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TRAVAGLIO: "NON SIAMO MINACCIOSI, SIAMO CHIARI"

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2006 19:00
22/03/2006 19:00
 
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CORRIERE DELLA SERA
22 marzo 2006
Fo: votiamo loro per necessità. Travaglio: manifestazione a Palazzo Chigi
Il ritorno dei girotondi: niente sconti all’Unione
Ma Furio Colombo: pensiamo prima a vincere

ROMA - Per non farci mancare niente, siccome è una campagna elettorale un po’ piatta. Tornano quelli dei Girotondi. Pure loro, nel gran ballo delle polemiche che accompagnano l’Unione al voto del prossimo 9 aprile. Loro: il professor Francesco Pancho Pardi e Dario Fo, Marco Travaglio e Sabina Guzzanti, e poi tutti gli altri, compreso il professor Nicola Tranfaglia e naturalmente il gran capo Nanni Moretti, che venerdì prossimo riapparirà (solo da regista?) sugli schermi cinematografici italiani con un film, «Il caimano», girato tra mille misteri - chi interpreta Berlusconi? qual è la trama? - e la sola certezza, questa sì, grande e fascinosa, di scaldare i cuori dei girotondini che già si ritengono per mano. Tornano così. Un film e molti articoli, spettacoli, iniziative. Ma tornano per fare cosa? Risponde Pancho Pardi: «Torniamo per vigilare». Con Dario Fo ha scritto un articolo sull’edizione settimanale di Micromega . Titolo eloquente: «Una protesta per fare festa», e poi il ragionamento di due che ammettono di votare - «voteremo l’Unione per necessità» - ma che spiegano di non sentirsi rappresentati, «siamo gente dell’Ulivo ormai senza Ulivo, gente di sinistra in un Paese dove la sinistra non c’è più». Per questo, spiega Pardi, «Prodi e tutti gli altri sappiano che noi saremo lì, a verificare il governo che metteranno in piedi, e leggerci per bene l’elenco dei ministri e dei sottosegretari, per capire se saranno in grado, se avranno davvero voglia di governare come ci hanno promesso e come tanti italiani si aspettano. Se così non fosse...».
Sono pronti a organizzargli subito un bel girotondo. Parola di Marco Travaglio. «Glielo piazziamo sotto il naso, sotto le finestre di Palazzo Chigi». Siete un po’ minacciosi, Travaglio, non trova? «No, non siamo minacciosi, siamo chiari. Meglio esserlo subito. Anche perché, dopo aver letto il programma dell’Unione...». Non vi piace? «È lungo e vago. E nasconde una terribile insidia». Quale? «Quella che nell’incapacità di realizzarlo anche in minima parte, ci si accontenti di aver sconfitto e cacciato Berlusconi». Non è detto che... «Si capirà entro i famosi, ma attendibili, primi cento giorni di lavoro. Vediamo se ricominciano a lottizzare la Rai, vediamo se davvero hanno voglia di smantellare tutte le leggi vergogna varate da Berlusconi...». Ci vorranno, forse, un po’ più di cento giorni... «Un governo lo valuti nel volgere di poche settimane. Zapatero ritirò subito le truppe dall’Iraq e vediamo cosa farà Prodi. Noi, nel dubbio, ci stiamo organizzando».
Per esempio, raccogliendo firme per una riforma del sistema televisivo pubblico. Testimone dell’iniziativa: l’attrice Sabina Guzzanti. L’appello è però firmato da un elenco lunghissimo di intellettuali e registi, attori e giornalisti, come Enzo Biagi, come Giulietto Chiesa.
«Hanno un’idea di televisione pubblica sul modello spagnolo, voluto da Zapatero, e sull’esperienza che arriva dalla Gran Bretagna, dalla Bbc: si tratta di una televisione pubblica sganciata dal controllo della politica. Ma si tratta di un’idea che, purtroppo, non piace». Il professor Nicola Tranfaglia ha partecipato ai tavoli «in cui si è messo a punto il programma dell’Unione e, purtroppo, credo che i leader dell’Unione continuino a immaginarsi la televisione nel solito, tradizionale modo... Sì, da quelle riunioni, lo ammetto, sono uscito abbastanza deluso».
Delusione o no, «meglio cercare di vincerle, prima, le elezioni». Il monito è di Furio Colombo. «Comprendo una certa apprensione su ciò che sarà in grado di realizzare Prodi con il suo governo... ma invito gli amici dei girotondi a compattare le energie. Ricordo a tutti che mancano ancora meno di tre, delicatissime settimane al giorno del voto».

Fabrizio Roncone
INES TABUSSO
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