Dedicata a Eluana E.
Da qualche fessura di questa stagione
dev’esserci l’eco di un lungo respiro
o un affanno
che sembra chiamarmi dal monte del buio
rinchiuso nel petto.
Ho come un fragore di sangue impetuoso
che non trova il suo verso
la piaga di un vivere senza alcun ritmo
solo la pietra che guarda l’immobile
stare al di sotto del cielo.
E vorrei distaccarti dal pianto dei muri
lasciarti salire al viaggiare del sole
slegarti
come fanno le larve infiorate lasciandosi
uscire dai bozzoli in forme di ali.
Perché chi non piange non tace e s’uccide
e invece d’amarti
non piega il suo capo stordendosi in frasi felici
lasciandoti avvolta del solo
richiudere gli occhi di un padre più fiero
d’averti lavata col suo solo sperare.
pennabianca