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POLLARI RINVIATO A GIUDIZIO

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2007 19:08
16/02/2007 19:08
 
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today.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2007-02-16T143900Z_01_CIA652709_RTRIDST_0_OITTP-FACTBOX-ABU-...

Caso Abu Omar, di cosa si tratta
venerdì, 16 febbraio 2007 3.39

(Reuters) - Il gup Caterina Interlandi ha rinviato a giudizio oggi per concorso in sequestro di persona l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e altre 32 persone fra le quali 26 agenti Usa della Cia, al termine dell'udienza preliminare sul rapimento nel 2003 dell'ex imam egiziano di Milano Hassam Mustafa Osama Nasr, meglio noto col nome di Abu Omar.

Lo hanno riferito fonti giudiziarie.

Il maresciallo dei carabinieri Luciano Pironi e il vicedirettore del quotidiano "Libero" Renato Farina, accusati di concorso in sequestro il primo e di favoreggiamento il secondo, hanno patteggiato rispettivamente una pena di un anno, nove mesi e 10 giorni il primo e di sei mesi il secondo.

CHI SONO GLI IMPUTATI

Ventisei americani, ritenuti essere agenti e funzionari del servizio segreto centrale statunitense, la Cia. Fra loro l'ex capo della Cia in Italia, il capo della stazione della Cia a Milano e il capo della sicurezza della base aeronautica militare americana di Aviano, in Veneto.

Fra gli altri imputati figura l'ex direttore del Sismi Pollari, il suo ex numero due, Marco Mancini ed altri funzionari del servizio segreto italiano, oltre al giornalista Renato Farina.

QUALI SONO LE ACCUSE

La procura sostiene che una squadra guidata dagli agenti Cia rapì Abu Omar da una strada vicina all'Istituto Islamico di viale Jenner a Milano il 17 febbraio 2003, lo caricò su un furgone e lo portò nella base di Aviano. Da qui lo trasferirono in aereo a Ramstein, in Germania, e da lì in Egitto.

Una volta in Egitto, Abu Omar ha sostenuto di essere stato torturato con scariche elettriche, percosse e minacce di stupro.

COSA HANNO DETTO STATI UNITI E ITALIA

Gli Stati Uniti non hanno mai risposto direttamente alle accuse della procura di Milano. Il governo Usa riconosce come legittimi i trasferimenti coatti di sospetti terroristi a paesi terzi, ma nega di praticare la tortura o di avallare la tortura da parte di paesi terzi.

Silvio Berlusconi, da presidente del Consiglio, aveva negato di esser stato a conoscenza dell'operazione e aveva criticato i magistrati milanesi per aver proceduto nei confronti degli agenti americani e italiani. Il suo ministro della Giustizia, Roberto Castelli, non aveva dato corso alle richieste di estradizione avanzate dalla procura di Milano nei confronti dei 26 statunitensi per i quali era stato spiccato un ordine di arresto.

L'attuale presidente del Consiglio Romano Prodi ha detto di voler seguire sul caso la strada tracciata dal suo predecessore, Berlusconi. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella non ha mai riposto alle richieste di presentazione agli Usa della domanda di estradizione avanzata dalla procura.

Il governo ieri ha depositato alla Corte Costituzionale un ricorso contro la magistratura di Milano perché in questa inchiesta avrebbe travalicato i suoi poteri, violando il segreto di Stato.

Oggi il procuratore aggiunto Armando Spataro ha espresso sorpresa per il conflitto aperto dal governo alla Consulta, ribadendo la correttezza dell'operato della procura di Milano.

COSA HANNO DETTO GLI IMPUTATI

Il maresciallo dei carabinieri Luciano Pironi ha ammesso di aver fermato Abu Omar in mezzo alla strada a Milano in modo che gli agenti della Cia potessero prelevarlo. Ma ha riferito che l'allora capo della stazione Cia a Milano gli aveva detto che l'obiettivo era di reclutare il religioso musulmano, non di sequestralo, e che l'operazione era stata approvata da Roma e da Washington.

Pollari ha dichiarato che né lui né il Sismi hanno commesso illeciti ma ha rifiutato di collaborare con i magistrati, sostenendo che la prova che lo avrebbe scagionato era coperta dal segreto di Stato.

Il vice di Pollari nel caso, Marco Mancini, ha detto che la Cia aveva effettivamente chiesto al Sismi di aiutare gli agenti a rapire Abu Omar, ma che gli italiani si erano rifiutati perché era illegale.

