il che non corrisponde al 90% e più delle situazioni reali, dove il rischio di infestazione dall'esterno è comunque reale e costante.

Viceversa un monitoraggio effettuato con esche topicide "classiche" mi garantisce, oltre alla segnalazione del problema, anche la sua, quantomeno parziale, risoluzione immediata.

Poi, appunto, discutiamone...
---------------------------------------------
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25/01/2009 21:25
 
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Iniziamo con il dire che, la più “grande derattizzazione” viene espletata dalla natura, quest’ultima con le sue avversità climatiche,(verso ratti/topi) riesce ad eliminare più del 60/70 % dei ratti/topi all’anno.
Per quanto attiene la totale eliminazione dei ratti, rimarrà per sempre una chimera.
In merito hai derattizzanti, sappiamo come il solo utilizzo di esche più o meno tossiche, non risolve il problema, generando esclusivamente effetti provvisori , che quasi sempre costituiscono all’uomo/ambiente danni più gravi di quelli che cagionano gli stessi infestanti. (Riportare una vittoria di Pirro).
Credo sia opportuno che, alla base della pianificazione di un programma di controllo antimurino deve esserci una approfondita cognizione della ecologia ed etologia della specie bersaglio, al fine di poter centrare al meglio l’obbiettivo, e contestualmente ridurre tempi e costi. (comportamenti diversi soprattutto “feeling behavior” tra Rattus rattus, Norvegicus, e Mus Musculus, inoltre, neofobia, e comportamenti abitudinari ecc.non facilitano certamente le operazioni del tecnico disinfestatore).
A mio avviso, un più efficiente programma di risanamento ambientale va oltre al semplice impegno di una Azienda del settore o dai singoli comuni, dovrebbe essere coordinato a più alto livello ossia provinciale e regionale.
Al di là, delle opinioni sui corretti programmi di derattizzazione, rientrando in tema di esca attiva o non attiva, tale tecnica, (esca non attiva onde evitare comportamenti di neofobia) è stata da me utilizzata (con scarsissimo successo) nel comune di …………per poter stabilire in un determinato luogo e tempo, (centro urbano) l’indice della densità murina.(GIS Geographic Information System ovviamente non solo attraverso l’esca inattiva ma aggiungendo un programma integrato.)
Provo dissenso, inoltre, nell’espletamento di derattizzazione calendarizzato, troppi costi molto inquinamento e pochissimi risultati. (la classica derattizzazione psicologica).
Se fossi “costretto” ad un espletamento prestabilito od imposto, consigliere (laddove fosse possibile e nonostante gli eccessivi costi) il posizionamento dei Rat bait box nei punti più strategici ed infestati, al fine di evitare: avvelenamenti a..... accidentali, inquinamento ambientale e contestualmente riduzione dei costi operativi.
Adesso Vi saluto, vado a cenare……credo che, continueremo l’argomento, poiché merita lunga discussione…… [SM=g27990]
[Modificato da (nico63) 25/01/2009 21:33]
26/01/2009 08:38
 
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Partirei da queste due frasi di Nico:

"Iniziamo con il dire che, la più “grande derattizzazione” viene espletata dalla natura, quest’ultima con le sue avversità climatiche,(verso ratti/topi) riesce ad eliminare più del 60/70 % dei ratti/topi all’anno......

A mio avviso, un più efficiente programma di risanamento ambientale va oltre al semplice impegno di una Azienda del settore o dai singoli comuni, dovrebbe essere coordinato a più alto livello ossia provinciale e regionale......."

Bhe! Mi sembra ovvio che nelle nostre citta' non si vedano in giro gli stessi ratti che ho visto nelle strade dell'India, del Vietnam o del Bangladesh. L'applicazione delle "Good Hygiene Practices" diffuse, una rete fognaria ben separata dagli ambienti vivibili ed un buon "waste management" hanno contribuito a ridurre notevolmente il problema. Non dimentichiamoci che un ratto selvatico, che viva nelle fogne, può essere affetto da oltre 30 malattie trasmissibili all'uomo, inclusi il tifo e la peste bubbonica, o la febbre da morso di ratto. Si ritiene comunemente (sebbene la questione sia talvolta messa in discussione) che l'epidemia della Peste Nera, che devastò l'Europa nel XIV secolo, fosse dovuta al micro-organismo Yersinia pestis, portato dalla pulce Xenopsylla cheopis, a sua volta parassita del Rattus rattus. Se questi problemi non ci sono piu' o si sono fortemente ridotti qui da noi, lo dobbiamo non solo alla natura come dice Nico, ma proprio all'azione dell'uomo!

