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SUPERSUPREMO
Il futuro del futurismo in mostra a Bergamo
La GAMeC, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, ospita la grande mostra ''Il futuro del futurismo''. Aperta fino al 24 febbraio 2008, la collettiva focalizza l’attenzione sull’influenza che il Futurismo ha avuto, e ha tuttora, sull’arte del Novecento attraverso circa 200 opere di 120 artisti.

L'evento è curato da Giacinto Di Pietrantonio e Maria Cristina Rodeschini Galati e intende affrontare gli influssi esercitati dal Futurismo, la più importante avanguardia storica italiana, sugli sviluppi dell'arte visiva del '900 per giungere alle più recenti ricerche contemporanee. Il percorso espositivo è di tipo tematico e pone in relazione i linguaggi che hanno trovato il proprio fondamento teorico e poetico nei manifesti del movimento e le più innovative indagini artistiche del XX secolo. Si va così dalle opere degli esponenti storici del futurismo - quali Boccioni, Balla, Carrà, Russolo, Severini, Depero - verso ricerche artistiche cui la radicalità dell'avanguardia Futurista ha aperto la strada - dall'Astrattismo al Costruttivismo, dall'Arte Cinetica alle Neo Avanguardie degli anni '60 e '70 - fino ai protagonisti dell’arte contemporanea - come Hirst, Warhol, Haring, Fontana, Nauman, Pistoletto, Tuttofuoco. Un itinerario, quindi, che si articola per accostamenti, analogie e differenze.

Prendendo spunto dalle tematiche celebrate dal Futurismo - dalla velocità alla tecnologia, dalla simultaneità al dinamismo della metropoli, dall'audacia alla ribellione, allo scandalo - gli spazi della GAMeC saranno suddivisi in 9 sezioni. Integra il percorso espositivo un filmato, a cura di Carlo Durante e Massimo Galimberti e con montaggio di Leonardo Rigon, realizzato appositamente per la mostra in collaborazione con Rai - Direzione Teche. Interessanti anche le iniziative collaterali alla mostra ''Il futuro del futurismo'', tutti all’insegna di un approccio multidisciplinare. Dai progetti didattici alle visite guidate per singoli (a calendario e su iscrizione) passando per un ciclo di conferenze ed incontri con artisti e autori del catalogo e la rassegna cinematografica GAMeCinema in collaborazione con Lab 80 Film.

www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6603
08/10/2007 23:35
 
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SUPERSUPREMO
L'Annunciata in mostra a Milano
Dal 5 ottobre al 25 novembre 2007, per la quinta edizione del ciclo ''Un Capolavoro per Milano'', il Museo Diocesano di Corso Di Porta Ticinese ospita la mostra ''Un Capolavoro per Milano - L'Annunciata di Antonello da Messina''. Un appuntamento dedicato alla prestigiosa icona della produzione di Antonello da Messina, in prestito dalla Galleria Regionale della Sicilia (Palazzo Abatellis, Palermo).

Capolavoro assoluto dell'arte italiana ed europea, l'Annunciata colpisce per la straordinaria perfezione formale e per l'innovativo concetto di assolutezza spaziale; rispettivamente sintetizzati nella bellezza geometrica dell'ovale del volto e nell'impercettibile rotazione della figura nello spazio.

Nell'ambito dell'evento, nei giorni di domenica 7, 14, 21, 28 ottobre, giovedì 1 novembre e domenica 4, 11, 18, 25 novembre saranno attivati laboratori didattici per bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, in cui, dopo aver ammirato dal vero il capolavoro di Antonello, i piccoli visitatori potranno cimentarsi nella realizzazione di un piccolo dipinto su tavola, creando i colori dai pigmenti come nelle botteghe rinascimentali (alle 15.00 e alle 16.30). Genitori, nonni, zii, amici potranno invece approfittare della presenza di uno storico dell'arte che commenterà l'Annunciata di Antonello da Messina (alle 15.00, 15.30, 16.00, 16.30, 17.00, 17.30, la visita dura 30 minuti). Visite guidate e laboratori didattici sono gratuiti.

www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6596
25/02/2008 12:55
 
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Ottocento. Da Canova al Quarto Stato (Roma - Scuderie del Quirinale Dal 29 febbraio al 10 giugno 2008)


L'Europa - il mondo - non ha che un solo Canova scriveva Lord Byron nei primi anni del 1800. L'affermazione del poeta e politico inglese torna di attualità in occasione della mostra Ottocento. Da Canova al Quarto Stato alle Scuderie del Quirinale di Roma.

