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S.P.Q.R. (sempre preti qui regneranno) Le curiosità sul papa

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2010 23:52
23/08/2005 00:36
 
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Eh...
...ti capisco,Joy!Sapessi quante sono le domande che ci poniamo noi Suore del forum intorno a Papa Ratzi e alla "vita papale"![SM=g27828] [SM=g27829]
Ma se leggi nel forum americano,ti accorgi che le americane,inglesi,francesi ecc. sono ancora più curiose e scatenate di noi![SM=x40791] [SM=x40791] [SM=g27816]
RATZI FOREVER

Suor RATZGIRL
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29/08/2005 23:53
 
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Sangue papale
Il gruppo sanguigno del Papa è A+

Come il mio!!!WOWWWWWWWWW!!!
30/08/2005 00:50
 
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Re: Sangue papale

Scritto da: Sihaya.b16247 29/08/2005 23.53
Il gruppo sanguigno del Papa è A+

Come il mio!!!WOWWWWWWWWW!!!



Davvero???E'anche il mio!!EVVIVA![SM=x40799] [SM=x40801] [SM=x40801] [SM=x40801]
RATZI FOREVER

Suor RATZGIRL
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30/08/2005 22:44
 
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Re: Sangue papale

Scritto da: Sihaya.b16247 29/08/2005 23.53
Il gruppo sanguigno del Papa è A+

Come il mio!!!WOWWWWWWWWW!!!



PURE IL MIOOOOOOOOO!!!!!!!!! [SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
30/08/2005 23:18
 
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Non ci credo..[SM=g27834]
Uffi, io sono 0+!!!!!!!!! Voglio cambiare sangue!![SM=x40802]
30/08/2005 23:24
 
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Re:

Scritto da: JoyB. 30/08/2005 23.18
Non ci credo..[SM=g27834]
Uffi, io sono 0+!!!!!!!!! Voglio cambiare sangue!![SM=x40802]



E perchè non ci credi? Qui le notizie non le postiamo a vanvera nè ce le inventiamo!!
30/08/2005 23:27
 
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Oh, ma non intendevo questo![SM=g27831] Il mio era come "non posso crederci, che fortuna! Pure me vuole!"!
Non è che il dolce Papino si presterebbe ad una trasfusione per permettermi il cambiamento..?[SM=g27819] Pe piaccccere![SM=x40802]w
30/08/2005 23:39
 
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Re:

Scritto da: JoyB. 30/08/2005 23.27
Oh, ma non intendevo questo![SM=g27831] Il mio era come "non posso crederci, che fortuna! Pure me vuole!"!
Non è che il dolce Papino si presterebbe ad una trasfusione per permettermi il cambiamento..?[SM=g27819] Pe piaccccere![SM=x40802]w



Beh, dovresti...riciclarti interamente il sangue e cambiarti i dna!![SM=g27828] Correggetemi se sbaglio: ma gli 0+ non sono i donatori universali??
31/08/2005 00:22
 
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Donatori universali
No,i donatori universali sono gli 0-:lo so perché mia mamma appartiene a questo gruppo,e si lamenta sempre.[SM=g27828]
Invece gli AB sono ricettori universali.

[Modificato da RATZGIRL 31/08/2005 17.56]

RATZI FOREVER

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31/08/2005 12:35
 
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Re: Re: Ohhhhhhhhhhhh

Scritto da: JoyB. 22/08/2005 19.39


Io invece mi chiedo se mangia qualcosa di particolare..[SM=g27814]
Evito di dire che mangerà da Papa..[SM=g27828]




A lui piacciono gli strudel alle mele e l'aranciata, però a quanto pare mangia anche italiano....
31/08/2005 13:46
 
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Re: Re: Re: Ohhhhhhhhhhhh

Scritto da: Ratzigirl 31/08/2005 12.35



A lui piacciono gli strudel alle mele e l'aranciata, però a quanto pare mangia anche italiano....



