Alcune ragioni del divieto
Ricordo che negli anni 80 si discuteva con i fratelli che il divieto era dato per mostrare che si restituiva la vita a Dio. Su questo io non ero d’accordo, perché consideravo che lo spirito dell’animale andava alla terra, veniva perciò perduto in ogni caso, quindi che cosa doveva essere restituito a Dio? E nel caso degli uomini?Assurdo.
(Mentre cera speranza per l’uomo che moriva che il suo spirito forse sarebbe andato nelle mani di Dio, un’incertezza di Ecclesiaste che vale fino ad oggi).
Non solo, ma se l’animale non si uccideva, si poteva contestare che il sangue in quel caso si poteva anche bere visto che l’animale non moriva. I Watussi si devono il sangue dalla gola delle mucche, senza ucciderli.
Poi scrissi alla Betel di Brooklin per valutare che il motivo del divieto era dato dalla stessa scrittura di Levitico 17: 11,12…ve l’ho messo sull’altare per fare espiazione. Per questo ( motivo) ho detto nessuna anima deve mangiare sangue.
Negli anni successivi ho notato che l’intendimento del CD era cambiato.. si insegnava che il divieto era dovuto al fatto che il sacrificio animale rappresenta il sacrificio del sangue dell’agnello sull'altare, da questo venendogli un valore di sacralità.
Restai comunque dell’idea che il sangue animale faceva le veci dell’anima del peccatore sull’altare, e che quindi già da questo si comprendeva la ragione del divieto..e cioè in base alla legge vita per vita, anima per anima..
In parole povere l’animale rappresentava e può rappresentare l’anima umana, in modo parziale…e dato che la sua vita l’animale per istinto non la vive contro natura, quindi si può considerare puro sotto questo aspetto, potendo riscattare l’eventuale errore di una anima umana vissuto contro natura e quindi contro Dio.
Naturalmente l’animale non possiamo giustamente considerarlo completamente corrispondente all’anima di un uomo, ma ci sono aspetti nell’animale che respira come l’uomo, che mostrano come questi ne condivide i sentimenti quali odio, amore e affetto entro certi limiti, e nel caso pure esercitati entri certi limiti per libera scelta, però a voler fare a motivo di ciò una vivisezione biologica per stabile ciò che nell’animale può essere considerato come immagine dell’uomo per istinto , e ciò che invece non lo è; non è realisticamente concretizzabile, quindi l’aver scelto il sangue a rappresentare questa sua piccola immagine dell’uomo, non poteva essere che la scelta più giusta.
In conclusione la mia idea sui motivi del divieto è perché l’animale fa le veci dell’uomo sull’altare con debita ragione, secondo il precetto di anima generica per anima distinta umana.
Altrimenti se diciamo che il divieto era basato unicamente da un fatto simbolico in rappresentanza del futuro sacrificio di Cristo, allora in questo caso il divieto non ha più ragione d’essere una volta che il Cristo è venuto a adempierne il valore simbolico; questo proprio come è successo per tutte le altre formalità del passato, e che erano finalizzate al loro reale adempimento in un successivo periodo di tempo.
Tipo il sabato, la decima, il tempio letterale..ecc..
“L’anima dell’animale è il suo sangue, mediante l’anima che è in esso”. Quindi il sangue ospita l’anima, e non che è direttamente. Dunque l’anima è il suo sangue nel senso che lo rappresenta proprio come il vino è il sangue di Cristo, la roccia è Cristo, “di conseguenza ho detto ai figli di Israele di non mangiarne.”
Dunque non si tratta di uno sconosciuto potere che avrebbe il sangue.. ma si tratta del suo cervello, del suo cuore messo a bagno nel sangue, mediante cui quest’anima (questo cervello, cuore..anima organi della carne) può vivere venendo nutrita e ossigenata, quindi potendola effettivamente rappresentarla sull’altare, per riscattare parzialmente il peccatore.
Non ce nulla di simbolico in questa cerimonia; anche se rappresentativa del sacrificio avvenire del Figlio.
Per comprenderci, faccio l’esempio di quando Gesù compiva i miracoli, ebbene quei miracoli non erano di certo simbolici; ma reali; anche se rappresentativi di ciò che sarà il loro culmine finale a tempo debito.
Ma tutto ciò che è impostato in maniera simbolica, non ha più senso di essere una volta materializzato, concretizzato nel suo aspetto reale.