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case popolari a Genova

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2009 16:57
28/05/2008 22:58
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Apro questo 3d su un argomento finora poco trattato, quello dei quartieri di case popolari.
Correggetemi se sbaglio, ma a Genova le case popolari sono sorte in una prima fase a fine anni '30 nelle zone come Corso Sardegna e Marassi, ma la grossa edificazione è avvenuta negli anni '60-'70 con i PEEP (Piani per Edilizia Economica Popolare) nelle zone di Voltri 2, CEP di Prà, Pegli 3, Begato, Marassi-Biscione.
Spesso i genovesi "aborrono" queste case; in effetti ci sono stati degli scempi in passato, soprattutto perché i materiali e le tecniche costruttive sono state improntate al risparmio e gli oneri di urbanizzazione, soprattutto sociali (chiese, scuole, giardini, centri per famiglie, negozi) sono rimasti sulla carta.
E poi spesso queste zone, a torto o a ragione sono considerate dei "ghetti", anche perché se vogliamo arrivare ad un aspetto a noi caro, i collegamenti e i trasporti da e verso queste zone sono assai carenti e rari (vd. linea 270).

Tuttavia, penso che oggi giorno l'emergenza casa di fronte all'immigrazione e all'impoverimento delle fasce sociali deboli, dovrebbe imporre agli enti locali (e al Governo) di finanziare nuovi quartieri di case popolari, cercando di evitare i grossi errori del passato.
Che ne pensate?
28/05/2008 23:15
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Capotreno
Sono d'accordo purchè si evitino ulteriori scempi urbanistici. Credo anche che Genova dovrebbe prendere esempio da realtà simili dal punto di vista geografico. Se vedo Montecarlo o Hong kong, territori stretti tra mare e monti, si vede che si è costruito verso l'alto;

Genova dovrebbe un po' riprendere questo criterio: invece di dieci case a tre piani in orizzontale, magari fare tre palazzi ma molto più alti; se ne guadagnerebbe in termini di intasamento stradale, saturazione paesaggistica e manutenzione di chilometri e chilometri di marciapiedi.

Ciò non vuol dire che bisogna rempire Genova di grattacieli, anzi, però costruire verso l'alto con un nuovo concetto edilizio mi pare una strada da percorrere.
29/05/2008 01:17
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Mah... francamente questi quartieri dormitorio credo abbiano fatto il loro tempo, per fronteggiare immigrazione e conseguente crescita demografica credo sia meglio fare interventi mirati su cittadine e paesini dell'entroterra, garantendo ovviamente un adeguato sistema di mobilità sostenibile..
Cmq parlando dei quartieri che abbiamo purtroppo ne devo riconoscere la mia totale ignoranza riguardo alla situazione economica/sociale.
Mi sembra però di capire da quello che leggo sui giornali che i quartieri più "integrati", a livello di tessuto sia urbano che sociale, siano il Biscione e Pegli 2. Dico cavolate?
29/05/2008 01:56
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Begato per "salvare" il resto della città
Quando si parla di quartieri degradati è sempre complicato fare dei discorsi universali...nel senso che la situazione è più complessa diquanto si pensi.

