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Elimination Chamber Match

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2006 23:19
28/11/2006 15:43
 
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Scambio epistolare
“Egregio Sig. Hetfield,
le scrivo questa mia lettera per farle presente alcuni particolari riguardanti la nostra sfida che avrà luogo a Demonology, nella Elimination Chamber. Come avrà notato, nonostante le stia dando del lei, non le sto dando importanza evidenziando in maiuscolo la lettera L, perché secondo il mio modesto parere, non lo merita.
Anzi, non merita nemmeno il lei, per questo motivo continuo dandoti del tu.
Allora, mio caro messicano, come ci si sente ad essere diventato padre di due marmocchi? Non sei contento che ora la tua carriera non sarà più la stessa, perché avrai paura di correre rischi che lascerebbero i tuoi figli orfani o, peggio ancora, cresciuti da un paralitico, cosa molto più probabile?
Eh già, perché come forse già ti ho avrò detto, non mi sono piaciute le tue prese di posizione negli ultimi tempi, per questo te sarai il mio primo obiettivo nella Chamber. Vincere, perdere, non mi interessa, nessuno di questi due risultati mi cambierà la vita, né migliorerà o peggiorerà il mio palmares, ciò che mi interessa e sarà lo stimolo che mi farà dare il meglio di me sarà il rivederti nuovamente steso a terra, con me a schienarti. Magari ti avrò detto cose ovvie, ma per me non è così, infatti a te voglio riservare un onore che non concedo a pochi, quello di schienarti o sottometterti in modo pulito, senza usare alcuna scorrettezza, e lo sai perché?
Perché voglio dimostrarti che l’allievo non ha ancora superato il maestro, nonostante questo lo stia iniziando ad imitare in tutto, anche nelle slealtà.
Sei ancora sicuro di voler lottare, nonostante la tua amata Veronika corra il rischio di diventare una così giovane vedova? Si?
Beh, allora non posso fare altro che farti i miei migliori auguri. Se non addirittura le condoglianze alla Sig.ra Hetfield. Ho già ucciso una volta su di un ring, e non mi cambierà la vita farlo una seconda.
Ci vediamo sul quadrato.”

“Caro Clint Eastwood,
in quanti ti avranno già chiamato così? Tanti, forse troppi, segno forse che col tempo e le delusioni io stia perdendo anche quella fantasia che mi ha sempre contraddistinto nei miei confronti al mic?
Probabile, non sta a me dirlo, ma sinceramente non trovo appellativo più identificatorio per te. Noto con piacere che da quando sei tornato, dopo l’infortunio, stai conquistando un interessante trafila di vittoria, o di “taglie”, come preferisci chiamarle.
E so anche che questa Chamber costituirà per te una golosa opportunità di accaparrartene altre, come ad esempio quella di Latino Heart o addirittura la mia, per non parlare di quella contro Ramon, non del tutto definitiva. So anche che non sei interessato a conquistare il massimo alloro presente in federazione, a te interessa solamente dimostrarti ancora una volta il migliore.
Far vedere a tutti che stai sotterrando pian piano le sofferenze subite in passate.
Riversare su di altri il rancore e l’odio arretrato di troppi anni or sono.
Per questo ti sconsiglio di provare a conquistare la mia di taglia. Non nego che in futuro potresti averne l’opportunità, ma ora come ora non sei al mio livello. Non puoi pretendere che il tuo odio e il tuo rancore siano superiori a quelli di chi, come me, ha patito qualunque tipo di sconfitta in passato, da quelle sul ring a quelle nella vita. E, ti assicuro, non sono quelle che si provano sul quadrato le vere sofferenze, ma questo probabilmente già lo sai, inutile ribadirtelo.
Sei quello che temo di meno nella gabbia e lo sai perché? Non sono l’unico ad odiarti e a volerti fuori il prima possibile.
Ci vediamo sul quadrato.”

