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It's a long way to the top (if you wanna be the president)

Ultimo Aggiornamento: 10/11/2009 15:07
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03/01/2008 19:35
 
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Iniziano oggi con i caucus in Iowa le primarie negli USA.
Chi sarà il nuovo presidente? Il nero obama? La cornificata hillary? Il mormone Romney? O il pastore battista Huckabee?


ecco un primo scorcio delle meraviglie a stelle e striscie

"Con una situazione così equilibrata ogni voto può essere decisivo e i candidati hanno continuato fino all'ultimo a mettere in programma eventi per convincere gli elettori a votare per loro, arrivando a organizzare automezzi per portarli ai caucus e asili improvvisati dove i genitori potranno lasciare i bambini per svolgere in pace il loro "dovere" politico. Come sempre molto dipenderà dalle macchine organizzative dei rispettivi candidati. E la più efficiente appare quella di Hillary Clinton che può contare su cinquemila autisti per portare gli elettori delle 99 contee dell'Iowa nelle sedi delle 1.781 circoscrizioni elettorali.

La sessione di voto si aprirà alle 18 ora locale per i democratici e alle 18:30 per i repubblicani, con i primi risultati indicativi attesi verso le 21 (in Italia sette ore più tardi). Andranno a votare sfidando le strade ghiacciate e temperature polari (-12 gradi centigradi ma molto più freddo se si considera l'effetto vento) soltanto 250mila elettori su due milioni di aventi diritto, un dato che ha lasciato anche quest'anno molti commentatori perplessi sul peso reale dell'Iowa nella corsa alla Casa Bianca e sull'alluvione di dollari spesa nella campagna elettorale: oltre 50 milioni di dollari, 30 finiti in spot tv."
da repubblica.it
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03/01/2008 20:36
 
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ma gary coleman non si è candidato questa volta???



cmq chiunque vinca si trovera nelle mani delle belle gatte da pelare...sarei curioso di vedere obama alle prese con l'iraq..
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04/01/2008 12:06
 
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io tifo per la donna Hilary...
Non ho capito un cazzo di politica americana...a parte il fatto di essere guerrafondai...però mi piacerebbe vedere alla casa bianca Hilary,un donna finalmente...e poi boh...mi ispira fiducia...spero di non sbagliarmi...
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04/01/2008 12:15
 
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Re:
dadonfola, 04/01/2008 12.06:

io tifo per la donna Hilary...
Non ho capito un cazzo di politica americana...a parte il fatto di essere guerrafondai...però mi piacerebbe vedere alla casa bianca Hilary,un donna finalmente...e poi boh...mi ispira fiducia...spero di non sbagliarmi...

[SM=x282960] [SM=g1363623] ti sbagli [SM=x1357627]


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04/01/2008 14:25
 
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Re:
dadonfola, 04/01/2008 12.06:

Non ho capito un cazzo di politica americana...a parte il fatto di essere guerrafondai...però mi piacerebbe vedere alla casa bianca




siamo in 2.. l'unica cosa che ho capito io è stato sentendo parlare mio cugino che abita li che diceva che il 90 percento delle persone che conosce di li sono di destra.. [SM=g27825] [SM=x282960]
[Modificato da LonelyBoy94 04/01/2008 14:26]
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05/01/2008 00:09
 
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se Obama supererà le primarie, il vincitore sarà sicuramente il suo avversario.

se la casa bianca si chiama così non è solo per il colore dei mattoni...
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- La ViTa E' sOfFeReNzA -

Odia il tuo prossimo come te stessO
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05/01/2008 12:54
 
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Re: Re:
LonelyBoy94, 04/01/2008 14.25:




siamo in 2.. l'unica cosa che ho capito io è stato sentendo parlare mio cugino che abita li che diceva che il 90 percento delle persone che conosce di li sono di destra.. [SM=g27825] [SM=x282960]

è quindi cosa vuol dire?sento la stessa cosa dire anche della sicilia...quindi?