Io vivo a Begato da 27 anni, cioè da quando sono nato e da quando sono stati costruiti i primi palazzi del quartiere.
Vi posso garantire che fino a pochi anni fa potevi lasciare la porta aperta e nessuno ti sarebbe mai entrato di casa... eravamo ( e in parte siamo ancora)gente povera ma orgogliosa e con una dignità che ci porta a morire di fame piuttosto che rubare ad altri. La situazione è degradata drasticamente specie negli ultimi anni.
Prime avvisaglie si sono avute quando hanno cominciato a fare qualche rapina al supermercato sotto casa. Poi hanno iniziato a rubare scooter, macchine. Poi hanno tentato di entrarmi nel box. La seconda volta ci hanno provato due anni dopo, poi una volta all'anno ed ora siamo ad una media di due volte l'anno che tentano di rubare nel mio box.
Questo per dire che a mio avviso l'edilizia centra poco: sicuramente palazzoni costruiti così non saranno esteticamente bellissimi ma secondo me la causa principale di degrado è il totale abbandono da parte delle istituzioni. Forze dell'ordine qui solo di rado si vedono per cui molte persone si sentono autorizzate a fare ciò che vogliono...e non solo!!!Ragazzi sempre più giovani rubano auto o motorini...insomma fanno scuola in queste realtà solo ed esclusivamente perchè siamo abbandonati. Daltronde è un pocome a livello mondiale: il paese povero deve esistere perchè sennò non esisterebbero nemmeno i paesi ricchi. In una città i quartieri degradati devono esistere perchè sennò certi personaggi poco raccomandabili si troverebbero magari a cercare casa in albaro, piuttosto che a nervi o in castelletto. Questo fa brutto ed ecco perchè esistono i quartieri come Begato. Non crediate mica che siano i palazzi a fare la delinquenza...purtroppo l'essere umano è così e senza controllo viene fuori. Poi c'è molta ipocrisia: succede una scemata a Begato e finisce sul giornale, se capita in altre zone della città non si sa nulla. Insomma i quartieri stile Begato fanno comodoa tutti, compreso agli abitanti di quartieri bene della Città e non potrà mai essere che questi vengano recuperati!!! Scusate la lungaggine ma di cose ne vorrei dire ancora molte!!!
Buona nott...hem ormai buon giorno a tutti!!!
29/05/2008 09:07
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Grazie Grifone81, per la tua testimonianza "di prima mano".
Io credo che prima di costruire nuovi quartieri dormitorio sarebbe bene che il Comune restaurasse e valorizzasse il patrimonio abitativo esistente in aree già edificate oppure riempisse i tanti spazi che si sono creati per l'abbandono di impianti industriali ormai obsoleti.

Solo nei caruggi sono stati restaurati moltissimi palazzi negli ultimi anni dall'Ex IACP nella zona che conosco meglio (perché ci abitavo): Ravecca-Sarzano. I restauri (fatti molto bene devo dire) sono terminati da 2-3 anni ma i palazzi sono vuoti.

Ignoro se il Comune voglia assegnare quei palazzi alle famiglie in graduatoria o intenda invece alienarli (in zona ormai il costo a mq è molto alto) e con il ricavato restaurare / ricostruire immobili in uno dei tanti buchi neri all'interno della periferia cittadina lasciati dal processo di deindustrializzazione comune a tutto il Nord Ovest negli ultimi 30 anni.
29/05/2008 09:18
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A mio avviso bisogna distinguere tre aspetti.

Punto di vista urbanistico.
Tutti quelli che avete citato (a parte la diga e qualche palazzo di Begato) non sono scempi urbanistici.
Il Biscione, progettato da Daneri, prende le mosse dall'avvenieristico concetto abitativo di Le Corbusier. Tirandola proprio per i capelli, anche la diga era concepita con lo stesso concetto, poi traviato sfruttando i palazzi in verticale e non in orizzontale come inizialmente previsto e distrutto dall'inciviltà di alcuni dei propri inquilini.
I palazzi sono distanti uno dall'altro, sono dotati di parcheggi interrati o comunque di parcheggi "condominiali", spesso ci sono anche strutture per lo svago (campi da calcio, tennis) e commerciali. Purtroppo tutti aspetti positivi che sono stati sfruttati in modo sbagliato.

Non sono d'accordo con Alex sul fatto che una città verticale crea meno problemi di congestione viabilistica: la concentrazione di molte persone in un unico punto porta a dover smaltire notevoli flussi di traffico in poco tempo e quindi è decisamente più problematica (questo non vuol dire che non sia possibile farlo).

Il vero scempio dal punto di vista urbanistico sono i quartieri costruiti negli anni 50 e 60 di Marassi, Quezzi, San Fruttuoso, persino Castelletto, in cui i palazzi sono costruiti a poche decine di metri uno dall'altro, con strade molto strette (non a caso in queste zone circolano bus di piccole dimensioni, come 84, 89, 374, 375, 377, 381, 383), senza parcheggi nè lungo strada nè interrati.

