Vi posto le foto di quello che rappresenta la conclusione della costruzione dello scafo superiore del veicolo.
Ad un primo sguardo potrebbe sembrare che non abbia fatto molto, ma in realtà ho cercato di migliorare il più possibile un kit che risente parecchio degli anni che ha.
Per prima cosa ho voluto trovare una soluzione per le prese d’aria presenti nelle paratia laterali del vano motore. Non esistendo prodotti per dettagliare questo elemento, ho utilizzato quanto proposto dal kit Tamiya che non si distingue per l’accuratezza nel riprodurre le grate in questione.
Per prima cosa ho eliminato quelle che dovrebbero essere le maniglie per poi rimpiazzarle con le fotoincisioni previste dal set Voyager.
A questo punto ho raschiato con la punta del cutter la plastica in eccesso ricreando i vuoti delle griglie da cui passerebbe l’aria per raffreddare il motore. Non si tratta di un lavoro particolarmente difficile ma produce un realismo sicuramente migliore di quanto faccia il pezzo proposto nel kit.
Detto questo sarebbe stata sicuramente meglio una maggiore attenzione da parte mia. In alcuni casi, infatti, ho raschiato troppo andando ad erodere eccessivamente la plastica e generando per alcune griglie un effetto bombato non certo appropriato. Credo che la tecnica vada tenuta presente per altri casi simili, ma state attenti a non ripetere gli errori da me commessi .
Successivamente ho riprodotto il telo cerato usato per proteggere dalle intemperie la finestra che faceva da passaggio fra la cabina corazzata ed il retro del veicolo. Ho usato un foglio di piombo a cui ho aggiunto i legacci utilizzando delle vecchie fotoincisioni avanzate. Infine ho riprodotto, con del filo di rame 0,25, gli agganci che servivano a fissare il telo.
Contestualmente ho eliminato la panca abbattibile in quanto pezzo veramente inguardabile ed ho dettagliato alcuni componenti la cabina corazzata. In particolare ho sostituito le maniglie delle portiere con del filo di rame 0,75 con cui ho anche creato gli agganci delle leve che servivano a bloccare le paratie abbattibili del cassone posteriore.
Ho anche eliminato uno dei due portelli superiori per consentire di farlo aperto utilizzando un’autocostruzione che il mio amico Sergio Branduardi mi ha gentilmente costruito ad hoc utilizzando un foglio di stagno ed un po’ di plastic card
Un vero lavoro da maestro!
Fatto tutto ciò ho assemblato la cabina corazzata…
Non so dire se ho commesso un qualche errore macroscopico o se si tratta di un reale difetto di progettazione del kit, fatto sta che ho capito perché l’80% dei modelli assemblati ha le portiere aperte… Mi sono infatti sorpreso per la scarsissima coesione ed allineamento dei vari componenti e, quindi, dei numerosi e consistenti vuoti che si sono venuti a creare.
Secondo me, molto è dovuto alla pretesa della Tamiya di derivare la versione corazzata dell’Sdkfz.7 dal suo vecchio modello del normale trattore d’artiglieria, lavoro che ha necessitato di adattamenti e compromessi che sono andati a discapito della qualità complessiva del kit. Non voglio comunque negare responsabilità anche mie, non ho idea di cosa possa aver sbagliato ma soprattutto il mancato centramento del cofano motore con la cabina corazzata mi pare un difetto troppo macroscopico per essere interamente imputato ai progettisti Tamiya…
Quello che ho potuto fare, nel tentativo di salvare il salvabile, è stato utilizzare lo stucco bicomponente e di andare a riempire i vuoti in oggetto. L’ho fatto ammorbidendo lo stucco con acqua e per evitare di doverlo lisciare, con elevato rischio di perdita dei rilievi della plastica riproducenti i bulloni, ho tolto l’eccedenza di stucco con una spugna bagnata quando questo era ancora umido. Credo che con una sapiente colorazione e, soprattutto, invecchiamento dovrei essere riuscito a mettere una pezza a quello che sarà il principale difetto di questo modello.
Infine ho applicato il resto delle fotoincisioni Voyager.
In cerca di originalità, ma anche per evitare di usare una lampada notturna pessimamente riprodotta nel kit, ho simulato la perdita della stessa sfruttando il supporto in fotoincisione e mettendoci un po’ di filo di rame 0,25 per simulare i cavi elettrici pendenti.
Ecco qualche immagine complessiva con le due parti (sportello e piastra frontale corazzata) che restano amovibili per una colorazione più facile.
Ad ultimo ho recuperato il kit Dragon dei serventi il Flak-36 da 88mm per assemblare fin da subito quello che sarà il capomezzo sporgente dalla botola aperta della cabina corazzata.
A tale scopo ho usato il sottufficiale previsto dal kit Dragon a cui non ho attaccato le gambe.
Devo ammettere che pur confermando l’eccezionale qualità di scultura di questi figurini, sono rimasto poco convinto da alcune cose:
- la plastica mi pare troppo morbida creando qualche difficoltà e fastidio in fase di eliminazione delle bave e di lisciamento dei pezzi
- non mi aspettavo tante bave e linee di giunzioni in parti delicate come il viso e l’elmetto
- la testa, pur molto dettagliata nel viso, non mi pare crei un complesso molto naturale una volta attaccato l’elmetto. Temo che sostituirò l’intera testa . Voi che dite?
Per garantire al figurino una buona presa al veicolo, ho aggiunto un pezzo di fil di rame 0,75 ed ho praticato un foro nel tetto della cabina per consentirne il passaggio.
Ecco l’effetto finale che, spero sia originale e naturale!
A voi.
Bender Bending Rodriguez
IL MIO BLOG: www.nonsolopanzer.com
Bender: "Guarda che io sono generoso! Una volta ho anche donato il sangue!"
Fry: "Quale sangue?"
Bender: "Quello di un tizio!"
Alias ANDREA ROTONDI - Canegrate (MI)