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L'angolo della tattica

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2009 16:31
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19/06/2009 16:02
 
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Analisi e soluzioni per applicare il 4-3-3.
A cura di STEFANO TAVOLETTI
Intervista esclusiva con Raffaele Novelli, tecnico del Melfi rivelazione.
Raffaele Novelli dopo aver ottenuto meritati consensi alla guida della Primavera della
Salernitana, sta imponendosi all’attenzione di moltissimi addetti ai lavori alla guida del
Melfi, squadra rivelazione del girone C del campionato di C2.
Partito con l’obiettivo della salvezza, il Melfi di Novelli, forte di un gioco spettacolare
ed efficace, sta adesso provando a mantenere l’attuale seconda posizione in classifica
che significherebbe poter entrare nei play-off promozione dalla porta principale.
E per capire la magica atmosfera che il tecnico, la dirigenza e la squadra sono riusciti
a creare in questi mesi di lavoro basta leggere alcune considerazioni redatte dai media
locali “ …..se a fine Gennaio, siamo a questo punto un grandissimo plauso va fatto ai
ragazzi con il loro impegno quotidiano ed attaccamento alla maglia che viene onorata
settimana dopo settimana, al Mister (la maiuscola non è un caso) che è riuscito ad
esprimere finora un calcio spettacolare di stampo zemaniano, condito di giovani
emergenti, con una difesa da applausi (4 gol subiti nelle ultime nove partite), una
media di quasi due punti a partita, ed una umiltà proverbiale. Signori giù il cappello
davanti a Novelli, da lui si può solo imparare.”

Mister Novelli, perché la scelta di giocare con il 4-3-3?

Innanzitutto mi preme sottolineare come il modulo, i numeri, la disposizione siano
aspetti marginali rispetto alla mentalità. A me piace un calcio offensivo, poco
speculativo, prediligo dare alla squadra la sensazione e la convinzione che alla lunga i
risultati dipendono da ciò che noi sapremo proporre sul campo e da come ci alleniamo
durante la settimana. Con il 4-3-3 riesco a portare molti giocatori nella metà campo
offensiva, posso riuscire a creare situazioni di superiorità numerica sia sull’esterno che
in zona centrale, riesco a pressare e ad essere attivo anche in fase difensiva. Con il 4-
3-3 si riesce a coprire bene tutto il campo, i giocatori sono vicini e ben scaglionati per
poter giocare sia in ampiezza e profondità. Ma soprattutto, il 4-3-3 è il sistema
attraverso il quale riesco a trasmetter meglio la mia mentalità, il mio modo di vedere
ed amare il calcio.

Che caratteristiche deve avere la sua squadra?
Hai ragazzi chiedo umiltà, concentrazione, attenzione, spirito di sacrifico, rispetto dei
ruoli e del gruppo. A me piace lavorare con persone intelligenti, che amano la loro
professione e che nei momenti dove è necessario fare dei sacrifici pensino a quanto
sono fortunati rispetto a moltissimi altri salariati che, invece di dover svolgere la
doppia seduta d’allenamento, hanno magari davanti a se una lunghissima giornata di
duro lavoro. Al di là della componente caratteriale a ma piace avere una squadra
attiva in entrambe le fasi, propositiva e generosa, in grado di ripagare i sacrifici della
dirigenza e l’affetto dei nostri tifosi con impegno e la massima volontà nell’onorare la
maglia.
Certo, l’organizzazione per me è importante, ritengo che uno dei compiti
dell’allenatore sia quello di dare una logica ai movimenti collettivi e facilitare in questo
modo i compiti dei giocatori esaltandone le potenzialità. L’organizzazione deve essere
la base, il telaio fondamentale sul quale il calciatore può contare per far emergere le
proprie qualità. Se l’organizzazione da al giocatore il supporto per esaltare le proprie
qualità, lo stesso non deve nascondersi ma dare qualità all’organizzazione attraverso
le proprie doti individuali.

