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Perchè il divieto del sangue?

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2008 22:56
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25/03/2008 20:24
 
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Alcune ragioni del divieto

Ricordo che negli anni 80 si discuteva con i fratelli che il divieto era dato per mostrare che si restituiva la vita a Dio. Su questo io non ero d’accordo, perché consideravo che lo spirito dell’animale andava alla terra, veniva perciò perduto in ogni caso, quindi che cosa doveva essere restituito a Dio? E nel caso degli uomini?Assurdo.
(Mentre cera speranza per l’uomo che moriva che il suo spirito forse sarebbe andato nelle mani di Dio, un’incertezza di Ecclesiaste che vale fino ad oggi).

Non solo, ma se l’animale non si uccideva, si poteva contestare che il sangue in quel caso si poteva anche bere visto che l’animale non moriva. I Watussi si devono il sangue dalla gola delle mucche, senza ucciderli.

Poi scrissi alla Betel di Brooklin per valutare che il motivo del divieto era dato dalla stessa scrittura di Levitico 17: 11,12…ve l’ho messo sull’altare per fare espiazione. Per questo ( motivo) ho detto nessuna anima deve mangiare sangue.

Negli anni successivi ho notato che l’intendimento del CD era cambiato.. si insegnava che il divieto era dovuto al fatto che il sacrificio animale rappresenta il sacrificio del sangue dell’agnello sull'altare, da questo venendogli un valore di sacralità.

Restai comunque dell’idea che il sangue animale faceva le veci dell’anima del peccatore sull’altare, e che quindi già da questo si comprendeva la ragione del divieto..e cioè in base alla legge vita per vita, anima per anima..
In parole povere l’animale rappresentava e può rappresentare l’anima umana, in modo parziale…e dato che la sua vita l’animale per istinto non la vive contro natura, quindi si può considerare puro sotto questo aspetto, potendo riscattare l’eventuale errore di una anima umana vissuto contro natura e quindi contro Dio.

Naturalmente l’animale non possiamo giustamente considerarlo completamente corrispondente all’anima di un uomo, ma ci sono aspetti nell’animale che respira come l’uomo, che mostrano come questi ne condivide i sentimenti quali odio, amore e affetto entro certi limiti, e nel caso pure esercitati entri certi limiti per libera scelta, però a voler fare a motivo di ciò una vivisezione biologica per stabile ciò che nell’animale può essere considerato come immagine dell’uomo per istinto , e ciò che invece non lo è; non è realisticamente concretizzabile, quindi l’aver scelto il sangue a rappresentare questa sua piccola immagine dell’uomo, non poteva essere che la scelta più giusta.

In conclusione la mia idea sui motivi del divieto è perché l’animale fa le veci dell’uomo sull’altare con debita ragione, secondo il precetto di anima generica per anima distinta umana.
Altrimenti se diciamo che il divieto era basato unicamente da un fatto simbolico in rappresentanza del futuro sacrificio di Cristo, allora in questo caso il divieto non ha più ragione d’essere una volta che il Cristo è venuto a adempierne il valore simbolico; questo proprio come è successo per tutte le altre formalità del passato, e che erano finalizzate al loro reale adempimento in un successivo periodo di tempo.
Tipo il sabato, la decima, il tempio letterale..ecc..

“L’anima dell’animale è il suo sangue, mediante l’anima che è in esso”. Quindi il sangue ospita l’anima, e non che è direttamente. Dunque l’anima è il suo sangue nel senso che lo rappresenta proprio come il vino è il sangue di Cristo, la roccia è Cristo, “di conseguenza ho detto ai figli di Israele di non mangiarne.”
Dunque non si tratta di uno sconosciuto potere che avrebbe il sangue.. ma si tratta del suo cervello, del suo cuore messo a bagno nel sangue, mediante cui quest’anima (questo cervello, cuore..anima organi della carne) può vivere venendo nutrita e ossigenata, quindi potendola effettivamente rappresentarla sull’altare, per riscattare parzialmente il peccatore.
Non ce nulla di simbolico in questa cerimonia; anche se rappresentativa del sacrificio avvenire del Figlio.
Per comprenderci, faccio l’esempio di quando Gesù compiva i miracoli, ebbene quei miracoli non erano di certo simbolici; ma reali; anche se rappresentativi di ciò che sarà il loro culmine finale a tempo debito.
Ma tutto ciò che è impostato in maniera simbolica, non ha più senso di essere una volta materializzato, concretizzato nel suo aspetto reale.