Infatti, la tesi principale che guida l'iniziativa, curata da Maria Vittoria Marini Clarelli, Fernando Mazzocca, Carlo Sisi, è documentare la grandezza dell'arte italiana del XIX secolo, dimostrando che Canova, Segantini, Boldini, Hayez, tanto per citare alcuni degli artisti dell'epoca presenti in mostra, realizzarono opere di una qualità pari, e in alcuni casi superiore, a quelle degli altri paesi europei, Francia inclusa.

La mostra riunisce, per la prima volta, oltre 100 capolavori dell'800 italiano, in grado di raccontare come pittori straordinari, tra Roma e Milano, Firenze e Napoli, abbiano lottato in contesti e situazioni storiche difficili, per realizzare opere che fossero all'altezza della migliore tradizione nazionale.
Appiani, Palagi, Hayez e i rappresentanti della Scuola Romantica a Milano, i Macchiaioli - Fattori, Lega, Signorini - a Firenze, i vedutisti della Scuola di Posillipo e Morelli a Napoli, hanno reinterpretato il lento, spesso dorato, tramonto dell'ideale classico e delle regole ritenute immutabili dell'Accademia, realizzando, in nome dei grandi ideali del Risorgimento e dei conflitti esistenziali nei Romantici, una pittura che desse conto della semplice natura e della vita quotidiana nei Macchiaioli, dei misteriosi percorsi dell'animo in Morelli, creando così una nuova idea di bello che corrispondesse alle inquietudini dell'uomo moderno.

Il percorso espositivo si compone di 130 opere di 72 autori che raccontano storie suggestive o rappresentano testimonianze storiche ben precise e cambiamenti sociali in atto.
Tra i capolavori, il Bacio di Francesco Hayez, dipinto che raramente lascia le sale della Pinacoteca di Brera di Milano, il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, l'opera più grande tra quelle esposte con in suoi 283 cm di altezza e i 5 metri e mezzo di larghezza, il Napoleone Bonaparte presidente della Repubblica Italiana di Andrea Appiani (1803), primo ritratto assoluto di Napoleone.
E così altri strepitosi ritratti, come l'eroica Principessa Belgiojoso e i sensuali nudi femminili di Hayez, le malinconiche scene familiari di Silvestro Lega, come l'indimenticabile Canto di uno stornello, le smaglianti tavolette (su cui svetta l'incanto dei Bagni della Rotonda Palmieri) e gli intensi ritratti di Giovanni Fattori, chiamati a raccolta dai maggiori musei e dalle collezioni private più esclusive, restituiscono le passioni, le speranze e le delusioni di un Paese in lotta per l'indipendenza e per la creazione di una società più equa. Dopo l'Unità d'Italia, le vicende della pittura, a cominciare dall'esperienza rivoluzionaria dei Macchiaioli che si esaurisce nel giro di dieci anni, vedono scavarsi un solco tra gli artisti ufficiali, graditi all'establishment e quelli che, in perenne conflitto con la società, cercano di realizzare un nuovo modo di vedere e interpretare la realtà.