Quali sono le caratteristiche fondamentali che devono possedere i difensori
laterali nel suo 4-3-3?

A mio avviso il difensore esterno deve essere un giocatore abile sia in fase offensiva
che in quella difensiva. Io non amo giocare con i difensori laterali bloccati, preferisco
un inserimento con i tempi sbagliati che alla mancanza di iniziativa. Il calcio è un gioco
dinamico dove è necessario correre per mettere in difficoltà l’avversario. Il mio modo
di pensare mi impone di schierare laterali con propensione alla corsa e capacità
organiche in grado di permetter loro sia inserimenti in sovrapposizione che
ripiegamenti importanti. I laterali devono essere inoltre giocatori intelligenti, in grado
di leggere la situazione della palla, di operare diagonali strette o lunghe a seconda del
contesto

Quali sono le peculiarità salienti dei difensori centrali nel suo 4-3-3?
Da un punto di vista atletico nessuno dei due deve esser lento e comunque almeno
uno deve esser particolarmente rapido. Inoltre i difensori centrali devono innanzitutto
saper difendere!! Devono essere bravi nel leggere le situazioni di palla coperta e
scoperta, devono essere abili di testa, sicuri nel confronto individuale e…..bravi anche
a sviluppare la fase di non possesso. Tengo molto a questo aspetto e durante la
settimana lavoro a fondo il reparto affinché la squadra sia in grado di uscire palla al
piede con i propri difensori. Se ad esempio ci troviamo ad affrontare un avversario che
alzando i laterali ci impedisce di uscire sui nostri difensori esterni ed abbassando una
punta cerca di mettere in zona d’ombra il nostro centromediano dobbiamo avere la
capacità di “far uscire” il nostro difensore centrale senza dover obbligatoriamente
ricorrere al lancio lungo. E costui per poter portar palla con efficacia deve sentirsi
sicuro e tranquillo. La sicurezza e la tranquillità si acquisiscono solo dopo aver provato
e riprovato sul campo le situazioni, aver valutato le difficoltà ed aver fornito ai
giocatori le risposte che cercano.

Passando al centrocampo, che caratteristiche deve avere il vertice basso?
Negli anni passati ed alla Primavera della Salernitana ho spesso avuto a disposizione
giocatori dalle caratteristiche prevalentemente difensive. Giocatori forti
agonisticamente e molto bravi a filtrare. Al Melfi posso invece schierare un giocatore
dalle caratteristiche diverse (Schiavon ndr), in grado di staccarsi dalla marcatura, di
ricevere, di giocare sia sul corto che sul lungo con estrema disinvoltura ed in grado
anche di creare superiorità numerica con il dribbling se il contesto tattico richiede ciò.
Il mediano, in considerazione anche della propria disposizione al centro del sistema, è
un po’ l’ago della bilancia di tutta la squadra. La sua capacità di dettare i tempi ed i
flussi del gioco, la sua capacità di pressare ed interpretare la fase difensiva sono
fondamentali per mantenere la squadra corta ed i reparti vicini. Essendo un giocatore
strategicamente importante è fondamentale che riesca a giocare con grande intensità
per tutti i 100 minuti della gara.

I compagni di reparto del mediano che compiti hanno?
A me piace disporre di un giocatore di quantità e di un universale che sappia abbinare
qualità e quantità. I centrocampisti interni devono esser bravi a creare superiorità
numerica grazie agli inserimenti, alle corse in sovrapposizione ed ai tagli dentro sul
lato debole. Da un punto di vista atletico essi devono possedere grandi capacità
aerobiche e di resistenza alla velocità dovendo correre per tutta la gara ed
interpretare sistematicamente sia la fase di possesso che quella di non possesso. Da
un punto di vista tecnico-tattico oltre alla visione di gioco, alla capacità di interpretare
la situazione, di leggere e giocare la rifinitura, i due centrocampisti interni devono
avere dimestichezza e predisposizione per il tiro dalla distanza.

