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Le Falci dei Custodi

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2013 13:09
06/05/2010 19:54
 
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Me lo ero scordato, scusate [SM=x92707] Vado avanti con la mia parte, chiedo perdono, ma gli esmai mi hanno straniato dal mondo!!! [SM=x92712]
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06/06/2010 15:54
 
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Proprio mentre i due Vassalli si preparavano all'attacco, il suono profondo di un corno echeggiò nella pianura.
I portatori erano finalmente riusciti a far passare la sfera che trasportavano oltre il cancello, e si erano fermati a recuperare le forze all'ombra del muro diroccato, quando il suono del corno li fece sobbalzare. Sull'uscio era comparso un guerriero, vestito con la tipica armatura dei Samurai. Montava uno splendido destriero bianco, e la sua armatura sfavillava di sfumature rosse e verdi.
La statura del cavaliere era singolarmente ridotta, tanto da far pensare ad un nano o a uno gnomo, ma il portamento era quello fiero ed orgoglioso ai limiti dell'arroganza di un titano. Eppure, c'era qualcosa di anomalo in quella sagoma sgargiante, qualcosa che ne spezzava l'armonia, ne snaturava la bellezza.
Osservandolo, BrightBlade ebbe la strana impressione di stare guardando uno di quegli splendidi dipinti nel Salone degli Arazzi del Regno, in cui si raffigurano cesti pieni di frutta nel pieno della maturazione: proprio come nei quadri del Merisio, in quella figura straripante di vitalità aleggiava impalpabile lo spettro della morte.
Il cavaliere, nel mentre, era sfilato davanti agli attendenti della sfera senza degnarli di uno sguardo, seguito da una lunga colonna di uomini che indossavano le livree del Tempio dell'Estate. Sia Jekyll che BrightBlade notarono il pessimo stato in cui versavano quelle divise, spesso strappate o sporche di sangue, e l'incedere meccanico e a tratti scoordinato dei soldati non lasciava presagire nulla di buono. Anche il loro numero era agghiacciante: quando i portatori della sfera si accodarono all'ultimo drappello con il loro pesante carico, il cavaliere alla testa del contingente era ormai sparito dietro la bassa collina a nord degli edifici da almeno cinque minuti.
«BrightBlade, abbiamo un problema...»
«Che cosa...»
Completamente assorto dalla vista della piccola armata, il Gran Maestro si era completamente scordato dei nemici nei paraggi, che sembravano essersi invece finalmente accorti dei Vassalli. Ignari del fatto che i due cavalieri li avessero notati già da tempo, i soldati si stavano muovendo attraverso l'erba alta, silenziosi come gatti, preparandosi a circondare gli intrusi.
Jekyll scoccò un'occhiata preoccupata attorno a lui. Come tutti i Vassalli, non temeva né morte né sconfitta, ma proteggere i due ragazzini in mezzo a così tanti nemici sarebbe stata un'ardua impresa...
«Dannazione, è vero. Ma che mi passa per la testa?...»
BrightBlade tacque per un attimo, quindi si voltò verso l'amico.
«Ascoltatemi. Uno scontro in campo aperto è troppo rischioso. Dobbiamo cercare di raggiungere l'interno del monastero, ormai non ci sarà nessuno»
«Già, ma come ci arriviamo?»
«Quando vi darò il segnale, prendete Arynn e Haruvien e correte verso quella breccia sul muro. Io penserò a proteggervi fino all'interno, poi attirerò su di me tutti i nemici che posso. Una volta dentro, raggiungete il cuore del Tempio e recuperate le Bannin Kama, se possibile. Ma fate attenzione, c'è...»
«L'ho sentito anch'io. Ma siete sicuro di farcela? Sono parecchi soldati, e da più direzioni...»
«Pensate soltanto ai due uomini davanti a voi, gli altri non potranno nuocervi in alcun modo.
Ora aspettate qui, io mi allontano di qualche passo per distrarli. State pronto!»
Detto questo, BrightBlade si fermò, si colpì la fronte con la mano, come se si fosse scordato qualcosa, e si mosse bruscamente verso sinistra.
«Che succede?» disse Haruvien.
Jekyll si chinò.
«Ascoltami, ora ti prendo sulle spalle, tu aggrappati bene a me. Dobbiamo fare una corsa fino a quelle case laggiù»
Cercando di essere il più naturale possibile per non insospettire le guardie, Jekyll si caricò il bambino sulle spalle.
«Ci sono dei nemici» disse Arynn. Era una constatazione, non una domanda.
«Sì, ma BrightBlade ci coprirà mentre corriamo. Però tu devi restare vicina a me, non ce la faccio a portarvi tutti e due»
«Io resto a combattere»
«Non se ne parla nemmeno! BrightBlade ha detto...»

«ORA!!!»

Il grido del Paladino di Atlantide mozzò il fiato al Cavaliere del Nord. Reagendo d'istinto, Jekyll agguantò Arynn per un braccio, mentre con la mano libera sguainava la spada.
Eothen doveva aver capito perfettamente il piano, perché immediatamente scattò davanti al suo padrone e si abbatté sul primo dei due soldati con la forza di una cannonata. L'altro soldato esitò, indeciso se aiutare il compagno, ma così facendo facilitò il compito a Jekyll: il Vassallo lo stese con un fendente di piatto che avrebbe potuto stordire un troll.
Come previsto, gli altri soldati si mossero immediatamente per intercettare la fuga. Jekyll era già pronto ad affrontare il primo, quando udì il grido del compagno alle sue spalle:
«Khan!»
All'improvviso, due scintillanti barriere di luce lo circondarono a destra e a sinistra, scaraventando in aria i nemici più vicini. Lo scudo si estese a una velocità impressionante su entrambi i lati, arrivando a lambire le mura del Tempio: e la cosa più incredibile era che Jekyll non avvertiva alcuna energia attorno a lui! Rimandando a più tardi le domande, il Cavaliere del Nord si precipitò lungo quella strada sicura in cui persino i suoni giungevano attutiti. Ogni tanto, un bagliore a destra o a sinistra segnalava che qualcosa – probabilmente un pugnale o uno dei letali shuriken utilizzati dai ninja – doveva essersi infranto sulla barriera.
Nonostante tutto, Jekyll raggiunse incolume il punto in cui il muro perimetrale del Tempio era crollato. Solo quando ebbe raggiunto l'apertura, lo scudo iniziò a brillare in modo anomalo. E solo in quel momento, il Cavaliere del Nord si accorse che Arynn non era più con lui.
Tuttavia, il Vassallo non ebbe tempo di preoccuparsi della ragazza: oltre la breccia, infatti, lo attendeva un nugolo di nemici pronti a combattere, nemici ben più orribili dei ninja che Jekyll si sarebbe aspettato...
Il grido di sorpresa del bambino sulle sue spalle e il ringhio intimorito del grande lupo alla sua destra bastarono a sottolineare la scena.
«Haruvien, qualsiasi cosa succeda, tieniti forte»
mormorò Jekyll, stringendo con nuovo vigore la spada e dando un'ultima occhiata alla sinistra figura che si ergeva alle spalle di quelle creature.
Quindi, seguito da Eothen, si gettò nella mischia.

**********


BrightBlade si piegò su un ginocchio, mentre concentrava su di sé l'enorme flusso di energia proveniente dallo scudo. In realtà, non si trattava in principio di una tecnica faticosa: a differenza di quasi tutti gli scudi magici esistenti, infatti, il Khan si nutriva letteralmente della forza stessa degli attacchi che lo colpivano. Tuttavia, sebbene l'idea potesse apparire geniale, essa non era priva di controindicazioni. Come quasi tutti gli incantatori imparano prima o poi a proprie spese, il problema di qualunque cosa assorba energia (sia essa un mago, una pietra o uno scudo) è proprio il fatto stesso di assorbire energia, e dunque la necessità di contenerla o scaricarla da qualche parte in modo non distruttivo. Lo scoppio dei cristalli prismatici e degli accumulatori mistici è un suono familiare in qualunque scuola di magia che si rispetti, tanto quanto lo sono i successivi rimproveri dei maghi più anziani. Ma se in quelle occasioni gli esperimenti vengono condotti in ambienti controllati e maneggiando modeste quantità di mana, tutt'altra situazione era quella in cui si trovava il Paladino di Atlantide.
I nemici attorno a lui stavano tempestando gli scudi di colpi, apparentemente incapaci di individuare e attaccare la fonte dell'incantesimo, e il Kahn era l'ultima tecnica appresa dall'atlantideo, dunque la meno padroneggiata.
Quando ancora Jekyll era a metà strada, il flusso di energia era tale da far fumare le piastre dell'Armatura di Atlantide ed ingiallire l'erba attorno al Paladino nel raggio di un metro. Subito dopo, l'aria stessa iniziò ad arroventarsi, e BrightBlade si pentì amaramente di non aver indossato l'elmo quando avvertì i peli della barba sfrigolare ed infiammarsi come paglia. Completamente accecato dalle lacrime, l'atlantideo riuscì appena a scorgere la sagoma indistinta dell'amico balzare oltre il muro di cinta del Tempio, prima che il Kahn sfuggisse completamente al suo controllo.
L'atlantideo non fece neanche in tempo a gridare: un lampo di luce lo accecò completamente e una vampa di fuoco e fulmini lo travolse, spazzandolo via.

Arynn si trovava a circa dieci metri dal Paladino di Atlantide, al momento dello scoppio. Quando Jekyll l'aveva afferrata, era corsa con lui verso il Tempio di fronte a loro, fino a quando non erano comparse le due barriere di luce. A quel punto il Vassallo, probabilmente colto di sorpresa, l'aveva lasciata, e lei si era voltata per scoprire da dove venisse quella magia.
Alle sue spalle, BrightBlade sembrava avvolto da una sorta di aura luminosa e pulsante, che sembrava crescere sempre più. La ragazzina aveva visto l'atlantideo cadere in ginocchio, come se un macigno pesasse sulle sue spalle. Era stato allora che Arynn aveva deciso di andare ad aiutarlo, ed era tornata indietro. Per sua fortuna, non aveva compiuto che pochi passi quando il Vassallo perse il controllo della magia.
Fu come se un fulmine fosse caduto dal cielo proprio sul Paladino: Arynn fu scaraventata a terra dall'onda d'urto e un getto d'aria bollente le sfiorò il volto. Completamente assordata dal tuono, la ragazza cercò di rimettersi in piedi, ma una seconda folata di vento, questa volta più lunga e accompagnata da un cupo brontolio, la gettò di nuovo a terra.
Quando si riprese, Arynn avanzò carponi verso l'ultimo punto in cui aveva visto BrightBlade, cercando di non far caso ai lamenti che venivano da destra e sinistra e che avevano assai poco di umano.
Alla fine, dopo aver girato attorno a un piccolo cratere fumante, la ragazza raggiunse il luogo dove era atterrato il Paladino di Atlantide.
«BrightBlade?»
Il Vassallo era disteso a terra e non aveva affatto un bell'aspetto. L'armatura era annerita e la pelle era piena di ustioni e Arynn si affrettò a spegnere due o tre scintille nell'ispida barba dell'uomo, prima che si trasformassero in un piccolo incendio. Il Paladino perdeva sangue dalle orecchie e dal naso e, cosa ancora più preoccupante, non sembrava volerne sapere di riprendere i sensi.
Arynn si voltò, sperando che Jekyll stesse arrivando in suo aiuto.
Ma non vi era traccia del Vassallo. Al contrario, agli occhi della ragazza si parò uno spettacolo orribile, che sarebbe per sempre rimasto nei suoi occhi.
Qualcosa si stava sollevando dall'erba. Non si poteva definirli uomini: forse, un tempo lo erano stati, ma anche di quello si poteva dubitare. Soltanto la mente di un dio malato poteva avere partorito quella follia, quegli ammassi di carne e organi collegati quasi casualmente, come un'orrida parodia della vita.
L'esplosione aveva lacerato e bruciato quelle creature, ma non abbastanza da cancellarle dalla faccia del pianeta, né da impedire ai loro arti contorti di contrarsi in preda agli spasmi della vita corrotta che li alimentava.
In preda al panico, Arynn iniziò a scuotere il Paladino di Atlantide, tentando invano di risvegliarlo, quindi cercò di trascinarlo lontano da quei mostri orribili che già iniziavano a muoversi verso di loro.
Tuttavia, dopo aver percorso appena qualche metro, capì che non sarebbe mai riuscita a distanziarli. Non sapendo cos'altro fare, la ragazza lasciò andare il Vassallo, gli girò attorno e quindi – non senza difficoltà – riuscì a sguainare la grande spada del Paladino.
Arynn non aveva mai combattuto prima e la spada era smisuratamente grande rispetto alla sua statura, ma non appena la ebbe impugnata avvertì un rassicurante tepore diffondersi dall'elsa nelle mani e nelle braccia. Per di più, la Lama di Atlantide era incredibilmente leggera nelle sue mani, forse anche più delle armi di legno con cui giocava a volte con Haruvien.
Incoraggiata da queste sensazioni positive, Arynn assunse quella che supponeva essere una buona posizione difensiva e si preparò ad affrontare gli orrori che le venivano incontro...
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20/06/2010 18:49
 