Punto di vista edilizio.
Occorre distinguere tra abitazioni costruite con prodotti prefabbricati (visti negli anni settanta come il futuro dell'edilizia) e costruite tradizionalmente.
Ad esempio ricordo che un amico abitante in via Albinoni (quartiere Cige) aveva degli spifferi incredibili dalle prese della corrente, mentre le case di via Novella (popolari) e via Montanella (private), costruite secondo lo stesso progetto, sono di qualità medio-elevata (almeno i muri sono di mattoni, i pavimenti con piastrelle, ecc...).
Poi certo ci sono gli errori madornali dei terrazzi delle lavatrici, gli ascensori che non funzionano mai dei grattacieli di Begato, i palazzi di via De Sanctis raggiungibili solo con scale o con l'ascensore inclinato costruito solo 20 anni dopo i palazzi...

Punto di vista sociale: è questo l'aspetto più critico di questi quartieri; il fatto che siano case popolari ha comportato l'accumulo di persone "potenzialmente pericolose" (perdonatemi questo termine non troppo felice), che magari inserite in un contesto mediamente meno problematico sarebbero stati normali cittadini e che invece messi tutti insieme sono diventati un'orda di teppisti (pur rimanendo numericamente inferiori rispetto alle persone civili). Attenzione: le persone "potenzialmente pericolose" ci sono anche in Albaro, Carignano e Castelletto...
[Modificato da cliobini 29/05/2008 09:19]
29/05/2008 10:09
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Daccordissimo in tutto e per tutto con cliobini tranne che sul fatto che il problema dei disagi sociali sia dovuto al fatto che siano case popolari e quindi persone con disagi. Così come non credo che il problema di controllare la delinquenza sia il fatto che siano stati messi tutti insieme.

Vi porto un esempio del mio quartiere: i palazzi dove io abito sono stati costruiti dalla CIGE e messi a disposizione dal Comune di Genova negli anni '80 per i "neo-sposi" genovesi... tutti gli appartamenti sono stati messi in vendita con un mutuo a tasso fisso agevolato messo a disposizione sempre dal Comune. Vi dico questo perchè i miei hanno terminato da poco di pagare il mutuo e negli ultimi anni (considerando l'inflazione degli ultimi 20 anni) pagavano praticamente nulla di mutuo. Bene... ora l'appartamento è di nostra proprietà così come per tutti i condomini della zona di Begato dove io abito. I veri problemi sono sorti quando il comune ha cambiato sistema (anni '90) e non ha più venduto appartamenti ma ha cominciato a darli in affitto. Io vi posso garantire (perchè conosco persone che lo fanno) che l'80% delle persone non paga l'affitto al Comune perchè tanto questo non dice e non fa nulla.
Questo giusto per ribadire che quando si parla che le speculazioni degli anni '80 hanno generato l'attuale "disastro" è una gran balla. I problemi sono sorti dopo, sono sorti con la Diga ed altri palazzi dati a caso e senza chiedere nulla in cambio. E' chiaro che dove si da il segnale che le istituzioni mancano completamente (dal Comune alle forze dell'ordine) regna la totale ANARCHIA e il risultato è questo. Ma vi ripeto, fidatevi, questo è esattamente ciò che il comune voleva per liberare altre zone della città da certi individui... e continuerà ad essere così al di la dei proclami di sindaci o assessori.
Teoricamente, se il problema è limitato, arginato in poche zone sarebbe anche più facile mantenere l'ordine perchè puoi agire in modo più mirato: sai dove è fisicamente il problema, agisci di conseguenza. Se il problema fosse più diffuso in città sarebbe a mio avviso molto più difficile da controllare. Ribadisco quindi la mia idea: il problema non è ne nell'edilizia, ne sul fatto che la gente ha evidenti disagi, ne dal fatto che sono tutti concentrati in un unico posto ma solo PERCHE' LE ISTITUZIONI LATITANO!!!