“Mr Ramon,
sei la persona che meno stimo sul ring, lo sai perché? Perché per farti compatire da chi ti sta intorno non esiti a tirare fuori quelle tue luride menzogne sul razzismo; sei un arrampicatore sociale, uno di quelli che usano uno dei suoi probabili “difetti” per poter avvantaggiarsi sugli altri.
Dici di essere discriminato perchè il colore della tua pelle è differente dal mio. E allora mi spieghi come hai fatto a trovare questo lavoro?
Dici che venendo la tua razza considerata inferiore rispetto a quella americana, allora anche te vieni considerato non meritevole di successi. E mi spieghi allora, se tutto ciò è vero, come mai ti trovi nel main event a lottare per un titolo? Forse perché sono diventato pazzo e mi sono lasciato commuovere dalle tue scenette da libro cuore nelle quali racconti la tua vita da inseguito per l’eternità?
No, mio caro Sergio, non è così, semplicemente ti sei conquistato questo posto sudandotelo, arrivando addirittura quasi a sconfiggermi, ma anche tu in quell’occasione hai avuto l’opportunità di constatare di essere inferiore.
Inferiore alla razza italica, alla quale appartengo e che rappresento. Inferiore ad un’atleta che annoveri nella lista dei tuoi discriminatori, ma che finora ti ha dato tutto ciò che hai; bel modo per ringraziarlo che hai!
Per questo non dico che ti sconfiggerò, anche perché già l’ho fatto, semplicemente ti ignorerò. Non meriti di avere il mio odio, preferisco dedicarti la mia totale indifferenza. Così almeno non potrai lamentarti dell’essere discriminato, o comunque non da me. E allora ti renderai conto di quanto l’odio sia migliore dell’indifferenza, oh si, verrai ignorato come un qualunque americano, uno di quegli americani che tu invidi ma che sono semplicemente una immensa massa di “Signor Nessuno”, al quale aspiri diventare.
Inutile dirti che questa tua scelta mi rallegra, un pericolo in meno da fronteggiare; inutile temere chi ambisce ad essere non considerato.
Ci vediamo sul quadrato.”

“Yo, man,
sto notando che più passa il tempo più ti atteggi a fare il rapper. L’uomo dalle rime al vetriolo e senza peli sulla lingua, che con i suoi sonetti pensa di cantare i difetti del mondo e dei suoi avversari.
Cristo diceva: “Non guardare la pagliuzza nell’occhio altrui quando nel tuo di occhio vi è una trave.”
Devi essere molto cristiano visto che segui i suoi insegnamenti alla lettera…
Più che altro un dubbio mi assale: ma ancora speri di poter vincere contro di me? Non ti sono bastate le precedenti lezioni che ti ho dato? Non pensavo tu avessi il culo così duro, un fegato così grande e una testa così stupida tale da essere paragonata al tuo ego e alla tua presunzione, visto che credi di potermi battere. E di poter battere qualcun’altro di quegli incompetenti presenti magari.
Cos’altro potrei dirti? Non più parole, le ultime le ho usate tutte quando ti sono venuto contro l’ultima volta, attaccandoti con quello che voi rapper definite in gergo “diss”, e penso che da quel giorno non ci sia più bisogno di utilizzare altri termini per descrivere la tua pochezza, sia nel ring sia lessicale, visto che il massimo che riesci a fare è qualche offesa come i bambini delle medie con un microfono in mano…
Ci vediamo sul quadrato.”

“Charismatic Enigma,
arrivi te adesso, quello che tra tutti i partecipanti è il mio preferito. Ti sembrerà strano, ma volevo ringraziarti.
Volevo ringraziarti per aver rappresentato la federazione nel momento in cui ce n’era più bisogno.
Volevo ringraziarti per aver rappresentato la EWF con le tue folli acrobazie e i tuoi assurdi bump.
Volevo ringraziarti per aver dato vita ad alcune delle rivalità più interessanti mai esistite.
E volevo inoltre ringraziarti per aver perso il tuo titolo ed averlo finalmente lasciato nelle mani di chi, come me, poteva rappresentarlo al meglio delle sue possibilità.
Esatto, penso tu abbia proprio letto bene le ultime parole. Dici di essere diventato un eroe partendo da zero, ma per me, per come ti comporti, per come ti mostri, resti sempre e solo un fallito. Se non ti butti da una scala alta sei metri non riesci a catalizzare l’attenzione della gente, quando hai un microfono in mano provi a fare l’eroe e magari a volte tiri anche in mezzo il tuo passato travagliato per accattivare le platee.
Dici che ti devo una rivincita, va bene, sono più che disposto a dartela, in fondo su quel ring ci troveremo nuovamente faccia a faccia, però poi quando io avrò di nuovo alla mia vita quel titolo e tu sarai nuovamente steso a terra col mio piede sul tuo petto in segno di superiorità non avrai più recriminazioni.
È vero, potrai dire di aver perso non affrontandomi in un 1 vs 1, e allora sarò ben disposto a concederti nuovamente un’altra sfida, o per meglio dire, un’altra sconfitta.
Perché questa è la differenza tra me e te: tu per arrivare al titolo massimo hai dovuto vincere prima tutti gli altri titoli facendoti le ossa e migliorando.
Io, invece, ho mostrato il mio valore vincendo direttamente quello massimo dopo una breve parentesi nel mondo dei tag. Ah, non dimentichiamo che ti ho sconfitto dopo mesi di inattività. Non so che dirti, buona fortuna forse, sebbene per quanta tu ne abbia dovrai renderti conto che non ti basterà mai per sconfiggere un’atleta che ti è superiore. In qualunque campo.
Ci vediamo sul quadrato.”