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<<Qualcosa non va!>> mormorò il Paladino, mentre con la Sciabola d'Argento falcidiava le fila degli avversari. Haruvien pesava sempre di più sulle sue spalle e Jekyll si rendeva conto che i suoi movimenti stavano progressivamente rallentando.
Come mai BrightBlade non arriva? E Arynn? la mente del Vassallo era piena di interrogativi e, nonostante la difficoltà del combattimento, non riusciva a distogliere il pensiero dal destino incontro al quale il Gran Maestro e la fanciulla stavano incontrando fuori dal Tempio.
<<Cavaliere!>> la vocina di Haruvien gli giunse dall'alto, flebile per l'orrore << Arynn ed il vostro amico sono in pericolo!>>
<<Lo so, piccolo! Ma non temere, BrighBlade è il più potente Vassallo del Regno di Blue Dragon e lui si prenderà cura di Arynn...non permetterà a nessuno di farle del male!>> gli rispose il Cavaliere del Nord.
I nemici erano numerosi e per ognuno di loro che cadeva, due nuovi combattenti comparivano davanti a Jekyll.
Erano creature mostruose, dalla pelle umida e gonfia, piena di ulcere e piaghe, con visi dai lineamenti maldefiniti, difesi da rozze armature di metallo arruginito.
Dopo essersi accertato che Eoden fosse in grado di combattere ancora, Jekyll decise che non avrebbe potuto continuare la battaglia con il bambino sulle spalle: era troppo esposto e, comunque, avrebbe corso il rischio di cadere e finire schiacciato.
Il Cavaliere del Nord spiccò un balzo verso alcune macerie, poco lontane dalla breccia attraverso la quale erano entrati nel Tempio dell'Estate e fece scendere Haruvien velocemente.
<<Rimani qui al sicuro, sotto queste pietre, Haruvien!>> Jekyll scoccò un'occhiata alle sue spalle per controllare che i suoi mostruosi avversari non fossero già troppo vicini <<Non ti muovere da qui, fino a quando non sarà tutto finito, Haruvien! Mi hai capito?>>
Il bambino, il piccolo viso pallido e teso, annuì silenziosamente e si infilò sotto alcune delle pietre più grosse, accatastate una sull'altra, come a formare una piccola capanna.
Jekyll, quindi, si voltò e sguainò la Spada di Acciaio Azzurro.
Devo riuscire a colpire il loro comandante! Solo così riuscirò a fermarli!!
Il Vassallo si lanciò in avanti, brandendo le due lame: con colpi veloci e precisi, come in una specie di macabra danza, decapitò le creature mostruose più vicine e recuperò alcuni metri di terreno, quindi si lanciò in avanti.
L'armatura d'argento e le lame si incendiarono di una intensissima luce blu elettrico ed un freddo glaciale si diffuse nel cortile del Tempio.
Già le prime lastre di ghiaccio erano comparse al suolo che Jekyll era riuscito a riportarsi nel centro dello schieramento avversario.
Con un rapido movimento della Spada di Acciaio Azzurro trafisse la base della nuca di una delle creature che era riuscita ad atterrare il suo grande lupo bianco: in un gorgoglio racapricciante di sangue nero, il mostro rotolò sul fianco e smise di muoversi.
Eoden, dal canto suo, liberatosi del peso dell'avversario scattò nuovamente in avanti e riprese a dilaniare con metodo le carni putrefatte e le flaccide gole di quegli infernali soldati.
Per quanto però si sforzasse, Jekyll non riusciva sfoltire le fila avversarie, per quante creature venissero abbattute altre si paravano tra il Vassallo e la sinistra figura alle loro spalle.
Mentre schivava due fendenti incrociati, Jekyll fu costretto a spostare il suo peso all'indietro, ma quando cercò di arretrare anche il piede destro per mantenersi in equilibrio, fallì, come se fosse rimasto incollato al suolo: il Vassallo cadde all'indietro, trattenendo a stento un'imprecazione e, in breve, la luce del giorno fu oscurata da alcune creature che gli si buttarono addosso.
Nascosto sotto le sue pietre, Haruvien viede un lampo di soddisfazione accendersi nello sguardo sanguigno di quella figura immobile e silenziosa che era rimasta in disparte ad osservare la battaglia.
Mentre gli artigli e le lame avversarie laceravano le piccole zone di pelle che l'armatura d'argento lasciava scoperte, il Cavaliere del Nord chiuse gli occhi e si concentrò profondamente, raccolse tutte le sue forze, prese un respiro profondo, cercando di ignorare il tanfo umido e caldo che proveniva da quelle mostruose creature e liberò la sua energia in un unico esplosivo momento.
I corpi aggrovigliati delle creature si cristallizzarono e, rapidamente, furono ricoperti da una spessa coltre di ghiaccio, poi un'abbagliante luce bianca iniziò a filtrare tra essi, diventando sempre più intensa. Un piccolo schiocco secco si udì distintamente e, un attimo dopo, le creature congelate si polverizzarono in finissimi cristalli di ghiaccio che evaporarono nel calore di quella rara giornata assolata del Katai.
La misteriosa figura distolse lo sguardo dalla polvere di ghiaccio che, una volta, era stato il suo esercito, l'odio invase i suoi occhi rossi come rubini e gli fece serrare una mostruosa bocca, celata allo sguardo da un pesante cappuccio nero che ricopriva interamente il viso.
<<Perdete il vostro tempo, mandando al massacro le vostre bestie!!>> ringhiò Jekyll, alzandosi <<Fino a quando avrò soltanto loro come avversari posso combattere molto a lungo e voi non potreste allontanrvi da qui per perseguire i vostri propositi!>>
<<Ed è per questo che non evocherò più, ma vi affronterò di persona!>> gli rispose nella testa una voce sofferente, un sibilo strisciante e lontano che suscitò nel Cavaliere del Nord angoscianti ricordi.
<<Voi?>> chiese, stupito, il Vassallo.
<<Lieto di incontrarvi di nuovo...e per l'ultima volta, cavaliere!>> rispose la voce strisciante nella sua testa, prima di dilagare in una selvaggia risata che nulla aveva di umano, mentre una lunga spada del colore dell'ambra prese a sfavillare nella luce del sole.

OT- Finisco un'altra volta...sono in PS ed è arrivato un paziente...se ci sono errori di scrittura, chiedo scusa in anticipo!-OT





Jekyll, Cavaliere del Nord

Vassallo del Sommo Blue Dragon

Membro del Sacro Ordine dei Paladini del Regno

Membro dell'Ordine dei Templari Sin Fein



Trova nel tuo cuore la Fede e la Forza e con esse camminerai al di sopra del Destino
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21/06/2010 03:39
 
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Calma. Devo restare calma.
Eppure, il lento incedere di quei mostri orrendi, grottescamente simile ad un corteo funebre che si muove a passo di marcia, la faceva tremare incontrollabilmente.
Non era semplicemente l'aspetto orripilante di quelle creature, che Arynn aveva avuto ormai il tempo di osservare fin troppo bene. Come tutti i bambini aveva ascoltato anche lei, da piccola, qualche storia dell'orrore in cui diabolici stregoni richiamano a sé armate di morti barcollanti, dunque non le era nuova l'idea che potessero esistere simili abomini.
Ma le cose che le venivano incontro erano ben più terribili di qualunque mostro partorito dalla fiaba più oscura. Perché di una cosa soltanto Arynn era certa, ed era proprio questo a terrorizzarla: quelle creature vivevano. I loro organi scoperti si agitavano, i cuori contorti e deformi si contraevano spasmodicamente e le arterie pulsavano sfidando ogni principio naturale.
Per un attimo, la mente della ragazzina fu sul punto di soccombere alle troppe domande che una simile vista suscitava.
Tuttavia, Arynn non era tipo da lasciarsi sopraffare così facilmente. Le bastò un pensiero per rinfrancarsi, lo stesso pensiero a cui ricorreva tutte le volte che doveva affrontare una difficoltà: Haruvien. Da quando aveva ricordi, era stata lei l'unica famiglia del fratellino, l'unico punto di riferimento in un mondo ostile.
Se ripensava agli anni trascorsi prima di giungere al Tempio delle Sirene, Arynn era certa di poter contare sulle dita di una mano le persone che li avevano aiutati, e c'erano stati molti momenti in cui era stata tentata di sedersi e lasciarsi semplicemente morire, tale era la sua disperazione. Tuttavia, un semplice sguardo ai grandi occhi del fratellino, perennemente fissi su di lei, le era bastato ogni volta per ritrovare le forze.
«Non ti lascerò da solo...» disse rivolta a che stessa, stringendo ancora più forte la spada.
La prima creatura era ormai ad un passo. Arynn la osservò muoversi per ghermirla con le braccia artigliate e proprio all'ultimo momento attaccò.
La Lama di Atlantide roteò in un baleno, descrivendo un fendente che la ragazzina non era sicura di aver cercato, e tranciò di netto gli arti putrefatti del mostro all'altezza del gomito.
Arynn si spostò di fianco, mentre il suo primo avversario cadeva a terra con un tonfo, quindi avanzò di qualche passo, attaccando un secondo nemico. Ancora una volta, la spada saettò come dotata di vita propria, trafiggendo il mostro al petto senza che quest'ultimo tentasse minimamente di evitare il colpo. La creatura si piegò sulla pancia e stramazzò al suolo, trascinando con sé la ragazzina, ancora aggrappata all'elsa della spada.
Fortunatamente, la Lama si sfilò via facilmente dalle carni corrotte. Arynn si rialzò proprio mentre la mano artigliata di un altro avversario si muoveva per colpirla al volto. I riflessi della ragazza la salvarono, ma non impedirono che il colpo producesse due lunghi tagli sulla fronte imperlata di sudore. Arynn gridò di rabbia e dolore e tempestò il nuovo avversario di colpi, riducendolo ben presto a una poltiglia informe.
Nel frattempo, però, le altre creature si facevano sempre più vicine. Arynn riuscì ad abbatterne altre due mulinando la spada, ricevendo in cambio solo qualche graffio, quindi cercò di indietreggiare per non essere accerchiata, tenendo a distanza i nemici con la spada. Troppo tardi.
Qualcosa bloccò bruscamente la sua ritirata alla cieca, facendola cadere in ginocchio. Arynn fece appena in tempo a voltarsi per vedere la sagoma orripilante di un altro nemico stagliarsi su di lei.
A quel punto, avvenne qualcosa di strano.
Il mostro roteò le braccia, caracollò all'indietro con effetto quasi esilarante e concluse la caduta con un tonfo clamoroso.
La ragazzina riuscì così a rimettersi in piedi e bloccare con il piatto della spada il colpo di artiglio che un secondo avversario le stava portando da sinistra. Dietro di lei provenne una cacofonia di grugniti e lamenti indecifrabili, ma Arynn non aveva il tempo di voltarsi. Con un paio di fendenti, costrinse i nemici a indietreggiare, quindi si mosse per attaccare quello più vicino a lei. La creatura si ritrasse troppo tardi e la Lama di Atlantide aprì uno squarcio nel suo ventre pustoloso. Cercando di ignorare lo spettacolo orribile, Arynn si voltò. Un mostro stava calando i suoi artigli su di lei e sarebbe probabilmente riuscito a colpirla, ma un'altra figura si frappose, bloccando i polsi del mutante a mezz'aria.
Infine, con la meno solenne di tutte le mosse, BrightBlade sferrò una micidiale testata al mostro, mettendolo istantaneamente fuori combattimento.
Arynn fu così sorpresa nel vedere il Paladino di Atlantide di nuovo in piedi da dimenticarsi della mischia in corso, e questo rischiò di costarle la vita.
L'ennesimo di quella ondata di mutanti si avvicinò per colpirla, ma la sua goffaggine diede il tempo al Vassallo di notare il pericolo, gridare un avvertimento, fare tre passi e quindi gettarsi di peso sul mostro, scaraventandolo a terra.
La colluttazione fu breve e piuttosto brutale, ma alla fine l'atlantideo ebbe la meglio sull'empia creatura, che giacque immobile sotto di lui.
Sputando sangue, saliva e chissà cos'altro, il Paladino di Atlantide si sollevò in piedi.
«Niente male! Chi ti ha insegnato a combattere?»
«AVRESTE POTUTO MORIRE!!!»
La reazione di Arynn fu quasi rabbiosa.
BrightBlade si avvicinò a lei e riprese la Lama di Atlantide dalle sue mani.
«Come ti ho già detto, io e Jekyll siamo pronti a tutto per difendervi.
E poi, non preoccuparti. Questi abomini hanno artigli troppo corti per scalfire la mia armatura.
Piuttosto, perché non hai seguito Jekyll e Haruvien?»
L'atteggiamento sbarazzino di BrightBlade non ebbe l'effetto sperato, visto che Arynn sembrava ancora più arrabbiata di prima.
«Sono tornata indietro per salvarvi la vita. Vi ho visto cadere a terra, e tutti quei mostri...»
L'atlantideo si chinò sulla ragazza.
«E per questo ti ringrazio di cuore, Arynn. Tuttavia, promettimi che la prossima volta seguirai i miei comandi. Non posso combattere con sicurezza se non sono sicuro che lo farai»
«Ma... voi eravate indifeso...»
«Un Vassallo del Regno non è indifeso neppure quando dorme. Vedi?»
Mentre parlava, BrightBlade estrasse dall'armatura un amuleto che portava al collo e lo lasciò pendere sulle piastre sporche di icore.
«Questo talismano mi fu donato dal Gran Veggente di Atlantide in persona. Una volta, mi ha salvato dagli artigli di un demone. La sua aura era più che sufficiente a difendermi finché non mi fossi riavuto»
«E se fosse arrivato un mago?»
BrightBlade tacque per un istante. Una volta, aveva avuto un amuleto anche per quella evenienza, ma lo aveva regalato ad un amico, molti altri prima. Accantonando l'ondata di malinconia che quel pensiero evocò in lui, l'atlantideo sorrise.
«Ma non ci sono maghi, almeno non qui. Io posso sentirli, Arynn. Proprio ora sento chiaramente che, mentre noi parliamo, Jekyll si sta battendo con l'unico mago che ci sia nei dintorni.
Ascoltami, Arynn: ti assicuro che né io né Jekyll amiamo rischiare inutilmente. Certo, un colpo particolarmente fortunato di uno di quei mostri avrebbe potuto ferirmi, ma non credere che noi agiamo senza pensare alle conseguenze delle nostre scelte. Molto spesso, non esiste una soluzione priva di rischi: in quei casi, l'esperienza insegna a valutare la situazione ed agire di conseguenza in modo da rischiare il meno possibile. Ma venendo ad aiutarmi, tu hai corso invece un rischio grandissimo, ed era un rischio che io non avevo calcolato.»
«Quindi ora dovrei anche scusarmi?»
Arynn sembrava seccata, ma almeno la rabbia era sbollita.
«Certo che no. Lo so che hai agito cercando di fare la cosa giusta. Quello che ti chiedo, Arynn, è semplicemente di fidarti un po' di più. Dopo tutto, io e Jekyll siamo gente in gamba, no?»
La ragazza annuì, abbassando lo sguardo.
«Bene. Ed ora, direi che è il caso di rimetterci al lavoro»
«Andiamo ad aiutare Jekyll?»
«Sì... e no. Con quel mago dovrà vedersela da solo, ma sono sicuro che può resistere tranquillamente, anche se non può sconfiggerlo...»
«Che cosa?»
«Dobbiamo prima fare una cosa, ti spiego strada facendo. Ora stammi dietro, e non fare altre pazzie...»
Arynn stava per ribattere, quando il Vassallo sguainò la sua seconda arma, la spada forgiata dagli elfi che lo accompagnava da quando aveva messo piede nel continente centrale.
«... e prendi questa. Non è incantata come la mia, ma di certo è più adatta a te. La lama è di oricalco ed è una delle più sottili che esistano, o almeno così dice Mastro Argail. Sì, ti sta proprio a pennello!»
«Gr... grazie»
Chiedendosi che vita dovesse condurre un uomo per mettersi a parlare di armi come di vestiti, Arynn corse con l'atlantideo verso il Tempio.

