È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
LACASADELLACULTURA.TK
Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Libera…azione, libero pensiero. Cronaca di un Corteo (di Cirano)

Ultimo Aggiornamento: 10/07/2005 14:13
29/06/2005 17:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 18
Sesso: Maschile
Casaiolo PICCIRIDDU
Libera…azione, libero pensiero.

Cronaca di un corteo.


All’apparenza sembra una serata normale, come tutte le altre. Una normale serata dopo un giorno di festa: la stanchezza negli occhi e nelle gambe, l’abbandono del corpo sul divano davanti al televisore acceso e, fuori, il rombo delle auto in coda, pronte ad infilarsi entro bui garage sporche di fango e terra. Nell’aria solo clacson e grida di bambini. Il paese si ripopola dopo un volontario esilio. Il rumore delle marmitte si mescola al solito ciarlare di Emilio Fede. In giacca e cravatta, si confonde alle altrettanto solite immagini dei potenti alle sue spalle: essi mi appaiono immensi, imponenti, statuari. Rovista e si agita tra le sue obiettive carte e notizie. Come sempre. Oggi, però, questa solita normalità mi fa paura. Perché oggi è una giornata diversa, oggi è una giornata di festa, oggi è giornata di Liberazione. Zittisco l’odiato Emilio e mi getto a capofitto sui ricordi di una mattinata diversa. Le carte che tengo in mano respirano ancora di Catania, di corteo, di manifestazione, di strada, di giovani e di reduci, di morti per la libertà: “Il 25 aprile ci ricorda che la lotta per la libertà non è mai stata, per nessun popolo, un percorso facile e incruento”.



È stata una giornata intensa. Odori e colori difficilmente trascrivibili. Suoni e passi intensi come l’atmosfera che ho respirato. Con me niente bandiere, ma solo il desiderio di esserci e di non essere da qualche altra parte. Mi vengono in mente le urla provenienti da giovani megafoni, i quali gridano al cielo della città che “il compagno X è stato accoltellato dalle nuove squadre neofasciste” o che “le nostri sedi vengono continuamente assalite e incendiate dai fascisti”. Col pensiero penetro nella folla e sfioro di nuovo col viso le bandiere rosse sventolanti (qui il sindaco Scapagnini non le ha proibite come il collega milanese Albertini). Incrocio visi di bambini, di donne, di anarchici e di verdi, di diessini e di giovani comunisti. L’urlo dei megafoni accompagna le grida silenziose di volantini e carta stampata: “Dopo sessant’anni i partiti di centrodestra e centrosinistra aiutati dai loro amici nei mezzi d’informazione vorrebbero rivalutare gli assassini fascisti e infangare la memoria dei combattenti per la libertà”; “si moltiplicano pericolosamente azioni squadriste di stampo neofascista”; “più si allontanano gli eventi, più si accresce e si perfeziona la costruzione della verità di comodo”.



Fuori, però, l’atmosfera si fa improvvisamente diversa, calda, tesa. Le parole, le urla, la carta stampata, le persone sembrano quasi impattare fra loro, venire a contatto, scontrarsi, cadere. Gli stessi megafoni che prima avevano denunciato le aggressioni subite dai fratelli compagni, ora gridano che “è giusto uccidere un fascista, perché uccidere un fascista non è reato, ma giustizia”. Le stesse carte che poco tempo prima avevano esaltato il senso e il valore profondo della libertà, che l’avevano difesa dallo stupro della rivisitazione storica, ora si schierano contro “il ricordo dell’abbattimento del muro di Berlino (9 novembre)”, e parlano di “falsificazione della vicenda delle foibe e dell’esodo dei profughi istriano-dalmati”, o di “riscrittura della Liberazione in chiave neofascista, anticomunista e antipartigiana, con l’istituzione della Giornata del Ricordo (10 febbraio)”. Le stesse persone che poco tempo prima erano giunte in piazza con l’intento di ricordare, ora ricordano bene di essere venuti perchè appartenenti a simboli, a partiti, a vecchie e nuove ideologie. E allora mi ritrovo dentro tre cortei diversi: avanti i democratici di sinistra e i verdi; e poco dietro, ma separati da un chiaro ed evidente vuoto, i comunisti; e dietro ancora, con il loro camioncino e i loro megafoni, i ragazzi del Centro Popolare Experia, vittime di accoltellamenti neofascisti ma desiderosi al tempo stesso di esserne i carnefici. E ancora dietro, poco prima delle forze di polizia, tre o quattro vecchi anarchici, dagli occhi azzurri e i capelli bianchi, che parlano con noi di potere e di antipotere, di lotte e di arresti, di carcere e protesta, di sogni e libertà.



Ma quale popolo sta ricordando oggi? Un popolo liberato da una delle tante schiavitù del nostro secolo o gruppi di persone schiave di simboli e partiti, di falci e di ulivi? Che popolo è quello che fa “raccolta differenziata” di chi è morto per liberarlo? Che popolo è quello che esalta la morte di un partigiano comunista perché certamente migliore o diversa di un partigiano cattolico, socialista, anarchico o ex fascista? Che popolo liberato è quello che rivendica un senso di appropriazione o di proprietà su migliaia di uomini e donne che sono morte per renderlo libero? Che diritto abbiamo noi oggi di piantare bandiere sui cadaveri di sessant’anni fa?

Mi chiedo se la Liberazione abbia ancora oggi un significato preciso.

È forse lo striscione esposto al Delle Alpi con su scritto “25 aprile festa dei traditori”? No di certo. È Emilio Fede o l’opera di rivisitazione e di giustificazione attuata negli ultimi anni come a dire “Il Duce ha sbagliato, ma era pur sempre italiano come noi”? No di certo. È il rombo delle auto di ritorno dalla gita al mare o in montagna? Credo di no. O è la lista “Fascismo e libertà”, presentatasi alle recenti elezioni ad Osasio, in Piemonte, con i suoi nove candidati?

Se una risposta esiste, io la ritrovo in quei tre o quattro vecchi anarchici, dagli occhi azzurri e i capelli bianchi, che parlano con noi di potere e di antipotere, di lotte e di arresti, di carcere e protesta, di sogni e libertà.



Cirano

[Modificato da La Casa 29/06/2005 17.18]

...°°.....---
Be active!
.°°....---...
10/07/2005 14:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 491
Città: BELPASSO
Età: 39
Sesso: Maschile
Casaiolo LAUREATU
Giuseppe malgrado io non fossi quel giorno li per motivi matrimoniali familiari apprezzo molto il tuo articolo e nont i nascondo che ogni volta che lo leggo mi trasmette l'immagine di quella giornata anche se come dici tu:
"Odori e colori difficilmente trascrivibili. Suoni e passi intensi come l’atmosfera che ho respirato.."


ciao peppe,sonod avvero curioso di quello che scriverai in futuro. Aspetto con ansia il tuo prossimo bell'articolo.
°°°
Solo per il fatto di non poter smentire sarei, nella verità o nella non verità, un illuso incapace di riflettere
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum
Tag cloud   [vedi tutti]

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:42. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com
LACASADELLACULTURA.TK