Vorrei infine darvi una chicca per chi non lo sapesse: gli appartamenti di proprietà di Begato sono ufficialmente alloggi privati ed acquistati ma con una piccolo dettaglio: il comune ha venduto gli alloggi ma non il terreno su cui poggia il palazzo che ci è dato in concessione per 99 anni... dopodichè, in teoria, il comune si può riprendere tutto!!! Si può riscattare il terreno su cui poggia il palazzo ma abbiamo già fatto mille cause al comune perchè per un fazzoletto di terra a Begato il Comune chiede cifre astronomiche che nemmeno a Castelletto chiederebbero... della serie "cornuti e mazziati"!!!!!
29/05/2008 11:01
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Alcune cose:
- non tutti quelli che abitano nelle case popolari sono dei disgraziati; come già detto i delinquenti sono anche in Albaro, Castelletto e Carignano, ma questi vanno a fare casino a Begato o in altre zone; secondo me per assurdo l'aggregazione (soprattutto fisica) ha dato l'occasione di accrescere il fenomeno
- l'errore è stato proprio quello di concentrare in quelle zone questi casi disagiati (ovviamente danneggiando quelli che vivono civilmente fianco a fianco a loro): non so se inizialmente l'intenzione fosse quella di controllare meglio il problema, ma a posteriori la scelta si è rivelata sbagliata;
29/05/2008 13:59
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Io continuo a credere che oggi più che mai sia necessario costruire nuove case popolari. Naturalmente con tecniche e principi nuovi sia dal punto di vista urbanistico che edilizio, ma occorre farlo.
E’ davvero un paradosso perché molti sono gli appartamenti vuoti e sfitti, ma che vengono proposti, da un mercato distorto a canoni di locazione altissimi che le classi più basse non si possono permettere.

Personalmente credo che interventi edilizi di questo genere potrebbero collocarsi in aree deindustrializzate. Ad esempio a Cornigliano tutte le case vecchie, ammassate tra Via Cornigliano e la ferrovia potrebbero essere abbattute e gli abitanti ricollocati in nuovi palazzi che potrebbero essere costruiti sull’area ex Italsider. Naturalmente si dovrebbe trattare di case costruite secondo principi ecocompatibili e con spazi verdi, in modo tale da ridare respiro al quartiere.

Lo so è utopia….
29/05/2008 16:40
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Grazie Grifone81 per la testimonianza !
30/05/2008 10:27
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Re:
papupi, 29/05/2008 16.40:

Grazie Grifone81 per la testimonianza !




Ma figurati...questo è un argomento che a me interessa molto... volevo solo aggiungere ancora una cosa in merito alle necessità di nuovi alloggi: sappiate che la Diga di Begato per il 50% è vuota perchè gli appartamenti sono inutilizzabili...mi spiego meglio.
Alcuni appartamenti hanno preso fuoco (o gli hanno dato fuoco) e non sono più stati rimessi a posto, e diversi appartamenti sono stati murati e mai più ripèristinati.
Questo giusto per sottolineare che il vero problema è la totale assenza di istituzioni ed ordine pubblico nel quartiere: tali appartamenti murati, infatti, sono in queste condizioni perchè quelle poche volte che un inquilino è stato cacciato via, l'appartamento veniva immediatamente occupato abusivamente da altre persone...queste cambiavano addirittura la serratura e il Comune non riusciva più a prendere possesso dei suoi alloggi. La soluzione quale è stata?? Mantenere ordine nel quartiere???Assolutamente no! Muriamo gli accessi agli appartamenti sfitti così non vengono occupati abusivamente!! E credo che di queste realtà non ce ne siano solo a Begato.