Io personalmente non guarderei il problema esca trattata o meno dal punto di vista solo dell'efficacia, quanto piuttosto da un punto di vista di "sicurezza e responsabilita'" anche del disinfestatore. Nel senso... porre in un ambiente alimentare, sostanze venefiche, es. anticoagulanti,con il rischio che il topo ne trasporti seppur minime quantita', dalla bait station, sugli alimenti, puo' essere un rischio. Anche se oggi so che le bait vengono fatte in modo che l'esca non possa essere portata via dal ratto, ma solo mordicchiata. Ecco, questo e' l'unico vero punto su cui discutere. Tolto questo mi pare ovvio che la soluzione di EFFE di utilizzare direttamente esche trattate sia quella ideale.

P.s. Mi date un consiglio su quale bait utilizzare ?

P.p.s. Questo e' il mio primo approccio vero alla disinfestazione :-)
quindi scusatemi se faro' domande da neofita!
Sono un Biologo, vecchia laurea quinquennale, indirizzo ecologico ambientale, specialista in Igiene. Mi occupo da diversi anni di sicurezza alimentare e rischi biologici negli ambienti di lavoro!



26/01/2009 12:09
 
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Re:
Ciao, mab2 (solo una curiosa coincidenza con la sigla del Moschetto Automatico Beretta?).
Concordo e sottolineo con quanto scrivi:

mab2, 26/01/2009 8.38:


Bhe!Se questi problemi non ci sono piu' o si sono fortemente ridotti qui da noi, lo dobbiamo non solo alla natura come dice Nico, ma proprio all'azione dell'uomo!


Sacrosanto, anche perchè metodi ed obiettivi (Natura e Uomo) sono spesso ... diversi.


... omesso ...
Tolto questo mi pare ovvio che la soluzione di EFFE di utilizzare direttamente esche trattate sia quella ideale.



Piuttosto che "ideale" (in teoria non sarebbe corretto, come giustamente dici tu) direi "ragionevole", con disposizione strategica (e protetta, ma non dovrebbe essere necessario sottolinearlo perchè lo impone, oltre che il buon senso, la legge) delle esche trattate.

Bye,
Livio

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Esistono centonovantatrè specie di scimmie con coda e senza coda; di queste, centonovantadue sono coperte di pelo. L'eccezione è costituita da uno scimmione nudo che si è auto-chiamato Homo sapiens. (D. Morris)
26/01/2009 17:20
 
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....solo una curiosa coincidenza con la sigla del Moschetto Automatico Beretta?

Entrato in produzione nel 1938, il MAB Mod. 38 A è stata un'arma di enorme successo in tutti i continenti....il MAB Mod. 38 A diventa in campo militare, sinonimo di affidabilità e qualità!

Solo coincidenza Livio !
26/01/2009 17:53
 
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Re:
mab2, 26/01/2009 17.20:

....solo una curiosa coincidenza con la sigla del Moschetto Automatico Beretta?

Entrato in produzione nel 1938, il MAB Mod. 38 A è stata un'arma di enorme successo in tutti i continenti....il MAB Mod. 38 A diventa in campo militare, sinonimo di affidabilità e qualità!

Solo coincidenza Livio !



Ah, ecco: infatti sospettavo...
E' un'arma che, con altre, ho conosciuto tanti anni fa (al poligono, neh!) durante il servizio di leva nella Benemerita.

