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Zeromania...Il dvd "figli del sogno" in vetta alle classifiche

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2005 13:33
08/01/2005 12:50
 
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"Zero per ripicca verso il mondo, perché questo numero non esiste ma è alla base di tutto" (Renato Zero, sullo zero).
Una vita all'insegna dell'eccentricità, dell'ambiguità e della totale devozione ai fan. Una carriera che lo ha visto reinventarsi da 'fenomeno da baraccone' - tutto costumi sfarzosi e chili di trucco - a sobrio interprete di quanto di più struggente la melodia italiana potesse sfornare. La storia di Renato Zero, istrionico cantore delle debolezze e emozioni umane, è una favola che ispira serenità, liberazione e anche un pizzico di commozione nelle generazioni di fan (sorcini e non solo) che lo hanno seguito dagli esordi negli anni '70 a oggi.
Renato Fiacchini nasce a Roma il 30 settembre 1950. Pazienta negli studi solo fino alla terza media, poi la passione per l'arte prende il sopravvento e a 14 già lavora al cittadino teatro Ciak, pagato 500 lire al giorno. Negli anni Sessanta frequenta il leggendario Piper Club, dove conosce Federico Fellini, Don Lurio, Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Rita Pavone, Patty Pravo ('la ragazza del Piper'), Fabrizio Zampa, Gianni Minà e stringe un'amicizia intima con le sorelle Bertè, Loredana e Mia Martini.
Grazie a Boncompagni incide un 45 giri, che però non lo porta da nessuna parte. Diventa operatore cinematografico, studia danza, partecipa come figurante in alcune trasmissioni radio (tra cui la mitica "Bandiera Gialla" di Arbore e Boncompagni) e fa la comparsa in qualche film ("La Bambolona" e - soprtattutto - "Satyricon" del maestro Fellini). Entra nel corpo di ballo di un programma tv di Rita Pavone, guidato dal coreografo Don Lurio.
Nel 1970 fa parte del cast del famoso musical ispirato dalla cultura hippy "Hair" (con lui c'è anche un giovanissimo Teo Teocoli), poi continua a bazzicare il mondo dello spettacolo e del cinema, ma rimane intrappolato nel limbo delle occasioni mancate. Il riscatto arriva nel 1972, quando la RCA gli concede un contratto senza restrizioni per registrare un disco. Renato sente che il momento è decisivo e si impegna allo spasimo per creare qualcosa di originale, in cui infondere tutto se stesso. Da un denso brodo di dubbi, rimandi e indecisioni, tira fuori tutta la sua straordinaria carica e partorisce "No Mamma No", registrato dal vivo.
Le cose, però, non vanno come desidera: il suo personaggio, un istrione di lustrini, ardente ed estroso, viene preso per una copia nostrana di David Bowie. L’eccentrico artista è pronto a difendere la sua arte e non risparmia i toni polemici, ma si scontra contro un muro di sarcasmo e spocchia provinciale. La stessa RCA non lo fa andare in tournée come promesso – nonostante lui tenga moltissimo al rapporto diretto con i suoi fan, che chiama amabilmente sorcini – e non lo difende da chi lo scredita, anche perché ha proprio Bowie sotto contratto.
Nel 1974 Renato ha già pronto un nuovo lavoro; incontra le perplessità dei discografici, ma "Invenzioni" esce comunque. I temi trattati sono moderni e intimistici, il guitto gioca con i travestimenti e l'ambiguità. Due anni dopo, finalmente, Renato parte per la sua prima tournée, di supporto al nuovo "Trapezio": per lui si accendono le luci della ribalta e inizia una nuova fase della sua vita. Nel 1977, con il suo nuovo album, si trova di fronte a un'occasione decisiva e non sbaglia. "Zerofobia" ha un'accoglienza tiepida, ma lo spettacolo itinerante costruito dalla verve irrefrenabile del suo uomo di lustrini fa esplodere il fenomeno; "Mi Vendo" è una gemma leziosa ed entra nell'immaginario collettivo.
Un anno dopo è la volta di "Zerolandia", ancora più furbo e ammiccante (con "Triangolo" che splende su tutte le canzoni), un'oasi intimista negli Anni di Piombo, e il successo è strepitoso. Nel 1979 esce nella sale il suo primo e unico film, "Ciao Nì!", che al botteghino di casa nostra batte anche il colossal "Superman"; poi prende in affitto un tendone dal circo Togni e si crea il suo spazio personale, chiamandolo – ovviamente – Zerolandia e portando il suo show in giro per l'Italia.
