~~ Forumando!~~

GEMELLAGGI

FORUMANDO

COMPLEANNI



Top Celebrity
FreeWorld Forum
Attuality and Society
Il Mare di Alessandro
Zerofollia Forum
Parole in Libertà
Pubblicità su FFZ
PAPPI'S FORUM
Figurati!
ApertaMenteBisex
Parole e Poesia
LeAli del Mondo
Anima Solitaria
Techno Zone
B-Side Forum
Non solo chiacchiere
FORUM P@LM@
marenostrum
FORUM
FORUM

AGOSTO

1 Walker - Lugo
1 kathrine
1 ciacchi
1 enrico1966
2 exlaura2
2 nudehose
3 giulio_08
4 scrittrice88
4 marty89
4 Keko01
4 marianna84n
5 =(G4NgStA)=.91.
5 °DarkDj°
6 sevin72
7 Ciack
7 goose07
7 Julien.Ciolla
7 Sbuffona
8 david-ao
9 ken.1979
9 ea78
9 Z@ra
9 pupetta91
10 burfaldyno
10 $castle$
10 (SimonLeBon)
11 Mr. Siffredy
11 jayjay77
12 kiss (f)
12 lello60
12 kingofgames
12 Pina72
12 Tex14
13 neve67
13 wiccan matrix
13 realstocking
13 (Kaji)
14 overboost20v
14 Alexander13
14 $sifone$
14 alias.65
14 katun83
15 goldenaxe
16 Mysticeyes
16 mrathlon900
16 caturiyas82
16 SoleLuna_80
17 +Finrod+
17 bobbio84
18 starliam82
18 DOUPHIN-R3
18 por67
19 guidozz
19 rossella.37
20 agorick
20 pioggia0081
21 cleo91
22 Stigma-
22 fairy67
22 centrosardegna
22 +eletto+
23 -Sinderella-
23 jakoooo
24 zon@ venerdì
24 fscomartino
25 nick the quick
25 _LeleM_
26 themonster91
26 |Cassius2|
27 Carlo Alberto.
28 Hermione Krum
28 Jack8321
28 HOUSE LOVERS
29 D@ny91
29 (very)
29 Griforoby
29 enniunculus
30 Pier2004
30 ILCRUDELEMARIONETTISTA
30 Sting L2
30 °ButterflyEly°

Pittura, Fotografia, Scultura, Bricolage...
Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
03/01/2007 12:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Turchia: 7000 anni di storia
dall'11/01/2007 al 31/03/2007

ROMA: Palazzo del Quirinale
in occasione della visita di Stato della Repubblica Turca, il Palazzo del Quirinale ospita una mostra dedicata alla storia millenaria della Turchia, un paese da sempre sospeso tra Oriente e Occidente. Il pubblico avrà la possibilità di ammirare reperti che risalgono alle varie fasi delle civiltà che si sono succedute in terra anatolica.



fonte: arte.stile.it
05/01/2007 01:59
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Museo della Figurina
Mezzo milione di prodotti a stampa sono l'enorme dotazione del nuovo Museo della Figurina di Modena. Un viaggio imperdibile tra memoria e fantasia alla scoperta di quei piccoli frammenti di mondo che sono le figurine.
Dalle leggendarie Liebig ai mitici album dei calciatori che hanno fatto sognare generazioni di bambini. Chi non ha mai giocato a "Muretto" o a "Ce l'ho ce l'ho... mi manca"? Chi non ha mai aperto con frenesia una bustina colorata, sperando di trovare la figurina mancante? Ora c'è un luogo, unico al mondo, un contenitore di ricordi che lega milioni di persone e che apre al pubblico negli spazi di Palazzo Santa Margherita, mostrando quel mondo fantastico e sorprendente di piccole stampe che, partendo dai secoli scorsi fino ai giorni nostri, risveglia memorie, emozioni, ma anche stimoli e sorprese inaspettate.
Il Museo della Figurina nasce dalla passione collezionistica di Giuseppe Panini, fondatore delle omonime Edizioni, che sin dagli inizi della sua attività imprenditoriale raccoglie centinaia di migliaia di piccole stampe provenienti da tutto il mondo. Il patrimonio si amplia a tal punto da diventare nel 1986 un museo interno all'azienda stessa. Nel 1992 Giuseppe Panini decide di donare la raccolta, una delle più importanti del mondo, alla sua città, eletta capitale internazionale della figurina, e quindi sede naturale di un museo che ne potesse documentare le origini e lo sviluppo.
Negli anni a seguire l'attività del museo si è concentrata sulla catalogazione della raccolta, costituita da circa cinquecento mila esemplari, e sulla sua divulgazione attraverso pubblicazioni e mostre tematiche di livello nazionale.
Il pubblico, scorrendo le pagine dei grandi album delle meraviglie, trova un inedito punto di vista sulla storia e il costume degli ultimi 150 anni, fino ad arrivare alla svolta operata dai fratelli Panini di Modena e rappresentata dall'album I Calciatori del campionato 1961/1962, quando la figurina, in precedenza venduta esclusivamente in abbinamento a un prodotto commerciale, acquista lo status di mezzo di comunicazione autonomo.
Partendo dalla tecnica della cromolitografia e dalla sua storia, legata alla pubblicità e a nomi di grandi e piccole ditte che diffusero la figurina nel mondo, si possono scoprire altri materiali ugualmente interessanti come le cigarette cards, i bolli chiudilettera, le fascette da sigari e gli album d'epoca. I visitatori, oltre all'esposizione permanente, trovano uno spazio dedicato a mostre temporanee a tema, un laboratorio per attività didattiche, una zona multimediale.
Frammenti di celluloide
Il cinema è uno dei principali soggetti delle figurine fin da quando, fra il 1912 e il 1913, la Liebig dedica una serie ai Trucchi del cinematografo, nella quale vengono "smontati" gli effetti speciali dell'epoca. Successivamente sono i volti degli attori e soprattutto delle attrici più famosi a essere stampati e riscuotere successo: negli anni Trenta, per esempio, alcune ditte alimentari italiane decidono di utilizzare foto di personaggi cinematografici da inserire come figurine all'interno delle confezioni di prodotti per incrementarne la vendita. Col tempo, agli attori si affiancano le immagini di successi radiofonici (come i 4 Moschettieri di Nizza e Corbelli), programmi tv, fino a telefilm (Sandokan per esempio) e cartoni animati.
Figurine nel pallone
Automobilismo, motociclismo, atletica, pugilato, ciclismo e soprattutto calcio. Tardivo ma sempre crescente è l'interesse del mondo delle figurine per lo sport. Proprio come l'onda della passione popolare, che a partire dal XX secolo affolla stadi e autodromi. Il salto di qualità, l'avvio dell'industria della figurina moderna si ha con i fratelli Panini che editano l'album "I calciatori del campionato 1961/1962" (la copertina riportava l'immagine di Niels Liedholm), che vende oltre quindici mila bustine: proprio quella calcistica (il tradizionale giocatore ripreso, almeno nelle prime serie, sul campo) diventa la raccolta per eccellenza.
Le raffiguriazioni del saporeDalle delizie del palato sfornate da ogni angolo del mondo ai modi di imbandire la tavola. Sono tante le serie di figurine nel corso della storia dedicate alla cucina e all'arte gastronomica. L'azienda più famosa che le utilizzò fu la Liebeg, industria alimentare conosciuta per il suo estratto di carne: era il classico gadget per bambini legato a una merce acquistata dagli adulti. Le figurine Liebig si caratterizzarono per il barattolo dell'estratto sempre presente sulla stampa. Ma sono tante le piccole imprese che hanno utilizzato le piccole stampe come veicolo pubblicitario, dalle dirette concorrenti della Liebig a quelle che producevano cioccolato e biscotti.
Immagini per imparare
Il carattere ludico ma anche didattico della figurina è uno degli elementi più importanti da prendere in considerazione per capire ed entrare pienamente in questo mondo. Attraverso gli album i bambini migliorano la propria conoscenza di ciò che li circonda: i paesi e i costumi dall'Europa all'America all'Africa, la Storia con serie dedicate a episodi importanti e personaggi famosi; la natura con sguardi ravvicinati su piante e fiori, la scienza e le sue straordinarie scoperte, la letteratura e le sue fiabe, ma anche le trasformazione della famiglia nel tempo, i giochi dei bambini attraverso i decenni, l'urbanistica e i mezzi di trasporto.
Ritagli di stile
Le figurine annotano i cambiamenti di stile con raffinata precisione, percorrendo un arco di storia del costume e della moda lungo 150 anni: a fine Ottocento risulta evidente per esempio, proprio attraverso le piccole stampe, che l'abbigliamento maschile conferisce una espressione di severità alla persona, mentre tutto l'aspetto decorativo si concentra sulla figura femminile, nei confronti della quale domina l'eclettismo, ispirato spesso al passato con soluzioni che richiamava il Rococò e il Rinascimento. Non mancano peraltro le idealizzazioni attraverso le quali la donna da personaggio reale diventa allegorica, fino ad arrivare alla donna-fiore, uno degli stilemi degli illustratori dell'Art Nouveau.
Figurine d'autore
Di particolare interesse storico e artistico sono le figurine nelle quali è riconoscibile l'autore. L'album della ditta di biscotti LU (Lefévre-Utile) di Nantes per esempio riporta immagini ad alto livello artistico in cui sono distinguibili gli stili delle arti maggiori a cavallo tra Ottocento e Novecento: alcuni portano firme allora celebri, come quelle di Volon, Loir, Mucha.Tra i nomi di maggior spicco si ricordano anche Benjamin Rabier, uno dei più famosi illustratori dell'epoca, Robida, Guillaume, Cheret - creatore del manifesto cromolitografico d'arte.
In Italia si ricorda Bioletto, autore della famosa serie del concorso Perugina-Buitoni legato alla serie radiofonica del 1934 dei 4 moschettieri di Nizza e Morbelli, con la famosa figurina del Feroce Saladino.