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Esistono centonovantatrè specie di scimmie con coda e senza coda; di queste, centonovantadue sono coperte di pelo. L'eccezione è costituita da uno scimmione nudo che si è auto-chiamato Homo sapiens. (D. Morris)
26/01/2009 18:25
 
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Aveva tuttavia qualche problemino di sicurezza, se ben ricordo... [SM=x951797]
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26/01/2009 19:01
 
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Non sono perfettamente daccordo con quanto dice Franco; ritengo le esche senza veleno fondamentali quando si parla di monitoraggio; cerco di spiegare le mie ragioni.
Le industrie alimentari sono ambienti altamente protetti; alcune stanze che vengono appunto chiamate camere bianche sono costruite in modo da rendere improbabile l'ingresso di agenti esterni: reti per insetti, doppie porte ed altri dispositivi i quali posizionati per non permettere l'ingresso agli insetti men che meno lo consentono ad animali di più grosse dimensioni. Gli stessi tombini di solito hanno una doppia sifonatura e i cavi elettrici sono isolati dall'esterno con speciali pannelli o schiume... In un'ambiente come questo che può essere un pastificio, biscottificio ma anche una qualunque azienda di trasformazione, considerata l'improbabilità di ingresso roditori è assolutamente inutile utilizzare esche con veleno per svariati motivi: il contenitore potrebbe essere rotto durante le operazioni di pulizia; succede spessissimo perchè molto spesso l'azienda che effettua le pulizie non è la stessa che effettua la disinfestazione e succede che una vorrebbe prendere anche il posto dell'altra e quindi sono in piena guerra aperta; un operaio potrebbe aver litigato con la moglie e quindi non desidererà altro che sfogare la propria frustrazione con tutto ciò presente in azienda che però non è dell'azienda o semplicemente perchè nel trasportare pacchi o muovendosi col muletto, l'operatore non è stato abbastanza attento.
In tutti questi casi avremmo esca libera che... bhè semplicemente non dovrebbe essere lì e sebbene in casi remoti potrebbe causare problemi.
Tra l'altro le aziende alimentari sono talmente tanto controllate che facilmente il disinfestatore viene avvisato dagli stessi operai o dal capo servizio mezz'ora prima che entri un topo.

Diverso ovviamente è il discorso per quei luoghi come magazzini, centri di distribuzione per supermercati o simili dove la merce arriva imballata e c'è un via vai di pedane giornaliero; in quel caso nonostante la possibilità che gli erogatori siano rotti è di gran lunga maggiore, non posso che dar ragione a Franco. Io stesso in alcuni casi o consigliato l'uso di esche completamente libere e alcuni ancora ricordano un trattamento "sui generis" con raccolta di una 40 di cadaveri di topi in due giorni ma lì non si usò derattizzante... ed è un'altro discorso [SM=g27986]

Se si parla di supermercato... il discorso credo sia quello delle grosse aziende alimentari mentre se si parla di piccole aziende alimentari... la mia esperienza mi porta a dire che l'ingresso di un topo è molto probabile e quindi bait station e esche avvelenate in formulazione pasta fresca che è più appetibile e mediamente pericolosa in termini di sicurezza.

Chiedi i nomi commerciali o le aziende che producono erogatori... io ne avrei in mente una che reputo la migliore [SM=g27987] ma... cerco di essere una persona seria... non lo dico!

Ps non lo dico perchè ci lavoro io... credo non sia serio utilizzare un forum di informazione e utilità per fare pubblicità.

Francesco

26/01/2009 20:14
 
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»Mi riallaccio » a Mab2.
Principalmente, tantissimi complimenti per tutto il tuo iter, ed inoltre, mi ritengo fortunato di fare la conoscenza (anche se virtuale) con una persona come te, dalla quale spero (se ti fa piacere) di trarre grandi benefici “sotto il profilo culturale”.

Tu scrivi:
Non dimentichiamoci che un ratto selvatico, che viva nelle fogne, può essere affetto da oltre 30 malattie trasmissibili all'uomo, inclusi il tifo e la peste bubbonica, o la febbre da morso di ratto.