Me lo auguro!!! Se si nutrisse solo di dolci e aranciata avrebbe un pancino più sorgente.. Il Papino bello cicciotto![SM=g27828] Che cariiiiiiiino!!!!![SM=g27836]
01/09/2005 00:36
 
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Intervista al Cardinale Thodore McCarrick


Il Cardinale Theodore McCarrick ha affermato che Benedetto XVI ha dimostrato durante al Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia di essere “un uomo decisamente autentico” e di aver trovato “il modo di arrivare” ai giovani.



Il 75enne Arcivescovo di Washington, D.C., che ha preso parte all’ultima edizione della GMG, ha condiviso con ZENIT alcune delle sue impressioni su questo avvenimento, sostenendo che il nuovo Papa è stato “molto caloroso, molto affabile”, ed ha mostrato di possedere “uno stile diverso da quello del suo predecessore, ovviamente perché è una persona diversa e vuole essere se stesso”.
I partecipanti alla GMG, infatti, “sapevano che avrebbero vissuto un’esperienza diversa, ma è stata molto piacevole e santa”, ha commentato il porporato.

“Penso che sia stata una grande esperienza, proprio come lo è ogni GMG – ha affermato il Cardinale –. Quando Giovanni Paolo II il Grande era nostro Papa, le GMG erano un momento straordinario di gioia ed incontro per i giovani cattolici e, ovviamente, mi aspettavo che sarebbe stato lo stesso con Papa Benedetto. Sono felice di poter dire che è stato realmente così”.

“I giovani erano così entusiasti di incontrare il nuovo Papa, di vederlo ed ascoltarlo, ed hanno realizzato i loro desideri”, ha aggiunto.

“I giovani hanno trovato un uomo molto umile – ha proseguito l’Arcivescovo di Washington alludendo ancora al Pontefice –, molto allegro, saggio e brillante, un uomo la cui gioia per il fatto di essere con loro era palese mentre salutava e sorrideva”.

Il Cardinal McCarrick ha apprezzato molto il modo in cui è stato organizzato l’evento. “La musica era meravigliosa”, ha affermato, sostenendo di esserne rimasto “molto colpito” da tutto. “Alla Veglia e poi anche alla Messa domenicale, i momenti musicali mi hanno aiutato ad essere trascinato da tutta l’esperienza”, ha rivelato.

“Questo elemento, come parte di una liturgia splendida, mi ha fatto venire la tentazione di prendere un altro libretto della Messa che stava sulla mia sedia. Lo porterò con me a Washington e vedrò se possiamo imparare anche noi qualcosa da quegli inni, perché sono estremamente validi”.

Secondo il Cardinale, che guidava un gruppo di circa 300 giovani provenienti da Washington, “una delle cose più importanti per i nostri ragazzi è stata la possibilità di poter conoscere persone di altri Paesi e altre culture”.

“Potevano toccare e vedere l’universalità della Chiesa – ha spiegato –. Io stesso ho avuto spesso la possibilità di parlare e predicare in tedesco, il che mi ha ricordato gli studi compiuti in Svizzera quando ero giovane”.

Prima dell’arrivo, ha continuato il Cardinale, ai ragazzi era stato detto che avrebbero incontrato persone di ogni parte del pianeta, la vera “cattolicità della Chiesa”, ma una volta giunti a Colonia “l’hanno verificato con i propri occhi”.

“Vi erano persone che parlavano lingue diverse che non capivano – discutendo tutti i grandi misteri condivisi della nostra religione. E’ una delle cose speciali che porteranno sempre dentro di sé”, ha ricordato il Cardinale.
02/09/2005 13:06
 
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?????
Certo che se le sono inventate proprio di tutte questi italiani della gmg..!!!!!


02/09/2005 22:34
 
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SIAE VATICANA


Benedetto XVI ha affidato alla “Radio Vaticana” i diritti d’autore sull’audio di discorsi, conferenze, omelie pronunciati prima di diventare Papa, secondo quanto ha reso noto la Santa Sede questo venerdì.