fonte: www.tiscali.it
09/01/2007 16:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Arterritory
La mostra Arterritory nasce come un percorso interattivo che raccoglie frammenti di luoghi e coagula la visione dell’artista con l’esperienza degli spettatori.

(08/01/2007) Fino al 18 febbraio 2007 la Centrale Montemartini di Roma accoglie“ Arterritory. Arte, Territorio e Memoria”, una collettiva di ventidue artisti selezionati per rappresentare un nuovo punto di vista, una nuova coordinata geografica capace di orientare e rafforzare il comune bisogno di appartenere ad un luogo e ad una cultura specifica. La sperimentazione individuale di scenari locali, naturali o metropolitani costituisce una base di confronto sociale e culturale di inestimabile valore.

La mostra Arterritory nasce come un percorso interattivo che raccoglie frammenti di luoghi e coagula la visione dell’artista con l’esperienza degli spettatori. L’arte racconta come la realtà metropolitana continui a mutare e a spostare i suoi confini disegnando una mappa virtuale di memorie urbane e identità locali.

Il motore dell’iniziativa parte ancora una volta dal desiderio di avvalersi del potere dell’immagine come forma di conoscenza autonoma in grado di penetrare l’intima essenza delle cose, in questo caso di luoghi abitati e vissuti. La Centrale Montemartini rappresenta in tal senso il luogo ideale per la realizzazione di Arterritory, per la singolarità del luogo come esempio unico di dialogo tra archeologia industriale e statuaria antica.

Il museo si configura come un’ istituzione di raccordo tra la collettività e il territorio, che coinvolge il visitatore in un progetto più ampio di formazione dell’individuo come cittadino responsabile di una società complessa e in continua evoluzione. Il carattere inusuale dato dalla contaminazione provocata all’interno degli spazi della Montemartini mira ad una riflessione sul recupero dell’antica fabbrica ma anche di tutta l’area urbana dell’Ostiense, da tempo oggetto di svariati interventi di riqualificazione.

Gli artisti invitati a partecipare sono: Maddalena Ambrosio, Matteo Basilé, Angelo Bellobono, Botto & Bruno, Paolo Buggiani, Tommaso Cascella, Andrea Chiesi, Giacomo Costa, Rocco Dubbini, Flavio Favelli, Carlos Garaicoa, Keith Haring Subway Drawings, Daniele Jost, Rafael Pareja, Marina Paris, Alex Pinna, Giuseppe Perone e Lucio Perone, Davide Sebastian, Spacexperience Stalker, Adrian Tranquilli, Massimo Vitali. Tale selezione è scaturita dalla ricerca specifica di questi artisti nell’ambito delle relazioni oscillanti tra spazio/tempo/uomo.

Le opere di pittura e scultura, installazioni e video art sono realizzate in una dimensione che comprende visioni del passato e del futuro nel segno di un’identità collettiva. L’obiettivo principale di questa mostra è quello di coinvolgere il maggior numero di spettatori per mezzo di un esteso programma didattico pensato ad hoc per ogni fascia di età: giovedì per le scuole, sabato e domenica per i bambini (family day) e gli adulti (incontri con gli artisti e con la curatrice, percorso di archeologia industriale nel museo e nel territorio ostiense).

www.arte.it
09/01/2007 16:33
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Vedovamazzei
A Napoli fino al 22/01/2007

Il Museo d'Arte Donnaregina di Napoli, MADRE, presenta la prima retrospettiva dell'opera di Vedovamazzei, il duo composto da Simeone Crispino e Stella Scala considerati tra i maggiori protagonisti della scena artistica italiana degli ultimi quindici anni. La mostra, a cura di Mario Codognato, capocuratore del Museo Madre, e del critico d'arte Stefano Chiodi, presenta una selezione di lavori rappresentativi del percorso artistico dei due protagonisti e un gruppo di opere inedite appositamente realizzate per l'occasione.
Sin dagli esordi, nel 1991, l'opera di vedovamazzei è stata caratterizzata da una esplicita carica corrosiva, da una visione fortemente sperimentale del lavoro artistico, in cui ogni opera diviene un momento di riflessione insieme poetica e politica sulla condizione umana, una continua sfida alle convenzioni, raccogliendo e mettendo originalmente in rapporto un'ampissima gamma di esperienze, dalla storia contemporanea al cinema, dalla letteratura all'architettura, passando per la ricerca scientifica e la memoria collettiva. La retrospettiva include così opere di forte impatto visivo, come il grande lampadario-rifugio Climbing, posto all'ingresso, l'insegna al neon Bojinka, che trasforma in attrazione spettacolare il nome in codice di uno dei più feroci piani terroristici concepiti in anni recenti, il video sotto il quale scorrono le parole di una canzone pacifista di Johnny Cash, e altre ancora in cui si rende ben visibile lo spirito sottilmente destabilizzante di vedovamazzei, quali le loro "librerie", di cui viene rovesciata la tradizionale funzione di supporto, o elementi di comune mobilio che acquisiscono con minimi interventi sembianze antropomorfe.
Con il loro continuo mettere in crisi le conoscenze, le abitudini percettive, il "buonsenso" e i giudizi convenzionali, con la loro sensibilità per gli aspetti tragicomici della vita umana, vedovamazzei preme affinché l'arte ritrovi nel nostro tempo uno spazio di responsabilità e di autentica forza polemica, una densità di significato dal quale muovere con decisione alla conquista di una rinnovata consapevolezza della costituzione complessa e contraddittoria del nostro presente.