A riguardo di ciò che scrivi, ti racconto una “mia esperienza” vissuta nell’anno 2004.
Ho collaborato con l’Area di Sorveglianza Epidemiologica dell’Istituto Zooprofilattico della Sicilia, per l’individuazione e cattura della specie murina, progetto finanziato dal Ministero della Salute.
Tale progetto ha avuto lo scopo, di stabilire se i ratti fossero realmente serbatoi delle patologie da te menzionate.
Ahimè……in realtà, nelle relazioni stilate, sono “venuti fuori” solamente la: leptospirosi, toxoplasmosi, imenolepiasi che come tu sai il ratto non è l’unico responsabile come attore e vettore.
Di certo, non sono “venuti fuori” le famigerate patologie come: lehismaniosi, salmonellosi, morbo di Lyme, erisipela, rickettisiosi, meningite virale e “chi più ne ha, ne metta”.
Quindi, per chiudere l’argomento patologie, ritengo giusto che bisogna attenzionare (l’addove si accertata la presenza murina) è disinfettare precauzionalmente i luoghi impregnati dalle deiezioni solidi e liquidi o secreti in genere dei ratti/topi ma, sta di fatto che, gli ambienti esterni di oggi, per nostra fortuna, non sono più insalubri come tanti anni fa, motivo per cui tantissime malattie trasmessi dai topi erano legate alle condizioni ambientali,(malsani) pertanto,oggi,gran parte rimane solo teoria e conseguentemente eccessiva fobia.


Tu scrivi:
Io personalmente non guarderei il problema esca trattata o meno dal punto di vista solo dell'efficacia, quanto piuttosto da un punto di vista di "sicurezza e responsabilita'" anche del disinfestatore.


Soprattutto del disinfestatore… poiché, se quest’ultimo deputato alla posa in opera delle esche ratticida, è una persona [SM=x951804] che lavora con cognizione e responsabilità nonché razionalità nella distribuzione, credimi caro Mab…. è quasi impossibile cagionare danno a tutto ciò no target.
Ciao a tutti da Nico
26/01/2009 20:30
 
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Guarda Francesco che non dissentiamo affatto...
Ho appunto detto che, in una situazione "ideale", posso ben concordare con l'impiego di esche non tossiche. Quindici anni di esperienza nel settore mi insegnano che però le situazioni ideali non sono poi così comuni. Sono quindi d'accordo a livello ideale, ma non dal punto di vista pratico.

Aggiungo alcune considerazioni:
In un ambiente "ideale" e utilizzando esche non tossiche, le visite ispettive alle sudette esche devono, per forza di cose, essere estremamente frequenti e accurate.
Nel mondo reale, se di questi controlli si incarica l'impresa di disinfestazione, i costi del servizio aumentano in maniera notevole, e non sia mai. Se i controlli vengono effettuati dal personale interno (che ovviamente dev'essere accuratamente istruito in materia), non c'è alcuna sicurezza sul fatto che le visite ispettive e le sostituzioni dell'esca vengano effettuate secondo tutti i crismi.
D'altro canto, in una situazione ideale, i contenitori di esca sarebbero posizionati in modo da non essere esposti a possibili danneggiamenti, e il personale sarebbe adeguatamente sensibilizzato al rispetto per le misure di lotta contro gli infestanti per cui, anche usando esca "trattata", i rischi di contaminazione sarebbero effettivamente risibili...

Torniamo al mondo reale.
Al sottoscritto è stato "contestato" (ma poi la cosa si è risolta felicemente [SM=g27988] ) l'utilizzo di esche topicide in un magazzino per lo stoccaggio temporaneo di gelati, dove la derattizzazione "preventiva" viene effettuata soltanto al di fuori delle celle frigorifere, e il prodotto è esclusivamente di tipo confezionato, per cui il rischio di contaminazione alimentare è, a tutti gli effetti, inesistente...