“La Radio Vaticana, emittente radiofonica della Santa Sede, ha, in forza del suo Statuto (art. 15), il compito di costituire, custodire e gestire l’archivio sonoro del Santo Padre, assicurandone la salvaguardia e curandone in esclusiva, sotto ogni profilo, i relativi diritti d’autore e di proprietà intellettuale”, afferma un comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede.

“Inoltre, si rende noto che il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha affidato alla Radio Vaticana l’esercizio e la tutela dei diritti d’autore e di proprietà intellettuale anche su tutte le registrazioni sonore della propria voce risalenti il periodo antecedente alla Sua elevazione alla Cattedra di Pietro, salvi i diritti già legittimamente acquisiti da terzi”, aggiunge il comunicato vaticano.
04/09/2005 14:36
 
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Papa Benedetto scrive a Radio Maria....
"Lettera di Papa Benedetto XVI a Radio Maria"

In occasione della elezione a Pontefice di Sua Eminenza il Card. Joseph Ratzinger, il Presidente dell'Associazione Radio Maria, il Sig. Emanuele Ferrario, e il Direttore, Padre Livio Fanzaga, hanno inviato un telegramma di felicitazioni, promettendo le preghiere della Famiglia di Radio Maria. Il Santo Padre Benedetto XIV, attraverso la Segreteria di stato, ha risposto inviando questo messaggio:




04/09/2005 18:47
 
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Vescovi Messicani parlano di Benedetto XVI
Trascorsa la prima delle quattro settimane della visita “ad limina apostolorum” dell’episcopato messicano a Papa Benedetto XVI, aumentano le testimonianze sulla sua affabilità e sul suo interesse per il Paese.

Da quanto affermano i presuli emerge un’immagine del Papa molto diversa da quella che una parte della stampa mondiale ha voluto presentare, mostrando un Pontefice distante ed eccessivamente razionale. Il profilo che hanno tracciato a ZENIT i Vescovi messicani che lo hanno incontrato in udienze private è quello di un pastore della Chiesa universale interessato a ciascuna delle realtà diocesane, soprattutto a quelle del secondo Paese per numero di cattolici del mondo.

E’ stato un incontro meraviglioso – ha confessato il Vescovo di Ciudad Guzmán, monsignor Braulio Rafael León Villegas – per l’affabilità, la vicinanza e la semplicità del Santo Padre”.

Quanto agli argomenti che interessano particolarmente il Papa, il presule messicano ha segnalato come prioritario il tema delle vocazioni sacerdotali e del seminario. “Una delle domande che mi ha posto è come procede la promozione delle vocazioni religiose nella diocesi, per informarsi e promuovere più vocazioni”.

Per il trattamento che ci ha riservato e per la gioia che mostra nel riceverci e conversare con noi, è chiaro che il Santo Padre è particolarmente interessato a conoscere noi Vescovi messicani e, attraverso di noi, le diocesi che serviamo”, ha sottolineato monsignor León Villegas.

Da parte sua, il Vescovo di Autlán, monsignor Gonzalo Galván Castillo, ha affermato che l’affabilità del Papa è confermata dal fatto che tutti i Vescovi che gli hanno fatto visita sono usciti con la stessa impressione: “constatare che qualcosa che desideravamo è divenuto realtà: un Papa che ci apre il suo cuore, gentile, delicato, attento”.

Il Papa condivide le nostre preoccupazioni pastorali, ad esempio come ci troviamo ad Autlán, la comunione, la vicinanza reciproca, le vocazioni sacerdotali e religiose, il seminario, l’influenza del turismo nelle zone costiere, la risposta di fede nelle comunità indigene, fino a quanto ci stiamo occupando della loro povertà, delle loro necessità: sono questioni di cui ho parlato con il Papa e che a me, come Vescovo, sembrano fondamentali”, ha affermato monsignor Galván Castillo.

Riferendosi al futuro, il Vescovo di Autlán ha osservato che “il Papa suscita nei Vescovi una vitalità rinnovata, affinché sappiamo motivare le comunità all’unità e alla crescita spirituale delle diocesi”.