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05/01/2008 13:32
 
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Re:
Zahk, 05/01/2008 0.09:

se Obama supererà le primarie, il vincitore sarà sicuramente il suo avversario.

se la casa bianca si chiama così non è solo per il colore dei mattoni...



bhe obama ha passato le primarie in iowa che è una stato a maggioranza conservatore e bianco.
[Modificato da =storto= 05/01/2008 13:33]
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09/01/2008 19:57
 
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New Hampshire, la riscossa di Hillary
L'ex first lady torna in corsa, sbriciolando tutti i pronostici della vigilia. I media Usa: «È l'effetto lacrime»



NEW YORK - Sondaggisti e commentatori tv l'hanno subito ribattezzata «la vittoria da effetto lacrime», forse per coprire il flop clamoroso delle loro previsioni completamente sbagliate. Sbriciolando tutti i pronostici della vigilia, ieri sera Hillary Clinton ha vinto a sorpresa le primarie del New Hampshire, rilanciando una campagna che l’influente sito di destra Drudge Report aveva dato per «morta e sepolta» soltanto alcune ore prima. Dopo uno spoglio da cardiopalma di circa quattro ore, l’ex first lady ha vinto con il 39% dei suffragi, contro il 37 di Obama, il 17 % di John Edwards e il 5 % di Bill Richardson. Eppure alla vigilia il front-runner Obama era in vantaggio di ben 12 punti in alcuni sondaggi. Sul fronte repubblicano confermata la vittoria di John McCain, 71 anni, eroe del Vietnam, che ha vinto col 37% dei voti, staccando di 5 punti Mitt Romney.

RISCOSSA - La vittoria di Hillary è arrivata in larga misura grazie alle donne, di ogni età e ceto sociale, che hanno fatto quadrato attorno a lei in nome della solidarietà femminile. In uno stato dove molte di loro sono al vertice, hanno votato per Hillary il 47 % delle elettrici, a differenza di quanto avvenne in Iowa, quando la defezione del gentil sesso la fece arrivare terza, dietro Obama e John Edwards. Ad invertire le sorti di Hillary, secondo gli analisti, è stato il cosiddetto «effetto lacrime». L’altro ieri l'ex First Lady si era commossa davanti alle telecamere quando una elettrice le aveva chiesto come si sentisse, personalmente, a questo punto della campagna elettorale. L’inedito momento di debolezza si sarebbe rivelato provvidenziale. «L'ha umanizzata per la prima volta», hanno scritto in coro i media, mettendone persino in dubbio l’autenticità. Ma altri attribuiscono la rimonta alla nuova strategia «più aggressiva» della sua campagna, culminata con l'esternazione del marito Bill Clinton, ieri pomeriggio. Parlando di Barack Obama, l’ex presidente ha accusato i media di aver imbastito attorno a lui «la più grossa favola per bambini che abbia mai sentito».

POLEMICA MEDIA - Dopo la miracolosa rimonta di ieri sera, il suo sogno di tornare alla Casa Bianca come «first gentleman» torna così a concretizzarsi. Calato il sipario sull’importante tappa del New Hampshire, la ex First Lady oggi sarà a New York, lo stato che per due volte l'ha eletta al Senato. Ad attenderla troverà il rivale Obama che ha organizzato sempre a Manhattan un banchetto raccogli-fondi tutto esaurito che però, improvvisamente, non è più l’evento più gettonato della settimana. In America, intanto, è già scoppiata la polemica per come i media hanno trattato – o meglio maltrattato – Hillary, tifando apertamente per il rivale. Nonostante ieri sera sia stata in vantaggio su Obama sin dai primi attimi, analisti e sondaggisti tv non hanno voluto ammettere il suo successo fino all’ultimo. «Tutti noi dovremo fare un umile e completo "mea culpa" per come ci siamo comportati», ha esortato il popolare mezzobusto della CNN, Lou Dobbs.
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09/01/2008 20:31
 
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Re: Re: Re:
Lars46, 05/01/2008 12.54:

è quindi cosa vuol dire?sento la stessa cosa dire anche della sicilia...quindi?






significa che continuo a non capire un cazzo della politica americana [SM=g1363623]
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07/02/2008 16:23
 
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IL COMMENTO
Obama, una marcia formidabile
di VITTORIO ZUCCONI


ASSORBITI dalla dinamica giornalistica della "corsa dei cavalli", da numeri, percentuali, risultati e sondaggi (più che mai smentiti dai voti reali anche in questo supermartedì) noi che guardiamo questa stagione elettorale americana così importante per giudicare la salute politica della democrazia cardine, rischiamo di dimenticare l'enormità storica di quanto stiamo vivendo: la formidabile marcia di un candidato al quale nessun sondaggista, nessun esperto, nessun "guru" elettorale aveva dato una seria possibilità di competere ancora un mese fa.