OT: buon lavoro... e buon divertimento contro lo spettro "imbattibile"!!! [SM=x92703] [SM=x92702]
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29/06/2010 12:48
 
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La prima mossa del suo nuovo avversario fu talmente rapida ed improvvisa da cogliere il Vassallo di sorpresa, la spada di ambra piombò sugli spallacci dell'armatura d'argento da dietro, facendo crollare il Cavaliere del Nord sulle ginocchia.
Ma come ha fatto?! si domandò Jekyll, mentre la terrificante risata dello spettro gli esplodeva nella testa, annebbiandogli la vista.
<<Non siete proprio un gran guerriero, cavaliere!>> lo schernì la voce strisciante <<Povero Blue Dragon, se questi sono i suoi Vassalli, non credo che possa permettersi di dormire sonni tranquilli!!!>>
Jekyll si alzò di scatto e, facendo perno sui talloni, ruotò su se stesso velocemente incrociando davanti a sè le braccia così da esporre gli scudi ovali montati sui parabracci e bloccare un nuovo fendente. L'impatto fu violentissimo, ma Jekyll riuscì a reggere l'urto senza grosse difficoltà.
<<Come vedete, messere, imparo in fretta!!>> ghignò il Cavaliere del Nord, notando con piacere il lampo di disappunto che attraversò gli occhi rossi dell'avversario.
Lo spettro arretrò di alcuni passi, avvicinandosi alla catasta di pietre sotto le quali aveva trovato riparo il piccolo Haruvien.
<<Mmh...vedo nei vostri occhi che non gradite molto che mi avvicini a quelle pietre, cavaliere!>> la voce strisciante aveva un tono di compiacimento che la rendeva ancora più graffiante <<Non temete per il bambino! So bene che prima dovrò eliminarvi...dopo tutto siete un Vassallo, anche se non credo che valiate molto!!!>>
<<Dite bene, mago, non vi permetterò di torcere un capello al fanciullo finchè avrò vita! Eoden!>>
Il grande lupo bianco, lordo del sangue scuro delle creature sconfitte poco prima, con un balzo si parò davanti al cumulo di pietre, ringhiando sommessamente, pronto a dare la vita per difendere il bambino.
Lo spettro rise ancora, forte, senza nessuna preoccupazione, se non fosse stato un suono agghiacciante, si sarebbe potuta definire una risata spensierata.
<<Allora vediamo di spegnere subito la fiamma della vita che è in voi, Vassallo, e nel vostro stupido lupo, affinchè io mi possa dedicare a cose più importanti!!>>
Lo spettro si lanciò contro il Vassallo con un movimento rapidissimo, la lama di ambra protesa davanti al corpo e all'improvviso scomparve dalla campo visivo di Jekyll.
<<Ma...>> il Paladino non ebbe il tempo di terminare la frase: un colpo violentissimo nel mezzo della schiena lo investì improvvisamente, scaraventandolo a terra.
Maledizione!!! Non riesco a vedere i suoi colpi!! Non posso andare avanti per molto in questo modo!!
La risata dello spettro esplose nuovamente nella testa del Vassallo.
<<Siete ridicolo!!!>>
Jekyll si mise faticosamente in piedi, mentre l'odio per quello spettro ed il timore per Haruvien iniziavano a dilagare nel suo cuore.
<<Odiarmi e disprezzarmi non vi servirà a sconfiggermi e l'affetto e la preoccupazione che provate per quel fanciullo non varranno a commuovermi, Paladino!>> il sibilo di quella voce, dentro la sua testa, lo stava facendo impazzire, più la gioia selvaggia della battaglia si impadroniva dello spettro più quella voce sofferente diventava simile al rumore di unghie lentamente strisciate sull'oricalco <<Io non conosco altro che il buio ed il dolore, essi sono i miei compagni di viaggio e la mia casa! Ora permettetemi di lasciarvi nel freddo abbraccio di colei che ritengo una sorella...la MORTE!!!>>
Un'intensa luce rossa lampeggiò dalla punta di ambra della spada, poi scomparve per un brevissimo attimo per ricomparire, come un puntino, nel centro della croce di alabastro blu incastonata nel pettorale dell'armatura d'argento.
<<Salutate questo mondo, Paladino!!>> lo derise lo spettro, trionfante.
D'improvviso il puntino rosso si allargò ed esplose liberando una potentissima energia che scagliò il Vassallo contro il muro di cinta del Tempio. L'ampio mantello bianco e blu si strappò in più parti, quando il corpo di Jekyll crollò a terra, mentre un rivolo di sangue usciva dall'angolo della bocca del Paladino quasi privo di sensi.
La risata trionfante dello spettro gli graffiò nuovamente il cervello.
Fa freddo...fa molto freddo! Jekyll, con grande sforzo, aprì gli occhi e notò che la sua armatura era interamente ricoperta di ghiaccio Usa le energie fredde!
Come dovreste fare voi, Paladino!!! gli disse una voce, severa, che non era quella dello spettro...era una voce familiare...era la voce di BrightBlade!
Ricordate cosa vi dissi un giorno, dopo un allenamento nella palestra della Gilda a proposito del combattimento con i maghi e gli stregoni? Pensate Jekyll, riflettete ed agite di conseguenza o la vita di Haruvien verrà spezzata e tutto sarà stato vano!!!

Tanto tempo prima nella palestra della Gilda dei Paladini...

Jekyll, da poco elevato al rango di Vassallo, crollò a terra dopo aver tentato invano di parare un colpo brandito dal Gran Maestro.
<<Jekyll, non combattete solo con gli occhi!!! Usate il cervello!!>> il Gran Maestro era particolarmente severo, sembrava un po' irritato con il Paladino dall'armatura d'argento, ora Vassallo del Regno, che giaceva ai suoi piedi come il più sprovveduto dei Viandanti.
<<Jekyll, non potete pensare di vedere con gli occhi tutti i colpi che vi vengono indirizzati contro! A questo mondo esistono guerrieri, stregoni e maghi che sono in grado di colpire con una velocità tale da risultare letteralmente invisibili ai vostri occhi!!>>
<<Allora, come posso combatterli, Gran Maestro?!>> chiese, esasperato, il Cavaliere del Nord, rialzandosi faticosamente, mentre Eoden, accoccolato in un angolo emetteva piccoli guaiti preoccupati dal vedere il suo padrone così malmenato.
<<Ragionate, Paladino!!!>> gli gridò in faccia BrightBlade, poi abbassando il tono della voce, continuò a spiegare <<Ogni magia lascia una scia che ne identifica il percorso e così l'aura di ogni mago produce un'immagine di se stessa ogni volta che il suo possessore si sposta! Come Paladino e Vassallo voi siete in grado di percepire le aure tanto degli amici quanto dei nemici, concentrandovi potete visualizzarle e per far questo non vi servono gli occhi, cavaliere, serve solo che voi sappiate concentrarvi e liberare la mente!!>>
Jekyll annuì: iniziava a capire dove il Gran Maestro voleva andare a parare con il suo discorso.
<<Liberare la mente e concentrarla vi permetterà non solo di vedere le aure e le scie delle magie, ma anche di difendervi!!>>
<<Schivando per tempo i colpi...>>
<<Se dovete dire queste sciocchezze, allora tacete e fatemi finire!!>> lo interruppe bruscamente BrightBlade <<Molti dei maghi, soprattutto quelli molto potenti, possono entrare nella vostra mente mentre combattente, leggere i vostri pensieri, percepire i vostri sentimenti e capire le vostre intenzioni con il risultato di essere costantemente in vantaggio su di voi, poichè sapranno prevedere le vostre mosse: le conosceranno nel momento stesso in cui voi le penserete!>>
Jekyll rimase silenzioso, il capo chino, le guance arroventate dall'umiliazione di essere stato così duramente richiamato.
<<Vedere le scie e le aure vi permetterà di intuire le traiettorie dei vostri nemici e dei loro colpi, evitandoli certamente, ma soprattutto contrattaccando di conseguenza!!>>
Il Cavaliere del Nord annuì ancora, pensieroso: le parole del Gran Maestro gli riempivano la mente.
<<Imparare a padroneggiare questa tecnica vi darà spesso un vantaggio consistente!>> il Gran Maestro si voltò per uscire dalla Palestra della Gilda, poi aggiunse, senza guardare in faccia il Cavaliere del Nord <<Un'ultima cosa, Cavaliere del Nord...molti dei maghi oscuri più potenti traggono il loro potere dalle energie fredde...anche voi sapete dominare bene queste energie e da esse traete la vostra forza: ciò vi rende pericolosamente simile a loro, ma vi permetterà di affrontarli ad armi pari, Paladino!! Non dimenticate questa lezione ed esercitatevi in essa...potrebbe salvarvi la vita un giorno!>>

Oggi in Katai nel Tempio dell'Estate...

Non ho dimenticato quella lezione, Gran Maestro! Ho fatto come mi avete consigliato e sono diventato bravo...ed ora ve lo dimostrerò!
Il Vassallo iniziò a concentrarsi profondamente, mentre una luce blu elettrico avvolse l'armatura d'argento e le lame del Cavaliere del Nord.
[Modificato da @Jekyll@ 29/06/2010 13:13]





Jekyll, Cavaliere del Nord

Vassallo del Sommo Blue Dragon

Membro del Sacro Ordine dei Paladini del Regno

Membro dell'Ordine dei Templari Sin Fein



Trova nel tuo cuore la Fede e la Forza e con esse camminerai al di sopra del Destino
10/07/2010 13:27
 
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Nel frattempo lo scontro tra gli Aspiranti, Yoshiro e BlackShadow imperversava.
Il ninja dava prova di estrema abilità ed esperienza riuscendo a tenere testa senza alcuna difficoltà agli attacchi portati dai suoi 4 avversari.

<<Mi piacerebbe proprio sapere cosa danno da mangiare a questi Sawamura...>> esclamò Claudium mentre riprendeva fiato.
<<Di certo non quella sbobba che ci rifilano in Locanda>> rispose scherzando Drago.
<<E' meglio che voi due la smettiate di fare commenti e cerchiate piuttosto di capire come far fuori questo maledetto ninja>> li rimproverò Albins.
<<Potremmo provare a lanciare degli attacchi combinati. Che ne pensate?>> suggerì Yoshiro.
<<Ottima idea. Yoshiro, seguite le nostre mosse. Drago, Albins, voi sapete già cosa fare...>> e detto questo Claudium riprese ad attaccare insieme ai compagni.

BlackShadow stava iniziando a stufarsi di combattere contro quegli avversari; dopotutto le sue abilità di spadaccino erano più che sufficienti a tenerli a bada e iniziava a farsi largo nella sua mente l'idea di porre fine allo scontro con uno dei suoi attacchi speciali.
Ripresosi dai suoi pensieri il ninja notò che il gruppo aveva ripreso l'attacco, ma stavolta gli Aspiranti sembravano avere in mente qualcosa di diverso. Forse valeva la pena aspettare ancora qualche attimo prima di porre fine alla partita...

Il primo Aspirante ad attaccare fu Claudium che scagliò una serie di sfere infuocate con l'ausilio della sua spada. Parati puntualmente questi colpi, BlackShadow rispose con uno dei suoi attacchi speciali: un fendente aereo in grado di lacerare le corazze avversarie. Il colpo venne però parato prontamente da Claudium grazie ad uno dei suoi scudi, dando modo a Drago di emergere da dietro il Paladino per scagliare un attacco a sorpresa contro il ninja. La Guardia Reale tenne impegnato BlackShadow per molto tempo, soprattutto grazie all'abilità delle sue spade di aumentare forza e velocità del possessore. Sfruttando poi un momento di distrazione del ninja, Albins utilizzò una delle sue tecniche per far emergere dal terreno gigantesche rocce acuminate.
L'unico modo che BlackShadow aveva per evitare l'attacco era quello di saltare in aria con uno dei suoi balzi da ninja, posizione tra l'altro ideale per colpire contemporaneamente i suoi avversari con una delle sue tecniche più devastanti.
<<E’ IL MOMENTO YOSHIRO, FATECI VOLARE!>> urlò Claudium.
Il giovane non se lo fece ripetere due volte e sfruttando i misteriosi poteri delle sue spade creò una potente corrente ascensionale che sollevò rapidamente Albins, Drago e Claudium.
BlackShadow rimase spiazzato da quella mossa; in pochi secondi si ritrovò bloccato a mezz’aria incapace di muoversi e circondato dai suoi nemici.
L'attacco che ne seguì fu micidiale: tutti e tre i guerrieri calarono giù le loro spade e se i primi due fendenti furono parati all'ultimo secondo dal ninja, il terzo fendente, quello della katana di Albins, andò a segno, disegnando una profonda ferita sulla schiena del nemico.
Subito dopo, mentre i tre atterravano dolcemente portati a terra dagli scudi di luce di Claudium, BlackShadow rovinava a terra con un pesante tonfo.
Grazie a quella manovra gli Aspiranti avevano messo una forte ipoteca sulla loro vittoria.

Mentre BlackShadow si rialzava a fatica e tentava di riprendere il ritmo del suo respiro smorzato dalla caduta, se la prendeva con se stesso per avere sottovalutato così sconsideratamente il nemico: non solo infatti aveva rischiato di morire ma anche di mandare all'aria l’intera missione.
Una volta rimessosi in piedi il ninja tastò la ferità sulla schiena: il taglio bruciava terribilmente ma per fortuna il colpo non aveva provato grosse lesioni. Di sicuro poteva continuare a combattere ma era anche vero che non avrebbe più potuto muoversi con la sua solita agilità, pena l'aumento della perdita di sangue e l'espandersi del taglio.
Se il ninja voleva cavarsela doveva mettere presto fine alla partita.
Ma come poteva fare?
In quelle condizioni non avrebbe di sicuro tenuto testa ai loro attacchi combinati. La soluzione migliore era quella di attaccarli con delle copie. Avrebbe potuto infatti nascondersi tra di esse e scagliare attacchi improvvisi mentre i suoi avversari erano impegnati a combattere. Sarebbe stato facile come cogliere frutti da un ciliegio. Il problema però rimaneva il Paladino Claudium; lui era in grado di avvertire la sua aura e perciò sarebbe sicuramente riuscito a distinguerlo dalle copie del ninja.
BlackShadow doveva per forza eliminare prima lui se voleva sconfiggere anche i suoi compagni.
Già, ma come?
Qual era il punto debole di quel Paladino?
Sembrava essere il guerriero più scaltro tra loro ed in più era in grado di materializzare scudi impenetrabili con cui proteggere i compagni.
BlackShadow sorrise: forse era proprio questo il suo punto debole.
Gli serviva però un diversivo per mettere in atto il suo piano, un trucco necessario affinché il Sawamura potesse preparare qualcosa di grosso.

Il ninja si alzò in piedi e rinfoderò le sue spade; dopodichè unì le mani e chiuse gli occhi: si materializzarono una serie di copie che si lanciarono subito contro gli Aspiranti. I guerrieri di Blue Dragon fronteggiarono immediatamente l'attacco ma tenere a bada copie di un ninja di quel livello non era esattamente una passeggiata. Nel frattempo BlackShadow sguainò Ashura, la katana dalla lama rossa. Con la spada in pugno il ninja iniziò a compiere quella che sembrava essere una specie di danza, composta da un turbinio di movimenti sempre più veloci ed elusivi. La danza durò poco però poiché dopo pochi attimi il ninja si arrestò in una specie di posizione di guardia. Contemporaneamente la sua aura iniziò a pulsare e le zolle di terreno intorno a lui si alzarono in aria come se attraversate da una misteriosa energia; sempre in quel momento la lama di Ashura si illuminò caricandosi di energia.
Claudium avvertì prima degli altri il formarsi di quel poderoso incanto; capì che il ninja stava per lanciare un attacco devastante e di sicuro non sarebbe stata una mossa da poter contrastare così alla leggera. Disimpegnatosi dal suo avversario il Paladino urlò perciò ai compagni di lasciar perdere le copie e di ripararsi dietro di lui. Gli Aspiranti obbedirono. Nel frattempo Claudium frappose tra sé e BlackShadow la sua spada di Oricalco e materializzò una difesa formata da tre scudi tra i più potenti da lui conosciuti, nell'attesa di ricevere l'attacco del ninja.

Pochi istanti dopo la luce che avvolgeva la lama del Sawamura raggiunse il suo culmine.
<<FALCE INSANGUINATA!>> urlò il ninja mentre scagliava il suo fendente. Il colpo assunse la forma di arco rosso che tagliò l'aria con una velocità sorprendente. Gli scudi materializzati da Claudium vennero trapassati come cartone e il colpo finì con l’impattare contro la spada del paladino. Purtroppo, nemmeno l'Oricalco poté nulla contro il potere di quell’incanto, così la lama andò in mille pezzi e il colpo colpì in pieno petto l'Aspirante, trapassando il pettorale della sua armatura. Il Paladino venne sbalzato all'indietro e rovinò a terra con una profonda ferita sul petto mentre i compagni si facevano intorno a lui attoniti per quello che era appena successo.