www.tiscali.it
10/01/2007 23:29
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Tutti pazzi per Tamara
Per il grande successo di pubblico, che ha superato i 100.000 visitatori (tra cui molti personaggi famosi come Seedorf, Lucio Dalla, Ottavia Piccolo, Anna Kanakis, Olivier Dacourt, Rosalinda Celentano, Ambra Orfei, Valeria Marini), la mostra di Tamara de Lempicka rimarrà aperta fino al 18 febbraio. Lo straordinario flusso ha coinvolto anche la mostra di Boccioni che ha registrato circa 60.000 visitatori e che pertanto è stata prorogata al 25 febbraio. In occasione delle proroghe le due mostre avranno un biglietto cumulativo e un orario più esteso.
Pittrice cosmopolita e icona dell'Art Déco, Tamara de Lempicka ha creato immagini che sono diventate il simbolo di un'epoca, "i folli" anni Venti e Trenta, di cui diventa la più brillante interprete, introducendo nei suoi dipinti i simboli della modernità e rappresentando la donna emancipata, libera, indipendente e trasgressiva.
La mostra ripercorre la carriera di questa affascinante artista polacca che visse in Russia, a Parigi, in Italia, per approdare poi negli Stati Uniti e passare gli ultimi anni della sua vita in Messico. Attraverso una meditata scelta di opere pittoriche, ma anche di disegni, documenti, fotografie, immagini di repertorio, viene ricreata l'atmosfera del tempo, i grandi eventi storici, ma anche le tendenze dell'arte a lei contemporanea, in un percorso che consente al visitatore di immergersi e di immedesimarsi nel mondo e nella vita dell'artista, piena di "glamour" ma segnata anche dai grandi eventi storici del Novecento.
In virtù del costante parallelismo tra la vita e l'opera di Tamara, la mostra si apre evidenziando il momento della fuga dell'artista dalla Russia all'Europa. Tamara, già sposa di Tadeusz Lempicki, lascia San Pietroburgo, sotto l'assedio bolscevico, e inizia una nuova vita a Parigi. Qui, memore dell'arte russa di ispirazione cubista ed allieva di André Lhote, espone le sue prime opere già nel 1922. Tra i suoi primi ritratti, sono in mostra quello dedicato alla figlia Kizette, Portrait d'une fillette avec son ourson (1922), La bohémienne (1923), Danseuse russe(1923-1924). Appare già padrona del suo stile personale, caratterizzato da una forte deformazione e tendenza all'ingigantimento dei volumi, come nel ritratto Femme à la robe noire (1923).
Il vero successo e il lancio internazionale avviene con la personale di Milano del 1925, presso la galleria del conte Castelbarco, ricostruita in mostra con alcuni esempi significativi, tra cui Portrait du Prince Eristoff (1925), Portrait du Marquis d'Affitto (1925), Portrait de la Duchesse de la Salle (1925), Les deux fillettes aux rubans (1925).
La prima esposizione di Tamara a Milano avviene durante anni particolarmente importanti per l'arte italiana, in cui a dominare sono i protagonisti di "Novecento", come Felice Casorati, Ubaldo Oppi, Achille Funi, Francesco Trombadori. Il legame della Lempicka con il nostro paese ha peraltro origini ancora più lontane che risalgono al 1911 quando, ancora fanciulla, visita i musei di Firenze, Roma, Venezia; nasce da allora la passione per l'arte italiana, in particolare per Botticelli, Raffaello e Pontormo, da cui riprende numerosi studi: disegni e schizzi di figure riutilizzate spesso in modo evidente in molte sue opere.
Ma l'Italia è anche la scena di molti suoi amori: dal marchese Guido Sommi, del quale è in mostra un ritratto a figura intera mai esposto prima d'ora, al conte veneziano Vettor Marcello, ritratto nel 1933, a Gino Puglisi, importante collezionista di Tamara, al quale apparteneva la Vierge bleue, mai più esposta dal 1934, quando venne presentata al Salon des Tuileries.
Sono poi presenti alcuni dei suoi famosi ritratti e nudi degli anni del suo massimo successo, tra cui La tunique rose (1927), Le rêve (1927), La belle Rafaela en vert (1927), Jeune fille aux gants (1930), acquistato dallo Stato francese già nel 1932, La musicienne (1929), Nu aux buildings (1929), Le téléphone 2 (1930), Nu aux voilers (1931), Arlette Boucard aux arums (1931), Portrait de Marjorie Ferry (1932), Portrait de Mademoiselle Poum Rachou (1934): ritratti unici nella geniale rappresentazione della società mondana durante gli anni tra le due guerre.
Sono opere che raffigurano tutto ciò che era considerato glamour e che rappresentava "il nuovo": il telefono, le vedute urbane con grattacieli, le barche a vela dei lussuosi luoghi di villeggiatura. Le donne esprimono una sicurezza gelida e perfetta: le labbra con rossetto rosso profondo e prezioso, le mani immacolate, le braccia ricoperte da gioielli sfavillanti e gli sguardi sicuri e sfidanti, immagini vicine all'artificio e al perfezionismo della fotografia di moda. Nei suoi quadri, le figure quasi esplodono e tendono a fuoriuscire dalla tela, a pretendere una solidità che si contrappone all'effimero dei sentimenti; e l'artista ha dichiarato di aver quasi sempre ritratto gli uomini e le donne che ha amato. Le immagini oscillano così tra raffinata sensualità e gelido classicismo.
Il contributo di Tamara de Lempicka alla pittura moderna viene inoltre esposto nel contesto della moda e del design degli anni Venti e Trenta; moda come parte integrante della sua arte, e lo dimostrano i suoi disegni di figurini, le pubblicità e le copertine delle riviste disegnate dall'artista; e pure della sua vita, come dimostrano le numerose foto in abbigliamenti alla moda e la frequentazione dei locali più moderni.
Ma l'affermarsi delle dittature in Europa e la paura delle persecuzioni razziali (il padre di Tamara era ebreo, così come il suo secondo marito, il barone Raoul Kuffner), la fanno decidere nel 1939 per un nuovo espatrio, prima a Cuba e poi negli Stati Uniti, dove vive per un periodo in California, a Hollywood, e poi a New York. Sono gli anni in cui realizza opere dal carattere meditativo e dallo stile iperrealista: Atelier à la campagne (1941), Le turban orange II (1945), La Mexicaine (1947), Portrait de Kizette adulte I (1954), Femme au chapeau (1952), e le nature morte ispirate all'arte fiamminga.

www.tiscali.it
12/01/2007 23:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Arte e lavoro '800/'900
A Pontedera fino al 13/04/2007