E che oggi, a oltre la metà della gara, vede la propria popolarità crescere in tutti i settori dell'elettorato, uomini bianchi, afro americani, giovani, persino quelle donne che dovrebbero essere la rocca imprendibile della signora Clinton, ancora testa a testa con lei oltre la metà della partita.

Basta guardare la mappa elettorale uscita dai milioni di voti espressi martedì (una partecipazione inaudita a consultazioni primarie) per vedere sulla scacchiera degli stati americani come nessun altro, non il repubblicano McCain, forte soltanto lungo le coste, non il suo probabile futuro vice, Huckabee, campioncino del sud devoto e cristianista, e neppure la Clinton che pure ha vinto i grandi stati bagnati dai due oceani, ha lo stesso "appeal" traversale, nel sud, nella prateria, nel Midwest, nel Nord, che Barack Obama ha. C'è una sorta di "Obama belt" di cintura di stati per lui, che si sta tendendo fra le Montagne Rocciose e l'Atlantco. Persino in stati come lo Idaho, dove una persona di colore si trova soltanto se è un turista di passaggio con l'auto guasta, il figlio di una tribù del Kenya, allevato da un patrigno indonesiano di fede musulmana, ha stravinto.

Il cosiddetto "supermartedì" del 5 febbraio era stato costruito dagli ingegneri elettorali dei partiti per comprimere e abbreviare la maratona estenuante (e costosissima) delle primarie diffuse, incoronare un vincitore e dare quindi il tempo ai due finalisti di rifiatare, ricostitutire il tesoretto elettorale e poi lanciarsi verso le convention di fine agosto e di settembre, liberi da altre preoccupazioni.

Il marchingegno era stato montato pensando soprattutto ai due favoriti e inevitabili vincitori delle previsioni, Rudy Giuliani, il "sindaco dell'11 settembre" e Hillary Clinton, colei che avrebbe dovuto chiudere la parentesi di Bush e aprire la fase della restaurazione clintoniana.

La macchina si è rivoltata contro i suoi creatori. Non avevano calcolato il collasso del "fattore Iraq" e della mistica del terrore, né la voglia di cambiamento che ha smantellato il progetto. Avevano dimenticato che in una democrazia viva e reale, in una nazione ormai uscita dall'ipnosi della paura e dal ricatto del jihadismo alla rovescia, i meccanismi, i nomi, anche i soldi, che molto possono ma non votano, fare i conti senza i cittadini è sempre un proposito rischioso.

Infatti dalle file di persone che si sono accalcate ai seggi come a memoria di scrutatori mai si erano viste, pensando soprattutto all'economia e molto poco a Bin Laden o alla Bibbia, sono usciti il nome del meno repubblicano dei repubblicani, del più ferocemente antibushista, John McCain, contro il quale lo zoo delle radio ultraconservatrici, i commentatori puri e duri della destra e riviste solenni e schierate come la National Review, si sono scatenate, minacciando diserzione e fulminando scomuniche ideologiche. E dalle urne democratiche è esploso Barack Obama, l'uomo senza ideologia, forte del proprio carisma, del proprio messaggio alla Tony Blair, credibile perché inedito, di un "nuovo modo di fare politica" a sinistra, che ha completamente spiazzato il mandarinato del partito raccolto attorno a Hillary bloccato sul messaggio classico della partigianeria.

Obama è diventato il Reagan della sinistra, il Blair di un New Labour americano, ha fatto ciò che nel 1976 fece il futuro presidente, incendiando entusiasmi sopiti e lanciando segnali agli altri, prima che ai suoi, secondo una strategia che nel 1980 lo portò alla Casa Bianca. E si delinea il fenomeno, micidiale per la destra, degli "Obama republicans", come c'erano stati, e decisivi, i "Reagan democrats". Gli ingegneri della politica a tavolino avevano sottovalutato quel fiume carsico di nausea per la politica vecchia, ultrapartigiana, che pure i disastrosi indici di gradimento sia per Bush che per il Congresso a maggioranza democratica, indicavano, e che cercavano una foce per uscire allo scoperto.

