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Messaggio per te

Ultimo Aggiornamento: 08/09/2008 09:39
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18/03/2008 13:34
 
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Ciao, stamattina ho trovato sulla scrivania una poesia che mi aveva lasciato mio padre (sono tornata a casa ieri). A parte la straordinarietà dell'evento (che mi ha fatto un piacere che non potete immaginare...) volevo condividerla con voi, credo che non ci sia posto migliore di questo. E' semplice, ma molto bella.


Messaggio per te (Nazim Hickmet)
Non vivere
su questa terra
come un inquilino
o come un villeggiante
nella natura.
Vivi in questo mondo
come se fosse la casa
di tuo padre.

Senti la tristezza
del ramo che secca,
del pianeta che si spegne,
della creatura che è inferma.

Credi al grano,
alla terra, al mare.
Ama la nube,
il sole, la vita.

Che tutti i beni della terra
ti diano così a piene mani la gioia.
[Modificato da Akela il solitario 21/03/2008 13:37]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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18/03/2008 16:44
 
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Grazie, è bellissima... Davvero, me la sono scritta! [SM=x1169389]
E tuo padre dolcissimo!!!! [SM=x1169393]

Chi è Nazim Hickmet?


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21/03/2008 00:10
 
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Bho.

Aspetta:
Hikmet è una delle più importanti figure della letteratura turca del Novecento e uno dei primi poeti turchi ad usare i versi liberi. Hikmet è diventato, mentre era ancora vivo, uno dei poeti turchi più conosciuti in Occidente e i suoi scritti sono stati rapidamente tradotti in diverse lingue.
Condannato per marxismo fu il solo scrittore d'importanza ad evocare i massacri armeni del 1915 e 1922.

Nato a Salonicco (attualmente in Grecia) dal funzionario Nazim Hikmet Bey e dalla pittrice Aisha Dshalila studiò nel liceo francese di Galatasaray (Istanbul) e studiò anche nell'Accademia della Marina militare che dovette però lasciare per ragioni di salute.
Durante la guerra d'indipendenza, si schierò subito con Atatürk (Mustafa Kemal) in Anatolia e lavorò come insegnante a Bolu. Studiò poi sociologia presso l'università di Mosca (1921-1928) e diventò membro del partito comunista turco negli anni venti.

Dopo il suo ritorno in Turchia nel 1928, senza visto, Hikmet scrisse articoli, scenari ed altri scritti. Fu condannato alla prigione per il suo ritorno irregolare ma amnistiato nel 1935. Nel 1938, fu condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività anti-naziste e anti-franchiste e per essersi opposto alla dittatura di Kemal Ataturk. Grazie all'intervento di una commissione internazionale della quale facevano parte, tra gli altri, Pablo Picasso, Paul Robeson, Jean-Paul Sartre scontò solo 12 anni e nel 1950 venne liberato.
Si sposò con Münevver Andaç, una bravissima traduttrice in francese e polacco ma nel 1951, a causa delle costanti pressioni, fu costretto a ritornare a Mosca (Russia) ma la moglie e il figlio non poterono seguirlo ed egli trascorse il suo esilio in tutta Europa, perse la cittadinanza turca e divenne polacco. Nel 1960 si innamorò della giovane Vera Tuljakova e la sposò.
Morì il 3 giugno 1963 a causa di una crisi cardiaca mentre si trovava in esilio a Mosca.
(WIKIPEDIA)

I TUOI OCCH I TUOI OCCHI I TUOI OCCHI
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che tu venga all'ospedale o in prigione
nei tuoi occhi porti sempre il sole.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
questa fine di maggio, dalle parti d'Antalya,
sono così, le spighe, di primo mattino;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
quante volte hanno pianto davanti a me
son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
ma non un giorno han perso il loro sole;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che s'illanguidiscano un poco, i tuoi occhi
gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:
allora saprò far echeggiare il mondo
del mio amore.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
così sono d'autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
verrà un giorno, mia rosa, verrà un giorno
che gli uomini si guarderanno l'un l'altro
fraternamente
con i tuoi occhi, amor mio,
si guarderanno con i tuoi occhi.



IN QUESTA NOTTE D'AUTUNNO
In questa notte d'autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini


Caspita, è bravo.


Il rapporto con mio padre è stato spesso burrascoso, eppure mi somiglia molto più di mia madre. Mi sa che litighiamo per questo, lo stesso brutto carattere. Come sembra succeda sempre, la mia lontananza da casa è stato un toccasana per il rapporto con i miei.
Mio padre ha sempre amato la natura, a differenza di mia madre. Fa parte del corpo antincendio della protezione civile. La natura, però. Non gli animali a contatto con l'uomo, meno che mai gli animali in casa. Ma i boschi, gli animali selvatici... sì, ho dei bellissimi ricordi della mia infanzia, ancora adesso ho il batticuore se incontro un animale selvatico per pochi istanti. Mi ha colpita molto... la frase che ho scritto in maniera sbagliata e non posso correggere più : "Vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre". Mi sembrava quasi che stesse parlando di lui... [SM=g27998]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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21/03/2008 10:01
 
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Akyaky, di solito è bellissimo o per lo meno interessantissimo per me ciò che scrivi, comprendo bene Terruz. Ho letto finalmente il tuo blog e ho anche messo un commento in forum, da qualche parte. Inutile dirti che è entusiasta.
Ti invidio un po', perchè mi par di capire che pur avendo vissuto un po' di disagio esistenziale (non trovo altra espressione, scusami se non è appropriata) in vita tua, cioè quello di essere nata con la sfortuna di "vedere un po' più oltre"...diciamo così,
(se l'accetti), con tutto ciò che questa "facoltà" comporta (io penso di saperlo bene... [SM=x1169397] purtroppo per me!) comunque hai avuto anche la fortuna di possedere doti caratteriali alla fine abbastanza forti e reattive... mah, per il momento non ti dico altro, in questo momento ho poco tempo, mannagg..!
Ma vorrei spiegare meglio...spero ci risentiremo ancora!
Intanto grazie anche da parte mia per ciò che condividi con noi!

[SM=x1169373] [SM=x1169410]
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22/03/2008 23:18
 
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Grazie di cuore a te :)



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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04/09/2008 18:55
 
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Anch'io non ho parole.... [SM=x1169433]
Volevo però aggiungere che molte persone scelgono volontariamente un distacco dagli animali per paura di nuocere a loro, come una forma di rispetto. Essere adulti, poi, quando si hanno mille cose da fare non è tanto bello, diciamoci la verità. Spesso ci dimentichiamo che abbiamo ancora dentro un lato sbarazzino che prova gioia per la carezza a un animale, ma non è colpa nostra. E' solo forza di cose.... [SM=x1169446]
[Modificato da Marina.celta 04/09/2008 18:59]

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08/09/2008 09:39
 
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Ti riferisci a coloro che (per fare un esempio) sarebbero molto contenti di prendere con sè un cane o un gatto ma evitano di farlo perchè sono consapevoli che poi non avrebbero tempo per accudirli, soprattutto nel caso di un cane che non potrebbero portare a spasso e sanno che il poverino finirebbe per restare tutto il giorno chiuso in casa da solo? Conosco persone che affermano questo, trovo che sia una scelta giusta, dimostrano comprensione e amore per gli animali senz'altro molto maggiore di quelli che vogliono il cane a tutti i costi, per egoismo puro, e si accorgono dopo che per loro il cane è solo un peso e lo trascurano.
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