Pittura, scultura, fotografia e cinema raccontano il lavoro in Italia tra Ottocento e Novecento con la mostra intitolata Arte e lavoro '800 e '900. Lavoro come specchio di una società che tra l'Unità d'Italia e il secondo dopoguerra si trasforma in modo impressionante, da un'Italia che tenta di sopravvivere con un'agricoltura di sussistenza ad un'altra che diventa l'America per una moltitudine di immigrati.
Grandi protagonisti della scena artistica italiana tra i due secoli, da Nomellini a Vedova, da Pellizza da Volpedo a Severini, passando per Fattori, Signorini, Mosè Bianchi, Viani, Carcano, Previati, Tommasi, Cambellotti, Balla, Boccioni, Depero, Carrà, De Pisis, Spreafico e altri, raccontano come agricoltura, industria, terziario e società siano andati mutando in cent'anni di storia italiana.
Ciò che gli artisti interpretano le immagini fotografiche documentano. Tra queste, foto del primo stabilimento Piaggio, a Genova Sestri, dove gli ebanisti sono al lavoro nel 1884 nella suggestiva ambientazione della fabbrica animata da uomini e carri trainati da superbi cavalli; oppure foto di donne e uomini impegnati nelle linee di produzione a Pontedera, o che "sciamano" dallo stabilimento al suono della sirena, fino al primo manifesto di Vespa con in sella una donna che lavora: foto, immagini e documenti tratti dal prezioso archivio storico Piaggio e da altre collezioni che "accompagnano" la narrazione del lavoro, della fatica, della società economica.
Al cinema è invece riservato il compito di raccontare le mille e una storia che sono diventate emblema della "grande Storia".
Nella sezione intitolata Sguardi sul lavoro nel cinema italiano, Augusto Sainati (Università di Napoli) ha riunito spezzoni di film che hanno fatto la storia del cinema e del costume in Italia. Parlano del lavoro come esperienza solitaria (N.U., Padre padrone, Dillinger è morto) o socializzata (Riso amaro, I compagni, La classe operaia va in paradiso), come oggetto di memoria narrativa (Novecento) o di uno sguardo critico sul presente (Ecce Bombo, Mi piace lavorare), come occasione di promozione sociale, ma anche come momento di abbandono di ideali (cfr. la commedia all'italiana, con le vicende raccontate attraverso il personaggio di Alberto Sordi). Il lavoro che il cinema ha saputo raccontare è quello che si concretizza in forme canoniche ma anche quello che è frutto di tic sociali, come accade per i fotografi de La Dolce vita, o dell'inventiva personale, come capita al Nino Manfredi venditore abusivo di caffè in Cafè express.
Nell'ampia carrellata dedicata al racconto tramite pittura e scultura, accanto a opere celeberrime, la mostra propone anche una serie di quadri inediti o comunque rarissimamente visti. Tra i tanti, i Lavoratori del marmo in Versilia di Lorenzo Viani, di proprietà della Rete Ferroviaria Italiana RFI, mai prima esposto, o l'inedito Operai sul traliccio elettrico di Cominetti, o il Riposo dopo il lavoro di Filippo Carcano concesso da una collezione privata. Del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo è in mostra il cartone preparatorio custodito dalla Pinacoteca Civica di Alessandria.
Sono più di venti le istituzioni pubbliche e private italiane che, con i loro prestiti, hanno reso possibile questa grande mostra. Riunite in quattro sezioni, le opere raccontano, attraverso le opere degli artisti, significativi interpreti del loro tempo, un percorso storico economico che va dalla metà dell'Ottocento alla metà del secolo successivo. Periodo durante il quale il nuovo Stato italiano vive la prima propria "rivoluzione industriale", caratterizzata dall'affermazione e crescita di settori come il meccanico siderurgico, il tessile, i trasporti, le comunicazioni e, con l'avvio del Novecento, da settori nuovi come la chimica e l'idroelettrico. La guerra mondiale, poi, rappresenta una poderosa spinta al processo di industrializzazione che continua faticosamente nel ventennio, fino al tragico epilogo del secondo conflitto. La ricostruzione postbellica segna l'inizio della nuova fase, dominata dalla grande spinta all'affermazione imprenditoriale pubblica e privata, per fronteggiare e superare le difficoltà che conducono al ritorno alla normalizzazione economica, politica e sociale e alla successiva crescita.
Contemporaneamente alla mostra è possibile visitare la collezione permanente di Vespa, prototipi e veicoli che hanno segnato la storia industriale del nostro paese, un luogo dove storia e lavoro continuano ad incrociarsi.
La mostra è stata voluta dalla Fondazione Piaggio e curata dal suo Presidente Tommaso Fanfani, responsabile del museo stesso, e da Elena Lazzarini dell'Università di Pisa.

www.tiscali.it
26/01/2007 22:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Paul Klee. Teatro magico
A Milano fino al 29/04/2007


È un percorso sul fantastico kleiano questa straordinaria mostra monografica dedicata a un indiscusso protagonista dell'arte del '900, assente dalla scena espositiva milanese da più di 20 anni.
La rassegna, divisa in capitoli, affronta aspetti fondamentali del suo pensiero e della sua prassi artistica, quali ad esempio il rapporto con la musica e la letteratura, l'approccio all'arte infantile o primitiva, esaminati in chiave di raffronto iconografico con l'arte di grandi protagonisti dell'arte del fantastico, come Goya o Piranesi, oppure con immagini tradizionali del filone fantastico, come il Totentanz.
Sono esposte più di cento opere di Klee, provenienti da prestatori pubblici e privati, accompagnate da 50 opere di Francisco Goya, Giambattista Piranesi, Honoré Daumier, James Ensor, Alfred Kubin, Max Klinger, Ernst Kreidolf in gran parte provenienti dalla collezione della Fondazione Antonio Mazzotta.
La collezione della Fondazione Mazzotta possiede in effetti una forte vocazione per l'arte fantastica, riunendo al suo interno l'intera opera grafica di Klinger, Goya, Piranesi, alcune serie di Daumier, Chagall, e più di 40 fogli di Kubin, solo per restare in ambito moderno. Quasi tutti questi artisti sono stati messi in relazione diretta con l'arte di Klee, che a sua volta ha elaborato e teorizzato il proprio mondo figurativo come una sorta di inframondo o "regno intermedio" (Zwischenreich) distaccato da quello reale. "Il mio ardore rassomiglia più a quello dei morti o dei non nati", scriverà l'artista nei Diari.
Gli inizi di Klee si pongono sotto il regno del disegno, della grafica, dell'illustrazione. Caute aperture al "pittorico", fino al 1911-12, si affiancano alla preponderante produzione di tipo lineare e grafico, in cui Klee esprime la volontà di essere un artista satirico, un moralista che riflette sulla natura umana e sulle strutture sociali.
Musica e letteratura sono state sempre considerate come fonti di ispirazione per Klee, anche più della stessa tradizione artistica. Già da tempo è stato individuato e analizzato dagli studiosi un asse del fantastico che collega Klee a musicisti come Mozart e Offenbach e a scrittori come E.T.A. Hoffmann.
Il mondo artistico di Klee è quindi un "Teatro magico" (Zaubertheater, 1923, 25), dove finzione teatrale e impulso romantico verso il misterioso e l'oscuro si rispecchiano nelle "finzioni" kleiane e nelle sue figure simboliche, come il mago o il demone, ma anche animali favolosi.
L'atmosfera fantastica che fa da sfondo, a volte appena accennato, a volte marcatamente esplicito, all'opera di Klee, trova nel motivo della notte la sua più essenziale manifestazione. Luogo per antonomasia del fantastico, la notte e il notturno (anche come composizione musicale) sovrintendono all'introspezione, mentre l'oscurità favorisce la scomparsa delle forme reali. Le radici artistiche di Klee in questo caso si rifanno alla tradizione romantica e non casualmente il motivo della notte e della luna percorre in maniera significativa tutto il suo lavoro. Nell'ultimo periodo, quello del soggiorno a Berna, dal 1933 al 1940, segnato dalla fuga dalla Germania, dalla malattia, dallo scoppio della guerra e infine dall'approssimarsi della morte, le immagini dell'oscurità assumono una valenza amplificata e spesso le scene notturne alludono alle ombre dell'al di là, evocata dall'artista nei potenti disegni del ciclo Inferner Park, uno sorta di Divina Commedia kleiana, dove non l'inferno viene rappresentato, ma "il processo del morire" (M. Franciscono, 1990).
Fanno da cornice all'esposizione una serie di eventi collaterali (concerti e spettacoli) realizzati grazie al contributo del gruppo bancario svizzero Vontobel.
www.tiscali.it
13/02/2007 20:36
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Marisa Merz / Rachel Whiteread
A Napoli fino al 23/04/2007