È stato un rifiuto che ha avuto la sua conferma più sbalorditiva nella sconfitta di Barack Obama in quello stato del Massachussets dove lui aveva ricevuto l'unzione da parte dei superstiti del mausoleo kennedyano, la figlia di Jfk, Caroline, il fratello Ted, in una cerimonia solenne che aveva dato la brutta sensazione di un improvviso invecchiamento di Obama, di un suo riassorbimento nel grande fiume della retorica istituzionale. I Kennedy avevano di colpo invecchiato Obama.

Come McCain tra i repubblicani deve continuare a mantenere la propria aura di "maverick", di cavaliere solitario, di uomo capace di attaccare Bush per la guerra in Iraq quando tutti lo applaudivano, e poi di appoggiare l'escalation, quando tutti lo stavano abbandonando, così Obama deve restare l'uomo dello scandalo, il ribelle dolce, il leader di un movimento spontaneo che non propone di annientare il nemico, alla maniera dei democratici clintoniani e dei bushisti nel 2000 e 2004, ma di conquistarlo alla propria causa. Di "invitarlo a fare il bagno con te per poi portargli via i vestiti" secondo la frase di un grande primo ministro inglese. Per questo fa paura, ai professionisti della politica politicante, come Hillary e ad avversari che portano il peso degli otto anni di manicheismo bushista.

Soltanto così continuerà ad attirare quei giovani ormai neppure più tanto giovani che ha conquistato, fra i 18 e i 40, a rosicchiare il vantaggio dei Clinton fra i latino americani, fra le donne, e fra i bianchi del sud dove il suo successo è stato notevole ed è in continuo aumento. E continuerà a seminare il terrore nel campo dei repubblicani che erano vogliosi di battersi con "l'altra Clinton" e riesumare la macchina da guerra contro la coppia che ogni elettore moderato odia appassionatamente e che molti elettori anche democratici non vorrebbero più vedere alla Casa Bianca. Fra l'odio per i Clinton e la paura dell'Uomo Nero, la destra preferirebbe di molto utilizzare il primo come arma.

Il duello continuerà, coinvolgendo donne giovani e meno giovani, neri, ispanici, asiatici, vecchie e nuove città, sobborghi e ghetti, dopo essere scampato alla ghigliottina del supermartedì e sarà la democrazia americana a guadagnarci e con essa l'immagine degli Stati Uniti nel mondo. Dopo i sette desolanti anni di Bush, sta conoscendo grazie a queste primarie, ma soprattutto grazie allo "straniero" Obama, un rinascimento di interesse, di stima e di apprezzamento nel resto del mondo. Non per essere una democrazia perfetta, come vuole l'enfasi nazionalistica, ma come una democrazia viva.
(7 febbraio 2008)
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13/02/2008 21:45
 
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ma se vince hillary la presidenza degli stati uniti diventa qualcosa di ereditario, come la calvizie
prima il babbo poi il figliolo, prima il marito poi la moglie

i prossimi presidenti a questo punto saranno il cane di bush e monica lewinsky
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14/02/2008 19:39
 
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Re:
stealthisnick, 13/02/2008 21.45:

ma se vince hillary la presidenza degli stati uniti diventa qualcosa di ereditario, come la calvizie
prima il babbo poi il figliolo, prima il marito poi la moglie

i prossimi presidenti a questo punto saranno il cane di bush e monica lewinsky



pensa se succedesse in italia....piersilvio presidente eeee oooo piersilvio presidente eeeeeee ooooooo!!!!!

cmq la clinton sembra oramai fuori dai giochi a meno di clamorosi epiloghi....e la battaglia tra repubblicani e demcoatici è tutt'altro che scontata.


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14/02/2008 20:13
 
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Se ho capito bene come funzionano i delegati, la Clinton non è poi molto fuori dai giochi..è sotto di 25 delegati, ma ad esempio Edwards potrebbe portare la sua dote di 26 delegati.

Comunque in effetti il consenso nei confronti di Obama è ben spalmato su gran parte del territorio nazionale. (Le cartine a metà pagina sono abbastanza aggiornate)
Anche in uno stato molto popoloso come la California Obama ha perso, ma non di molto e si è pure conquistato l'appoggio della nipote di Kennedy nonchè Mrs. Schwarzenegger (Repubblicano, ma che comunque ha espresso simpatia per Obama).

