Non credo che potrebbe mai esistere, almeno in Italia, la copertura finanziaria per realizzare cinque linee di semi-metropolitana (oltre a parecchie di tram pressoché ex-novo), se non in trent'anni o più. Quindi il progetto dell'epoca era (chiaramente) un insieme di buone intenzioni e propositi generici per il futuro, senza alcuna possibilità di prendere corpo. L'idea delle cinque linee di metro leggera comunque era molto buona:
- i percorsi erano quelli giusti
- l'idea di collegare con supertram i comuni della cintura ottima (non dimentichiamo che allora perfino la prima cintura era spesso raggiunta solo da bus interurbani!)
- le 7000 andavano bene per una rete di quel tipo
- i vantaggi ci sarebbero stati sia rispetto al tram (semafori asserviti, grande capienza, tratti centrali sotterranei) che alla metro "vera" (maggior numero di fermate, spese enormemente inferiori e quindi possibilità di costruire più linee).
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Tra l'altro Novelli rivelò in un libro di essere stato completamente abbandonato nel sostegno dell'opera da parte dell'allora PSI, con sostanziale indifferenza della DC. Ovvio che, saltato il sostegno politico e mancando del tutto la copertura finanziaria il progetto sia fallito.
Piuttosto viene da chiedersi se tutto il resto della riforma 1982 non si sia rivelato sbagliato, in quanto basato su presupposti evidentemente falsi (le linee di tram come adduttrici a quelle di metro e quelle di bus in supporto a molte linee di tram).
La realizzazione delle 7000, seppur fallimentare, ha comunque avuto un che di positivo: senza queste vetture non sarebbe mai esistita la linea 9 che, ricordiamo, è l'ultima linea tranviaria impiantata ex-novo (e tale resterà, secondo me, moooolto a lungo).
La demolizione di venti vetture è stata, secondo me, frettolosa, e motivata esclusivamente da un altro, il solito, presupposto falso: che stessero per arrivare 155 nuove vetture tranviarie, poi rivelatesi 55 e comunque non di facile circolabilità sulla rete.
Ciao!
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