25/03/2008 21:16
 
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Sangue 2 parte

Riguardo a tal divieto e ai motivi, rimane da dire che il peccato non è quello di uccidere l'animale o perfino un uomo se Dio lo mette a morte; altrimenti ogni volta che un Ebreo uccideva il nemico doveva dissanguarlo per mostrare il suo rispetto. Non solo ma era peccato anche quando Dio metteva a morte il malvagio.
Dunque il rispetto per la sacralità dell'individuo del suo seme o dono e relativo altare si manifesta diversamente, passando per altro valore. Per comprenderci facciamo l'esempio di uno stupro esercitato su una donna; ebbene forse che il fatto che la donna sia una persona malvagia giustificherebbe lo strupatore?

Per altro trovo fuori di testa il paragone che fa Achille Lorenzi col nutrirsi del latte, per giustificare le trasfusioni di sangue.
Il latte non è ne il sangue ne l'anima della madre, ma è una trasformazione dei suoi componenti, e quindi una costruzione anche di anticorpi a motivo del figlio.. Il figlio stesso in grembo è una trasformazione di ciò che è l'anima corporea della madre; ma questo non giustifica nessun possesso oggettivo del figlio.. altrimenti l'esistenza dell'individualità non avrebbe nessuna ragione di essere.

E mia opinione che vitamine virus ossigeno e minerali, e anticorpi specifici non sono considerabili come geni dell’anima.
Mentre in campo genetico un genetista diceva che per la sua piccola nazione il commercio genetico è una fonte di sostegno economico, inoltre non considerava il gene come parte dell’anima, perché non ha coscienza. Ma così potremmo dire lo stesso di uno in coma, o uno che non ci sta più con la testa in modo cosciente.
Comunque il gene è parte dell’anima della persona pure con le sue caratteristiche ereditarie del padre e dei nonni e relativo carattere, solo che deve divenire ancora cosciente, potremmo considerarla un’anima che dorme, poi svegliandosi per comunicare con il mondo e il suo creatore…non è una cosa commerciale.
Non per nulla il vero Dio conosceva Giovanni Battista ancor prima che divenisse cosciente, perl'appunto che si svegliasse alla coscienza..questo risveglio procede negli anni dell'infanzia e oltre.

Per concludere è da considerare pure che se facciamo sacro il dono, non facciamo sacro l’altare che santifica il dono? Almeno nel caso umano non staremmo a cercare cosa è o non è umano. La santificazione in questo caso sta nel concepire umano l’anima buona quanto quella cattiva.
Ma la coscienza dei cittadini degli ultimi giorni, a differenza di prima, non credo sia nella sua capacità di comprenderne l’estensione.. da qui la libertà di coscienza. Un po’ come ai tempi di Mosè in Egitto, col ripudiare le mogli e altro e visto che è scritto che il giorno di Dio sarà come al tempo delle dieci piaghe, io penso che lo è, sarà per tutto il resto.


25/03/2008 22:41
 
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Re:
dispensa., 3/25/2008 8:24 PM:

Alcune ragioni del divieto

Ricordo che negli anni 80 si discuteva con i fratelli che il divieto era dato per mostrare che si restituiva la vita a Dio. Su questo io non ero d’accordo, perché consideravo che lo spirito dell’animale andava alla terra, veniva perciò perduto in ogni caso, quindi che cosa doveva essere restituito a Dio? E nel caso degli uomini?Assurdo.
(Mentre cera speranza per l’uomo che moriva che il suo spirito forse sarebbe andato nelle mani di Dio, un’incertezza di Ecclesiaste che vale fino ad oggi).

Non solo, ma se l’animale non si uccideva, si poteva contestare che il sangue in quel caso si poteva anche bere visto che l’animale non moriva. I Watussi si devono il sangue dalla gola delle mucche, senza ucciderli.
...



Non capisco cosa intendi in questa prima parte? Di quale divieto parli? A mangiare sangue?
In quel caso il "divieto" è indipendente dalla fine che fa l'animale, che morisse o meno, Israele e i cristiani avevano il divieto biblico di mangiare sangue.
Non solo i watussi, ma numerosi popoli pagani vicini di Israele credevano che bere sangue aiutasse a guarire le malattie.
La legge divina biblica invece lo proibiva.