La mostra intende mettere a confronto presupposti ed esiti diversi, tra il linguaggio della "macchia", basato su una potente sintesi plastica e cromatica, la materializzazione dell'immagine perseguita tra le vibrazioni luminose di Morelli e le sperimentazioni atmosferiche della Scapigliatura e del Divisionismo. I protagonisti di questo movimento, Segantini, Morbelli, Novellini, Previati, Pelizza da Volpedo, testimoniano la grandezza e la modernità, assolutamente europee, dell'ultima grande stagione della pittura italiana dell'Ottocento. Per evocare meglio il percorso artistico del secolo alcuni capolavori assoluti della scultura - di artisti come Canova, Tenerani, Bartolini, Vela, Duprè, Cecioni, Gemito, sino a Medardo Rosso - fanno da grandi testimoni, strategicamente dislocati negli snodi principali, alle diverse sezioni.

Informazioni


Orari: da domenica a giovedì 10.00-20.00; venerdì e sabato 10.00-22.30; l'ingresso è consentito fino a un'ora prima della chiusura

Ingresso: intero: 10,00 Euro; ridotto: 7,50 Euro. Biglietto integrato Scuderie del Quirinale e Palazzo delle Esposizioni, valido per 3 giorni: intero 18,00 Euro; ridotto 15,00 Euro

Info: singoli, gruppi e laboratori d'arte tel. 0639967500; scuole tel. 0639967200

Fonte Dada.net
[Modificato da LestatNotturno 25/02/2008 12:55]
07/05/2008 00:09
 
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JUNIOR
A GORIZIA
DAL 14 MARZO AL 27 LUGLIO 2008
LA MOSTRA
LE MERAVIGLIE DI VENEZIA. DIPINTI DEL ‘700 IN COLLEZIONI PRIVATE

A Palazzo della Torre, 120 opere ripercorrono una delle stagioni più raffinate della storia dell’arte italiana, con lavori di Canaletto, Bellotto, Marieschi, Guardi, Marco e Sebastiano Ricci, Giambattista e Lorenzo Tiepolo, Longhi, provenienti da collezioni private.

Dal 14 marzo al 27 luglio 2008, Gorizia diventerà teatro di un’iniziativa di grande valore culturale e artistico. Le rinnovate sale di Palazzo della Torre, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, ospiteranno la mostra LE MERAVIGLIE DI VENEZIA, che presenterà 120 opere, tutte provenienti da raccolte private, realizzate dai più importanti esponenti del Settecento veneziano, da Canaletto a Bellotto, da Marieschi a Guardi, da Marco e Sebastiano Ricci a Giambattista e Lorenzo Tiepolo, da Zuccarelli a Longhi.
L’esposizione, curata da Dario Succi e Annalia Delneri, è promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, prodotta e organizzata da Artematica, main sponsor Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, rivelerà capolavori di una delle stagioni più raffinate della storia dell’arte, solitamente accessibili agli studiosi, finalmente fruibili anche a un pubblico più allargato.

“Palazzo della Torre – afferma Franco Obizzi, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia - sito in via Carducci, l’antica via dei Signori nel cuore storico di Gorizia, rappresenta un’importante testimonianza della storia goriziana e di un’istituzione economica come la Cassa di Risparmio. La Fondazione, avendone ereditato il patrimonio e le finalità sociali, ha quindi deciso di acquistare l’immobile per destinarlo a propria sede e allo svolgimento della sua attività istituzionale, con l’intento di trasformarlo in uno spazio culturale che si propone di diventare il motore dell’attività culturale della nostra provincia e non più mero contenitore, con un calendario che, già fin d’ora, è denso di appuntamenti”.
“Con Artematica - sottolinea il suo amministratore delegato Andrea Brunello – abbiamo intrapreso un percorso di grandi eventi culturali che hanno un’attenzione particolare alla valorizzazione di opere legate al territorio, come questa mostra di Gorizia e come quella dedicata a Canaletto che apriremo a ottobre a Treviso”.
“Siamo consapevoli che la promozione di progetti culturali rappresenti un forte elemento di identità del territorio e un importante fattore di sviluppo – ha proseguito Carlo Appiotti, Presidente Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia. - Per questa ragione la Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia ha sostenuto con convinzione la realizzazione di questa interessante iniziativa che vede una feconda collaborazione con la Fondazione CARIGO con l’obiettivo di offrire opportunità al territorio”.