Due donne si contendono gli spazi del museo Madre a suon di installazioni. Sono Marisa Merz e Rachel Whiteread, nomi di punta dell'arte contemporanea.
Rachel Whiteread (Londra 1963) è una delle artiste più importanti della sua generazione. Sin dal 1988, dopo essersi laureata alla Slade School of Fine Art, la Whiteread ha utilizzato per le sue sculture calchi di oggetti quotidiani: lo spazio sotto le sedie, i letti e l'interno di armadi, vasche da bagno e interni di case viene invertito cosicché il vuoto diventa solido, il negativo si trasforma in positivo.
L'oggetto da cui si è partiti sembra essere stato assorbito dallo spazio, lasciando le tracce della sua presenza nel calco del vuoto che lo circondava. Attraverso la descrizione dell'assenza, l'artista riesce comunque a far emergere associazioni sensoriali grazie anche all'uso di materiali quali poliuretano, resine, gesso e gomma che acuiscono la percezione di qualcosa che non esiste più, ma che una volta era indissolubilmente legato alla vita umana.
Molti dei lavori di Rachel Whiteread presentano questo aspetto: da un lato sono nostalgici e confortevoli, dall'altro si rivelano sinistri e alieni. Il suo interesse si sposta progressivamente verso l'architettura intesa come spazio della collettività e della storia. Nel 1992 realizza la prima serigrafia Mausoleum Under Construction (Mausoleo in costruzione), basata su un'immagine di loculi cimiteriali, la cui struttura a griglia evoca le geometrie minimal. L'anno successivo realizza per l'associazione londinese Artangel la sua prima commissione pubblica: House (Casa, 1993), monumentale calco di cemento di una casa vittoriana distrutta, realizzato in situ e a sua volta votato alla distruzione, stigmatizzando la speculazione edilizia in atto nel quartiere. Un tema su cui l'artista ritorna anche nel portfolio Demolished (Demoliti, 1996), che documenta tre fasi di "sparizione" di altrettanti condomini popolari. Su invito del Public Art Found, nel 1998 realizza Water Tower (Serbatoio dell'acqua), "doppio" in resina traslucida di un serbatoio, installato sui tetti di New York.
Nel 2000 costruisce, dopo cinque anni di controversie, l'Holocaust Memorial (Memoriale all'Olocausto) nella Judenplatz di Vienna, una "biblioteca" inaccessibile costruita con calchi di libri rivolti verso l'interno. Nel 1993 ha ricevuto il prestigioso Turner Prize. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi importanti commissioni, tra cui ricordiamo per lo spazio pubblico, il Plinth nella centralissima Trafalgar Square a Londra nel 2001, e l'Uniliver Project alla Tate Modern sempre a Londra nel 2005. L'opera della Tate Modern è un lavoro monumentale, dove si evidenzia il suo tentativo di rappresentare ambienti intimi e domestici a una scala inaspettata con migliaia di cubi bianchi accatastati l'uno sopra l'altro, ora ordinatamente ora alla rinfusa, a formare tante candide montagne di altezze diverse in mezzo alle quali lo spettatore si muove liberamente, con l'illusione di essere in un paese fantastico costituito da scatoloni di cartone.
Nel 1997 ha inoltre rappresentato la Gran Bretagna alla XLVII Biennale di Venezia. Importanti mostre personali le sono state dedicate dai maggiori musei internazionali tra cui il Reina Sofia di Madrid, i musei d'arte moderna di Sao Paulo e di Rio de Janeiro, il Guggenheim Museum di New York, il Deutsche Guggenheim di Berlino, la Kunsthalle di Basilea. La retrospettiva in programmazione al MADRE di Napoli è la prima mostra museale della Whiteread in Italia. Per l'occasione l'artista ha creato anche una grande installazione pensata appositamente per gli spazi dell'istituzione partenopea, utilizzando decine di case di bambola di varie epoche fino a formare un villaggio immaginario, reminiscente le ricostruzioni storiche negli allestimenti museali dei siti archeologici, analizzando e decostruendo la nostra percezione critica dei contesti abitativi.
Intimo e visionario, il lavoro di Marisa Merz sin dagli anni sessanta introduce nel linguaggio della scultura contemporanea tecniche tradizionalmente considerate artigianali o appartenenti all'ambito femminile, ad esempio il lavoro a maglia, sovvertendone la destinazione e attribuendo alle procedure e ai materiali di volta in volta adottati piena dignità. Le sue opere sono scandite dalla presenza di diverse temporalità: quella obbiettiva, legata al flusso degli eventi, e quella del ricordo. La memoria è volontaria quando include tasselli dell'esistenza privata dell'artista [molto spesso compare nei titoli il nome della figlia] e involontaria quando presenta degli archetipi legati al mondo femminile. Il gesto del tessere è un atto da sempre associato alla pazienza della donna, chiusa nello spazio privato della sua casa.
L'artista sente di dover cambiare questa visione, di operare un'apertura: gli oggetti, le sensazioni, l'atmosfera legata alla familiarità della sua abitazione possono confluire nell'arte, divenendo patrimonio collettivo. Cogliere questo movimento continuo dalla dimensione personale a quella pubblica secondo un'oscillazione di forme ed opere che trovano di volta in volta una loro specifica e sempre diversa dimensione espositiva costituisce una delle chiavi di lettura principali del lavoro della Merz e risulta fondamentale per comprendere alcune sue scelte, come il rifiuto di realizzare mostre personali che risale all'inizio degli anni '80. Per molto tempo infatti l'artisa ha accettato di partecipare soltanto ad occasioni espositive a dialogo con altri artisti, sempre con grande difficolta' e costante riluttanza, per non sottoporre il proprio lavoro ad una installazione individuale, che potesse rappresentare con "una definizione e un'affermazione conclusiva". Tuttavia non le sono mancati ampi riconoscimenti e non v'è dubbio che la sua figura d'artista sia assolutamente acquisita a livello internazionale. Tra le tappe fondamentali del suo percorso la partecipazione a Documenta 9 nel 1992, una importante mostra personale al Centro Pompidou nel 1994 e, invitata alla Biennale di Venezia del 2001, il Premio Speciale dalla Giuria.
La mostra napoletana alla cui installazione partecipa direttamente l'artista è stata concepita come una tappa ulteriore di questo processo di infinita definizione di un'opera ormai quarantennale che qui viene ripercorsa e indagata attraverso un corpus di opere particolarmente denso e significativo.