OT- Ok Drago, concludi pure lo scontro [SM=x92702] -OT
[Modificato da Claudium 10/07/2010 13:32]
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11/07/2010 16:08
 
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Drago, Albins e Yoshiro erano letteralmente scossi, non potevano credere ai propri occhi…Claudium era riverso a terra privo di sensi e con una profonda ferita al petto. Le copie del temibile Ninja erano ancora in azione, ma il vero Black Shadow aveva trovato riparo non lontano all’ombra di un grosso albero. Probabilmente l’abile assassino stava riprendendosi dalla ferita e nello stesso tempo escogitando un nuovo e temibile attacco. Il Custode nonostante la sua notevole abilità era riuscito ad eliminare una copia anche sé con seria difficoltà…inoltre iniziava a sudare freddo perché la stanchezza e qualche graffio si facevano sentire.
<<Albins! Presto! Cercate di curare Claudium e lasciate a me la vostra copia!>> ringhiò la Guardia Reale nella furia del combattimento. Il Ninja del Regno non se lo fece ripetere due volte ed operò nell’immediato disimpegnandosi dal combattimento. In quello stesso istante Drago riuscì ad affondare Alba nello stomaco di una copia. Anche Yoshiro riuscì ad eliminare il suo avversario-copia. Finalmente lo scontro con le copie si era concluso a vantaggio degli Aspiranti anche se i danni subiti erano evidenti. Claudium era fuori combattimento ma con l’aiuto di Albins iniziava lentamente a riprendersi, il Custode aveva rimediato lividi e graffi e Drago aveva rimediato una stella ninja conficcata nella gamba sinistra che aveva apportato parzialmente danni.
Il capo dei Sawamura era quasi alle strette ma non aveva scoperto ancora tutti i suoi assi nella manica.
Non va bene le mie copie sono state sopraffatte…va bene vorrà dire che userò un altro stratagemma.
Black Shadow uscì finalmente allo scoperto…stranamente aveva rinfoderato Ashura ed impugnava Kickuimonji con entrambe le mani, rivolta verso il cielo…e cosa ancora più inquietante la ferita aperta si stava lentamente rimarginando.
<<Ah, ah ah…se è vermente questo il potere e la forza degli Aspiranti di Blue Dragon siete davvero messi male, ben presto conoscerete la paura allo stato puro!>> disse lo spietato Ninja Assassino in tono greve.
La ferita di Claudium si stava lentamente rimarginando anche se produceva dolore all’assistito. Albins difatti era concentrato in un Jutsu di cura intensiva sul Paladino e nello stesso tempo aveva carpito che forse il cinturone viola che calzava il proprio nemico aveva delle alte proprietà curative.
Black Shadow si stava concentrando al massimo. Improvvisamente la katana del nemico iniziò a ricoprirsi di scariche elettriche, ma Drago e Yoshiro erano partiti subito all’attacco cercando di anticiparlo, anche se forse non sapevano cosa stava per accadere di lì a poco.
<<KAIKOSURU!>>


Un grido. Scariche elettriche in quantità. Yoshiro perse i sensi dopo poco, ma l’altro non sembrava far caso all’elettricità, Black Shadow era quasi inerme per lo sforzo compiuto e quell’Aspirante era ormai ad un passo.
<<DRAGO COLPISCILO AL CINTURONEE!>> gridò Albins in preda al panico.
La Guardia Reale ascoltò l'amico anche se in preda a dolori atroci, digrignò i denti per lo sforzo immane, nonostante le ustioni rilevanti e lo shok subito riuscì ad infilzare il cinturone viole e forse anche le sue carni…ma non appena colpì il suo nemico, Drago cadde a terra tossendo sangue e respirando a fatica.

Non lontano Eruner invece stava per avere la meglio sul suo avversario e voleva concludere il suo scontro prima che succedesse qualcosa di irreparabile ai suoi compagni. Jan infatti era visibilmente stanco e presentava lividi e ferite in più punti. L’elfo dal canto suo non aveva rimediato il benché minimo danno, solo un kunai era riuscito a sfiorarlo al braccio sinistro, ma l’unico risultato ottenuto era stato un lieve graffio. La mente del vice-capo Jan non era mai stata così in confusione come ora.
Non posso assolutamente cedere…anche perché sarebbe la mia fine…

OT- Passo la palla ad Albins o a qualcun altro in linea. [SM=x92702] [SM=x92710] Siamo quasi alle battute finali. -OT

11/07/2010 18:31
 
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OT- Ok, se nessuno posta entro venerdì concludo. Ah una cosa: il mio pg curatelo pure ma lasciatelo tramortito fino alla fine della battaglia per favore -OT
18/07/2010 14:32
 
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Jan lanciò un ultimo disperato attacco contro Eruner, ma l'elfo riuscì ad anticipare il colpo ed a trapassare l'avversario da parte a parte. Il ninja cadde in ginocchio ed infine rovinò a terra con un leggero tonfo. Ora che Jan era stato eliminato Eruner poteva concentrarsi nell'assistere i suoi compagni nel combattimento contro BlackShadow.

Nel frattempo Drago si era parzialmente ripreso dalla'attacco e, schiena contro schiena ad Albins, cercava di difendersi dagli attacchi portati dall'accerchiamento di copie del ninja. I due compagni sapevano che in mezzo a quelle copie c'era anche il vero BlackShadow ma senza Claudium non avevano modo di distinguerlo.

<<Che facciamo, Albins? Non ce la farò a reggere ancora per molto a questi attacchi...>> disse ansimando la Guardia Reale.
<<Non ne ho idea, ma se molliamo siamo finiti. Dobbiamo resistere>> rispose deciso Albins.

BlackShadow sorrideva mentre portava attacchi combinati insieme alle proprie copie. Il colpo di Drago aveva lacerato la sua cintura ma l'affondo aveva causato solo una ferita superficiale sul fianco del ninja, e quindi il Sawamura poteva muoversi in tutta tranquillità.
Il ninja però era stanco di combattere: aveva già rischiato troppo per i suoi gusti contro quei guerrieri e voleva porre fine il prima possibile al combattimento...

Le copie si fermarono tutte nello stesso momento formando un cerchio intorno agli Aspiranti. Le lame di tutti in ninja si illuminarono: a quanto pare BlackShadow stava per lanciare in una volta sola i suoi due colpi più potenti per porre fine allo scontro.
Albins e Drago raggelarono: sapevano che se non fossero riusciti a bloccare il ninja sarebbe stata la fine per loro.
I due Aspiranti iniziarono a lanciare incantesimi e menare fendenti da tutte le parti, ma ogni volta finivano con il colpire copie che scomparivano lasciando il posto ad altre.

<<ALBINS, AD ORE 12!>> urlò Eruner mentre correva verso gli Aspiranti.
Il ninja del Regno non se lo fece ripetere due volte e subito lanciò una raffica di pugnali Kunai verso il vero BlackShadow.
BlackShadow fu costretto ad interrompere l'attacco per poter parare il colpo; il ninja perse inoltre la concentrazione necessaria per mantenere attive le copie, le quali scomparvero tutte nello stesso momento.

Per il Sawamura era la fine: dopo l'attacco, Albins e Drago iniziarono a tempestare di colpi BlackShadow senza dargli un attimo di tregua. I colpi andarono a segno disegnando ampie e profonde ferite sul corpo del ninja. Ormai conscio di non poter scampare alla morte, BlackShadow balzò in aria per lanciare un ultimo attacco, con il quale sperava di riuscire a trascinare con sè anche gli Aspiranti.
Tutto però fu inutile poichè il ninja venne trapassato a mezzaria da una saetta. I due Aspiranti si girarono per capire chi aveva lanciato il colpo; era stato Claudium che, riverso a terra, teneva ancora alzata la mano con il quale aveva lanciato l'incantesimo. Poi, dopo aver sorriso ai compagni, il Paladino svenne nuovamente.
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Paladino Lord
06/08/2010 12:19
 
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Dopo aver subito il colpo Blackshadow si accasciò al suolo. Avevo vinto sconfiggendo un nemico molto potente. Non sapevano però quale era la situazione di Claudium, che con un ultimo sforzo aveva concentrato tutte le sue rimanenti energie ed aveva sferrato mortale al ninja, probabilmente salvando Albins e Drago.
I due, una volta accertata la morte di Blackshadow corsero subito da Claudium per prestargli le cure, e videro che Eruner era già vicino al paladino.
<< Come sta?. >> chiesero quasi all’unisono Albins e drago.
<< Penso sia solo svenuto per lo sforzo eccessivo. Ora provo a curarlo, poi lo dovremo far riposare. E non appena si sveglia dobbiamo riprendere subito il cammino. Non c’è un attimo da perdere.>> disse Eruner, con un realismo e una determinazione che impressionò i due aspiranti del Regno.
<< Avete ragione a pensare già a ciò che ci attende, e a dire che dobbiamo muoverci, ma adesso anche noi abbiamo bisogno di un po’ di riposo per ricaricare le forze, Eruner. Credo che questo sia solo il primo di una serie di tentativi di eliminarci o rallentarci, e quindi dovremo stare in forma per fronteggiarli. >> Gli rispose Albins.
Drago, visibilmente stremato, si lasciò andare sul prato dicendo:
<< Amici, io mi stendo 5 minuti, e a meno che non vogliate portarmi addosso, lasciatemi riposare un po’. >> provocando una leggera risata da parte dell’amico ninja, che immaginava come si potesse portare in spalla un carico del genere.
<< Ok, va bene, forse avete ragione voi. Un po’ di riposo non puo’ farci male. >> fu la risposta di Eruner.
Nel frattempo anche Yoshiro si era avvicinato al gruppetto chiedendo di Claudium, e quando fu rassicurato da Eruner, si stese anchegli per rilassarsi.

Dopo che furono passate 5 o 6 ore Claudium diede segni di ripresa. Aprendo gli occhi notò Albins seduto nelle vicinanze pre il turno di guardia.
<< Albins, è finita?. >> furono le sue prime parole.
<< Si Claudium, siete stato grande nel vostro attacco a Blackshadow, e forse avete salvato me e Drago. Ora riposate un altro po’ perché ci attende un cammino ancora lungo e difficile. >> gli rispose.
Rassicuratosi Claudium richiuse gli occhi, e ora il suo volto sembrava più rilassato.

Tutti e cinque si riposarono durante la notte e al mattino erano pronti a mettersi in marcia, dato che anche Cludium sembrava essersi ripreso alla grande.
<< Abbiamo molta strada da fare. E teniamo gli occhi aperti. >> furono le parole di Eruner con le quali il gruppo si mise in viaggio.

[Modificato da § Albins § 06/08/2010 12:19]
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Maestro
24/08/2010 18:26
 
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OT:
A breve pubblicherò il mio prossimo post; nel frattempo, ne approfitto per ricordare al "gruppo Aspiranti" i loro obiettivi: raggiungere Senmeina e i Samurai ritiratisi nelle montagne e convincerli a tornare nella capitale per difenderla da ogni possibile attacco in forze da parte dei ninja (o di chi vuole farsi passare per loro).
24/08/2010 18:44
 
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OT- Ma la storia nostra aspettiamo Eruner per continuarla o la continuiamo da soli? -OT
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Maestro
25/08/2010 23:36
 
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OT:
Io direi di continuare, Eruner in un altro post ha scritto che ha problemi a collegarsi causa università. In ogni caso, la strada almeno per l'immediato futuro è delineata, quindi non dovreste aver problemi a continuare; per il seguito, non ci resta che sperare in un suo ritorno!
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26/08/2010 13:48
 