Il percorso espositivo, si aprirà con le vedute di Luca Carlevarijs, l’artista di origine friulana che per primo seppe evocare l'unicità dell’atmosfera di Venezia, cogliendo il valore mitico della sua storia millenaria e la vivacità dei suoi abitanti. Carlevarijs riuscì a elevare la veduta dal livello di mero documento topografico a quello di immagine poetica della città. Carlevarijs concentrò l’attenzione sui luoghi monumentali di Venezia evocandone il valore simbolico e incanalando lo spazio prospettico in direzione di quella poesia atmosferica che costituì una delle più alte conquiste del secolo.
Un’importante sezione sarà dedicata alle opere di Canaletto, che imponendosi sulla scena veneziana alla metà degli anni venti creò vedute ineguagliabili nelle quali la bellezza della Serenissima viene descritta con occhio attento e collocata nella dimensione di uno spazio assoluto, di una realtà luminosa e certa: il disegno impaginativo, lucido e coerente, salda le architetture, i cieli e le acque in immagini solari dalle quali è espunta qualsiasi concitazione. Lo spazio secondo ragione della Venezia di Canaletto è quello di una città pittorica che non dipende in alcun modo dall’esattezza topografica pur creando un sorprendente effetto di realtà.
Le scoperte e le conquiste di Canaletto negli anni trenta funsero da modello per il nipote Bernardo Bellotto entrato nella bottega dello zio attorno al 1735-1736, e per Michele Marieschi; ma se, Bellotto operò una sintesi tra le atmosfere immobili e la resa minuziosa delle architetture, tipiche di Canaletto, traducendole in una poetica più calda e appassionata, Marieschi seppe staccarsi dai moduli di Canaletto, dando vita a una pittura più genuina, in cui la forma della città risulta ricreata sulla tela con grande trasporto emotivo.
Nella seconda metà del secolo, in evidente aderenza con l’atmosfera di incertezza e di declino politico ed economico di una città che ormai viveva dei ricordi di un glorioso passato, la lunga vicenda artistica di Francesco Guardi si condensa nell’espressione pittorica di una Venezia quasi fantomatica, vista in dissolvenza tra bagliori luminosi e indistinti aloni di colore. Vedute e capricci si confondono in visioni caratterizzate da un senso di infinita lontananza, di silenzi sospesi tra mare e cielo, come se l’artista volesse catturare l’essenza e l’anima di Venezia.
Il percorso prosegue con la pittura di paesaggio, un genere che si affermò a Venezia sul finire del Seicento e conobbe una straordinaria fortuna perché rispecchiava il mutato rapporto della città lagunare con la terraferma dopo il definitivo tramonto dell’ideale mercantile sul quale la Serenissima aveva costruito le proprie fortune.
Nei dipinti di Marco Ricci si rispecchia la varietà e la gaiezza del paesaggio veneto, dalle aspre montagne del bellunese alle silenti lagune. In questo senso, il Grande paesaggio con fiume, lago e figure rappresenta una delle vette stilistiche più alte mai raggiunte dall’artista bellunese, che si traduce in una visione paesistica in cui la natura diviene, insieme all’uomo, protagonista della storia ideale e quotidiana.
Il paesaggio arcadico è presente con stupende opere di Francesco Zuccarelli e di Giuseppe Zais nelle quali viene evocata una natura popolata da pescatori, pastorelli, cavalieri con cappelli piumati, lavandaie. Luminosità soffuse, ombre leggere, orizzonti vaporosi, acque smeraldine, boschetti odorosi sono i motivi dell’idillio arcadico comunicato dai due artisti con una felicità espressiva che realizza pienamente la concezione della pittura quale canto libero, diretto a meravigliare con la dolcezza delle lusinghe di invenzione, colore e tono.
Il profumo e l’aria di Venezia vengono restituiti in modo non meno efficace nelle opere dei pittori di storia e di figura, che restituiscono l’atmosfera piena di sensualità e di abbandono nei dipinti a soggetto mitologico ed in quelli creati per la devozione domestica.
La sezione comprende tele di Sebastiano Ricci, Giambattista Tiepolo, Antonio Pellegrini, Jacopo Amigoni, Gianantonio Guardi, Gaspare Diziani, accomunate da una vibrante energia espressiva che segna il trionfo della gioia di vivere.
Dèi ed eroi dell’antichità sono rappresentati con l’eleganza raffinata tipica del rococò che, in una visione di bellezza radiosa e sensuale, celebra la gloria dell’amore e l’apoteosi mitologica nelle immagini del trionfo di Anfitrite, di Amore e Psiche, di Venere e Marte. In questo universo di rappresentazione la seduzione opera tutte le sue risorse: l’ornamento, l’abito elegante, la maschera tessono la trama della commedia mondana, mentre la vita di salotto - nei palazzi, al Ridotto, nelle piazze, nelle botteghe del caffè – si dipana in una atmosfera di douceur de vivre.
L’incanto di Venezia rivive in una stupenda tela di Lorenzo Tiepolo con la dama che si impone nel suo abito rosso, tra i fruscii delle sete, le maschere ornate di trine che si congiungono con le pieghe dei mantelli: la seduzione acquista l’evidenza icastica di una pittura che fissa l’eloquenza dell’attimo fuggente.
L’affresco dell’epoca viene completato con una accurata galleria di ritratti di Rosalba Carriera, di Giuseppe Nogari e di Pietro Rotari, artisti che nel “vero” dei volti seppero restituire la svaporata delicatezza dell’epoca.