Monsignor Javier Navarro Rodríguez, Vescovo di San Juan de los Lagos, terra di martiri recenti, ha affermato che il Papa ha insistito particolarmente sull’importanza di raccomandare alla Vergine il ministero dei sacerdoti e delle vocazioni.

Si è rallegrato – ha osservato monsignor Navarro Rodríguez – del fatto che nella mia diocesi ci siano numerose vocazioni e che stiamo condividendo sacerdoti con diocesi più bisognose e diocesi di fuori. Ha insistito molto sulla missione all’interno e all’esterno della Chiesa, com’è il caso di alcuni nostri sacerdoti che sono in missione in Ciad”.

In conclusione, il Vescovo di San Juan de los Lagos ha segnalato che il Papa è molto importante preservare i valori familiari, la stabilità delle coppie, la santità del matrimonio: “il Santo Padre incoraggia molto a continuare a lavorare per le famiglie; sa che il seme delle vocazioni è lì e nulla lo preoccupa tanto come le vocazioni religiose”.
05/09/2005 01:56
 
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Altri retroscena dal Conclave
Il retroscena E il «rivale» Martini dà il via libera Nello sguardo dell’ex arcivescovo di Milano il segnale ai porporati, conquistati dalla fermezza di Ratzinger



L’immagine risolutiva, nel primo Conclave del Terzo millennio, resterà forse quella del cardinale Carlo Maria Martini con le mani posate sul bastone, il profilo ieratico e lo sguardo intenso sollevato verso il confratello Joseph Ratzinger alla messa Pro eligendo Pontifice di lunedì mattina, prima che i cardinali si chiudessero nella Sistina. Perché è in quel momento, mentre il decano addolciva il rigore della sua omelia e parlava della «verità nella carità», che la situazione si è sbloccata. Il cardinale Ennio Antonelli parla a Radio Toscana Network e lo fa capire in un sorriso, «è un grande segno di unità per la Chiesa, c’è stato un clima di festa e di comunione, e la rapidità dell’elezione parla da sola...». E il cardinale ultraottantenne Luigi Poggi: «Mentre parlava Ratzinger, molti confratelli si sono guardati in faccia e hanno deciso, "è lui, è evidente"».

Nessun muro contro muro. Se l’elezione si è compiuta al quarto scrutinio significa che le «grandi anime» capaci di segnare il pre-Conclave si sono trovate d’accordo sull’essenziale: finché Martini ha dato il via libera. Prima l’intervento netto del gesuita biblista all’apertura delle congregazioni: silenzio iniziale, Martini che rompe il ghiaccio e parla per i sette minuti concordati, altro silenzio, altri sette minuti dell’arcivescovo emerito di Milano, ancora silenzio, e il cardinale venuto da Gerusalemme che interviene per la terza volta. Poi Ratzinger, capace di guidare le giornate delle congregazioni «con mano magistrale, garbo, gentilezza ma anche fermezza, quando occorreva», ricorda il cardinale Pio Laghi. E infine l’omelia pronunciata lunedì dal decano: parole nette e prive di veli curiali come quelle del suo «antagonista».
I due, in fondo, si stimano da sempre, e non è solo per la prefazione di Ratzinger all’edizione della Prima lettera di Pietro curata da Martini, il libro che Giovanni Paolo II regalò a tutti i cardinali per il venticinquesimo anniversario di pontificato. Quando si trovarono su posizioni distanti, come a proposito della dichiarazione ratzingeriana Dominus Jesus («solo nella Chiesa vi è salvezza piena di mezzi salvifici»), Martini sfumò ironico: «La salvezza è possibile a tutti al di fuori di qualunque Chiesa, non c’è dubbio, se ciascuno segue la Grazia di Dio, la coscienza morale e lo Spirito Santo. Ma sapete com’è: il cardinale Ratzinger, per il suo ruolo, deve fare chiarezza, per così dire mettere i puntini sulle "i"...».
Così alla fine, fra il teologo che invocava una «fede chiara» e il biblista che invitava a seguire «l’audacia e il coraggio di Giovanni Paolo II» si è trovata un’intesa. Perché si trattava proprio di coraggio, «la scelta di un Papa è difficile, quella dopo Wojtyla poi... Doveva avere tutti i titoli, al cento per cento!», sillaba ancora il cardinale Poggi. «Perché non è una cosa così: nella scelta di un Papa si deve andare sul sicuro, c’era bisogno di un uomo che tenesse in mano la Chiesa come Ratzinger ha condotto giorno dopo giorno le congregazioni: dalle 9 a mezzogiorno e mezzo, sotto pressione ma sempre gentile e sicuro».