COSA SUCCEDE ORA

Il processo si aprirà l'8 giugno 2007 davanti alla IV sezione penale del Tribunale di Milano.

La Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sul conflitto di attribuzioni presentato dal governo Prodi contro la magistratura milanese. La decisione della Consulta dovrebbe indirettamente sancire una volta per tutte il comportamento che dovrà assumere il governo italiano sulla istanza di estradizione in Usa presentata dalla procura di Milano sui 26 americani su cui pende mandato di cattura internazionale.

Ciò che stabilirà la Consulta, in senso favorevole alla interpretazione del governo o a quella della procura di Milano, stabilirà la condotta cui si dovranno attenere autorità di governo e magistrati in indagini che cozzano con il segreto di Stato.

Non è chiaro come il giudizio della Consulta possa intervenire nel procedimento in corso.

Secondo uno dei legali di Pollari, Titta Madia, un eventuale accoglimento del ricorso dalla Consulta potrebbe comportare una sospensione del processo se venissero giudicate illegittime le intercettazioni telefoniche effettuate su utenze in uso al Sismi, in quanto esse costuiscono gran parte dell'istruttoria su cui il processo è stato costruito.

Non ci si attende che gli Stati Uniti possano dare l'ok all'arresto dei loro agenti, quindi appare probabile che gli unici ad apparire nell'aula del Tribunale saranno gli imputati italiani. Gli americani verranno processati in contumacia.




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16 febbraio 2007
www.repubblica.it/2007/02/sezioni/cronaca/abu-omar-pollari/abu-omar-pollari/abu-omar-poll...
E il procuratore aggiunto Spataro si dice "sorpreso" dal conflitto di attribuzioni


All'inizio dell'udienza di questa mattina, il gup ha respinto la richiesta di rinvio presentata dai difensori di Pollari. L'istanza dei legali dell'ex direttore del Sismi, ai quali si erano associati pressochè tutte le difese degli altri imputati, era basata sul ricorso presentato dall'Avvocatura dello Stato alla Consulta sul conflitto tra poteri dello Stato (sulla vicenda è stato confermato il segreto di Stato. Ma il giudice ha respinto.

E proprio su questo punto così delicato - il conflitto di attribuzioni - è intervenuto, oggi, il procuratore aggiunto Armando Spataro. "Siamo meravigliati - ha scritto il magistrato, in una nota - per almeno due ragioni: la prima è che mai il governo o gli imputati o vertici del Sismi hanno opposto il segreto di Stato sui documenti sequestrati in via Nazionale a Roma il 5 luglio 2006 o circa altre attività compiute; ed il segreto deve essere opposto sulla base di precise forme richieste dalla legge". La seconda ragione di sorpresa è, per Spataro, "che nessun divieto di legge esiste circa la sottoposizione ad intercettazione telefonica di comunicazioni degli appartenenti ai servizi: non lo prevede neppure la riforma appena approvata alla Camera".

Al di là delle polemiche, resta il fatto che il processo verrà celebrato. Tra i 26 agenti della Cia rinviati a giudizio sono Robert Seldon Lady, l'ex capocentro della Cia a Milano, e Jeff Castelli, responsabile del servizio segreto americano in Italia. Per il sequestro dell'imam, oltre a Pollari e Mancini, andranno a processo anche Raffaele Ditroia, Luciano Di Gregorio, e Giuseppe Ciorra. A giudizio anche i funzionari Sismi Pio Pompa e Luciano Seno, accusati però solo di favoreggiamento.

Sempre oggi, il gup ha definito i patteggiamenti chiesti dal vicedirettore di Libero Renato Farina, accusato di favoreggiamento, e del maresciallo dei Ros Luciano Pironi, imputato per concorso nel sequestro. Per il giornalista ha stabilito una condanna di sei mesi, commutati in una multa di 6.800 euro, mentre per Pironi il giudice un anno, nove mesi e 10 giorni.

Quanto a Pollari, il suo difensore, Titta Madia, si è detto "fiducioso nel corso della giustizia, seppure con tempi lunghi e passaggi drammatici". "Siamo molto delusi per la decisione del giudice - ha proseguito però il legale - perchè convinti della mancanza di seri elementi di prova nei confronti del generale e altresì siamo convinti che l'acquisizione dei documenti coperti da segreto di Stato dimostrerebbe la sua innocenza".




INES TABUSSO
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