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una domanda ai TdG

Ultimo Aggiornamento: 20/02/2008 23:21
15/01/2008 22:13
vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello “barnabino” che scrivi
______________

In una recente pubblicazione studiata in sala veniva spiegato che ciascun TdG può adempiere a questa scritture aiutando sia materialmente che spiritualmente coloro che sono nel bisogno. Ma mi pare abbastanza ovvio il senso di queste parole.

Pace a te.
______________



R I S P O S T A

mio caro fratello “barnabino” e non


cerchiamo attraverso questa “PARABOLA”
di comprendere cosa manca all’insegnamento della Scuola Geovista e cosa applica tale scuola

in aggiunta di quanto già detto in altri lidi (a te già conosciuti), cerchiamo di fare luce in questa bellissima pagina del Vangelo

un uomo scende da Gerusalemme a Gerico,
viene assalito, derubato, percorso, lasciato mezzo morto…..

anche un Sacerdote, scende dalla medesima strada
(noi sappiamo che Gerusalemme è sede del Tempio…, e che quel Sacerdote è un “rappresentante” di DIO, è lui che officia nella casa di DIO…. è lui il tramite tra DIO e l’uomo…. è lui che porta la PAROLA del SIGNORE),
ma questi,
pur dovendo essere impregnato dell’Amore di DIO…:
“e quando lo vide passò oltre dall’altra parte.”
passo dall’altra parte?
e perché mai passa dall’altra parte?

forse la presenza del sangue….?, ….. “mezzo morto”?? ……i cadaveri….?,
vuole restare fedele agli insegnamenti scritturali?

ove per coloro che officiano nel tempio, il contatto con il sangue….con i cadaveri….gli rende impuri…..???
(nel libro del Levitico, secondo l’ordinamento del Sacerdozio di Aronne…., non è il caso di citare vero?)

attaccamento alle Scritture e non applicazione dell’AMORE di DIO?

(ma volendo possiamo anche approfondire)

Ed ancora
anche un levita scende dalla medesima strada
(e noi sappiamo chi sono i leviti, vero?)

anche questi hanno attinenza con il tempio….ed i riti del tempio……giusto?
ma anche questi :
“lo vide e passò oltre.”
(stessa giustificazione del Sacerdote……?)

il sacerdote passa dall’altra parte, paura di impurità con il sangue, con i cadaveri?
il levita invece, va oltre….

ma entrambi per UBBIDIRE a DIO (agli insegnamenti Scritturali ……) alle leggi che impongono ai Sacerdoti di…….
non prestano minimamente soccorso/interesse/amore al malcapitato…., non verificano neanche se è vivo…o se è morto…...!
(riflessione,

ma chi NON ama il proprio fratello, può AMORE DIO?)


In questo modo si cade all'interno di un legalismo che offre soltanto una parvenza di giustizia, in cui la SOSTANZA dei Comandamenti manca completamente. I due giudei vi cadono in pieno.

Ed ancora
anche un samaritano
scende dalla medesima strada
(chi è il samaritano?, con tutto il rispetto che nutro per i nomadi dei giorni nostri, può essere paragonato a essi?)


ma questi, ne ebbe compassione,
(un atteggiamento assente nei due precedenti personaggi)
abbandona i suoi propositi di viaggio,
abbandona le sue priorità,
abbandona il suo “egoismo”
abbandona le sue mete ed i suoi obbiettivi,

e si china (si abbassa al mezzo morto), sul ferito,
fa dono all’altro del suo tempo, delle sue attenzioni,
gli presta le sue prime cure, gli versa “olio e vino” sulle ferite….(sicuramente da approfondire)
gli fascia le ferite.
e mi fermo qui per il momento

concludo

la parabola è stata detta da GESU’ su precise domande di un dottore della legge :
1.) “ "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”
2.) “ "E chi è il mio prossimo? ".”

quindi, quale atteggiamento e come devo vivere per ereditare la VITA ETERNA?
la risposta di GESU’ è di seguire la THORA’, e non il Vangelo……(meditiamo su questa risposta)
attraverso l’applicazione dell’Amore verso DIO e verso il prossimo
(infatti già nella THORA’ vi è tale insegnamento/ ma l’uomo non riesce ancora a coglierlo)

ed il Maestro della legge chiede :
“chi è il mio prossimo?”
ovviamente, per il giudeo, la risposta sarebbe :
“è colui che discende da Abramo;
è colui che fa parte del tuo clan,
colui che ha il tuo sangue, etc. etc.;
gli altri sono incirconcisi estranei alle promesse". In sostanza, la risposta tradizionale, intendeva la categoria di prossimo come una categoria ferma”

ma il CRISTO inverte la domanda
chi di questi tre personaggi si è fatto prossimo al malcapitato?

ovvero
non chi è il mio prossimo
(colui che mi è vicino, che vedo, etc. etc.)

ma,
io devo farmi prossimo al fratello,
sono io che mi devo avvicinare, che mi devo chinare, che mi devo offrire ai suoi bisogni
(ma devo anche accorgermi di quali necessità …….)

ovvero, due persone possono anche condividere intere giornate anche sotto lo steso tetto, ma non accorgersi del bisogno altrui
(infatti se il nostro agire non è mosso dalla COMPASSIONE non abbiamo compreso nulla del Buon Samaritano)

mi fermo qui ed attendo una vostra considerazione nel merito.



grazie

vi saluto in CRISTO RISORTO



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