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BrightBlade ed Arynn raggiunsero in poco tempo il muro diroccato che cingeva il Tempio dell'Estate. Dando uno sguardo all'interno, il Paladino di Atlantide si accorse che – diversamente da quanto aveva creduto – il cortile pullulava di nemici.
Jekyll deve avermi augurato qualche colpo, pensò l'atlantideo mentre osservava gli avversari. A differenza di quelli affrontati in precedenza da lui e Arynn, questi non indossavano abiti da monaco, bensì una vasta gamma di tuniche lacere e stracci di altro genere. Da più lontano, sarebbero potuti tranquillamente passare per braccianti o pescatori, ma i loro movimenti meccanici e il colorito cinereo della pelle non lasciavano spazio a dubbi.
«Ce ne sono altri... che facciamo?» disse Arynn.
«Dobbiamo entrare nel Tempio il prima possibile. Riponi la spada e seguimi senza far rumore».
La ragazza ubbidì e i due avanzarono lentamente nel cortile, sfruttando i vari edifici all'interno come nascondigli. Comunque, passare inosservati era piuttosto facile: i mostri che occupavano il cortile, infatti, vagavano senza scopo o semplicemente rimanevano fermi, gli occhi vacui fissi in avanti. Era evidente che la mente superiore che li comandava stava facendo qualcos'altro, e BrightBlade poteva ben immaginare cosa.
«Qualcuno sta combattendo, avete sentito?» disse Arynn.
«Lo so. È Jekyll. Seguimi, dobbiamo entrare»
«Non andiamo ad aiutarli?»
BrightBlade annuì, portandosi il dito sulle labbra; senza obiettare ancora, Arynn lo seguì attraverso una stradina e quindi dentro la struttura principale del Tempio.
La porta secondaria da cui erano entrati dava su un ampio corridoio; da lì, i due intrusi attraversarono una piccola camera rettangolare e infine sbucarono in un ampio cortile, che doveva occupare pressappoco il centro del Tempio. A prima vista, il giardino sembrava deserto, ma BrightBlade si concentrò ugualmente per percepire la presenza di eventuali avversari.
Soddisfatto, il Vassallo scese i tre gradini della veranda e si inoltrò nel prato, seguito da Arynn.
Il cortile era parzialmente occupato da un elegante laghetto, che doveva aver ospitato diverse ninfee e probabilmente anche qualche rana: tuttavia, l'acqua era inspiegabilmente marcia ed emanava un odore insopportabile, e le piante acquatiche galleggiavano senza vita nell'acqua stagnante.
Anche l'erba aveva un colorito giallastro e gli alberi stavano perdendo le foglie. Sembrava proprio che una maledizione si fosse abbattuta sul Tempio.
Dopo aver aggirato lo stagno, BrightBlade raggiunse il centro del giardino. Davanti a lui, si apriva sul terreno un varco rettangolare, incorniciato da una linea di pietre bianche e tondeggianti e sormontato da un totem di legno. L'odore di marcio che proveniva da sotto era particolarmente forte, ma l'atlantideo iniziò ugualmente a scendere i gradini, assicurandosi prima che Arynn si coprisse il volto con un fazzoletto annodato.
La rampa di scale conduceva in una piccola anticamera, scarsamente illuminata dalla luce tremolante di un cero. Dall'altro lato della stanza, una grande porta di bronzo istoriato, spalancata, dava accesso ad una grande sala quadrata, poco più illuminata delle precedenti. La volta della stanza era sorretta da dodici colonne scolpite, che raffiguravano creature grottesche e mitologiche intente a sostenere il peso sovrastante. Le immagini erano talmente ben fatte da sembrare quasi reali: tuttavia, gli occhi dell'atlantideo non si soffermarono su di esse, ma si diressero subito alla figura che occupava il centro della stanza e che in quel momento dava le spalle all'ingresso.
«Vi stavo aspettando» disse una voce sibilante.
«Ed io vi stavo cercando» rispose BrightBlade, facendo cenno ad Arynn di farsi da parte mentre sguainava la Lama di Atlantide ed imbracciava lo scudo.
L'uomo al centro della stanza si voltò lentamente. Sebbene fosse completamente avvolto da un mantello, Arynn lo riconobbe all'istante.
«Lo Spettro!»
«Non esattamente, o meglio non del tutto. Dico bene, Spettro?» commentò BrightBlade, avvicinandosi all'avversario.
La figura portò le mani scheletriche al volto e calò il cappuccio, rivelando un volto scarno e spigoloso.
«Vedo che conoscete il mio segreto. Dunque, voi e il vostro sciocco compagno siete davvero dei pazzi ad affrontarmi: come potete sconfiggere un nemico che non è di fronte a voi
Mentre parlava, lo Spettro slacciò il mantello, lasciando che scivolasse a terra rivelando un'armatura opalescente ricoperta di rune demoniache. Infine, con gesto assai teatrale, sguainò la spada ambrata che Arynn aveva imparato a riconoscere.
«Ebbene, a noi due, paladino!»
Scattando a velocità sovrumana, la spada dello Spettro saettò diretta al volto del Vassallo, ma la Lama di Atlantide intercettò l'affondo, deviandolo a sinistra. Immediatamente, lo Spettro si fece sotto, facendo serpeggiare la spada in una pioggia di affondi e fendenti con una rapidità stupefacente, ma la difesa del Paladino di Atlantide era incrollabile.
Arynn notò che BrightBlade non si era spostato di un metro dalla posizione che occupava all'inizio del duello: ogni volta che parava o schivava, il cavaliere lo faceva sul posto, mentre il suo avversario ronzava attorno a lui come una vespa inferocita.
Lo Spettro continuò a tempestare l'avversario di colpi per quasi un minuto, e in almeno tre occasioni la spada d'ambra fu quasi sul punto di oltrepassare la guardia del Vassallo. Quest'ultimo, dal canto suo, combatteva in maniera del tutto diversa da quanto Arynn aveva visto in precedenza: invece che tentare un qualche contrattacco, si limitava a respingere e deviare tutti i colpi, come se l'incredibile rapidità dell'avversario non gli concedesse spazio per rispondere.
A un tratto, lo Spettro fece un balzo improvviso all'indietro, scagliando qualcosa contro il nemico.
Ci furono due o tre lampi di luce quando la Lama di Atlantide colpì al volo altrettanti oggetti ed uno di loro andò a cadere a pochi passi da Arynn. La ragazza si chinò e riconobbe la punta spezzata di un pugnale da lancio.
Un istante più tardi, un raggio di energia micidiale scaturì dalla spada dello Spettro, ma l'atlantideo pronunciò una singola parola e subito uno scudo di energia dorata lo avvolse completamente, respingendo il dardo magico.
A quel punto, il combattimento si interruppe. Mentre lo scudo magico svaniva tremolando, l'atlantideo assunse nuovamente una postura difensiva, mentre lo Spettro gli girava attorno, sogghignando.
«Devo ammettere che vi difendete bene, messere. Ma quanto a lungo credete di poter resistere? Io posso combattere in eterno!»
«Visto che avete tutto questo tempo, forse vi conviene tornare quando sarò più vecchio. Di questo passo, temo che non metterete a segno un colpo prima di qualche anno» rispose beffardo il Vassallo.
Il volto dello Spettro fu attraversato da una smorfia di odio assoluto.
«Pagherete cara la vostra insolenza! Ora vi ucciderò e banchetterò con la vostra anima, e voi mi servirete per l'eternità!!!»
«Ma non mi dite! Certo da voi mi sarei aspettato qualcosa di più originale...»
«MALEDETTO!!!»
Lanciando un grido che non aveva nulla di umano, lo Spettro si scagliò sul Vassallo, sferrando una tempesta di colpi ferocissimi.
Mentre osservava il Paladino respingere ogni attacco, Arynn udì la sua voce nella testa:
«Da quaggiù non riesco a contattare Jekyll; trovalo e resta lì vicino»
«Che cosa?»
«Jekyll sta combattendo uno Spettro come questo, devo dirgli di portarlo qui sopra. Se ti metti vicina a lui, potrò parlargli attraverso te»
«Ma una volta fuori, non riuscirete a parlare neanche con me, no?»
La risposta impiegò un attimo ad arrivare, perché il Paladino dovette effettuare una serie piuttosto complicata di parate.
«Con te è diverso. Ora vai!»
Di nuovo, distratto dalla conversazione, l'atlantideo evitò per un pelo un fendente al volto; per la prima volta, la spada d'ambra tracciò un graffio sullo zigomo del Paladino.
Lo Spettro ghignò, ma la risata gli morì in gola quando il Vassallo esclamò:
«Armi avvelenate contro un Paladino? Siete proprio un dilettante!»

Arynn corse fuori dalla stanza, mentre dietro di lei il clangore delle armi si faceva più frenetico. Dopo aver attraversato l'anticamera e la rampa di scale, la ragazzina riemerse nel giardino interno del Tempio. Questa volta, il cortile non era deserto: tre mostri la stavano aspettando, e iniziarono a barcollare verso di lei non appena la videro.
Senza perdersi d'animo, la ragazza sguainò la spada elfica, e si lanciò sul primo avversario, eliminandolo con un unico fendente. La nuova arma risultava più “naturale” della Lama di Atlantide: Arynn si era sentita quasi in balia della potente spada magica del Paladino di Atlantide, mentre ora aveva la chiara sensazione di essere completamente padrona dei suoi movimenti.
Uno dopo l'altro, anche gli altri due mostri caddero rapidamente sotto i colpi della ragazza: le creature erano fin troppo lente per poterla colpire e sembravano ancora essere prive di una vera volontà.
Dopo aver attraversato le camere interne del Tempio abbattendo facilmente svariati nemici lungo il percorso, Arynn sbucò all'esterno e subito riconobbe il rumore di un combattimento. Seguendo l'udito e aggirando i mostri lungo il percorso, Arynn giunse infine in vista di Jekyll.
Il cavaliere sembrava in difficoltà e proprio mentre la ragazza si avvicinava il Vassallo venne scaraventato contro il muro di cinta del Tempio da un dardo magico del tutto simile a quello che l'altro Spettro aveva usato invano contro BrightBlade.
Mentre il Cavaliere del Nord si rialzava faticosamente, Arynn udì di nuovo la voce di BrightBlade nella sua mente. Questa volta, il messaggio era rivolto a Jekyll:
«... Ricordate cosa vi dissi un giorno, dopo un allenamento nella palestra della Gilda a proposito del combattimento con i maghi e gli stregoni? Pensate Jekyll, riflettete ed agite di conseguenza o la vita di Haruvien verrà spezzata e tutto sarà stato vano!!!»
Arynn continuò ad avvicinarsi, tentando di non farsi notare. Inspiegabilmente, più avanzava e più sentiva freddo. Guardando meglio, la ragazza vide che l'armatura del Vassallo era completamente coperta da piccolissimi cristalli di ghiaccio e iniziava a pulsare di luce azzurrina.
In quel momento, la ragazza si sentì chiamare: voltatasi, vide che Haruvien era poco distante, sorvegliato dal grande lupo bianco di Jekyll.
«Arynn, dov'eri finita?» chiese il bambino non appena lei gli si sedette accanto.
«Ho aiutato BrightBlade. Hai fatto il bravo con Jekyll?»
Haruvien annuì, poi disse:
«Ho paura... quel mostro è troppo forte, Jekyll non riesce a colpirlo...»
Arynn tacque. BrightBlade le aveva detto qualcosa... Ma certo!
«Jekyll! Devi andare nel cortile del Tempio!»
Il Cavaliere del Nord non si voltò. Sembrava si stesse preparando a scagliare una qualche magia e di certo non l'aveva sentita. Se solo BrightBlade gli avesse nuovamente parlato nella testa... ma l'atlantideo taceva; evidentemente, lo Spettro lo stava incalzando e lui non poteva distrarsi ancora...
«Haruvien, seguimi. Dobbiamo andare in un posto!»
Preso per mano il ragazzino, Arynn iniziò a correre verso il Tempio. Un attimo dopo, il lupo fu accanto a loro. L'animale afferrò Arynn per la tunica e tentò di trattenerla, ma la ragazzina si voltò verso Eothen e lo carezzò sulla testa.
«Fidati! Dobbiamo andare!»
Il lupo lasciò andare Arynn, incerto, quindi si voltò e ululò verso Jekyll.
Il Cavaliere del Nord stava per scatenare il suo potere, quando udì il richiamo del compagno animale. Voltatosi, fece appena in tempo a vedere i due ragazzini che correvano verso il Tempio, prima che la sagoma dello Spettro gli sfrecciasse accanto, all'inseguimento dei fanciulli.
«Non credo proprio!»
Qualche metro più in là, una colonna di ghiaccio sorse dal terreno, e lo Spettro ci si sfracellò contro, sbattendo violentemente la testa e cadendo all'indietro senza neanche rendersi conto di quel che era successo. Se non fosse stato preoccupato per i ragazzi, Jekyll avrebbe riso a crepapelle per lo spettacolo: invece, iniziò a correre a sua volta dietro ad Arynn, cercando di schivare i sortilegi che lo Spettro, ancora scosso per la botta, gli lanciava contro per riguadagnare terreno. Ormai, il duello si era trasformato in un inseguimento.
«Fermatevi! Dove andate?» gridò il Vassallo, prima di gettarsi a terra per evitare l'ennesimo dardo di energia.
Maledetto Spettro... BrightBlade, dove diamine vi siete cacciato?, pensò Jekyll, rimettendosi in piedi e ricominciando a correre.
26/08/2010 22:56
 
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Non appena il gruppo fece per mettersi in viaggio Claudium si arrestò <<Aspettate un momento>>.
Il Paladino tirò deciso le briglie di Atreo e tornò indietro dirigendosi verso il tumulo che gli Aspiranti avevano realizzato per creare una minima sembianza di sepoltura per i ninja che avevano ucciso. Una volta sceso da cavallo, l'Aspirante si avvicinò al cadavere di BlackShadow; dopo essersi fatto il segno della croce si chinò sul corpo e slacciò delicatamente i lacci che legavano le katana al fianco del suo padrone; infine, dopo averle caricate sul suo cavallo, tornò dal gruppo.
<<Sapete che non è costume dei Seguaci di Blue Dragon spogliare delle armi i cadaveri dei nemici abbattuti, vero Claudium?>> disse Albins severo.
<<Avete ragione, ma non potevo assolutamente permettere che queste katana rimanessero qui; innanzitutto perchè sono spade troppo potenti per essere lasciate incustodite; infatti qualche predatore di tombe avrebbe potuto impossessarsene; in secondo luogo perchè immagino che una volta che avremo raggiunto Senmeina ed i suoi samurai sarà molto difficile convincerli che siamo dalla loro parte, primo perchè siamo stranieri, e secondo perchè anche voi, Albins, siete un ninja, e la cosa potrebbe insospettirli. Se però invece mostriamo loro queste katana, che sono risapute appartenere al capo ninja dei Sawamura, ci conquisteremo facilmente la loro fiducia>>.
<<Avete avuto un ottima idea Claudium, portiamo pure le katana con noi allora>> disse Eruner. La cosa stupì non poco i presenti in quanto il Paladino era poco avvezzo a fare complimenti.

Il gruppo viaggiò per diversi giorni verso nord usando la massima circospezione possibile ma stranamente gli Aspiranti non trovarono altri ostacoli sulla loro strada e la cosa li fece insospettire non poco.
In ogni caso, una sera non troppo distante dal loro scontro contro i Sawamura, i 5 giunsero in vista della catena montuosa in cui i Samurai si erano ritirati. Per il momento decisero di accamparsi e poi, il giorno seguente, avrebbero esplorato la zona in cerca della fortezza in cui i samurai si erano ritirati.

Quella sera intorno al fuoco Claudium si mise ad esaminare la ferita arrecatagli dal ninja; la lacerazione che gli era stato inferta era profonda ma Eruner era riuscito grazie alla sua magia curativa a ridurre la ferita ad un semplice taglio superficiale, guarendo i danni provocati alle ossa ed agli organi interni. Purtroppo però quella da cui Claudium era stato ferito era una lama magica e come il Paladino temeva era del tipo peggiore: una di quelle che non permettono che le ferite da loro inferte guariscano mai del tutto. Così all'Aspirante rimase una lunga cicatrice che correva dalla spalla sinistra fino al fianco destro, e che probabilmente il Paladino avrebbe portato con sè fino alla fine dei suoi giorni.
Come ulteriore ricordo di quella avventura era rimasto inoltre un profondo squarcio sul pettorale della sua armatura.

Pensando alla convenienza di lottare o meno con un pettorale squarciato, Claudium afferrò il fodero alla sua destra e ne rovesciò il contenuto di fronte a sè; i resti che aveva davanti erano tutto ciò che rimaneva della spada di Oricalco di suo padre.
<<Forse non ve l'ho ancora detto ma mi dispiace per quello che è successo alla vostra spada>> disse Yoshiro all'amico.
<<Vi ringrazio ma non preoccupatevi: questa spada era troppo vecchia, sapevo che era solo questione di tempo prima che si spezzasse; beh, vorrà dire che l'Armeria del Regno avrà un'arma in più da esporre...>> disse Claudium sorridendo <<...inoltre è da un po' di tempo che volevo fare una cosa, e questo episodio me ne dà finalmente l'occasione...>> detto questo il Paladino si alzò in piedi <<...Eruner, se aveste la pazienza di seguirmi avrei bisogno di chiedervi un favore...>>
L'Aspirante si alzò senza dare domande e seguì taciturno il compagno; istintivamente anche gli altri guerrieri si alzarono per vedere cosa aveva intenzione di fare Claudium.
Il Paladino dall'armatura sfregiata sguainò Arkea e la caricò di energia magica; le rune sulla lama si illuminarono come al solito di una sfavillante luce azzurra; dopodichè, il Paladino pose la lama su un tronco d'albero poco distante.
<<La mia richiesta vi potrà sembrare insensata, Messere, ma fidatevi se vi dico che so quello che faccio: voglio che spezziate Arkea>> disse Claudium serio.
Eruner non fece neanche una piega; si limitò ad estrarre le sue Lame del Deserto ed a puntarle di fronte a sè: <<Siete sicuro allora?>>
Claudium annuì. Nello stesso momento Eruner sollevò la due spade e menò un poderoso doppio sgualembro sulla base della lama, che si spezzò immediatamente in due frammenti.
<<Arkea, Formam Mutes!>> pronunciò Claudium tendendo la mano verso i frammenti. Questi si accesero immediatamente di una fortissima luce bianca e cambiarono forma. Quando il processo fu terminato la luce scomparve.
I frammenti si erano trasformati in due spade ricurve molto corte, prive di guardia, dello stesso tipo e foggia di quelle usate dagli elfi negli scontri corpo a corpo. Particolare che testimoniava la loro discendenza dall'ormai scomparsa Arkea, erano le identiche rune poste lungo la loro lama, le quali avrebbero probabilmente garantito alle armi gli stessi poteri della precedente spada. Soddisfatto, Claudium afferrò le sue due nuove lame e le osservò brillare sotto la luce della luna.
<<Mille grazie Eruner, con queste ora potrò mettere in pratica lo stile di lotta che mi avete insegnato in questi mesi>>.
L'ex-Mago dell'Acqua abbozzò un risolino come a confermare quanto detto dall'Aspirante.
Gli altri compagni restarono sopresi, ma neanche più di tanto: Yoshiro escluso, erano ormai abituati a questo tipo di trovate da parte del Paladino.
<<Come pensate di chiamarle?>> domandò Drago.
<<In effetti non ci avevo ancora pensato. Uhm... penso che le chiamerò "Lame di Jibril". Ho sempre adorato i nomi arabi...>> e detto questo il Paladino si allontanò per andare a fabbricare due nuovi foderi per le due lame.
[Modificato da Claudium 27/08/2010 19:43]
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12/09/2010 16:10
 