Alla fine non avevano dubbi, «per me era scontato dall’omelia ai funerali di Giovanni Paolo II», considera il cardinale Fiorenzo Angelini. I grandi della Terra a capo chino davanti al feretro, i milioni di fedeli in piazza, il mondo a guardare in diretta l’addio a Wojtyla «e lui stava lì, al centro del sagrato, e ha saputo parlare come avrebbe parlato un parroco, "possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice!", con la semplicità dottrinale che solo i grandi maestri sanno raggiungere: direi che in quel momento ha disarmato anche chi poteva pensare che fosse un uomo glaciale e distaccato, rigido e giudice».
Lo ha visto emozionato, Angelini: «Lui sa, sa veramente che oggi non è andato su un trono ma è asceso al calvario. È un uomo pieno di dignità e di carica soprannaturale e mi creda: dopo quella fumata, si è convinto di non essere stato glorificato ma crocifisso».
Insomma, ci voleva qualcuno che se la sentisse: «Guardi che non era semplice, ci voleva davvero coraggio per succedere a Wojtyla, coraggio e fede». Diceva il cardinale brasiliano Araujo: «Nessuno dei cardinali vuole fare il Papa!». Bisognava trovare qualcuno che avesse una visione internazionale, sapesse guidare la macchina della Chiesa perché la conosce e, dopo i funerali, avesse la forza per non disperdere il patrimonio di fede raccolto intorno a San Pietro. Anche il lungo sguardo di Martini, nella Basilica, significava che in fin dei conti ce n’era soltanto uno. Così il cardinale Laghi accenna a un sorriso, «"verità nella carità", quel passo dell’omelia di Ratzinger è decisivo, perché lui ha sempre parlato della verità con amore: chi si è fatto un’idea sbagliata scoprirà che è un uomo buono, gentile e comprensivo».
07/09/2005 14:02
 
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Secondo Messori il Papa a Colonia ha "sofferto"
La Stampa,intervista. 19 agosto 2005

Messori: a Colonia Ratzinger soffre





«La Giornata mondiale della gioventù è una creatura di Karol Wojtyla. Benedetto XVI non l'avrebbe mai convocata e se avesse potuto non vi avrebbe partecipato. Ora è a Colonia per senso del dovere, ma, conoscendolo, so che sta soffrendo: bagni di folla e fede da stadio non sono per lui». Vittorio Messori, lo scrittore cattolico italiano più letto nel mondo (unico ad avere scritto un libro con gli ultimi due Papi) legge nel volto di Joseph Ratzinger la «difficoltà di chi deve adeguarsi a una kermesse lontana dalla sua sensibilità».

Perché, secondo lei, Benedetto XVI soffre a Colonia?



«Per Wojtyla la Gmg era una festa, per Ratzinger una sofferenza, un impegno gravoso da onorare con grande senso di responsabilità. Giovanni Paolo II era prete da campeggio in montagna, il suo successore vive da sempre nella penombra delle biblioteche. Per questo funzionava l'accoppiata, erano complementari. Uno popolare, estroverso, carismatico abituato alle gite parrocchiali, con la vocazione d'attore. L'altro riflessivo, aristocratico, dai ragionamenti taglienti. Opposti persino nel modo di stare a tavola».

Prego?