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26/01/2009 22:03
 
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Re:
(nico63), 26/01/2009 20.14:



Soprattutto del disinfestatore… poiché, se quest’ultimo deputato alla posa in opera delle esche ratticida, è una persona [SM=x951804] che lavora con cognizione e responsabilità nonché razionalità nella distribuzione, credimi caro Mab…. è quasi impossibile cagionare danno a tutto ciò no target.
Ciao a tutti da Nico




Ciao Nico... ricorda che l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Io stesso dopo aver assistito e in parte contribuito al posizionamento di esche in erogatori "di sicurezza" in un giardino privato dove c'erano 3 cani... e lo sapevamo che c'erano tre cani... andando a mettere gli erogatori in posti che mai e poi mai, secondo logica potevano essere raggiunti dagli stessi... ripeto, erogatori di sicurezza; il tempo di finire l'intervento, toglierci i guanti, accendere una sigaretta e stappare una birra... e ci siamo ritrovati a dover portare di corsa in un ambulatorio veterinario un cane che materialmente NON POTEVA accedere alle esche ma a lui nessuno l'aveva detto e se n'è mangiate due...



(Effeci61),Ho appunto detto che, in una situazione "ideale", posso ben concordare con l'impiego di esche non tossiche. Quindici anni di esperienza nel settore mi insegnano che però le situazioni ideali non sono poi così comuni. Sono quindi d'accordo a livello ideale, ma non dal punto di vista pratico.



Che in molte situazioni le cose vadano come dici tu... bhè sono perfettamente daccordo ma che molti ambienti e penso ai pastifici, biscottifici o aziende di stoccaggio, taglio e confezionamento carne che fanno parte del mio lavoro quotidiano dove sono rispettate molte regole di prevenzione che di fatto rendono difficile l'ingresso ai topi... rientrano in quelle situazioni ideali che a leggere quello che scrivi sembrano poco "reali"; poche rispetto alle altre si, ma le mie considerazioni sono per evitare che chi si affaccia a questo lavoro (chiamiamola arte) possa standardizzare tutto e cominciare a pensare a questo mondo con troppa leggerezza. Poi ovvio che se parliamo di aziende che hanno tutto in cella o tutto confezionato... o accennato ad un intervento "pirata" che io stesso ho seguito e che non solo non ha causato danni (se non a lucertole e 2 o 3 passerotti) ma ha dato ottimi risultati.
Sai a cosa mi riferisco [SM=g27990]
27/01/2009 16:21
 
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Tu scrivi:
Ciao Nico... ricorda che l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Io stesso dopo aver assistito e in parte contribuito al posizionamento di esche in erogatori "di sicurezza" in un giardino privato dove c'erano 3 cani... e lo sapevamo che c'erano tre cani... andando a mettere gli erogatori in posti che mai e poi mai, secondo logica potevano essere raggiunti dagli stessi... ripeto, erogatori di sicurezza; il tempo di finire l'intervento, toglierci i guanti, accendere una sigaretta e stappare una birra... e ci siamo ritrovati a dover portare di corsa in un ambulatorio veterinario un cane che materialmente NON POTEVA accedere alle esche ma a lui nessuno l'aveva detto e se n'è mangiate due...




Ciao Franci…..ti ringrazio per i consigli, sicuramente sempre utili……. [SM=g28002]
Io fra un mese maturo 14 anni di attività c/o un’Azienda di Igiene Ambientale, nello specifico (come tu sai) c/o il settore Sanificazione Ambientale, e ti posso garantire che mai sono rimasto vittima di un increscioso come quello descritto da te…… [SM=g27992] (e no per fortuna…… ma esperienza…non prendermi per presuntuoso)
Ti spiego perché……prevalentemente sono una persona molto sensibile, e con gli anni che passano lo divento sempre più, morale, rispetto tantissimo gli animali figurati le persone, (mi dispiace x i topi, poiché, dopo quella cattura massiva, ( che tu ricorderai) mi hanno lasciato un segno, credimi se potessi, salverei anche loro) tale motivo, volente o nolente, mi fa stare molto più concentrato (di un altro operatore meno sensibile) nel posizionare un erogatore d’esca avvelenata.
Gli accorgimenti da me presi sono: al di là dei punti strategici che sei quasi obbligato a rispettare, io ad oggi ho adoperato erogatori del tipo Ristoramatic a forma di tubo verticale, (mai avuto incidenti) costruito in robusto materiale plastico e chiusura a chiave fissandolo con relativa fascetta al muro con tasselli e viti parker, inoltre, Ristomatic a forma di cofanetto,(onde evitare gli incidenti di cui hai “parlato” io, poggio sopra il cofanetto (poiché la struttura me lo consente) una pietra del tipo tufo per costruzioni edili, tale peso, ti garantisce che, il cane non riesce a spostarla, tranne se non è un cavallo travestito da cane…. [SM=g27987] [SM=g27987] [SM=g27987] ) anche quest’ultimo (come tu sai benissimo) con le stesse caratteristiche di fissaggio del primo.
Comunque,come tu scrivi,la certezza assoluta non esiste. [SM=g27988]
Ciao Franci….un abbraccio. [SM=g28002]