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<<Ragazzi!! Fermatevi!!>> gridò il Vassallo, mentre rincorreva i fanciulli <<Eoden!!>>.
Ma dove diamine stanno andando? si chiese Jekyll.
L'inseguimento durò ancora qualche istante ed il Paladino seguì Arynn ed Haruvien nel cuore del Tempio per poi sbucare nel cortile centrale.
La luce del giorno abbagliò Jekyll, mentre la percezione dell'aura di BrightBlade gli esplose nella mente.
Il Gran Maestro non è solo! pensò il Cavaliere del Nord, preoccupato.
Una potente aura oscura tentava di prevaricare quella del Gran Maestro dei Paladini...un'aura assolutamente identica a quella dello Spettro che lo stava inseguendo.
Con lo sguardo, Jekyll esplorò rapidamente il cortile in cui i ragazzi ed Eoden lo avevano condotto: nel suo centro si apriva un ingresso rettangolare sormontato da una scultura e circondato da candide pietre; Arynn ed Haruvien, protetti da Eoden, sostavano incerti sul limitare del varco, lanciando sguardi allarmati verso il buio dietro di loro e verso il Vassallo dall'armatura d'argento.
<<Mettetevi al riparo!!>> gridò il Cavaliere del Nord, ma un lampo di luce rossa lo avvisò che lo Spettro era pronto a colpire di nuovo.
Veloce, Jekyll si voltò, lasciando esplodere la sua aura e, contro ogni suo istinto, chiuse gli occhi.
La visione, però, fu più nitida di quanto avrebbe creduto: lo spettro dietro di lui ardeva in una luce rossa come il fuoco ed una sorta di scia del medesimo colore aveva iniziato aveva iniziato a distaccarsi da lui...ma non era diretta contro il Paladino e lo Spettro non poteva aver sbagliato così grossolanamente la mira. Jekyll tornò a fissare i ragazzi, che invece risplendevano in una nube color dell'oro, e si accorse che il colpo del nemico era diretto su di loro.
<<Noooo!>> esclamò il Paladino, lanciandosi sui fanciulli e ricevendo in piena schiena il micidiale dardo scagliato dall'avversario.
Jekyll rovinò sui giovani, spinto dalla violenza del colpo, mentre ciò che restava del suo ampio mantello bianco e blu si lacerava definitivamente.
L'agghiacciante risata dello Spettro sconvolse nuovamente la mente del Vassallo.
<<Che scena patetica!>> lo apostrofò quella voce strisciante <<Riunciate, finchè ne avete l'occasione e lasciatemi compiere la missione per cui sono giunto...>> l'inquietante suono di quella voce tentò di sembrare suadente e persuasivo <<...e forse potrei anche risparmiarvi la vita!>>
Tossendo sangue, Jekyyl si rialzò.
<<Davvero credete che un Vassallo del Sommo Blue Dragon possa cedere alle vostre lusinghe?>> la voce di Jekyll era ferma e decisa <<Siete davvero uno stolto!!>>
<<Come osate?!>> gli gridò nella mente la creatura, puntando minacciosamente contro il Paladino la spada di ambra <<Ora pagherete per la vostra insolenza!!>>
Jekyll si voltò verso i ragazzi.
<<Perchè mi avete portato qui?>> chiese in un sussurro.
<<BrightBlade sta combattendo nella stanza sotto di noi uno spettro identico a lui!>> mormorò Arynn, indicando lo Spettro davanti a loro <<BrightBlade mi ha detto di condurvi qui!>>
<<Mi basta!>> sorrise il Vassallo, tentando di essere il più rassicurante possibie. Se il Gran Maestro aveva dato quell'ordine, la motivazione doveva essere certamente più che valida.
Jekyll chiuse gli occhi e nuovamente vide l'aura dello Spettro e si concentrò profondamente. Ancora una volta l'armatura d'argento prese ad illuminarsi di una luce blu elettrico.
Quando lo Spettro scagliò il suo dardo, questa volta Jekyll lo vide arrivare e si preparò, incrociando gli scudi, montati sui suoi avambracci.
L'impatto fu violento, ma il Paladino riuscì a non indietreggiare.
<<Ora tocca a me!>> esclamò Jekyll, sguainando le sue lame e scagliandosi contro il nemico.
Prima che lo Spettro potesse capire quello che era successo il suolo del cortile si ricoprì di una spessa coltre di ghiaccio e le due lame del Cavaliere del Nord penetrarono le difese dell'avversario, scagliandolo lontano.
<<Come avete fatto?!>> per la prima volta comparve un tono di sorpresa nella voce strisciante.
<<Io sono un Cavaliere del Nord e questo vuol dire che traggo la mia forza dal gelo estremo e dalle energie fredde...proprio come voi! Ma la mia scelta di campo è stata esattamente l'opposto della vostra e questo, più che simile a voi, mi rende il vostro peggior nemico!>>
Lo Spettro tacque, perplesso.
Jekyll puntò contro lo Spettro le sue lame e dalla loro punta scaturì un lampo di luce blu che colpì nuovamente l'avversario in pieno petto, sbalzandolo a diversi metri dal Paladino.
Il Cavaliere del Nord iniziò ad avvicinarsi allo Spettro che, ancora stordito, si stava iniziando a rialzarsi.
Jekyll, sono BrightBlade! Stiamo affrontando lo stesso nemico! Questi spettri sono in realtà la stessa cosa: sono le proiezioni di un'entità che, ne sono sicuro, si trova vicino a noi, ma non all'interno del Tempio il Gran Maestro parlava lentamente nella mente di Jekyll: probabilmente il combattimento assorbiva molta della sua capacità di concentrazione.
Cosa possiamo fare? chiese Jekyll, meravigliandosi della facilità con cui riusciva, diversamente dal solito, a comunicare telepaticamente con BrightBlade, probabilmente grazie alla presenza dei fanciulli.
Per quanto potente sia, l'entità di origine non può tollerare di perdere una sua doppia proiezione tanto perfetta da poter competere con due Vassalli! la voce dell'amico risuonava chiara e forte nella testa del Paladino Singolarmente nessuno di noi due potrebbe sopraffare lo Spettro che ha davanti...ma siamo in due!
Gran Maestro, siate più chiaro, non riesco a capire cosa intendete! Come possiamo venire a capo di un combattimento contro un avversario che non possiamo sconfiggere?
Le energie fredde che voi dominate sono l'elemento essenziale dello Spettro e per questo, di fatto combattete ad armi pari, ma questo non vale per me!
Ho capito! Lo Spettro che combatte con me ha come la guardia abbassata perchè combatte il suo stesso elemento e ritiene di non poter essere messo in difficoltà!
Precisamente! Se riuscissimo a colpire contemporaneamente il nostro avversario, i due Spettri si dissolverebbero e l'entità da cui sono stati originati avrebbe necessità di un certo tempo per riprendersi dalla frattura?
Frattura?
Colpendo seriamente il vostro Spettro, la sua Fonte dovrebbe dirigere più attenzione su di voi e farebbe la stessa cosa se io colpissi il mio...se riuscissimo a colpire contemporaneamente, la Fonte non saprebbe dove rivolgersi e rimarrebbere spaccata nel tentativo di aumentare la sua stessa presenza su due fronti contemporaneamente! Inoltre, la contemporanea applicazione della vostra energia fredda e della mia, molto più calda, porterebbbe alla dissoluzione delle essenze che abbiamo davanti a noi, dal momento che i due estremi possono annullarsi e, in realtà i due Spettri sono la stessa cosa...gelando uno e surriscaldando l'altra gli Spettri scomparirebbero perchè le nostre energie agirebbero nello stesso momento su entrambi, proprio come se fossero uno!!
BrightBlade, io non posso svilupppare una potenza pari alla vostra!!
Non preoccupatevi, amico mio, la sicurezza della Fonte di non poter subire danni severi dalle energie fredde colmerà la differenza tra noi!
Bene! Allora proviamo! assentì il Paladino, stringendo con più forza la Spada di Acciaio Azzurro e la Sciabola d'Argento.
Ormai Jekyll sovrastava lo Spettro, ancora in ginocchio.
Ora, Jekyll, ora!!! la voce del Gran Maestro divampò nella mente del Vassallo.
Il Cavaliere del Nord tolse ogni freno alla suo pieno potere, scatenandolo senza controllo: ghiaccio spesso e solido comparve all'improvviso sul terreno, imprigionando le mani dello Spettro e la sua spada di ambra, mentre, per l'istantaneo calo della temperatura dell'aria intorno a lui, alcune pietre del perimetro del cortile, surriscaldate dal sole del Katai, esplodevano rumorosamente.
Lo Spettro alzò lo sguardo sul Paladino e, per la prima volta, la luce del timore comparve nei suoi occhi rossi crudeli.
Dall'armatura d'argento si sprigionò un'abbagliante luce bianca.
<<Ora sono stanco di voi...ovunque voi siate realmente!!!>> gridò il Cavaliere del Nord conficcando le sue lame nel collo dello spettro fino all'elsa.
Un boato ed un acutissimo grido di dolore squarciarono la mente di Jekyll che, sopraffatto, cadde a terra, privo di sensi.

Poco lontano, Arynn e Haruvien videro le lame del Cavaliere del Nord penetrare profondamente nel collo dello Spettro. Poi un rumore intenso sconvolse l'aria intorno a loro, mentre Jekyll crollava a terra come se fosse stato privato all'improvviso del sostegno dei muscoli.
La terra sotto i loro piedi iniziò a tramare violentemente e lunghe spaccature sconvolsero la perfezione, ormai putrida, di quel cortile, aprendo contorte ferite sul terreno: evidentemente anche BrightBlade aveva avuto la meglio sul suo avversario.
Abbracciati uno all'altra, i fanciulli chiusero gli occhi fino a quando tutto non tornò calmo e silenzioso, poi, senza scambiarsi una parola Haruvien, scortato da Eoden, corse verso il Cavaliere del Nord, che ancora giaceva a terra immobile, mentre Arynn scese velocemente le scale della stanza sotterranea per accertarsi delle condizioni del Gran Maestro dei Paladini.
[Modificato da @Jekyll@ 12/09/2010 16:23]





Jekyll, Cavaliere del Nord

Vassallo del Sommo Blue Dragon

Membro del Sacro Ordine dei Paladini del Regno

Membro dell'Ordine dei Templari Sin Fein



Trova nel tuo cuore la Fede e la Forza e con esse camminerai al di sopra del Destino
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Gran Maestro
12/09/2010 19:08
 
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Finalmente vedevano l'agognata catena montuosa ove risiedeva la fortezza di Senmeina e dei Samurai ritiratisi lì. Si erano accampati da un'oretta...e stava scendendo lentamente la sera. L'indomani sarebbero partiti per una strada che a parer di Albins era la migliore, perchè si incrociava con molte altre. Tutti gli Aspiranti decisero almeno per questa notte di non rimanere all'addiaccio e di accendere un fuoco, anche perchè le vettovaglie che portavano consisteva anche in cibo da rosolare...Drago non avrebbe sopportato altri cibi simili al sushi o peggio ancora, per cui, prima di partire dal Katai si era procurato semplice pane raffermo e cibi rigorosamente non a base di pesce. Tutti gli Aspiranti erano seduti accanto al fuoco a mangiare, mentre il giovane Guardiano Reale si era momentaneamente allontanato perchè iniziava a sudare...già probabilmente era l'armatura. Camminò fino ai cavalli mentre si toglieva l'elmo, si tolse anche i guanti...dopo non molto anche la sua vista iniziò ad annebbiarsi, vedeva doppio, la testa iniziava a pulsargli.
<<Ma che diamine..ho caldo..ah..splut>> Drago non riusciva a capire come mai si sentiva così, si riparò con le mani prima di tossire e vide sangue, tossiva sangue. Forse ho capito...Black Shadow siete stato davvero..un osso duro..questo ve lo concedo, ma non pensavo che il vostro attacc... pensò il giovane Paladino prima cadere a terra con un tonfo, perdendo i sensi.
Passò un'ora, ma nessuno vide ritornare l'Aspirante per mangiar qualcosa. Eruner iniziò ad insospettirsi.
<<Ehm ma come mai Drago non è ancora ritornato?>>
<<Aveva detto che sudava e fin troppo..>> disse Claudium.
Il Ninja soppesò quelle parole poi esordì:
<<Ma non è che faccia così caldo...soprattutto ora che siamo alle pendici delle montagne, anzi c'è una frescura...no qui c'è qualcosa di strano, propongo di andare a cercarlo>>.
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Maestro
14/09/2010 01:32
 
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OT: "prenotazione"
Prenoto il prossimo post nel "filone Aspiranti": voglio approfittare della sparizione di Drago per introdurre una novità nel racconto che dovrebbe risolvere parecchie cose, quindi invito tutti gli altri Aspiranti ad aspettare il mio post (che segnalerò appropriatamente nel titolo in modo che possiate riconoscerlo.
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24/09/2010 17:33
 
