Pat Robertson «profetizza» attentato
Ci sarà un enorme attentato in USA «verso la fine del 2007».
Anzi, sarà una strage inaudita (mass killing).
Lo ha assicurato Pat Robertson, il più celebre e ricco dei telepredicatori, già nel gennaio scorso: precisamente da Virginia Beach, durante il rito- show diffuso «The 700 Club», diffuso dalla sua grandiosa televisione privata, Christian Broadcasting Network, avidamente ascoltato da milioni di suoi fedeli «cristiani rinati». (1)
Sono in 63 milioni i sottoscrittori del suo network.
E’ stato Dio stesso a fare la catastrofica rivelazione a Pat Robertson durante un ritiro di preghiera, ha spiegato il tele-evangelista: «Il Signore non mi ha detto che sarà un fatto nucleare. Ma io credo sia qualcosa del genere».
La rivelazione divina al suo profeta preferito ha accennato infatti a qualcosa di tremendo che «coinvolgerà grandi città» colpendo «anche milioni di persone».
La divina rivelazione non si è fermata lì.
Dio ha spiegato a Pat Robertson che gli Stati Uniti fingono soltanto di essere «amici di Israele», ma in realtà la politica americana verso lo Stato ebraico spinge Israele al «suicidio nazionale».
Frase interessante, alla luce della nota posizione di Pat Robertson sul Medio Oriente: il ritorno degli ebrei in Terra Santa è il segno dell’imminente battaglia di Armageddon.
E dunque l’America ha il dovere spirituale di sostenere con ogni mezzo Israele, per trovarsi dalla parte giusta dell’ultimo scontro tra il Bene e il Male.
Per il suo sostegno alla politica di Eretz Israel (l’espansionismo sionista fino ai presunti confini biblici, dal Nilo all’Eufrate) Robertson ha ricevuto nel 2002 il premio «State of Israel Friendship» dalla Zionist Organization of America.
Robertson, che ha fama di tele-guaritore, suole da anni pronunciare profezie durante l’annuale trasmissione di «The 700 Club».
E i suoi adepti fanno notare che ha spesso azzeccato previsioni.
Nel gennaio 2004 ha previsto l’elezione di Bush, confermata nell’autunno.
Nel 2005 ha previsto la vittoria di Bush nel secondo termine.
Nel gennaio 2006 si produsse in una predizione «post factum»: rivelò che il colpo apoplettico che aveva stroncato Ariel Sharon era la punizione divina inflitta al capo sionista per aver ceduto ai palestinesi qualche metro di terra di Israel.
Ma ciò che rende agghiacciante la sua ultima profezia è il fatto che Pat Robertson è uno dei più influenti consiglieri intimi del presidente Bush, di cui conosce i segreti progetti e che influenza apertamente con il suo messianismo.
Del resto il telepredicatore - che nel 1988 tentò in proprio la scalata alla presidenza - manovra milioni di voti che porta al partito repubblicano; nessuno osa contestare le sue idee politiche, tanto più che sono rafforzate da doni soprannaturali.
E da immense ricchezze, estratte dalle tasche dei suoi volonterosi seguaci.
Ha fondato la International Family Entertainment (IFE), un vasto impero del divertimento spirituale che è quotato in Borsa e che nel ‘97 ha venduto alla Fox News per quasi due miliardi di dollari.
La Fox ha ribattezzato la grandiosa impresa Fox Kids Worldwide.
Pat Robertson è in ordine di grandezza il terzo diffusore televisivo via cavo in USA; possiede media in Asia, Africa e Gran Bretagna.
Ha stretto un’alleanza con la Bank of Scotland per fornire servizi finanziari in USA.
E’ un grande amico di numerosi petrolieri nonchè di Charls Taylor, il dittatore della Liberia, che ha spesso presentato nelle sue trasmissioni spirituali, e che l’ha ripagato concedendogli, per 8 milioni di dollari, una miniera d’oro liberiana.
Una flotta di aerei noleggiata dal profeta per portare aiuti alle vittime del genocidio del Ruanda tornava, come si è appurato, con carichi di diamanti liberiani.
Tutto ciò dimostra ovviamente che Pat Robertson gode della grazia di Dio, il quale - come credono i protestanti - si degna di favorire nel business i suoi eletti.
Ma la profezia dell’imminente «mass killing» può essergli venuta da un piano di onnipotenza alquanto più basso.
Si moltiplicano i segnali che Bush, isolato ma inconcusso nella sua fede apocalittica, stia ponendo le condizioni per un attacco aereo contro le installazioni nucleari iraniane, come gli chiede con insistenza la nota lobby.
