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| Anziano | |
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24/06/2008 16:20 | |
Ad un passo dallo scudetto con gli Allievi ed i Giovanissimi, quello toscano si conferma uno dei principali vivai italiani
Giovani: il futuro è Empoli
Un centro dove vivere, studiare, fare calcio «Chi viene da noi, sa che cosa sceglie»
Tre volte su tre è andata male. Alla Primavera, in febbraio, sconfitta solo ai rigori dall’Inter. Agli Allievi, nella finale scudetto, di misura contro lo stesso avversario. E ai Giovanissimi che, sempre di misura, si sono visti soffiare il titolo di categoria dall’Atalanta. Un’idiosincrasia verso tutto ciò che è nerazzurro, in questo 2008 per il Settore giovanile dell’Empoli. Che non ha vinto, ma ha vinto lo stesso. Anche se i suoi successi, almeno per quest’anno, non entreranno negli almanacchi.
Sono l’impegno e l’organizzazione a sorprendere, insieme ad un senso di genuinità che fa tanto Mulino Bianco applicato al calcio giovanile. È l’Empoli: una Scuola calcio che abbraccia oltre duecento ragazzi selezionati per le varie squadre e vivono di base a stretto contatto con i campioni della prima squadra presso il Centro sportivo di Monteboro, dove c’è una famiglia che ai ragazzi fa, appunto, da seconda famiglia, dove oltre agli istruttori e ai tecnici per quello che riguarda l’aspetto sportivo, ci sono anche insegnanti che si occupano di seguire le vicissitudini scolastiche dei ragazzi. Lì, nel Centro che l’Empoli ha acquistato quattro anni fa e continua ad ampliare, non manca nulla.
Marcello Carli, che del Settore giovanile dell'Empoli è il responsabile, vede crescere la struttura giorno dopo giorno:
« Quello che stiamo facendo – racconta – è il frutto di anni e anni di lavoro. Siamo agevolati dalla consapevolezza che il nostro è un ambiente tranquillo, un paese di 40 mila abitanti che è l'ideale anche per i ragazzi, e che c'è una società che in questi progetti ama investire e, soprattutto, crede in questo lavoro» .
Il punto di riferimento, guardacaso, è proprio la società che ha appena vinto sui toscani il titolo Giovanissimi. «Il settore giovanile dell’Atalanta è un esempio per tutti, da anni. Noi stiamo cercando di raggiungere, o almeno avvicinarci, a quel livello. Siamo a pochi chilometri da Firenze, dove c’è la concorrenza, una concorrenza leale, del vivaio della Fiorentina, una realtà che certo può offrire, almeno in potenza, palcoscenici migliori rispetto ai nostri. Ma chi viene all’Empoli, sa cosa sceglie» . Cioè: forse mai la Champions, nemmeno come spot, ma l’importante è sapere che, qui, si può arrivare. E non è poco.
Quasi tutti i ragazzi del Settore sono toscani ( Pisa, Lucca, Massa e Livorno le province più gettonate), una quindicina sono gli empolesi purosangue.
« Quando mi capita di andare all'estero anche per lavoro, vedo che i settori giovanili di tante società sono difficilmente paragonabili a quelli italiani. Qui ad Empoli abbiamo un centro sportivo di proprietà con campi e palestre appositamente dedicati al settore, un convittomensa e altre cose che, magari, all'estero sono normali ma in Italia non sono così frequenti. Il segreto? Cerchiamo di mettere a portata di mano dei ragazzi tutto ciò di cui hanno bisogno nel quotidiano
» . Sotto l'aspetto sportivo, certo, ma anche sul resto. Già perché, oltre ad istruttori, osservatori e società affiliate ( « come il CastelCisterna, un Empoli trapiantato a Napoli e gestito da un nostro uomo, Lorenzo D'Amato » ) , c'è anche dell'altro. Lo sport, sì, l’educazione alla professione, certo. Ma anche la scuola, una socialità invidiabile, nessun dramma se non si vince, perché si vince comunque. Perché non c'è solo il calcio. Anche se, il calcio, da queste parti funziona.
Lorenzo Longhi/ass per il corriere dello sport
TRADIZIONE, INVESTIMENTO
Il presidente Corsi: «E’ la nostra maggiore fonte di energia»
Non ha messo titoli in bacheca ma l’orgoglio quello sì, quello resta immutato. Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli dal 1991, da anni è uno dei principali fautori del progetto giovanile ideato dalla società toscana e, di quello che combinano i suoi ragazzi, è comunque fiero, perché il piccolo Empoli è, a livello giovanile, una vera e propria realtà a livello nazionale.
«È la nostra maggiore fonte di energie» , racconta Corsi. Un investimento che rende, che dà la possibilità al club di mantenere finanze e bilanci sani. «Il 15/20% delle nostre uscite viene messo nel settore giovanile – aggiunge –
e credo che la nostra sia la società che investe di più nel vivaio, mentre magari nei grandi club questa percentuale non raggiunge il 5%. Per noi, oltre ad essere una necessità, è un investimento, sia tecnico sia di immagine. Non è un caso se dal nostro vivaio sono usciti, negli ultimi anni, giocatori importanti che hanno poi vestito la maglia dell'Empoli e altri che sono stati ceduti consentendo alla società entrate molto importanti anche per la sopravvivenza. E, oltre ai giocatori del nostro settore, proprio per l'attenzione che mettiamo nella crescita dei giovani siamo anche considerati come uno dei club capaci di arricchire l'esperienza dei ragazzi più promettenti di altre società, come Milan e Juventus, ad esempio» . Abate e Giovinco, tanto per fare due nomi, sono passati di qui per poi tornare, più forti e più maturi, a Milano e Torino. No, anche questo non può essere un caso. l.l./ass corriere dello sport
RAMPA DI LANCIO
RAGGI, PELAGOTTI E PIZZA SULLE ORME DI DI NATALE E MONTELLA
L’ ultimo è il neo- palermitano Andrea Raggi, che ha appena spiccato il volo. Poi Davide Moro e uno dei più interessanti giovani della B, quel Francesco Lodi che di talento ne ha da vendere: sono solo alcuni dei ragazzi di successo usciti recentemente dalla scuola calcio dell’Empoli, tutti lanciati dal vivaio dei toscani e ora realtà del campionato italiano. Che, come fiore all’occhiello, può vantare anche un suo prodotto agli Europei, con la Nazionale di Donadoni: si tratta di Totò Di Natale, uno che da queste parti non è stato mai dimenticato. Ma sono diversi i ragazzi di successo cresciuti ( per usare un termine caro agli album delle figurine) nell’Empoli e sbocciati poco alla volta: da Eusebio Di Francesco a Vincenzo Montella, da Nicola Caccia a Marco Marchionni, da Andrea Coda a Simone Del Nero passando per Carmine Gautieri e Fabio Galante. Tutti made in Empoli, così come altri ragazzi che, poi, proprio all’Empoli hanno legato gran parte della carriera, come Daniele Balli e Francesco Pratali. I prossimi? Alberto Pelagotti, portiere e capitano dell’Under 19, Samuele Pizza e tanti, tanti altri.
Ll.l./ass corriere dello sport
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