E' una persona molto carismatica e un ottimo oratore.

Sinceramente tra Obama e la Cilton preferisco il primo. La Clinton ha un "che" di stantìo, già visto e nonostante la capigliatura, le corna si vedono ancora. Obama invece, sembra sia riuscito a coinvolgere maggiormente la gente nel suo progetto politico. Alcuni lo hanno definito "il nuovo JFK", la persona giusta per guidare gli Stati Uniti fuori dagli anni dell'era Bush.
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14/02/2008 20:27
 
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Re:
El Gab, 14/02/2008 20.13:

Se ho capito bene come funzionano i delegati, la Clinton non è poi molto fuori dai giochi..è sotto di 25 delegati, ma ad esempio Edwards potrebbe portare la sua dote di 26 delegati.

Comunque in effetti il consenso nei confronti di Obama è ben spalmato su gran parte del territorio nazionale. (Le cartine a metà pagina sono abbastanza aggiornate)
Anche in uno stato molto popoloso come la California Obama ha perso, ma non di molto e si è pure conquistato l'appoggio della nipote di Kennedy nonchè Mrs. Schwarzenegger (Repubblicano, ma che comunque ha espresso simpatia per Obama).

E' una persona molto carismatica e un ottimo oratore.

Sinceramente tra Obama e la Cilton preferisco il primo. La Clinton ha un "che" di stantìo, già visto e nonostante la capigliatura, le corna si vedono ancora. Obama invece, sembra sia riuscito a coinvolgere maggiormente la gente nel suo progetto politico. Alcuni lo hanno definito "il nuovo JFK", la persona giusta per guidare gli Stati Uniti fuori dagli anni dell'era Bush.


la clinton per vincere le primarie dovrebbe passare in texas e in ohio.
poi con le varie allenaze non so come si possa muovere la bilancia dei voti.
sinceramente non conosco molto i programmi dei due contendenti..sensazione personale è quella che obama abbia saputo,come detto da te, rapportarsi meglio con gli elettori.

[Modificato da =storto= 14/02/2008 20:27]
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Re:
El Gab, 14/02/2008 20.13:

Alcuni lo hanno definito "il nuovo JFK", la persona giusta per guidare gli Stati Uniti fuori dagli anni dell'era Bush.



jfk non è che fosse questo grande presidente, eh
tutti a osannarlo perchè è morto ammazzato
c'era lui alla presidenza all'inizio del vietman, quando hanno iniziato a mandare un numero sostanziale di soldati
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I wanna be jackie onassis
I wanna wear a pair of dark sunglasses
I wanna be jackie oh oh oh oh please don't die

Sono molto scettico riguardo osama, ho paura che stia cercando di accaparrarsi i voti del pueblo unido in pieno stile kennedy..va bè che mi sembra lampante quanto sia una farsa questa campagna elettorale, parate di grandi nomi che prestano la faccia al deputato di turno, sorrisi smaglianti, futuri elettori in visibilio ai discorsi, pop corn, bibite, luci, fogliettini volanti, petardi, gare di miss maglietta bagnata..mancano solo la gara delle schiacciate tra i candidati e gli intermezzi con le cheerleaders, poi è un all star game in piena regola
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17/02/2008 23:03
 
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Re:
hookerwithapenis, 17/02/2008 21.46:

Sono molto scettico riguardo osama,



Lapsus? [SM=g27827]


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Re: Re:
montselles.com, 17/02/2008 23.03:



Lapsus? [SM=g27827]





Già[SM=g27828] è che raisat dà a qualsiasi ora il david letterman show, e quel simpaticone di dave ha pensato bene di chiamarlo ogni volta "osama", così adesso quando ne parlo lo chiamo così
Dannato talk show [SM=g1363625]
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Re:
hookerwithapenis, 17/02/2008 21.46:

va bè che mi sembra lampante quanto sia una farsa questa campagna elettorale, parate di grandi nomi che prestano la faccia al deputato di turno, sorrisi smaglianti, futuri elettori in visibilio ai discorsi, pop corn, bibite, luci, fogliettini volanti, petardi, gare di miss maglietta bagnata..mancano solo la gara delle schiacciate tra i candidati e gli intermezzi con le cheerleaders, poi è un all star game in piena regola



Aspetta qualche giorno e mi sa che vedrai qualcosa di simile da queste parti.

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