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MARCIONE E CRISTIANESIMO

Ultimo Aggiornamento: 13/04/2005 11:42
12/04/2005 15:27
 
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Scritto da: Chi.dove.quando 12/04/2005 0.58
Marcione tentò di "riformare la credenza, le scritture e il tenore di vita della chiesa", per cui ebbe "una efficacia straordinaria per la formazione del cristianesimo" (Saggi sul cristianesimo antico, p.379).
DIM]



Le tesi da te esposte sono confermate non solo da Deschner, ma anche da altri autori:

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Nella prima meta' del II secolo, si venne costituendo la Chiesa di Marcione, diffusasi rapidamente in tutti i territori dell'impero romano e, probabilmente, piu' internazionale di quanto non fosse la Chiesa cattolica primitiva. Questa, in via di formazione nella seconda meta' del II secolo, fatta eccezione per i propri fondamenti religiosi, s'ispiro' largamente a Marcione, autore, tra l'altro, della versione piu' antica del Nuovo testamento. [...]
Efrem indicava Marcione come colui che "piu' di tutti i suoi contemporanei comprese in profondita' il Vangelo di Gesu'".

Karlheinz Deschner, Storia criminale del cristianesimo. Tomo I., Ariele, Milano, 2000
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Marcione e' senza dubbio la figura piu' eminente del cristianesimo nel II secolo. [...]
Marcione fa del Vangelo una pura e semplice opzione nel mondo, una pura rinuncia a tutto quello che e' empirico e mondano, per l'accettazione di una pratica eroica della bonta' e del disinteresse, che non ha altro termine di confronto possibile nella storia del cristianesimo se non lo spirito francescano agli inizi del secolo XIII. [...] tra i grandi eretici del II secolo, marcione e' l'unico di cui risultino notoriamente i rapporti personali con un discepolo degli apostoli: Policarpo. [...] E la sua propaganda aveva trovato larga eco. La maniera con la quale Ireneo nella sua grande confutazione della falsa gnosi accenna a Marcione e al suo proselitismo, dimostra a chiare note quale preoccupato sgomento questo proselitismo avesse destato nelle file della comunita'.
Marcione ha bandito il suo messaggio alla piena luce del sole, e la comunita' costituitasi sul solco della sua propaganda nulla ha di comune con le conventicole degli iniziati gnostici. Tertulliano fu pertanto costretto a seguire da presso i testi
del maestro pontico. Se ne rifece inveendo piu' che mai violentemente contro quegli che era senza dubbio il nemico piu' coraggioso, piu' coerente e piu' perspicace della costituzione di quella mediana ortodossia ecclesiastica, che veniva a svuotare il messaggio cristiano di tutto il suo contenuto eroico e intransigente. [...]
Tertulliano scorgeva nel marcionismo, una certa superiorita' spirituale e religiosa, che non sarebbe stato possibile vincere in altro modo se non con la beffa impertinente e col sarcasmo volgare. [...] La produzione religiosa di Marcione rivelava una sagoma singolarissima. Egli non si era dato affatto a sottili speculazioni mistico-filosofiche, come i maestri della gnosi, suoi contemporanei. Di suo, Marcione non aveva composto che una sola opera strana ed originale, cosi' per il contenuto come per la forma, ed a questa opera aveva imposto un titolo inconsueto.
L'aveva battezzata: Antitesi. Ed essa non era altro che la segnalazione nuda, arida, impressionante, dei contrasti che scavano un abisso incolmabile fra l'economia del Vecchio Testamento e quella del Nuovo. [...] Marcione si era
posto come compito preliminare la restituzione dell'originaria essenza cristiana.
Egli non avrebbe potuto raggiungere questo scopo se non ricostituendo il testo ufficiale del messaggio cristiano, isolandolo da tutte le contaminazioni degli adattamenti e dei rifacimenti giudaizzanti. Aveva cosi' creato un "Vangelo",
il Vangelo per eccellenza, e questo non poteva essere per lui altro che il Vangelo di Luca, spogliato dai rivestimenti e dalle parafrasi intenzionali.[...]
Egesippo, un cristiano convertito dal giudaismo, attraverso il suo itinerario da una comunita' all'altra dell'impero, aveva potuto dovunque constatare lo sconvolgimento portato dal messaggio marcionita.

Ernesto Buonaiuti, Storia del cristianesimo, Newton & C., Roma, 2002
(piu' di dieci pagine di approndimenti)
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Marcione fondo' una nuova setta, la quale si diffuse con tale rapidita', specie dopo la sua morte, che, alla fine del secolo, Tertulliano poteva paragonare i suoi seguaci, che avevano comunita' guidate da vescovi e presbiteri, a sciami
di vespe che costruivano falsi alveari mal imitando le api. L'entusiasmo e l'abilita' di Marcione furono tali, che il suo movimento ebbe vita per molti secoli; infatti una fiorente comunita' della setta esisteva ancora in oriente nel V secolo e anche nel medioevo c'erano gruppi sporadici di seguaci.

John Gordon Davies, La Chiesa delle origini, Il saggiatore, Milano, 1996

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Marcione codifico' la predicazione evangelica e apostolica in un corpus unitario creando uno strumento di evidente efficacia. [...] Su un argomento di polemica cosi' qualificante qual era quello del valore da assegnare alla documentazione relativa alle memorie di gesu' e degli apostoli, la geniale iniziativa di Marcione metteva i suoi seguaci in condizione di evidente superiorita' rispetto ai cattolici: di qui' l'esigenza, da parte cattolica, di contrapporgli uno strumento di carattere analogo ma di struttura adeguata ai contenuti della risposta che veniva opposta agli argomenti dei marcioniti; venne cosi' costituito il canone cattolico del N.T.[...] Marcione intese organizzare una chiesa contrapposta a quella cattolica, anche quanto a diffusione capillare nel bacino del Mediterraneo e oltre. le capacita' personali e gli ampi fondi di cui disponeva gli permisero di realizzare l'iniziativa: nella seconda meta' del II secolo e agli inizi del III, che fu il periodo di massima diffusione, la presenza della chiesa marcionita ci e' testimoniata da Edessa a Cartagine, da Alessandria a Lione, in pratica dovunque ci fosse una comunita' cattolica.
La solidita' della struttura e la semplicita' della dottrina, mentre costituivano indubbiamente un polo di attrazione efficace soprattutto sui cristiani di medio livello, garantivano la compattezza della Chiesa nonostante l'ampiezza
della sua diffusione: le spinte centrifughe rimasero marginali e la grande organizzazione presento' per lungo tempo un aspetto rimarchevolmente unitario.

Manlio Simonetti, Ortodossia ed eresia tra I e II secolo, Rubettino, Messina, 1994
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"O meraviglia delle meraviglie, e' cosa da far restare
stupefatti ed allibiti, che intorno all'Evangelo nulla,
assolutamente nulla, sia possibile dire, nulla pensare,
nulla dovunque trovare, come conveniente e adeguato
termine di comparazione e di interpretazione".

Marcione, Antitesi.



Ciao

Chuang
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