“Mia cara,
ti scrivo questa mia senza un particolare motivo. Chissà cosa voglio dimostrare, forse non lo so neanche io. Forse mi sono messo qui, con una penna tra le dita, per buttare giù due righe, forse per sfogarmi, forse per mandartela affinchè tu in futuro possa leggerla e farti due risate. Ti scrivo anche perché forse voglio farti presente il mio stato attuale di vivere, che sebbene sembri criticabile, pessimo, o quant’altro, è molto più positivo di quanto appare. Anche se sullo schermo posso sembrare diverso, in realtà non vivo di inutili rancori. L’ultimo lo sto provando per Robert Dumas, che finora non sono riuscito a battere, ma che nonostante tutto come un pazzo che non si rende conto della sua inferiorità continua a sfidarlo. Gli altri di rancori li ho cancellati tutti, compreso quello che provavo verso di te, ma sai com’è, quando si deve difendere un titolo non si possono avere altri pensieri per la testa. Ok, lo ammetto, mi sto pavoneggiando troppo, in fondo quella cintura da campione non mi appartiene più.
Perché è questo che sono io per te: patetico, inutile, magari però indispensabile.
Ogni volta che vedevo i tuoi occhi mi rendevo conto che mi raccontavano ogni volta un’emozione indescrivibile.
Ogni volta che il tuo respiro accarezzava il mio collo sentivo i miei polmoni non in grado di eguagliarti, poiché senza fiato dall’emozione.
Ogni volta che ricordavo i tuoi capelli setosi agitarsi al solo muoversi della tua testa, i miei sensi si perdevano in un mondo onirico tutto loro, dove ogni pensiero era concesso, anche quelli meno cavallereschi e più neri e beceri.
Ogni volta che ripenso a te, penso a quanto io sia stato intelligente a scegliere una strada diversa dalla tua.
Il perché di questa mia decisione rimarrà un mio errore o un mio colpo di genio, non so dirlo, ma così ho deciso e per questa strada continuerò.
L’ultima volta che ti ho sentito, mi hai augurato buona fortuna contro Dumas.
Persi.
Stavolta, per favore, non rispondermi.
Limitati a conservare questa lettera e leggerla ogni qualvolta ne sentirai il bisogno, è meglio per entrambi.
Ci rivedremo in un’altra vita, magari più fortunata, magari meno problematica, magari fatta apposta per noi due.
Ciao.
Anzi, meglio, addio.”



“…
Perchè lo stai facendo?
Cosa pensi di dimostrare?
Credi che un titolo di acciaio placcato alla vita possa dimostrare che sei il migliore? Credi che possa risolvere tutti i tuoi problemi? Credi di comunicare al mondo che non hai rivali, essendo tutti sotto di te?
La tua vita magari sarà stata costellata di sofferenze, ma fino a poco tempo fa mantenevi un aspetto pulito e un animo lindo, nonostante la tua esistenza fosse costellata da plumbei avvenimenti.
Magari non saranno stati paragonabili a quelli di altri, o magari saranno stati tremendi, ma se sei ancora vivo e hai ottenuto comunque dei successi non devono essere poi stati così terrificanti.
Più penso a te e a come sei, e più mi passa la voglia di scriverti. Viscido, opportunista, doppiogiochista, approfittatore.
Credi di essere il migliore.
Credi di poter vincere. O sbaglio, Dibbio?
Ma sai che non è così. Sai di essere in realtà l’eterno secondo.
Perché il vero numero 1 è il tuo ego. E te che cerchi di imitarlo sei soltanto un misero e dimenticabile numero 2”
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