Passando al reparto offensivo, quali sono le caratteristiche salienti dei
giocatori che compongono il reparto avanzato?

Per quel che concerne le ali a me piace schierare due giocatori dalla caratteristiche
diverse e complementari. Uno più portato ad attaccare la profondità sui 30 mt., con
grande facilità di corsa ed abile nel leggere il tempo dell’inserimento. L’altra ala deve
invece possedere qualità nel lavorare tra le linee per poi giocare la rifinitura. Entrambi
gli elementi devono comunque esser bravi a dare ampiezza e profondità, devono saper
leggere la situazione tattica per poter operare il taglio e/o il movimento di deviazione
più opportuno. Da un punto di vista tecnico, questi giocatori devono esser bravi
nell’uno contro uno, nella fase di rifinitura e finalizzazione. I loro compiti però non si
esauriscono in fase offensiva. Una volta persa la palla gli attaccanti sono i primi
difensori e spesso dipende da loro se il centrocampo è in grado di accorciare avanti o
deve scappare dietro allungando la squadra. Inoltre l’ala sul lato debole deve scivolare
all’indietro in posizione intermedia per dar sostegno all’interno vicino, equilibrio al
reparto e modo ai centrocampisti di deviare in zona palla.

Ed il centrattacco che caratteristiche deve avere?
Anche per quel che concerne la punta di riferimento non esiste uno stereotipo assoluto
a meno di non disporre di un giocatore che sappia fare tutto. A Melfi disponiamo di
giovani molto interessanti (Rana e Balistreri entrambi classe ’86 ndr) dalle
caratteristiche diverse. A seconda del contesto tattico, delle caratteristiche dei
difensori avversari, delle condizioni del terreno di gioco posso scegliere se optare per
una prima punta alta, forte di testa e bravo nell’attaccare la profondità o in alternativa
puntare su un centravanti più mobile, bravo a far salire la squadra e a non dare punti
di riferimento certi agli avversari. E’ chiaro che a seconda della tipologia di
centrattacco che ho scelto di schierare cambia il modo con cui si fa salire la squadra.
Se l’avversario è chiuso o il campo è pesante la punta più statica e forte di testa ci
permette l’alternativa della costruzione con il lancio lungo per sfruttare poi le sponde.
Naturalmente tale tematica deve essere obbligatoriamente una alternativa e non
dovrà mai consuetudine onde evitare di veder immediatamente calare la qualità del
nostro gioco.

Per concludere, quali sono i segreti per dare equilibrio ed efficacia al 4-3-3?
Segreti non ve ne sono. L’unica maniera per migliorare è quella di lavorare sul campo,
pretendere il massimo da noi stessi e dare importanza ai particolari. Le esercitazioni
sono fondamentali per migliorare e memorizzare i contesti in modo da essere rapidi di
mente durante la gara. Da un punto di vista tecnico-tattico è fondamentale dar risalto
all’intensità. E’ la velocità ciò che ti permette di superare le contromisure avversarie.
Per riuscire ad essere veloci e lucidi per tutta la gara è necessario allenarsi con umiltà,
applicazione e dedizione. E’ necessario avere “fame”, possedere la capacità di lavorare
uno in funzione dell’altro, per il collettivo, senza danneggiare il lavoro fatto e ciò che
stiamo portando avanti. Non deve esserci distinzione tra giocatore esperto e giovane,
tutti devono sentirsi protagonisti del progetto ed amare ed apprezzare il lavoro che
fanno, ripagando il sacrificio della società e l’affetto dei tifosi.



p.s. è un puro caso se....se anche questo non ha fatto bene a foggia, magari anche su mario.barisano ha da ridì qualcosa [SM=x1380984]
[Modificato da zeman! 19/06/2009 16:23]
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