fonte
17/03/2007 20:43
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Chagall delle meraviglie
Era dal 1999 che Chagall mancava da Roma, e allora si trattava di una sola opera sul teatro ebraico inserita in una collettiva. Fu un successo straordinario. Ora l'arte di uno degli innovatori del Novecento ritorna nella città eterna con i sui quadri ultraterreni e densi di storia. Ad accogliere le 180 opere tra dipinti, gouaches, disegni, sculture e incisioni, provenienti da musei pubblici e collezioni private di tutto il mondo, è il Complesso del Vittoriano che continua a dimostrarsi un contenitore prestigioso e di grande successo. La mostra Chagall delle meraviglie, curata da Meret Meyer e Claudia Beltramo Ceppi Zevi, racconta un artista notissimo che sembra però riservare ancora tante sorprese.
Come afferma una delle curatrici: "Chagall ha contribuito alla libertà nell'arte, per lui dipingere era una necessità interiore". Una libertà scaturita dalla formazione composita. I colori potenti e densi hanno origine diversa, da una parte la cultura russa e dall'altra quella ebraica. Evidente è il contatto con le icone e con i meno noti Lubok, vignette popolari esposte nella primissima sezione della mostra. Proprio da qui deriva la sua pittura ultraterrena animata da figure e animali volanti.
Nonostante il contatto con il cubismo Chagall seguì sempre una sua personale concezione dell'arte: difendere appunto la libertà creativa senza rimanere incagliato in vincoli. "L'arte mi sembra essere più uno stato d'animo", diceva. E così le sue opere si popolano di oggetti e corpi volanti (donne, mucche, galli, pendoli) che risentono del mondo fantastico dell'infanzia. "Oggetti e figure trattate in quanto forme - sonore, come i suoni - forme ardenti fatte per una nuova dimensione cui né la geometria dei cubisti, né le macchie degli impressionisti possono arrivare", scriveva Chagall. E se da una parte scoviamo questo mondo intangibile, dall'altra l'artista russo si sofferma su una delle atrocità più imponenti che il genere umano abbia mai conosciuto: la strage degli ebrei durante la seconda Guerra Mondiale. Ecco dunque la Caduta dell'angelo simbolo della catastrofe storica o il Crocifisso in cui il Cristo è martire dell'umanità. Qui viene esaltata l'ebraicità, la sua passione riflette il martirio di un'intera nazione. "Per quanto il Cristo sia immerso in un'aura di santità conserva non la sua natura divina ma la sua essenza umana" scriveva Franz Meyer. Infatti proprio sotto il crocifisso si assiste alla strage del popolo ebraico.
E' il contatto con la dimensione umana che rende Chagall ancora oggi moderno. Il rapporto con la religione continua nell'illustrazione della Bibbia, interpretando il testo in modo originale. La fervida immaginazione di uno dei poeti dell'arte del Novecento raggiunge l'apice.

fonte
28/03/2007 18:06
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 15.829
Post: 948
Registrato il: 07/11/2006
Registrato il: 28/12/2006
Città: CASTRO
Età: 40
Sesso: Femminile

Forumandiano..!!

VETERANO
Il settimo splendore. La modernità della malinconia
A verona fino al 29/07/2007

Duecento capolavori, suddivisi in 6 sezioni, sono esposti a Verona nella mostra Il settimo splendore. La modernità della malinconia.
Le opere sono di Botticelli e di Giorgione, di Rosso Fiorentino e del Moretto, del Lotto e di Tiziano, di Tintoretto e di Carracci, di Caravaggio e del Guercino, di El Greco e del Fetti, di Canova e di Piranesi, di Böcklin e di de Chirico, di Modigliani e Carrà, e di molti altri ancora, Michelangelo compreso, presente in mostra con uno studio di testa per la Cappella Sistina in Vaticano, che contrassegna la malinconia profonda di un artista che nell'oscurità della materia trova il segreto miracolo della forma. Lo sviluppo della mostra prosegue con gli artisti contemporanei.
La mostra ravvisa nei temi della riflessione malinconica i principi stessi della sensibilità moderna; e per certi versi polemicamente ne rivendica le origini italiane e mediterranee, sviluppatesi a partire dall'entourage fiorentino promosso da Lorenzo de' Medici, dal "pellegrinaggio" di un Lorenzo Lotto, dall'appartata sensibilità psicologica di un Savoldo, dalla consapevolezza della "vanitas" che alimenta alcune delle più alte espressioni dell'arte seicentesca. Fino ai giorni nostri: attraverso una continuità che si propone nelle diverse sfaccettature della storia e della cultura, che riannoda i fili di un percorso ora incline alla bellezza come ideale di una suprema e sacra armonia, ora rivolto ai brividi e agli allarmi della psiche contemporanea.
La mostra si segnala come uno degli eventi più importanti ed impegnativi dell'anno non solo per il fatto di presentare al pubblico 200 straordinari capolavori, ma anche perché si tratta del risultato di un lungo lavoro scientifico di 4 anni condotto dal direttore di Palazzo Forti, Giorgio Cortenova, che dell'esposizione è l'ideatore e il curatore, attraverso lunghe ed accurate ricerche attorno ai temi che contrassegnano la modernità: primo fra tutti, appunto, quell'intreccio di amore ideale, di malinconia e di meditativa riflessione che caratterizza il cielo dantesco, il settimo cielo o, meglio ancora, "il settimo splendore" del paradiso dell'Alighieri.
A testimonianza della ricerca e delle tesi che ne hanno supportato l'impegno è stato dato alle stampe un esauriente catalogo che, oltre alle riproduzioni di tutte le opere in mostra e ai saggi del curatore, contiene puntuali ed approfonditi contributi critici dei più importanti studiosi in materia.
L'articolato impianto storico e teorico costituisce il piatto forte a livello dialettico della rassegna veronese, cui hanno aderito i maggiori musei italiani ed europei, da Budapest a Dresda, da Roma a Milano, da Parigi a Zurigo, da Firenze a Londra, con prestiti perfino stupefacenti in questi tempi così avari di collaborazione culturale.
fonte
31/05/2007 00:35
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 107.582
Post: 26.482
Registrato il: 17/11/2003
Registrato il: 11/10/2004
Sesso: Maschile
Occupazione: Studente

Forumandiano..!!

SUPERSUPREMO
Fernando Garbellotto - Illimiti frattali
La Galleria d’Arte Moderna di Napoli
Direttore Pino Cinquegrana

presenta

ILLIMITI FRATTALI

Personale di Fernando Garbellotto

Catalogo a cura di Toni Toniato

La Galleria d’Arte Moderna di Napoli diretta da Pino Cinquegrana, presenta da giovedì 31 maggio fino al 15 luglio la mostra personale ILLIMITI FRATTALI di Fernando Garbellotto.

L’esposizione, accompagnata dal catalogo a cura di Toni Toniato, critico d’arte e curatore, esplora la natura dei frattali, figure appartenenti alla nuove geometrie non euclidee teorizzate a partire dagli anni settanta dal matematico tedesco Benoît Mandelbrot.