«Sì, Giovanni Paolo II era rimasto uomo del popolo, a fine pasto buttava le posate così come capitava invece di riporle parallele nel piatto come detta il galateo. Ratzinger, invece, è impeccabile. L'episcopio di Cracovia era un porto di mare di giorno e di notte, Wojtyla non chiudeva mai le porte. Benedetto XVI è tutt'uno con le quiete stanze delle accademie e la sua vocazione sono gli studi».

E' solo questione di stili diversi?

«Wojtyla era pragmatico, un uomo d'azione, un ex seminarista-operaio, più portato a fare che a spaccare il capello in quattro, filosofo e non teologo,poco appassionato a San Tommaso. Da giovane era incerto se recitare o fare il prete. Il professor Ratzinger, invece, i giovani li conosce solo come studenti da ricevere per colloqui vis-a-vis».



Nella Spianata di Marienfeld Benedetto XVI rischia una sconfitta mediatica ?

«Il suo linguaggio e poco adatto ai raduni stile Woodstock. Lui lo sa e fa bene a non tentare un'impossibile imitazione di Giovanni Paolo II. Ne uscirebbe a pezzi se affrontasse un milione di ragazzi con le stesse comunicative di Wojtyla, che era attore, mimo, cantante».

Se non fosse una decisione del suo predecessore, crede che Benedetto XVI avrebbe voluto Colonia 2005?

«No, perché alle acclamazioni preferisce i toni pacati. A Wojtyla bastava una battuta, un passo di danza per entrare in sintonia con i giovani. A Ratzinger serve un contesto più intimo per far crescere la riflessione. Wojtyla non aveva bisogno di credere, la sua fede era istintiva, mistica: la fede non gli serviva, per lui Cristo era evidente. Pregava tutta la notte sdraiato sul pavimento alla slava, con le braccia in croce. Ratzinger è l'intellettuale postmoderno che crede fino in fondo nonostante i dubbi. La fede è una continua vittoria della ragione sulle domande che l'assediano. Che Dio esiste e Gesù è suo figlio te lo dimostra con il ragionamento».

In uno stadio il ragionamento conta meno dell'emozione?

«Giovanni Paolo II è stato uno degli ultimi figli della cultura popolare cattolica. E la forza del suo messaggio derivava anche da questo. Ratzinger era l'eminenza grigia del precedente pontificato, riequilibrava gli slanci di Wojtyla, se invece che cattolico fosse stato un agnostico o un ateo sarebbe stato molto pericoloso. Avrebbe colto le difficoltà logiche del cristianesimo. Da giovane faceva fatica a credere. La biografia di Wojtyla era al centro della sua missione, Ratzinger è teologia pura. Gli consiglio solo di trovarsi una "spalla" che bilanci il suo essere così introverso».

Lei che li ha conosciuti da vicino entrambi, chi sente più vicino alle sue corde?

«Senza dubbio Benedetto XVI. Vengo dall'azionismo torinese, sono stato il discepolo prediletto di Galante Garrone. Anche per me, come per Ratzinger, la fede non è un dato di fatto ma una scommessa senza fine».

08/09/2005 13:02
 
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Promesse di Papa
L’Arcivescovo Bertone: «Sarà a Genova e a Savona l’anno prossimo. Ha chiesto del monte Figogna, ci saliremo insieme»