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«Drago! Dove siete?»
Claudium si guardò attorno, scorato. A un centinaio di metri da lui, Eruner era accovacciato a terra, intento a studiare tracce che solo la sua vista elfica poteva vedere. Dall'altro lato, in piedi su di un masso staccatosi dalla montagna, Yoshiro scrutava il crinale riparandosi gli occhi dal sole di mezzogiorno con la mano, mentre Albins, a due passi da lui, consultava una delle sue mappe.
Quando si erano accampati, la sera prima, erano appena alle pendici dei monti Ishidan. L'incrocio di cui aveva parlato il ninja si trovava proprio sotto di loro, a una ventina di chilometri in direzione nordovest. Tre grandi strade, fra cui la Ogatadoro, la “grande via” verso Katai – si incontravano nei pressi di un fiume e un piccolo paese era naturalmente sorto sul luogo. Ichiba, così si chiamava: un ottimo luogo per fare provviste. Ma al momento, quello era l'ultimo dei loro problemi.
Avevano cercato l'amico quasi per due ore, la sera prima. Ma ben presto il buio aveva reso vano ogni loro sforzo: così, i compagni avevano deciso di sospendere le ricerche.
L'indomani, non appena sorto il sole, avevano battuto palmo a palmo la zona ad ovest del campo, senza trovare segni del passaggio dell'amico, quindi si erano diretti ad est. Eruner e Albins credevano di aver riconosciuto delle tracce e così il gruppo aveva esteso le ricerche in quella direzione, iniziando a risalire i primi contrafforti degli Ishidan.
«Venite!» gridò a un tratto Eruner.
In poco tempo, i tre compagni si riunirono attorno all'elfo.
«Guardate: sangue. E poco più in là c'è una serie di tracce che potrebbero venire dal nostro accampamento»
«Ma non ci sono tracce che si allontanano» osservò Albins, bravo quanto Eruner nello studiare il terreno.
«Quindi, qualcuno ha preso Drago!?»
«Posso dirvi di più: qualcuno che ha una forte affinità con l'elemento del freddo. Avverto ancora la traccia del suo passaggio, seppur debolmente»
«E come fate? – domandò Yoshiro – io non sento nulla!»
«Un tempo, ero un praticante della magia del freddo. Credetemi, non mi sbaglio. E posso anche dirvi che il nostro rapitore si è diretto ad est...»
«... verso i monti Ishidan» completò per lui Claudium, girandosi a scrutare le montagne.
«Faremo meglio a sbrigarci. C'è qualcosa di strano in questa storia... perché mai rapire Drago?» disse Albins, mentre il gruppetto si avviava in salita.
«Forse per attirarci in un'imboscata...» disse Yoshiro, ma non ne era convinto neanche lui. Avrebbero benissimo potuto attaccarli la sera prima!
«Potrebbero essere altri scagnozzi di quel ninja che abbiamo ucciso» mormorò Albins, ma c'era pur sempre la questione della magia del freddo. Che i Sawamura si fossero dedicati anche alle arti stregonesche era un fatto sconcertante ed allarmante. Molti ninja apprendevano a manipolare quello che veniva chiamato ki, ma si trattava di un'arte assai simile all'utilizzo della propria energia spirituale da parte di chierici e paladini: niente a che vedere con formule da pronunciare o complicati gesti da compiere.
Più probabilmente, pensò Albins, hanno ingaggiato un mago. Questo però non spiegava le ragioni del rapimento.
Così, ognuno facendo congetture sulla sparizione di Drago, i compagni continuarono a salire sempre più in alto, seguendo la flebile pista magica percepita a stento da Eruner.
Dopo quasi tre ore di cammino, Eruner fece improvvisamente cenno ai compagni di tacere.
Ormai abituati a lavorare in gruppo, gli altri si mossero come un sol uomo, riparandosi dietro i massi e sguainando silenziosamente le armi.
Il Guerriero di Atlantide indicò un punto davanti a loro, assai più in alto.
Seguendo il movimento con lo sguardo, Claudium studiò il fianco della montagna di fronte a lui. Si trattava di una parete alta più di cinquanta metri, una sorta di muraglia di pietra innalzata come contrafforte per le gigantesche montagne che premevano da sopra.
I monti Ishidan, pensò l'Aspirante. Era strano poter vedere così nettamente il confine di un luogo geografico vasto come una catena montuosa.
Poi, gli occhi del cavaliere furono attratti da un movimento. Qualcuno stava risalendo la roccia!
Claudium guardò meglio, perché non poteva credere ai suoi occhi. Un uomo stava effettivamente arrampicandosi sulla parete, senza fare uso di chiodi da scalata o attrezzi simili, dal momento che non si fermava mai a lungo. L'uomo aveva con sé una corda, ma invece che utilizzarla per la scalata, l'aveva impiegata per assicurare alle sue spalle un altro uomo, apparentemente privo di sensi... un uomo che, dall'abbigliamento, i compagni non faticarono a riconoscere.
«È Drag...!» disse Yoshiro ad alta voce, prima che un'occhiataccia di Albins lo riconducesse al silenzio.
«Pazzesco... scala a mani nude con un simile peso addosso... chiunque sia, quell'uomo è un mostro» mormorò Claudium.
«Già. E quel mostro ha il nostro amico» commentò caustico Eruner.
I compagni iniziarono ad avvicinarsi alla parete, muovendosi di roccia in roccia con l'intento di rendersi invisibili. Il compito era reso piuttosto semplice dal gran numero di pietre di ogni forma e dimensione che erano precipitate dai monti sovrastanti.
Giunti a metà strada, gli Aspiranti si imbatterono nelle tracce di un fuoco da campo, accuratamente spento in modo da non produrre fumo. Nella cenere, Eruner riconobbe tracce di stoffa, mentre poco più in là Claudium e Yoshiro trovarono due piccole foglie di una pianta sconosciuta ad entrambi. Quando le mostrarono ad Albins, il ninja si fece assorto.
«Sembra Gedoku. Si usa per preparare molti antidoti... e anche molti veleni. Sarà meglio sbrigarsi»
Albins fece sparire le due foglioline in una tasca del vestito, guardandosi attorno. Non c'erano piante di Gedoku, almeno non in vista. Inoltre, lì era ancora troppo caldo. Viene dai monti!
I compagni ripresero la loro marcia furtiva fra i massi. Nel frattempo, lo sconosciuto aveva completato la scalata ed era scomparso oltre l'orlo della parete. Yoshiro propose di aspettare qualche minuto prima di iniziare a salire:
«Se si dovesse affacciare, ci vedrebbe di sicuro; lasciamo che si allontani un po'»
Sempre che non si sia già accorto di noi, pensò Claudium. D'altronde, cos'altro potevano fare?
La compagnia aspettò per lunghi minuti, scrutando in alto in cerca del minimo segno del rapitore. Visto che non si faceva vivo nessuno, gli Aspiranti iniziarono a scalare: Albins avrebbe aperto la via insieme con Eruner, quindi sarebbe salito Yoshiro e per ultimo Claudium.
Tutti gli Aspiranti avevano con sé una corda, ma nessuno aveva anche un rampino. Sfortunatamente, una gita in montagna non rientrava negli scenari a cui avevano pensato partendo dal Regno. Così, dopo aver riposto le armature negli zaini, gli Aspiranti iniziarono a loro volta a scalare la roccia a mani nude, rendendosi ben presto conto che l'uomo che li aveva preceduti era ancora più formidabile di quanto avessero pensato.
La scalata era infatti tremenda. Persino Albins, agile come un gatto, grondava sudore già dopo i primi cinque metri. Claudium ansimava vistosamente, maledicendo tra sé e sé ogni singolo grammo di armatura che si portava appresso e domandandosi perché mai non avesse fatto il mago. Ma no, usare la magia era fuori discussione. L'uomo che stavano seguendo era probabilmente un mago, li avrebbe individuati all'istante. Beh, pensò Claudium, issandosi di qualche centimetro, meglio un onesto combattimento!
Sopra di lui, Yoshiro saliva in silenzio: dall'espressione del volto era evidente che il monaco stesse faticando almeno quanto loro, ma il giovane Custode faceva di tutto per non darlo a vedere.
Dopo mezz'ora di salita, i compagni erano ancora a metà strada. Nello stesso lasso di tempo, l'uomo che stavano inseguendo aveva completato l'ascesa, e con un altro uomo legato dietro la schiena!
Ma come diavolo faceva?
«Yoshiro... tutto bene?» domandò Claudium, fermandosi un attimo per riposarsi.
Il monaco non rispose neppure.
Più in alto, Eruner e Albins stavano discutendo sulla direzione da prendere, valutando i possibili appigli. Claudium vide che il ninja indicava delle rocce proprio sopra di loro: passare di lì era decisamente impossibile. Bisognava spostarsi a destra o a sinistra. Perché non ci abbiamo pensato prima?, si chiese l'Aspirante, ricominciando a salire.
Alla fine, Eruner ed Albins optarono per spostarsi a destra. L'elfo aveva individuato un piccolo terrazzamento qualche metro più in basso e un'idea gli balenò in mente.
«Albins, se piantassimo uno dei vostri pugnali alla roccia, quanto peso potrebbe reggere?»
Il ninja strinse gli occhi.
«Ah... ho capito. Beh, se andiamo uno per volta... Ma chi piazza il pugnale?»
«Vado io. Almeno voi potrete dare indicazioni a Yoshiro nella sua lingua»
Era chiaramente una scusa. Eruner era certamente un tipo taciturno e a volte quasi apatico, ma in lui covava ancora l'antico fuoco dell'avventura.
«D'accordo»
Il ninja consegnò la sua cintura irta di pugnali all'elfo, che se la mise a tracolla, quindi iniziò a scendere verso gli altri.
«Che succede?» chiese Yoshiro.
«Eruner piazza una corda. La useremo per passare su quella sporgenza, da lì la salita sembra più facile»
«Volete dire che dobbiamo lanciarci con la corda su quel piccolo sperone laggiù?» chise Claudium.
Il ninja si strinse nelle spalle.
«Questo, o il muro qui sopra»
Claudium guardò in alto. Lo scalino da superare era di almeno mezzo metro. Poi guardò a destra. A occhio e croce, erano circa otto metri di salto.
«Che scelta intrigante...»
Nel frattempo, Eruner stava faticosamente avanzando verso destra. L'Aspirante non l'avrebbe mai detto, ma spostarsi in quel modo era ancora più difficile che salire. Comunque, la sfida non aveva certo l'effetto di scoraggiarlo: al contrario, guardandolo da sotto, agli altri sembrava quasi che stesse sorridendo.
Dopo più di dieci minuti, e dopo aver rischiato di cadere almeno tre volte, Eruner raggiunse in qualche modo il punto a metà circa fra la posizione degli amici e lo sperone. L'elfo guardò più volte a destra e a sinistra, quindi decise di avanzare di un altro metro. Ai tempi dei suoi studi di scienze, il pendolo era uno dei suoi argomenti preferiti: Eruner sapeva bene che più avesse piantato il pugnale (cioè il “fulcro”) al centro, più avrebbe facilitato la vita ai due amici. Spostarsi da un lato o dall'altro significava aumentare il rischio di un salto troppo lungo o troppo corto, non era certo il caso di cadere da almeno quindici metri di altezza...
Soddisfatto della posizione, Eruner iniziò a piantare il pugnale nella roccia come un chiodo, colpendolo con l'elsa della propria spada. Un comune pugnale si sarebbe certamente spezzato, ma i coltelli da lancio di Albins erano effettivamente assai più simili a un chiodo che a un pugnale, ed avevano persino un anello al posto del pomo, perfetto per assicurarvi la corda. In effetti, a Eruner venne in mente che forse quelle non erano coincidenze. Benedicendo la praticità dei ninja, l'Aspirante completò il lavoro facendo passare la corda attraverso il foro all'estremità del pugnale e assicurandola con il nodo migliore che conosceva. Quindi, annodò gli altri due pugnali di Albins all'altro capo della corda in modo da poterla lanciare ai compagni.
Il primo lancio andò male: la corda passò a più di mezzo metro dalla parete, troppo per provare ad afferrarla senza rischiare di cadere.
Sospirando, Eruner riavvolse la corda e tentò di nuovo. Questa volta, fu fin troppo preciso: se Albins non liavesse afferrato al volo i pugnali legati, probabilmente se li sarebbe trovati piantati in fronte.
Devo ricordarmi di insegnargli a lanciare, pensò Albins, liberando i coltelli e annodando la corda in modo che formasse una specie di staffa su cui mettere un piede.
«Adesso vi faccio vedere come dovete fare» disse il ninja.
Messo un piede nel cappio improvvisato, si raccolse su se stesso e quindi spiccò un salto. Claudium e Yoshiro lo videro sparire in basso, descrivendo un ampio arco che lo condusse proprio sullo sperone. Come se scendesse un banale scalino, Albins si ritrovò in piedi dall'altro, la corda stretta in mano.
«Vista così, sembra quasi facile...» commentò Claudium, mentre Albins mandava indietro la corda.
«Yoshiro, prima voi»
Il monaco non disse nulla. Dopo aver afferrato la corda in arrivo, mise il piede nella staffa e spiccò il salto. La corda si tese con uno strattone e Claudium udì dall'alto Eruner sussultare. Per fortuna, il pugnale resse e Yoshiro raggiunse incolume la sporgenza dove Albins lo attendeva.
Quando la corda tornò indietro, Claudium trasse un lungo sospiro.
«In fondo, hai fatto di peggio» disse a se stesso, e scattò in avanti.
Ancora una volta, la corda si tese, e il cavaliere prese velocità, descrivendo un arco perfetto nel vuoto. A causa dell'armatura, Claudium era ben più pesante di Albins e Yoshiro, ma Eruner doveva aver fatto proprio un ottimo lavoro con il pugnale, che non si mosse di un millimetro. In compenso, il peso maggiore fece acquisire velocità al cavaliere: invece che “planare” dolcemente sullo sperone di roccia, Claudium ci volò contro come una palla di cannone.
«ATTEEENTIIIII»
Yoshiro e Albins cercarono di abbassarsi, ma non c'era abbastanza spazio per entrambi: così, Albins spinse a terra il monaco nel momento esatto in cui Claudium arrivava a tutta velocità.
I due Aspiranti si scontrarono e Albins perse l'equilibrio, indietreggiando di due, tre passi. Troppi. Il ninja sentì improvvisamente il voto sotto i tacchi e cercò di riportare tutto il peso sulle punte. Ma era stato colpito con troppa forza. Proprio mentre stava per precipitare, la mano guantata di Claudium lo afferrò per la collottola, rimettendolo in piedi sullo sperone.
«Ehm... È stata un'idea vostra» disse il cavaliere, una volta che l'amico fu al sicuro. Albins tacque per un momento.
«Veramente, è stata un'idea di Eruner» disse poi.
Dall'alto, giunse una voce:
«Ci muoviamo? Io sono già in cima!»
Venti minuti dopo, Yoshiro, Claudium e Albins si lasciarono cadere sull'orlo della parete, stremati. In effetti, dallo sperone in poi la scalata era stata più semplice, ma comunque molto impegnativa. E rimaneva del tutto un mistero come avesse fatto Eruner a raggiungere il punto in cui aveva piantato il coltello. Albins si era fermato almeno cinque minuti a cercare un possibile passaggio, ma alla fine aveva lasciato perdere, concludendo che l'elfo doveva discendere da una lucertola o da un ragno per essere riuscito a passare di lì.
Mentre aspettava i compagni, Eruner non aveva perso tempo ed aveva trovato nuove tracce del passaggio dell'inseguitore. A quanto sembrava, l'uomo si era subito allontanato dalla rupe, per accamparsi qualche tempo a circa cento metri di distanza, all'ombra di un masso. Dalle tracce sull'erba schiacciata, Eruner vide che l'uomo doveva aver deposto Drago per qualche minuto. Non vi erano tracce di sangue, segno che la ferita del loro amico si era richiusa – oppure era stata fasciata. Sempre che si trattasse di una ferita: ripensando alla macchia che aveva visto, Eruner non ne era così sicuro.
Comunque, ciò che contava in quel momento era che lo sconosciuto si era allontanato puntando ancora ad est. Interessante, pensò il Guerriero di Atlantide, lascia tracce molto poco profonde considerato che si porta appresso un altro uomo. Forse è un elfo...
Soddisfatto della sua analisi preliminare, Eruner tornò indietro e riferì le sue scoperte ai compagni, ancora ansimanti per lo sforzo. Una volta che tutti si furono ripresi, i compagni ricominciarono a camminare sul ripido fianco del monte, mentre l'erba sempre più rada lasciava gradualmente il posto a una distesa di ghiaia.
Il paesaggio mutò radicalmente nell'ora successiva. Il sole iniziava ad abbassarsi sull'orizzonte, ed entro breve sarebbe svanito oltre la cortina degli Ishidan, lasciando i compagni a camminare nell'ombra e nel freddo sempre più pungente, in mezzo a una landa desolata punteggiata esclusivamente da rocce incrostate di ghiaccio. La neve era comparsa quasi improvvisamente ed ora ricopriva ogni cosa, rendendo difficile persino camminare. Eppure, le tracce lasciate dall'uomo in fuga continuavano ad essere flebili, quasi invisibili. Nessuna pista nella neve, che pure ricopriva il terreno per almeno venti centimetri. Solo una lieve depressione indicava il punto in cui il fuggitivo doveva essere passato: sembrava quasi che la neve fosse tornata a congelarsi di proposito per coprirne le tracce...
«Un'ulteriore prova che abbiamo a che fare con un mago» commentò Claudium, quando Eruner condivise con gli altri i suoi pensieri.
«Secondo voi è lontano?» chiese Yoshiro, scrutando l'orizzonte.
«Non saprei... alla rupe, prima, abbiamo perso un sacco di tempo. In compenso, da lì non ci siamo mai accampati, mentre il nostro uomo sembra fermarsi abbastanza di frequente. Secondo me, non è così lontano... il che significa che sarà meglio accelerare il passo. Non ho alcuna intenzione di seguirlo fino in cima agli Ishidan!» disse Albins, riprendendo a camminare.
«Ah, un'ultima cosa – proseguì poi – quando lo avremo raggiunto, accerchiamolo e attacchiamolo contemporaneamente da più lati. Se possibile, dobbiamo catturarlo vivo, intesi?».
Quando ripresero il cammino, tutti gli Aspiranti prepararono le armi per lo scontro. Solo Yoshiro continuava a portare le due Falci legate dietro la schiena, avvolte in una coperta. Da quando era diventato il nuovo Custode, aveva impugnato le potentissime armi magiche solamente una volta, contro il sicario che li aveva attaccati, e sembrava averlo fatto controvoglia.
Forse non ha ancora accettato il suo nuovo ruolo, pensò Claudium.
«Yoshiro – disse poi – preparate le Falci. Può darsi che questo nuovo nemico sia anche più temibile del precedente»
Il monaco continuò a camminare come se nulla fosse.
«Yoshiro?»
«Non ve ne sarà bisogno. Siete combattenti molto abili...»
«Vi ringrazio, ma non si è mai abbastanza pronti»
«Voi non siete della mia terra e non parlate la mia lingua, Claudium, quindi capisco la vostra ignoranza. Ascoltatemi: queste spade appartenevano al Tempio della Primavera, e hanno nomi legati alla vita e alla rinascita. Non sono state forgiate per portare la morte. Ogni volta che uccidono, è un fallimento. Un mio fallimento, dal momento che ora sono il nuovo Custode. Quindi, non chiedetemi di impugnare queste armi con leggerezza: non posso farlo»
«Avete ragione, vi chiedo perdono. E vi chiedo di nuovo perdono, ma è mio dovere ricordarvi che voi siete l'unico monaco sopravvissuto all'attacco del vostro Tempio. Chi diverrà il nuovo Custode, se voi morite? Se non attaccherete il nemico, non sarò certo io a rimproverarvi: tuttavia, usate le Falci almeno per difendervi. Forse non sono state forgiate per combattere, ma sono comunque armi: di certo sono nate per combattere!»
Yoshiro tacque per un istante; quindi, posato lo zaino, estrasse il Daisho e lo legò alla sua cintura, alla maniera tipica del suo popolo.
«Contento?» disse poi sorridendo, mentre si rimetteva lo zaino.
Claudium stava per ringraziarlo, quando un brusco gesto di Albins lo fece trasalire.
Il cavaliere alzò lo sguardo: duecento metri più in alto, una sottile lingua di fumo testimoniava inequivocabilmente la presenza di un accampamento. E non potevano essere molte le persone in viaggio da quelle parti...
«Allargatevi a ventaglio e convergete al mio segnale» disse Albins a bassa voce. Sebbene non fosse certo il più anziano del gruppo, era esperto in strategie di attacco almeno quanto Eruner; inoltre, la sua migliore conoscenza degli stili di combattimento del Katai lo rendeva il più adatto a coordinare i compagni.
Infatti, nessuno protestò. Eruner si diresse al centro, mentre Claudium e Yoshiro si spostarono sulla sinistra; Albins, infine, prese a descrivere un lungo giro a destra, con la speranza di cogliere alle spalle il nemico.
I quattro compagni avanzarono silenziosi come gatti, favoriti in questo dalla spessa coltre di neve che ricopriva ogni cosa. In questo modo, giunsero inosservati in vista del fuoco da campo. Questo era stato acceso ai piedi di una grossa pietra. Accanto alle fiamme, giaceva una prima figura, completamente avvolta da un pesante mantello di pelliccia bianca, simile a quella degli orsi. Un altro uomo, anch'esso avvolto da un candido mantello, era sdraiato poco distante, la schiena poggiata contro il masso, il largo cappello conico di paglia, pitturato di bianco, calato sugli occhi. A prima vista, sembrava che l'uomo stesse dormendo, ma nessuno di loro abbassò la guardia.
A un cenno di Albins, che aveva raggiunto la sua posizione, i compagni iniziarono a convergere sull'uomo, camminando lentamente. Quindi, a un nuovo segnale del ninja, si lanciarono all'attacco.
Claudium sguainò la spada e si lanciò in avanti; con la coda dell'occhio, vide Eruner fare altrettanto, mentre alla sua sinistra Yoshiro rimaneva qualche passo indietro. Albins nel frattempo aveva scagliato radente il terreno una delle sue armi più strane, composta da due bastoni legati assieme da una catena, con l'intenzione di far inciampare l'avversario.
Tutto sembrava andare per il meglio: Claudium si trovava a dieci, anzi cinque metri e il nemico non si era ancora neanche mosso...
All'improvviso, però avvenne qualcosa di strano. I compagni furono investiti da un'improvvisa raffica di vento freddo: un attimo dopo, sembrò che il tempo si fermasse.
Eruner e Claudium, che correvano spada in pugno, videro lo sconosciuto balzare in piedi in un baleno, mentre il manto bianco che lo avvolgeva svolazzava in modo innaturale. Il guerriero sguainò una katana e una spada corta della stessa foggia con una velocità impressionante. Tutto avveniva come se i due Aspiranti osservassero la scena da fuori: l'uomo si mosse come un fulmine e in un lampo fu in mezzo a loro. Sembrava che il normale scorrere del tempo fosse stato abrogato: Claudium non riusciva a capire se fosse il suo avversario ad essere così veloce, o se piuttosto fosse lui ad essere lento. Anche Eruner non riusciva a capire: ad un tratto ebbe la netta impressione che la sua stessa spada si fermasse a mezz'aria, come congelata!
Un attimo dopo – e come ciò fosse possibile era un mistero, dal momento che i due si trovavano a circa quattro metri di distanza l'un dall'altro – i due Aspiranti vennero colpiti in pieno petto da altrettanti fendenti e scaraventati giù lungo il pendio.
Nel frattempo, lo sconosciuto era già a pochi passi da Albins, dopo aver aggirato il suo nunchaku come se questo fosse perfettamente immobile a mezz'aria.
Anche il ninja, come i compagni, non poté far nulla per evitare di essere colpito. Si muoveva troppo lentamente: anzi, aveva quasi l'impressione di non muoversi affatto!
All'improvviso, quella specie di incantesimo finì. Claudium ed Eruner si alzarono in ginocchio, sputando sangue. Inspiegabilmente, il nemico li aveva colpiti di piatto, ma il colpo era comunque stato violentissimo.
«Chi siete?»
Era stato l'uomo a parlare – e nella loro lingua. Albins alzò lo sguardo, e vide che lo sconosciuto aveva gli occhi fissi su Yoshiro, che si era fermato a pochi passi dal focolare. A giudicare dalla distanza percorsa, sembrava che sul giovane l'incantesimo non avesse avuto alcun effetto.
Gli Aspiranti erano completamente senza fiato per i colpi ricevuti, e non poterono impedire che il monaco rispondesse:
«Io sono Yoshiro, Custode del Daisho della Primavera»
Eruner notò che le Falci in mano al monaco pulsavano vistosamente di energia: lo stesso si poteva dire delle due armi dello sconosciuto. Inoltre, quest'ultimo aveva fattezze inequivocabilmente elfiche. Proprio come pensavo...
«Questo spiega molte cose» disse intanto l'uomo, rinfoderando le armi.
Si avvicinò ad Albins e lo aiutò lui stesso a rialzarsi.
«Perdonatemi, non avrei voluto colpirvi così forte. Non potevo prevedere gli effetti della risonanza»
Albins aveva ancora il fiato corto.
«Chi... chi siete?»
L'uomo si voltò verso Yoshiro, prima di rispondere.
«Io sono Lell'raneen, Custode del Tempio dell'Inverno, e voi dovete seguirmi»
Un... un Custode???
«Perché dovremmo fidarci?» domandò Yoshiro.
«Se avessi voluto, avrei potuto battervi facilmente, tanto più che vi stavo aspettando. Sapevo di essere seguito, ma pensavo fossero tirapiedi di Matsuda. Un'ora fa, il vostro amico ha ripreso i sensi e mi ha detto di voi, così mi sono accampato per attendervi. Altrimenti perché avrei lasciato che il falò fosse visibile da lontano? Certo, non mi aspettavo che...»
Yoshiro sembrava così esterrefatto che lasciò cadere le Falci.
«Ma... Matsuda? Voi intendete...»
Lell'raneen si voltò verso di lui.
«Esattamente. Il Custode del Tempio dell'Autunno è caduto, ora è al servizio di un potere corrotto. I suoi monaci hanno attaccato il mio Tempio e sono dovuto scappare. Credevo che sugli Ishidan non avrei trovato nessuno, ma mi sbagliavo»
«Aspettate un momento – intervenne Claudium – voi volete dire che uno di voi Custodi ha, per così dire, “tradito” e vuole impadronirsi delle altre Falci? Noi credevamo che fossero i Sawamura a...»
«Per le spiegazioni ci sarà tempo, giovane cavaliere. Per ovvie ragioni, sono rimasto lontano dal mondo civilizzato per settimane e non so nulla di ciò che sta accadendo. L'unica cosa che so, è che l'intera casta dei Samurai è tornata allo Hyouga Ganseki, Senmeina in testa. Mi stavo allontanando da lui, non sapendo se fidarmi o meno...»
«Senmeina è “dei nostri”. Ha lasciato la capitale dopo che alcuni – beh, per la verità molti – sicari hanno tentato di ucciderlo. L'influenza dei Sawamura si è fatta troppo forte in città»
«È improbabile che i Sawamura tradiscano l'Imperatore, ma dopo quello che è successo a Matsuda, non so più a cosa credere. A questo punto, non ci resta che andare da Senmeina e mettere le nostre conoscenze in comune»
«Sono d'accordo» disse Albins.
«A proposito... non sapevo ci fosse un nuovo Custode della Primavera» disse l'elfo, squadrando Yoshiro.
«Il mio Tempio è stato attaccato come il vostro; io ho semplicemente portato in salvo le Falci fino alla Jutaku-Tatsujin. Il Tatsujin mi ha nominato Custode prima di morire a sua volta per mano dei Sawamura, o almeno così crediamo»
«Un Custode corrotto... il Tatsujin morto... i Sawamura fuori controllo... Sembra che una maledizione si sia abbattuta sul Katai» mormorò Albins.
«Allora, vediamo di spezzare questa maledizione. Porterò io il vostro compagno. È svenuto di nuovo, ma credo di aver completamente neutralizzato il veleno»
«Vi ringrazio» disse il ninja.
Lell'raneen sorrise.
«Coraggio, vi faccio strada. E voi, fratello, camminate accanto a me – disse rivolgendosi a Yoshiro – È da molto tempo che non parlo con un mio simile... forse da più di un secolo!»