P.S.
Approfitto per un messaggio….Franci, non ho mai ricevuto quella posta relativa al testo di Disinf.
Ci potresti riprovare…..grazie mile in anticipo da Nico.
27/01/2009 17:54
 
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Grazie a tutti voi, davvero, per l'esaustiva discussione in merito.

Nico scrive:

"Principalmente, tantissimi complimenti per tutto il tuo iter, ed inoltre, mi ritengo fortunato di fare la conoscenza (anche se virtuale) con una persona come te, dalla quale spero (se ti fa piacere) di trarre grandi benefici “sotto il profilo culturale”".

Ma scherzi Nico. Sono io che ho molto da imparare da te e da voi che avete tanta esperienza sul campo. Come dicevo, in ambito disinfestazione sono un neofita...nonostante cio' devo dire, che la cosa mi stà appassionando come non mi succedeva da tempo e forse perchè come dite voi "disinfestare è un'arte" che si riscopre nuova ogni giorno!Insomma un pò il lavoro del detective [SM=g27989] ! Bello! Grazie per esserci con questo bel forum piuttosto!

Ieri per esempio, mi hanno chiamato in un ufficio di quelli con il soffitto a travi in legno. Le ragazze spaventatissime, dicevano che cadevano neri animaletti pungenti dal soffitto simili a formiche. Una mi mostrava un ponfo rossastro sul dorso della mano. Fortunatamente avevano intrappolato sotto un bicchierone in plastica, una delle temibilissime bestie. Una delle ragazze, con voce tremante, e dito altrettanto, mi indicava il bicchiere e mi intimava di sollevarlo. eheh

Campionato il feroce imenottero, ritorno a casa e cerco di rivelarne l'identità......Morale della favola, si trattava di uno Scleroderma Domesticus, noto parassita dei tarli! Quindi a breve, trattamento antitarlo! [SM=x951798]
28/01/2009 07:42
 
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Re:
(nico63), 27/01/2009 16.21:

Tu scrivi:

P.S.
Approfitto per un messaggio….Franci, non ho mai ricevuto quella posta relativa al testo di Disinf.
Ci potresti riprovare…..grazie mile in anticipo da Nico.




Ciao Nico, abbiamo creato questa sezione del forum apposta per questo tipo di trasferimenti; vai e prendi ciò che ti avevo promesso e che ti aspetta da parecchio. :-Dhttp://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8132763

Conosco molto bene i Ristoramatic ed anche i Ristoratrap !!!



Le ragazze spaventatissime, dicevano che cadevano neri animaletti pungenti dal soffitto simili a formiche. Una mi mostrava un ponfo rossastro sul dorso della mano. Fortunatamente avevano intrappolato sotto un bicchierone in plastica, una delle temibilissime bestie. Una delle ragazze, con voce tremante, e dito altrettanto, mi indicava il bicchiere e mi intimava di sollevarlo. eheh



Quanto sono belle le ragazze spaventatissime e tu... il super eroe che lotta e sconfigge il male!
[SM=g27990] [SM=g27990] [SM=g27990]
Ma quanto è divertente questo lavoro!!
[SM=g27987] [SM=g27988]
[Modificato da rhyzoperta 28/01/2009 07:44]
28/01/2009 13:45
 
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Franci……ho “scaricato”…..
Grazie mille a te x il file e a Franco x essersi prestato.
Siete due grandi. [SM=g27988]
Con affetto Nico.
28/01/2009 16:55
 
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The Pest Control Master
Utente Master
Cortesia tra colleghi, mi pare il minimo.... [SM=g27988] [SM=g27987]
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