I frattali rappresentano da quasi un ventennio il campo di ricerca di Garbellotto che, nel suo percorso più recente ha scoperto l’uso della gommapiuma rivestita e trattenuta dalla tela dipinta per creare dei corpi che interpretano il significato dei frattali nella tridimensionalità dello spazio. Le opere saranno le protagoniste del nuovo inedito allestimento alla Galleria d’Arte Moderna.

L’artista ha individuato la “particolarità frattale” della gommapiuma nella sua “caratteristica unica”, ovvero nel rappresentare un volume variabile. Per Garbellotto “se esercitiamo una pressione sulla gommapiuma siamo in grado di creare il ”vuoto” ove prima c’era il “pieno”. Se poi allentiamo la pressione realizziamo l’operazione contraria creando il pieno ove c’era il vuoto”.

I corpi/sculture sono appesi alle pareti in modo disordinato, caotico: “disposizione questa che- afferma l’artista- alla luce delle conoscenze della fisica appare quella statisticamente più probabile e in grado di contenere il maggior numero di informazioni”. Creando un sistema energetico chiuso ma non isolato, la parete della galleria è in grado di interagire con altri campi energetici circostanti.

L’artista sarà presente all’inaugurazione e sarà inoltre disponibile il catalogo. Alleghiamo in anteprima il testo di Toni Toniato ‘L’in-canto dei frattali’, la biografia dell’artista e il curriculum delle sue mostre. L’installazione delle opere e la Vernice verranno riprese in alta definizione per la realizzazione di un video dedicato all’artista che sarà disponibile per la Stampa alla fine di giugno.

Fernando Garbellotto nasce a Portogruaro nel 1955. Dopo gli studi, negli anni ’80, inizia a dipingere. Il primo ciclo, Emergenze e Sospensioni, è della seconda metà degli anni ’80. Nel 1989, affascinato dalla lettura delle nuove teorie del caos e della geometria non euclidea di Mandelbrot, ha iniziato a dipingere quadri intitolati Frattali. Nel 1997, assieme ad altri artisti che si occupano dei temi del caos, fonda a Milano il movimento Caos Italiano.

Contact: info@seedifferent.it

Inaugurazione giovedì 31 maggio 2007 ore 18.00

31 maggio - 15 luglio 2007

Galleria d’Arte Moderna
Via Francesco Crispi 31
Napoli


www.teknemedia.net/archivi/2007/5/31/mostra/23193.html
01/07/2007 00:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 107.582
Post: 26.482
Registrato il: 17/11/2003
Registrato il: 11/10/2004
Sesso: Maschile
Occupazione: Studente

Forumandiano..!!

SUPERSUPREMO
Mostre: A Firenze “Cabianca e civiltà dei Macchiaioli”
La Toscana delle campagne e dei paesaggi marini. La luce e i suoi effetti riprodotta nell’audace rivoluzione della “macchia”. Dopo 80 anni tornano in mostra le opere di Vincenzo Cabianca, nella prima esposizione personale dedicata all’“inquieto” pittore veronese dal lontano 1927. La mostra su “Cabianca e la civiltà dei Macchiaioli” sarà allestita a Firenze dal 12 luglio al 14 ottobre inaugurando la stagione artistica di Villa Bardini, all’interno del Giardino Bardini, recentemente restaurata dopo quasi mezzo secolo di abbandono. Un centinaio le opere raccolte, anche inedite, a cui si affiancheranno circa venticinque dipinti di altri macchiaioli, come Telemaco Signorini, Giovanni Fattori e Cristiano Banti.

Tra le novità esposte a Firenze, la grande tela de “I novellieri fiorentini”, proveniente da Palazzo Pitti e le bellissime “Al sole” e “L’acquaiola”, appartenenti a collezioni private. Promossa e prodotta dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, con la curatela di Francesca Dini, la mostra ricostruisce il percorso formativo e pittorico di Cabianca nella sua interazione con la vicenda dei Macchiaioli come movimento di gruppo. L’inedito “Vendemmia in Toscana” e il più noto “Abbandonata” testimoniano, a questo riguardo, gli anni delle audaci sperimentazioni con Banti e Signorini tra il 1859 e il 1862: una “rivoluzione” estetica culminata nel celebre capolavoro “Il Mattino” e nei “Marmi a Carrara Marina”, non più visto da quasi un secolo.

“Spiaggia a Viareggio” e “Un bagno fra gli scogli” rappresentano gli anni aurei della “macchia”, prima del trasferimento a Roma nel 1870 e dei viaggi a Ischia, a Venezia, a Castiglioncello. È un continuo peregrinare alla ricerca degli effetti di luce, vigorosamente impressi sulla tela, come in “Nettuno” e in “Strada a Palestrina”.

news.kataweb.it/item/326555/mostre-a-firenze-cabianca-e-civilta-dei-mac...
03/07/2007 00:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 107.582
Post: 26.482
Registrato il: 17/11/2003
Registrato il: 11/10/2004
Sesso: Maschile
Occupazione: Studente

Forumandiano..!!

SUPERSUPREMO
Denis, il profeta del simbolismo
Una retrospettiva rilancia la figura del maestro Nabi. Per lui la pittura era un’esperienza mistica al pari della religione

ROVERETO
Nel 1885 Maurice Denis, quindicenne a Saint-Germain-en-Laye, la città di tutta la vita, scrisse sul suo Journal: «Adoro le cerimonie di chiesa: è là che si fondano il mio animo d'artista e il mio cuore di cristiano». E nel 1888: «Invece del chiostro ho trovato l'atelier con la sua frivolezza e la sua dissolutezza e io cerco di unirvi gli insegnamenti del cielo, e la mia mente si schiude a idee diverse». Sarebbe stata ancorata a queste premesse tutta la vita, che finirà sotto un camion a Parigi nel 1943, di questo guru del simbolismo Nabi dell'ultimo decennio dell'800, con la sua celeberrima formula del «dipinto...superficie piana ricoperta di colori disposti in un certo ordine». Espressa da un ammiratore di Puvis de Chavannes, la parola chiave è l'ultima.

Nel suo concetto di «neotradizionalismo» antipositivista, antinaturalista, antiimpressionista, che dà il titolo al saggio del 1890 in cui compare quella frase, egli comprende tanto Gauguin quanto Cèzanne. Scopritore di Roma nel 1898 in compagnia di Gide, illustratore per Vollard di Verlaine, dell'Imitazione di Cristo, dei Fioretti di San Francesco, ascoltatore in anteprima nel 1893 in casa Lerolle della partitura per piano della Morte di Pelléas di Debussy, Denis è il profeta di fama europea di un'arte sacra «moderna». E' impressionante il numero di tele, affreschi, mosaici, vetrate sparsi sui muri cattolici di Francia e Svizzera dal 1901 al 1943. All'inizio della lussuosa sequenza di 80 dipinti, spesso di grandi dimensioni, e di 60 opere grafiche e oggetti di arredo, a cura di Gabriella Belli e Jean-Paul Bouillon,c on catalogo Skira, il Mistero cattolico del 1889 rimane un modello intatto lungo tutto un versante della sua vita pittorica, con la delicatissima evanescente mistura di Puvis de Chavannes e di Beato Angelico studiato al Louvre, in attesa della «full immersion» fiorentina e fiesolana del 1897.