Simon
26/03/2008 02:58
 
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26/03/2008 08:03
 
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Re: Re:
(SimonLeBon), 25/03/2008 22.41:



Non capisco cosa intendi in questa prima parte? Di quale divieto parli? A mangiare sangue?
In quel caso il "divieto" è indipendente dalla fine che fa l'animale, che morisse o meno, Israele e i cristiani avevano il divieto biblico di mangiare sangue.
Non solo i watussi, ma numerosi popoli pagani vicini di Israele credevano che bere sangue aiutasse a guarire le malattie.
La legge divina biblica invece lo proibiva.

Simon


Provate a riportare tutti i passi riguardanti questo argomento e analizziamoli ........... io adesso sono di fretta!


___________________________________
Già da tempo sai che non vuoi più fare certe cose perchè vanno contro la tua interiorità.
Concludi un compromesso malsano;
ti vendi per un po' di quiete forse,
per un po' di sicurezza,
per un po' di calore;
ma così facendo perdi te stesso.

Se perdi te stesso, perdi la cosa più preziosa che tu possegga.
Divieni così un essere senza nucleo: devi conoscerti in modo consapevole, per imparare ad amarti.
Possiamo amare solo ciò che conosciamo e conosciamo solo ciò che siamo disposti ad amare.
L'indifferenza, anche verso noi stessi, ci rende ciechi.
Conosci te stesso,
impara ad amarti.

Ulrich Schaffer
04/04/2008 15:31
 
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la fine dell'animale
Caro Simon,

Non capisco cosa intendi in questa prima parte? Di quale divieto parli? A mangiare sangue?
In quel caso il "divieto" è indipendente dalla fine che fa l'animale, che morisse o meno, Israele e i cristiani avevano il divieto biblico di mangiare sangue.


era proprio questo il punto degli anni 80 credendo erroneamente alcuni fratelli che il divieto era in rapporto alla fine dell'animale, cosa che io non credevo affatto, altrimenti se l'animale non moriva si poteva contestare che il sangue si poteva bere.
Pertanto già sulla sola base di sostenere che il divieto rappresentava il restituire a Dio la vita dell'animale che si era in un certo qual modo presa, ciò non poteva essere valido perchè la stessa scrittura dice che lo spirito della bestia cioè la sua vita va alla terra...ciò invalidando le motivazioni date da quei fratelli in chiave contradditoria.

Non solo ma se così, cioè che il divieto era motivato dal gesto simbolico di ritornare la vita presa o tolta, a Dio; allora per logica si doveva celebrare simbolicamente ugualmente anche quando si uccideva il nemico..altro paradosso...ma questo sappiamo che non avveniva.

In conclusione il divieto ha una base morale e non simbolica...la morale consiste nel ritenere immorale l'uso oggettivo del sangue, nutrendosene, ciò costituendo una violenza contronatura..cioè che va contro il significato individuale posto dal Creatore nel sangue questo rappresentando la sua anima, anche se nel caso dell'animale non possiamo fare una vivisezione di ciò che è immagine sacra dell'uomo, e quindi di Dio, da ciò che non lo è..quindi la questione la limitiamo solo al sangue..per il resto nel caso umano vedendo la sensibilità odierna lasciamola alla coscienza di ciascuno.
13/04/2008 22:56
 
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Vita psichica
Sulla questione del divieto del sangue posto sull’altare , per dimostrare che è basato propriamente sul significato della persona, e non della vita fine a se stessa , volevo aggiungere e far riflettere che la posta o vita animale messa in gioco sull’altare del sacrificio per lo scopo di riscattare un eventuale peccatore, non era la vita biologica fine a se stessa, poiché la vita in se stessa dell’uomo non può essere peccato, avendola creata Dio stesso.

Pertanto non poteva essere richiesto nessun sacrificio di giustificazione per questa, ma soltanto per la vita psichica, l’io dell’uomo che ha rotto con la legge di Dio , così che la vita come anima (io istintivo e non) generica dell’animale, pura perché vissuta secondo la sua natura come posta in essa dal creatore, serviva a giustificare l’anima l’io dell’uomo peccatore…anche se in modo relativo per le ragioni già spiegate nel precedente spot.
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