"EroZero" segue le orme di "Zerolandia" e rimane al primo posto delle classifiche per otto settimane; "Tregua" (1980), pubblicato come disco doppio, fa ancora meglio. La vena dell'artista è inesauribile: dopo il live "Icaro" (1981), esce "Artide Antartide", uno dei suoi dischi più amati, e ancora "Via Tagliamento 1965-1970", un tributi agli anni entusiasmati del Piper. La RAI lo rende protagonista sia in televisione che in radio.
Nel 1984 Renato, gonfio di rabbia per la chiusura forzata di Zerolandia e in calo di popolarità, ribadisce la sua posizione di artista libero e motivato con "Leoni Si Nasce", presentato allo zoo di Roma con addosso una pelle di leone e accompagnato da un seguito di Pigmei. Il regalo di Natale per i fan è "Identikit Zero", composto di vecchi pezzi in un nuovo arrangiamento orchestrale.
In "Soggetti Smarriti" (1986) Renato accantona il cerone e sceglie una veste più sobria. "Zero" conferma la nuova fase del musicista, più maturo e consapevole, capace finalmente di rinunciare al trucco per essere semplicemente se stesso. O, per lo meno, un nuovo se stesso. Inizia anche una fase di ricerca che lo porta, nel 1989, ad un viaggio in Inghilterra, dove conosce Geoff Westley e Phil Palmer e le nuove influenze prendono carne in "Voyeur", registrato e mixato a Londra.
Nel 1991 la popolarità di Renato Zero, pur solida, sembra essere giunta all'apice della parabola. Il Festival di Sanremo, a cui partecipa per la prima volta, vorrebbe essere un ultimo omaggio ai suoi 'sorcini', e invece si trasforma in un trionfo incredibile (anche se non vince). Per lui inizia una seconda giovinezza, amato e seguito come mai gli era accaduto prima. Con il live "Prometeo" e la raccolta di inediti "La Coscienza Di Zero" infiamma la Zero-mania. L'anno successivo torna in televisione e annuncia l'ambizioso progetto Fonopoli: un'isola di arte e cultura innestata nel tessuto urbano di Roma, che solo nel 1999 passerà dal sogno alla realtà.
1993: pubblica "Quando Non Sei Più Di Nessuno" e torna al Festival dove la canzone "Ave Maria" riceve un'ovazione di dieci minuti. "L'imperfetto" (1994) vira verso sonorità quasi rock; partecipa alla colonna sonora della versione italiana di "Nightmare Before Christmas" - parto del genio di Tim Burton - e doppia anche la voce del protagonista Jack Skeletron.
Con "Sulle Tracce Dell'imperfetto" (1995) celebra trent'anni di carriera; "Amore Dopo Amore" viene pubblicato nel 1998 e vende più di un milione di copie; la collaborazione con Mina, che incide un album di sue canzoni, lo consacra nel santuario della musica leggera italiana. Nel 2000 la RAI gli offre, finalmente, una trasmissione televisiva tutta sua, sull'onda del successo ottenuto da Gianni Morandi e Adriano Celentano con programmi simili. I fan seguono l'artista con dedizione quasi religiosa, ma "Tutti Gli Zeri Del Mondo" soffre degli alti e bassi del suo protagonista. Esce anche un disco con lo stesso titolo della trasmissione.
Nel 2001 incide "La Curva Dell'Angelo", enfatico e appassionato nello stile inimitabile di Renato Zero.
Il ritorno alla grande lo si registra nell'anno di grazia 2003, con lo straordinario "Cattura", grazie al quale il Renato nazionale risolleva le folle: nell'estate 2004, infatti, mette in scena quattro straordinari concerti in altrettante location da favola mia come l'Arena di Verona e lo Stadio Meazza - San Siro di Milano.
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La maniera di dare val più di ciò che si dà.
09/01/2005 03:05
 
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Anche qui dobbiamo parlare di Renato?? [SM=g27829]
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Eli

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... portami il girasole impazzito di luce! ... (Montale)
10/01/2005 13:30
 
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Re:

Scritto da: eliana80 09/01/2005 3.05
Anche qui dobbiamo parlare di Renato?? [SM=g27829]
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sempre musica è s33
10/01/2005 13:33
 
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E poi... Renato puo'!!!
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