Moltiplica le sue accuse a Teheran di armare i ribelli iracheni, e le relative provocazioni: da poco soldati americani hanno sequestrato una decina di individui iraniani in un albergo a Baghdad.
Bush ha definito la Guardia della Rivoluzione iraniana una organizzazione terroristica, il che lo autorizza, secondo la «national security policy» da lui stesso emanata, ad attaccare senza attendere l’assenso del Congresso.
Ma c’è un altro indizio più concreto.
Lo ha messo per iscritto Dan Plesch, celebre analista strategico e degli armamenti britannico, direttore del Centre for International Studies and Diplomacy alla Università di Londra, nonché consulente del Parlamento Europeo per gli Affari Esteri.
In un rapporto intitolato «Considering a war with Iran: a discussion paper on WMD in the Middle East», il dottor Plesch sosiene che gli USA hanno già messo a punto le loro forze aeree per un attacco di missili e bombardieri sull’Iran, e che possono lanciarlo entro poche ore dall’ordine ricevuto da Bush.
Inoltre, «Gli USA non stanno rendendo pubblica la portata della loro preparazione sì da dissuadere l’Iran, e ciò tende a rendere il conflitto più probabile». (2)
Anche Pat Buchanan è dell’opinione che l’attacco sia imminente: dopo aver elencato una quantità di indizi e segnali in questo senso, egli scrive: «George Bush e i suoi generali stanno preparando la motivazione per una nuova guerra, e non c’è segno di resistenza da parte del Congresso in vacanza né dai principali candidati presidenziali». (3)
Anzi, secondo Buchanan, il presidente Bush, proprio perché s’è chiuso in un angolo e in una via senza uscita, è «obbligato» ad escalare il disastroso conflitto iracheno estendendolo all’Iran.
Ecco le sue parole:
«I motivi cogenti per la guerra all’Iran sono insieme strategici e politici [dal punto di vista di Bush]. Israele ha il terrore che l’Iran metta fine al suo monopolio atomico in Medio Oriente e preme perché gli USA lo impediscano preventivamente con un attacco. Il ‘partito della guerra’ (i neocon) teme che l’Iran possa dotarsi di armi nucleari, ciò che restringerebbe la libertà d’azione americana nel Golfo e indurrebbe gli arabi a pensare che gli USA hanno fatto il loro tempo, e che non resta loro altra via che dotarsi essi stessi di armi atomiche o conciliarsi con l’Iran.
Quanto a Bush e Cheney, se lasciano la carica senza aver colpito i siti nucleari iraniani, e l’Iran si dota di arma atomica, la ‘dottrina Bush’ sarebbe stata sconfitta anche dagli ayatollah come lo è stata da Kim Jong-il [il dittatore nord-coreano]; e loro ci lascerebbero in eredità solo una guerra in Iraq che non può essere vinta. Bush rischia di essere deriso come un comandante in capo debole e indeciso…».
E per essere più preciso Buchanan aggiunge: «Chi sta spingendo per la guerra all’Iran è Israele e la sua lobby. E’ il vice presidente Cheney. E’ il senatore Joe Lieberman, che invoca da mesi attacchi aerei. E’ anche un ‘partito della guerra’ che ha di fronte la prospettiva d’essere accusato di aver gettato il Paese, con menzogne, in un conflitto non necessario, avendo per giunta assicurato il popolo americano che sarebbe stata una passeggiata». («A cakewalk», come definì Wolfowitz l’invasione dell’Iraq).
Insomma l’attacco all’Iran è imprescindibile, in quanto Bush e i suoi complici e caudatari vogliono in qualche modo salvarsi.
Come si vede anche Buchanan, benchè cattolico (per Pat Roberston dunque un seguace dell’Anticristo) è capace di fare profezie quasi come il telepredicatore miliardario.
E non è il solo. (4)
Note
1) «Roberson predicts mass killing», Associated Press, 27 gennaio 2007.
2) Larisa Alexandrovna e Muriel Kane, «Study: Us preparing massive military attack against Iran», Raw Story, 28 agosto 2007. Rimandiamo a questi sito per la lettura integrale del rapporto di Dan Plesch (80 pagine in pdf).
3) Pat Buchanan, «Has Bush boxed himself?», HumanEvents.com, 28 agosto 2007.
4) Si veda ad esempio «People get ready: there is a false flag coming», postato sul sito Smoking Mirrors il 28 agosto, che elenca tutta un’altra serie di segnali premonitori di un mega-attentato, evocati dai principali media americani.