Sturdust

Visto ieri. Beh, il setting non era l'ideale. Quattro amici (scafatissimi nel Fantasy e in letteratura in generale) e popcorn. Diciamo che tende a far saltar fuori le falle anche del miglior film, che non è il caso di Stardust. Devo dire che a mente fredda valeva comunque la pena vederlo, ma misari sparato se avessi speso i 7 euro comandati per vederlo al cinema. Probabilmente il film soffre di una vaga "Sindrome di Narnia". Non parlo del libro, va da se, ma del film.

La sindrome di Narnia è una malattia recente, che presenta vari fattori + o - comuni (vedi anche "La bussola d'oro" e "Un ponte per Terabitha" e Dio sa quanti altri...)

Il primo, e più ovvio, è di essere l'adattamento di un libro, e non un libro qualunque, ma un mattone di n x 200 pagine. Questo, in un film che va avanti per balzi dell'immaginazione come avesse gli stivali delle sette leghe ai piedi, tende a lasciar fuori anche quelle spiegazioni (e/o interventi del narraore di vario tipo) che connettono le sequenze e rendono un mondo fantasy se non credibile, almeno accettabile. Più semplicemente, la "volontaria sospensione dell'incredulità" deve fare uno sforzo extra, su pellicola, e fare appello al bambino che è in noi con maggior vigore.

Segue poi il fatto di essere di tono vagamente favolistico, pieno di buoni valori, con un atmosfera magica e sospesa, dove il sovrannaturale è cosa di tutti i giorni. Castori e cavalli che parlano, un mercato dove vendono pozioni e barattoli pieni di bulbi oculari, un re con un castello più improbabile da costruire della Piramide di Cheope (e con un livello tecnologico davvero inferiore a quello degli antichi egizi, ma nessuno pensa mai che sia opera degli alieni, coi castelloni delle storie Fantasy)

L'inghilterra è nostra amica, l'inghilterra è nostra vicina. Ci butto anche Terry Brooks nel mucchio (saga di Landover, che fantasia per i nomi, anche se Brooks partiva dagli USA). Il mondo fantastico di cui sopra è di solito,come l'isola di Avalon o Tir Nan Og, al di là di una barriera peraltro abbastanza scarsa, e oltre la quale si capita per caso. A Narnia era più difficil arrivare, ma sempre da un armadio si passava (ma c'era un perchè, e stava nel legno usato per quell'armadio). Altrimenti sono le nebbie. Una botola in cantina, un ponte, un pozzo (tipo Inuyasha), o un varco nel muro (bellino il custode di 97 anni di Stardust, che combatte come il sith Darth Maul di "Star Wars episodio 1, La Minaccia Fantasma, imitandone anche le mossete col suo bastone). Anche Harry Potter, in un certo senso, calpesta questa zolla...

Il protagonista è una persona semplice, innocente, spesso un bambino/gruppo di bambini, coppia di bambini. (anche qui HP)

Detti proagonisti sono gli unici Inglesi ad avere il generico "sangue di fata". Ovvero prima o poi, loro o un loro antnato (prossimo, spesso, fino ad essere uno o l'altro o entrambi i genitori) appartiene al mondo delle fate, ne ha mangiato il cibo, c'è stato, etc...(come Harry)

Nel mondo fatato non c'è un unico setting, ma un melange di settings. Omaggio a Matthew Barrie? di Peter Pan? Mah...Sta di fatto che nel mondo fantasy di cappa e spada, spesso c'è un regno dove ti aspetteresti di incontrare i fratelli Grimm, con carrozze e cocchi fatati, fioretti e sciabole e cappottoni, reggie stile Versailles e matrigne crudeli vestite con ampie sottane che si incazzano col mondo in decadenti manieri pieni di specchi e servitori da tempo non più umani. Nello stesso mono, ci sarà un orologiaio, una banda di pirati del 1600, e un sottomarino con un burnbero capitano dell'epoca Vittoriana, assieme all'inevitabile crociato del 1200 ed al moro dell'impero turco. Poi arrivano i cosacchi, gli ungari, i troll norvegesi ed un Don californiano di Zorro....(un pochino anche in HP)

Le distanze sono da fiaba (tutto è a 100 miglia....GESU'! Ma sono 160 Km! A piedi! Ma è come andare a NUORO a piedi da casa mia!) eppure sul gran finale sembra tutto nello stesso quartiere, perchè nel volgere di una sequenza (di inseguimento) tutti si incontrano per il gran finale. I luoghi da climax sono tutti vicini. Il castello della Strega. Lo Stargate. La pietra sacrificale e tutti i luoghi di cui si facevano beffe i 3 vichinghi di Aldo, Giovanni e Giacomo in Tel chi el telun!. (Kmer, figlio di Ptor, che ha viaggito sui laghi di fuoco di Kzarl, le montagne di Ghiaccio di Unrrr, le pinure della morte di tyurl, le valli ello Zolfo di Snagrt etc...)

Insomma, la sindrome di narnia, almeno al cinema, ilaga. Questo crea in gente come me una sorta di barriera, un filtro che fa essere un pò prevenuti e impedisce d godere appieno di un film che, in un certo senso, è anche fatto bene, con belle locations, attori decenti, e qualche trovata carina (il Capitano di DeNiro è geniale, non so se fosse un idea dell'autore Neil Gayman o del regista, ma mi ha fatto spaccare dal ridere).

Insomma, guardatevelo, che già è divertente.

Osso

PS
Dovevano scambiare le attrici di Vctoria e della Stella. Victoria è molto più


PPS
@Sitaurie. Concordo. Sul finale c'è una st******a galattica che ha l'odore, a 100 miglia di distanza, di "questa scena nel libro veniva di certo spiegata con almeno un paio di paragrafi".