Vorrei poi sfatare una convinzione inculcata dai mass-media locale (giornali e tv): a Begato non si vive male. Io esco di casa senza alcun problema la sera, non ci sono problemi di posteggio, c'è poco traffico e siamo in mezzo al verde. Vi dico la sincera verità che se mi dicessero vai a Sampierdarena o Cornigliano non ci andrei per nessun oro al mondo... non perchè i quartieri non mi piacciono ma ci sono problemi di inquinamento, delinquenza e vivibilità generale del quartiere che non sono certo inferiori a Begato!! [SM=g27988]

Un saluto a tutti!!
30/05/2008 11:37
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La tua ultima considerazione specialmente mi sembra degna di nota e allora sarebbe bello se il Comune davvero si desse da fare per valorizzare il quartiere. A cominciare dall'effettivo abbattimento della diga, tanto sbandierato dalla Vincenzi in campagna elettorale, ma di cui (come le altre promesse, purtroppo) non si sa più niente.

Tornando al discorso generale, io ho molti dubbi che la soluzione corretta per la vivibilità dei quartieri sia la costruzione di immobili da affittare completamente quali case popolari. La verità è che purtroppo in Italia si tiene da conto una cosa solo se ci appartiene oppure se c'è una effettiva sanzione, e nel caso delle case popolari il pericolo è che vi siano abusi, occupazioni, devastazioni, scarsa manutenzione ordinaria delle case date in affitto a canone politico dal comune, semplicemente perché il Comune non sa o non vuole (per motivi politici) gestirle.

Credo che una soluzione potrebbe essere la esternalizzazione della gestione del patrimonio ex IACP. Chi è moroso o chi è inadempiente perché devasta, perché tiene la casa un porcile etc. viene sfrattato.;

un'altra sia quella di acquistare appartamenti all'interno di condomini in cui la maggior parte degli appartamenti siano di proprietà di privati. Oppure di fare costruire nuove case a privati con l'intesa che una parte degli appartamenti saranno di proprietà del Comune e utilizzati per case popolari.

Infine, abbiamo visto che i quartieri satelliti costruiti negli anni 70 hanno cessato (o sono vicini a smettere) di essere un problema mano a mano che i singoli appartamenti venivano acquistati dagli inquilini... credo che quella dovrebbe essere la strada da perseguire, nel caso in cui si decidesse di costruire nuove case interamente pubbliche. E questa è quindi una terza strada.

30/05/2008 17:27
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Re:
euge1893, 30/05/2008 11.37:


Infine, abbiamo visto che i quartieri satelliti costruiti negli anni 70 hanno cessato (o sono vicini a smettere) di essere un problema mano a mano che i singoli appartamenti venivano acquistati dagli inquilini... credo che quella dovrebbe essere la strada da perseguire, nel caso in cui si decidesse di costruire nuove case interamente pubbliche. E questa è quindi una terza strada.





E' esattamente quello che dico anche io...e ne ho la riprova sotto il naso...la zona di Begato dove sto io sono alloggi popolari venduti con mutuo a tasso agevolatissimo...vi posso garantire che dove sto io è tutta brava gente...i problemi della Diga (e non solo) sono sorti perchè l'edificio è interamente di proprietà comunale e come tutte (o quasi) le cose di proprietà del Comune sono in un totale stato di abbandono...ciò non è inteso solo dal punto di vista strutturale ma di legalità (verificare che appartamenti non siano occupati abusivamente, verificare un corretto comportamento dell'inquilino, verificare che venga pagato l'affitto)...insomma quello che farebbe un normale proprietario di casa [SM=g27994]
30/05/2008 17:42
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Mi pare che anche le famigerate lavatrici siano ormai tutte (o quasi tutte) acquisite in proprietà dagli inquilini: qualcuno mi può confermare questa cosa?

In effetti è da molti anni che non escono articoli sulle lavatrici bronx.
30/05/2008 21:11
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grifone81, 30/05/2008 17.27:

i problemi della Diga (e non solo) sono sorti perchè l'edificio è interamente di proprietà comunale e come tutte (o quasi) le cose di proprietà del Comune sono in un totale stato di abbandono...