OT:
Brevi indicazioni per gli sviluppi:
Proseguite senza ulteriori intoppi fino al castello e iniziate il “consiglio di guerra”. Avete tutte le informazioni per far parlare Senmeina e voi stessi, quindi esponete prima voi, così quando tocca a Lell'raneen posso postare io e dirvi ciò che ancora non sapete – anche se già da quel che ho scritto si dovrebbero intendere diverse cose.
Per il resto, avete carta bianca.
Scusate per il lungo intervento, ma avevo bisogno di dare una “accellerata” alla narrazione, io e Jekyll siamo già piuttosto “avanti” rispetto a voi...
Grazie a tutti e buona scrittura!
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Sesso: Maschile
Gran Maestro
11/10/2010 16:43
 
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E così Lell'raneen fece strada agli Aspiranti su quei Monti vastississimi e intricati come un labirinto, ma non per chi conosceva bene il posto come il Custode del Tempio dell'Inverno. Lell'raneen si mantenne al fianco di Yoshiro onde discutere un po'con lui, mentre portava sulla spalle Drago... con l'armatura indosso! Di sicuro quell'uomo ha qualcosa di anormale per sopportare un tale peso pensò Eruner.
Tempo prima il Custode che lo aveva curato, aveva persino recuperato tutta l'attrezzatura dell'Aspirante e gliel'aveva indossata per evitare di portare entrambe le cose. Alba e Tramonto si trovavano in custodia di Claudium, quando molto tempo addietro si erano accampati alle pendici dei Monti, difatti, Drago involontariamente, cosa molto strana, le aveva rimaste vicino al fuoco da campo. Continuarono a salire su pendìì scoscesi, oltrepassarono persino uno strapiombo. Il cambio climatico iniziava ad intralciarli non poco. Il freddo e la neve rendevano molto più difficile la visione e la scalata.
Durante il cammino, il novello custode del Daisho della Primavera raccontò quanto era successo loro sino a quel momento. Lell'raneen non potè fare a meno di sbigottirsi quando venne a conoscenza della morte di uno dei migliori assassini ninja dei Sawamura, ovvero Black Shadow, ma il suo stupore fu ancora più grande quanto gli venne raccontato quali colpi aveva subito Drago.
<<Dev'essere fatto di roccia il vostro amico... una persona qualunque sarebbe morta. Vedete Yoshiro, quella Katana che lo ha colpito è un'arma molto pericolosa e la conosco molto bene; ha impresso un forte shok elettrico al corpo del vostro amico ustionandolo ed inoltre gli ha iniettato del veleno che fortunatamente sono riuscito ad espellergli, probabilmente ne avrà risentito in un secondo momento com'è infatti successo>> fece una pausa, come se fosse entrato in meditazione e ricominciò <<non avrei mai immaginato che i Sawamura arrivassero a tanto>> disse il Custode del Tempio dell'Inverno.
<<Per fortuna che ci è andata bene... proprio per questo vi dicevo che sono degli abili combattenti, anche se non riesco a capire il motivo e l'interesse dell'imboscata di quegl'assassini>> disse Yoshiro.
Il Ninja Albins era piuttosto taciturno e seguiva i due passo passo. Claudium invece aveva qualche piccolo problema con la sua armatura ed iniziava a stancarsi non poco. Eruner invece, nonostante le incessanti intemperie, sgattaiolava veloce alle loro spalle e con la sua acuta vista da elfo poteva percepire qualsiasi problema all'orizzonte, che per fortuna non si presentò. Continuarono il cammino per lungo tempo finchè l'aria continuò a rarefarsi sempre più. Ad un tratto, da lontano, iniziarono ad intravedere il grandioso castello-rifugio, ove risiedeva Senmeina. Gli Aspiranti non poterono fare a meno che rimanere estasiati da quella stupenda vista. Era situato su di un'altura scoscesa ed a strapiombo, un modo per arrivarci vi era, ma non sarebbe stata di certo una passeggiata.

OT- Spero vada bene il contiguo, a voi la descrizione della fortezza e l'entrata al Castello. [SM=x92702]
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