Lavoravano alla Congregazione per la dottrina della fede, ha dato l'annuncio tanto atteso e gradito alla comunità genovese.
«Tempo fa ero a colloquio con Papa Ratzinger nelle sue stanze in Vaticano - rivela il cardinale -. Sono stato anche nel salotto dove il Papa ha portato il pianoforte nel quale ogni tanto si diletta suonando le sue musiche tedesche. E ho presentato ufficialmente a Benedetto XVI la domanda di far visita a Genova e Savona nel 2006, consegnandogli la mia lettera di invito insieme alle lettere del vescovo di Savona e del sindaco di Genova». Racconta Bertone che «il Papa si è detto ben disposto a venire in Liguria il prossimo anno, compatibilmente con tutti gli impegni che ha in agenda. Speriamo davvero di avere con noi questo Pellegrino della fede». Durante il suo futuro soggiorno genovese Papa Benedetto XVI ha promesso all'amico Bertone di salire con lui ai piedi della Guardia. «Il Papa mi ha chiesto informazioni sull'apparizione della Madonna sul monte Figogna - racconta ancora Bertone -. Gli ho ricordato l'atto notarile che certifica la veridicità della comparsa, atto esposto nella cappella dell'Apparizione».
L'Arcivescovo di Genova rivela che «Benedetto XVI ogni giorno durante le sue passeggiate nei giardini vaticani si reca davanti all'Edicola della Madonna della Guardia, dove io stesso insieme a don Stefano mi soffermavo a pregare prima del Conclave. È come se il Papa anticipasse in questo modo il pellegrinaggio al nostro santuario. E Papa Ratzinger mi ha assicurato che prega sempre per noi genovesi». Ma ieri alla Guardia si celebrava anche una ricorrenza molto sentita dalla comunità dei fedeli: la Festa del cuore immacolato di Maria. «È lei che ci guida nel cammino esaltante e difficile della ricerca di Gesù - dichiara Bertone - Anche noi vogliamo portare nel cuore tante esperienze di bontà e benevolenza, come la premura che la Madonna ha mostrato per noi attraverso il segno visibile della sua apparizione sul monte Figogna».
Per l'Arcivescovo di Genova «i tre segreti di Fatima ricordano la devozione al cuore immacolato di Maria e rappresentano una continua esortazione alla preghiera per la salvezza delle anime». Il segreto di Fatima e la devozione al cuore della Madonna costituiscono, conclude Bertone, «la vittoria su ogni male. Cerchiamo di essere vittoriosi con Maria. Abbiamo fiducia in lei. Gesù ha vinto con Maria. Il sì di Maria ha cambiato la storia del mondo perché ha introdotto nel mondo il Salvatore».
08/09/2005 14:47
 
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I ricordi di un ristoratore
Un giorno con il Papa



"Ricordo quando Papa Ratzinger venne a farci visita, un estimatore del pesce di lago e della nostra cucina". A parlare di Papa Benedetto XVI è Giovanni Ficociello, titolare con i fratelli Luigi, Massimo e Sira di un ristorante sul Lago di Vico. "Erano gli anni ottanta e Ratzinger non era neppure cardinale", ha continuato il signor Giovanni, "un giorno si presentarono nel nostro ristorante otto novizi di un seminario tedesco, dissero che erano di passaggio e che andavano a trovare un eminente personalità a Roma, proveniente dalla Germania a cui erano particolarmente affezionati. Promisero di portarlo a pranzo da noi. Dopo pochi giorni Ratzinger venne insieme agli otto seminaristi e mangiò di tutto, rimase colpito dal nostro piatto forte, "tortorelli al coregone" da 45 anni cucinati allo stesso modo da mia madre Anna e dalla nostra bruschetta, in particolare quella da noi battezzata Erode, anzi sorrise di questo e la mangiò chiedendo di cosa era composta, io risposi con ingredienti naturali tra cui alghe del lago". Il «battesimo» di Ratzinger a quella bruschetta ha portato fortuna al Ristorante Ficociello, tanto che quella bruschetta è ora finita sul libro di cucina inglese che tradotto suona «Il naso di Pasquale», come specialità del Lago di Vico. "Ricordo che l'allora vescovo Ratzinger pagò il pranzo è restò talmente soddisfatto che volle stringere la mano a tutti noi, mamma compresa, alle prese con i fornelli", ha ricordato il signor Ficociello, sperando che il neo Papa abbia sempre viva nella memoria quella giornata di serenità trascorsa al Lago di Vico».


[i ricordi però non sono esatti, se la data del ristoratore è esatta il cardinal Ratzinger era già cardinale, essendo stato ordinato nel 1977....[SM=g27821][SM=g27821] [SM=g27821] ]

[Modificato da Ratzigirl 08/09/2005 14.49]

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