Ma infatti con edilizia popolare io intendevo proprio quelle del Comune, di IACP, di Arte o di chiunque sia pubblico.
Le altre sono definite come "edilizia agevolata".
E' ovvio che se uno si paga l'appartamento (anche se con agevolazioni) poi non se la distrugge...


31/05/2008 09:21
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Io ho appena finito di leggere un godibilissimo saggio di Gianni Biondillo sull'architettura in generale e sui quartieri popolari in particolare: si chiama Metropoli per principianti ed è edito da Guanda; lo consiglio vivamente, è un libro assieme leggero ed illuminante su certi argomenti. Biondillo, un architetto milanese, sostiene la tesi (che mi trova pienamente d'accordo) che i quartieri popolari urbani siano molto meno disumanizzanti delle "città diffuse" di villette all'americana (che deprimono la socialià ed il senso di appartenenza), e ventila la possibilità di riqualificazione e rivalutazione di molti "ghetti" urbani.

Tornando a bomba: io credo che la vivibilità di un quartiere dipenda da molteplici fattori: collocazione geografica, tipologia urbanistica, composizione sociale, dotazione di servizi, qualità del costruito: quest'ultimo fattore è in realtà prioritario perchè, e questo è il problema di molti nuovi quartieri genovesi, troppo spesso si è costruito in prefabbricato, con scarsa perizia e con materiali scadenti: e penso ci siano realtà, come le dighe di Begato (in realtà sono tre..) o le lavatrici che sono assolutamente non recuperabili e meritino la demolizione o un intervento sostitutivo.
La dotazione di servizi dipende da una buona pianificazione e dall'intervento pubblico; la composizione sociale migliora evitando di creare dei "ghetti chiusi" e stimolando le procedure di riscatto ed acquisizione agevolata, che , come è stato già notato, responsabilizzano gli inquilini (futuri proprietari). Non bisogna dimenticare anche che i quartieri popolari sono realtà spesso eterogenee, con pensionati, giovani coppie, pregiudicati e famiglie numerose che vivono nello stesso stabile.

In conclusione io non credo che ci sia bisogno di costruire ancora (la città è in evidente calo demografico), quanto di riqualificare l'esistente, demolendo ciò che non è francamante recuperabile.
Quartieri come Sestri Alta (via Toscanelli), Granarolo, Costa di S.Eusebio e Quarto Alto mi sembrano già oggi più che dignitosi; con ulteriori dotazioni di servizi non potrebbero che migliorare. [SM=g27988]


[Modificato da Trammax 31/05/2008 09:31]
31/05/2008 17:28
Non conosco molto il problema delle case popolari, non avendoci mai abitato in prima persona.

Però abitando a Marassi, C.so Sardegna 105 ed 81 via Ferreggiano 31, Via D. Dall'Orto, via Bobbio e non ultimo via Robino), posso dire con certezza, che da piccolo giocavo in p.zza Galileo Ferraris (circondata dai palazzi costruiti negli anni 30 dall'Istituto Case Popolari, all'epoca queste case erano abitate perlopiù da emigranti e sfollati dal centrostorico, tra cui parecchi miei amici che ci risiedevano.
Però come dicevo prima si giocava per strada facendo la colletta per un pallone e se eravamo senza soldi si tiravano due righe col gessetto per giocare a grete, si giocava nel terreno senza cacche di cani o sputi, non c'erano ne pedofili nemmeno zingari che rapivano, gli unici nomadi era la giostraia che spingeva a mano la giostra, fatta di macchinine a pedali usate e qualche cavallino a dondolo, in inverno arrivavano gli autoscontri, che si posizionavano di fronte alle poste, dove ora ci sono i parcheggi, con le auto in quadripla fila.

Giravo per la zona e non solo, in bicicletta, arrivavo su al Biscione dove, già all'epoca parlo degli anni 70, la prima droga cominciava a fare proseliti, girava anche qualche motorino rubato,

però c'erano anche già tanti bravi ragazzi con tanta umanità.