Fonte: www.museitaliani.org


08/05/2008 11:26
 
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La mostra è fino al 18 Maggio, io penso di farci un salto nel fine settimana... [SM=g27811]






Sebastiano del Piombo
Roma, Palazzo Venezia,
8 febbraio - 18 maggio 2008
Berlino, Staatliche Museen zu Berlin - Gemäldegalerie,
Kulturforum, Sonderausstellungshallen,
28 giugno - 28 settembre 2008



Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano presenta a Roma, nelle sale di Palazzo Venezia, dal 7 febbraio al 18 maggio 2008, la prima mostra monografica dedicata a Sebastiano Luciani, detto 'del Piombo'.

La straordinaria vicenda di Sebastiano approda in una retrospettiva che ripercorre l'intera evoluzione stilistica di un artista che fu contemporaneo di Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Giorgione e Tiziano.

La mostra, la prima ed unica rassegna monografica mai realizzata sul pittore nato a Venezia nel 1485, si svolge a Roma, dove Sebastiano visse la sua pienezza artistica, protagonista di un'epoca di complesse trasformazioni storiche, sociali, religiose: dal sacco di Roma alla Controriforma, al succedersi, nell'arco di pochi decenni, di sette papi.

Ottanta le opere esposte, tra tavole imponenti, ritratti a grandezza naturale, piccoli dipinti su lavagna, disegni preparatori e opere di confronto a testimonianza di un percorso che si presenta al pubblico come un vero e proprio viaggio iniziatico: dal calore cromatico degli inizi, all'astrazione geometrica e ai toni cupi dell'ultima parte della sua carriera.
L'esposizione, curata da Claudio Strinati, Soprintendente Speciale per il Polo Museale romano e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è realizzata con un allestimento ideato da Luca Ronconi e Margherita Palli. Una retrospettiva organizzata da Mondomostre che nasce dalla collaborazione tra il Polo Museale Romano e la Gemäldegalerie di Berlino e rientra in un complesso progetto culturale dedicato all'artista veneto.

Oltre alla mostra romana, è prevista infatti una seconda tappa presso il museo tedesco (dal 28 giugno al 28 settembre) e contemporaneamente, per tutto il 2008, un intervento di conservazione su alcune sue opere, un grande convegno internazionale di tre giorni durante la settimana dei Beni Culturali e il coinvolgimento diretto del Dipartimento Storia dell'Arte della Facoltà di Lettere dell'Università La Sapienza di Roma e dei suoi studenti.

www.mondomostre.it
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