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Giovani scrittori ( Di stefano Paolo )

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2008 10:22
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14/10/2008 11:29
 
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Leggendo alcune discussioni, tipo quella su Nazione Indiana o quella di Vostradamus sul blog di Bassini ( mi sembra), risulta chiaro di come su questo tema si spendano mille opinioni diverse , ma che si possono riassumere benissimo in due filoni: la categoria degli ossessionati scrittori ( e relativo codazzo di aspiranti scrittori)e
la categoria di quelli che ancora riescono a distinguere la qualita' della letteratura.
I primi - gli ossessionati - consapevoli della loro pochezza cercano in tutti i modi di mettersi in mostra : blog letterari, siti internet, autopubblicazioni, corsi e corsini di scrittura, nuove tendenze, nuovi fondamenti letterari, manifesti, ecc.ecc.
Si creano nicchie di raccolta: uno scrittore e un codazzo di adulatori che guarda caso sono in attesa, a loro volta, di pubblicare. L'adulazione, in certi casi, nasce proprio da questo: la speranza che l'autore gia' pubblicato gli dia una mano per il loro libro e su questo punto si potrebbero fare esempi a iosa.
I secondi, invece, scrivono in modo piu' leggero, ma piu' onesto.
Probabilmente poco interessati a pubblicare o persino a scrivere ( ma chi dice che tutti vogliano scrivere un libro? da dove nasce questa idea cosi' scellerata?), semplicemente rifiutano gli ordini di leggere questo o piuttosto quello. Mantengono insomma la liberta' di leggere in un certo modo disdegnando quello che non riconoscono come un prodotto letterario di qualita'.
E fanno distinzioni.
Ed e' qui', in moltissime discussioni, che nascono mille controversie, mille polemiche, ma sopra a tutto, nasce quella spudorata arroganza di certi scrittori o peseudo tali, che come dice benissimo Vostradamus ( sempre lui come esempio!), tra un paio di anni o giu' di li', una volta smesso di scrivere e apparire a tutti i costi ( anche in tv ), scompariranno dalla scena editoriale, ma innanzitutto dalla scena dei lettori. ( esclusivamente lettori).

Sono innumerevoli i casi di scrittori ( si fa per dire) che invitano spudoratamente a leggere un proprio libro, parlando, al contempo stesso, male di un altro libro di un loro collega.
Ho letto persino casi di questo genere: ma che leggi uno che scrive male come Ammaniti ( Ammaniti!!! roba da due milioni di copie!!) leggi il mio piuttosto ( il suo!!! roba da poche migliaia se gli va bene!!!) che e' ecc.ecc....
E che e' questo suo libro? un compitino spargi fumo, forse?

Di Stefano ha dunque ragione e che questa ragione dia fastidio agli ultras di se stessi ( gli scrittori) poco importa.
Quella di Di Stefano non e' nemmeno una critica; e' un prendere atto di quello che comunemente avviene tutti i giorni in internet.
[Modificato da sergio.T 14/10/2008 11:31]
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