Oggi abito in una di quelle vie di palazzoni anni 50-60, come dice Cliobini,

(o meglio abito in una crosa asfaltata circondata da palazzoni. Ex ricordo di quello che fù la Città Giardino, nel quale fortunatamente mi affaccio dalla finestra e ne gusto quel poco che ne rimasto).

Però nella piazzetta invasa dalle auto ci incontriamo e c'è quasi uno spirito paesano, dove ci si aiuta l'uno con l'altro, ed anche qualche immigrato che vive con la famiglia è bene integrato.

Insomma più che il modo di costruire, contano le persone,


certamente se si costruisce come in un paese con una piazza di ritrovo degli spazi verdi con servizi scuole e chiese che possano integrare certamente è meglio,
inoltre, se le persone che ci abitano sono anche proprietari degli immobili sicuramente ci sarà anche meno vandalismo e più rispetto per le parti in comune.

La gente non si sente ghettizzata e magari può aiutare i più sfortunati a risolvere i problemi.

Dico tutto questo, per esperienza diretta:

Ho mandato mia figlia a fare le elementari nei pressi del Biscione,

ed ho trovato un quartiere migliorato tantissimo rispetto al passato la creazione della chiesa, il circolo Arci e gli abitanti oggi in gran parte proprietari degli alloggi, oltre il ricambio generazionale, lo hanno trasformato in un quartiere nuovo sicuramente più vivibile, nonostante i palazzoni sono gli stessi di 40 anni fà.


Inoltre concordo con quanto scritto sopra da Trammax,
Sul migliorare l'esistente diradando quello che non si può recuperare, senza dover ricorrere ad ulteriori cementificazioni selvagge.

[Modificato da Pinuccio "58 31/05/2008 21:11]
08/03/2009 09:34
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proposta "piano casa"
Ho sentito che è in proramma la presentazione d un 2piano casa" da parte governativa che si articolerà sulla "liberalizzazione" delle norme edilizie e sull'avvio della costrzione di svariate migliaia di edifici non popolari, ma "convenzionati"
anche se la proposta non è ancora legge è pensabile che sarà approvata così come è stata proposta, e contiene delle cose che a molti non piacciono.
Una è certamente l'abolizione delle aree "non edificabili"; tutto il territorio tranne i siti UNESCO e quelli istituiti dall'UE saranno edficicabili (anche le coste, le zone boscose, le aree incendiate) senza dover richiedere permessi.
Poi cade l'obbligo di nulla osta tecnico da prte del Geologo; le imprese POTRANNO costruire su aree anche non sicure, starà ai proprietarii delle case accertarsi- magari rivolgendosi in proprio ad un geologo- se sono case "sicure" oppure no.
Le impresecostruttrici avranno sovvenzioni per costruire edifici ad uso abitazione purchè vendute aprezzi "convenzionati", non case popolari in graduatoria, ma abitazioni da vendere come le altre, sia pure con unlimite massimo di prezzo al mq.
che ne pensate di tutto cioò?

08/03/2009 11:23
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Re:
Pinuccio "58, 31/05/2008 17.28:

...
Insomma più che il modo di costruire, contano le persone,
certamente se si costruisce come in un paese con una piazza di ritrovo degli spazi verdi con servizi scuole e chiese che possano integrare certamente è meglio,
inoltre, se le persone che ci abitano sono anche proprietari degli immobili sicuramente ci sarà anche meno vandalismo e più rispetto per le parti in comune..





In questa frase del post di Pinuccio 58 c'è, secondo me, la chiave di lettura giusta del perchè alcuni insediamenti di edilizia "popolare" ( oggi direbbero "sostenibile") sono apprezzabili ed altri no.
08/03/2009 17:11
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Ispettore sarebbe bene che tu ci fornisca riferimenti precisi prima di scrivere post come quello di cui sopra che sembra solo voler fare polemiche un tanto al chilo. Esistono precisi strumenti di pianificazione del territorio, per piacere prima di dare simili notizie cerca di informarti un po' meglio.
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