L'impianto figurale, con la Madonna annunciata per la quale il pittore diciannovenne ha fatto posare la fanciulla Jeanne Dufour da lui angelicata come Jeanne la Douce dopo quattro anni di amore platonico e il gruppo «moderno» del sacerdote e dei due chierichetti tutti aureolati al posto dell'angelo, ricompare tale e quale nella Musica sacra del 1937 per il teatro del Palazzo di Chaillot a Parigi. Ad esaurimento della parabola creativa, nel 1919, già canonizzato nel ruolo di alto testimone e teorico della stagione Nabi e indifferente agli ulteriori sviluppi di Bonnard e Vuillard, nella Solitudine di Cristo egli immerge la figura, espressionisticamente drammatizzata nelle forme quattrocentesche tardogotiche, nella soliturdine rocciosa di uno stupendo paesaggio bretone di pieno omaggio a Gauguin, con sul fondo una grande risacca japonais.

L'evanescente classicismo mistico del Mistero cattolico, che assumerà forme definitive nei grandi cicli decorativi del '900 fino ad influenzare il Severini classicista amico di Maritain, e il cui termine ultimo in mostra è l'Annunciazione di San Francesco del Deserto del 1923,e lo psichedelico irrealismo dei colori e delle fluenze linearistiche decorative della stagione Nabi sono i due poli essenziali e spesso non conciliati del lungo percorso dell'artista, al di là del comune sottofondo simbolistico. Sul primo versante è presto protagonista la dolce placida presenza della prima moglie, Marthe Meunier, dall'Allegoria mistica del 1892 alla Fanciulla nel bosco magico, dalla Dama nel giardino recintato, un nudo che addirittura precorre Delvaux.

Il vertice dell’ambiguità è rappresentato nel 1898 dalla Madonna a Fiesole e da Donne con lillà, con modello per entrambi i quadri il florido corpo di Marthe degno di una qualche modella di Renoir. Sul secondo versante le straordinarie follìe cromatiche informali del 1890, il Cristo verde,le Macchie di sole sulla terrazza, l'omaggio a Redon nella rara annotazione di «vie moderne» Alla finestra del treno lasciano il campo al decorativismo dei Pannelli per la stanza di una fanciulla del 1892, del Ritratto di Madame Ranson con il gatto,della Scala nel fogliame,delle Muse del Museo d'Orsay, l'opera più nota ed emblematica esposta agli Indèpendents nel 1893, alla quale viene conferito l'onore del manifesto e della copertina del catalogo.

Il tondo da soffitto Aprile del 1894, considerando anche la data, è ben paragonabile con il Segantini simbolista, a danno di Denis. Felicemente a mezzo fra i due versanti, con echi di Signac e più tardi anche di Renoir, sono i capolavori della vita di famiglia: Marta al piano, ancora fidanzata, del 1891, il Dessert in giardino del 1897, fino al bellissimo Ritratto di famiglia del 1902. Con il nuovo secolo lussureggiano le scene di spiaggia, a partire dallo smalto blu e arancio delle Bagnanti del 1906 del Museo di Losanna per arrivare a In barca del 1937,con una sorta di stanca e inane gara pittorica con Bonnard. Il «coup de theatre» finale della mostra sono i tre grandi cicli di pannelli decorativi, scalati fra la Leggenda di Sant'Uberto del 1897 per il barone Cochin, il clangore cromatico della Glorificazione della Croce del 1899 per l'Istituto della Santa Croce a Le Vèsinet presso Parigi e l'insopportabile Sera fiorentina del 1910 dal Petit Palais parigino.


AL MART
Tre mostre per l'estate
Il Mart propone fino al 25 settembre a Rovereto Maurice Denis. Maestro del simbolismo internazionale. Lo stesso Mart propone fino al 28 ottobre nella sede del Palazzo delle Albere di Trento Sulle tracce di Maurice Denis. Simbolismi ai confini dell'impero asburgico. Nella sede di Rovereto è invece visibile fino a al 29 luglio Omaggio a Lyonel Feininger.
Info www.mart.trento.it

Fonte
[Modificato da !Serenella! 29/02/2008 20:45]
05/07/2007 14:39
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 107.582
Post: 26.482
Registrato il: 17/11/2003
Registrato il: 11/10/2004
Sesso: Maschile
Occupazione: Studente

Forumandiano..!!

SUPERSUPREMO
"Quarto Stato" per due mesi in esposizione nella Sala delle Cariatidi
MILANO - Dal 6 luglio 'il Quarto Stato' di Pellizza da Volpedo potrà essere ammirato nella sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano. Il dipinto, una delle opere emblematiche del '900, finora conservato alla Galleria di Arte Moderna del capoluogo lombardo, sara' collocato in quella sala che nel 1953 già ospitò "Guernica" di Picasso. Per la mostra che celebra il centenario della morte di Giuseppe Pellizza, il suo capolavoro sarà collocato solo, a terra, in fondo alla grande stanza che ancora porta i segni dei bombardamenti del secondo conflitto bellico.

"Per la prima volta questo capolavoro - ha detto l'assessore alla Cultura del comune di Milano, Vittorio Sgarbi - trova il suo senso non come quadro della storia dell'arte ma come patrimonio della storia dell'uomo. La sua collocazione permette di apprezzare l'incedere epico dei contadini, ed è giusto che sia collocato a terra e non su un podio, perché è un'opera antimetafisica: non evoca il cielo ma le sofferenze degli uomini".

Dal 6 luglio fino al 16 settembre il percorso espositivo per arrivare al quadro sarà corredato dalle sculture dell'artista praghese Ivan Theimer. Non è escluso che, conclusa l'esposizione, l'opera di Pellizza, anziché tornare alla Galleria di Arte Moderna, resti a Palazzo Reale, in attesa che sia pronto il nuovo museo del '900 nel vicino palazzo dell'Arengario, che sarà la sua futura e definitiva collocazione.

www.ansa.it
08/10/2007 23:31
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 107.582
Post: 26.482
Registrato il: 17/11/2003
Registrato il: 11/10/2004
Sesso: Maschile
Occupazione: Studente

Forumandiano..!!

SUPERSUPREMO
Roma: Gauguin al Complesso del Vittoriano
Dal 5 ottobre 2007 al 3 febbraio 2008, il Complesso del Vittoriano di Roma ospita la mostra ''Paul Gauguin, artista di mito e sogno''. Presenti circa 150 opere tra oli, disegni, sculture e ceramiche che documentano il percorso umano ed artistico del grande Maestro, evidenziando il suo sognante vagheggiare un'Età dell'Oro, i richiami alla cultura e alla tradizione, le innovazioni del suo linguaggio pittorico unite ad un esotismo colto ed eclettico.

L'esposizione ripercorre l'intera parabola dell'artista francese, sottolineandone un legame insospettato con la classicità e la grandezza di Roma, città che l'artista francese non ha mai visitato. La rassegna ''Paul Gauguin, artista di mito e sogno'' è stata curata dallo storico dell'arte americano Stephen Eisenman, in collaborazione con Richard Brettel, che insieme hanno selezionato le opere per mettere in risalto questa componente poco indagata di Gauguin: il suo tributo alla romanità, nell'inseguire un'età aurea, perduta per sempre, anche nelle atmosfere tropicali della Polinesia.

I capolavori in mostra provengono da importanti musei pubblici e prestigiose collezioni private di tutto il mondo, tra cui spiccano il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, la National Gallery of Art di Washington e la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, ripercorrono l'intero cammino della vita e dell'opera del pittore da cui traspare la costante ricerca di una sorta di mitico Eden, il sogno di un luogo remoto sospeso nel tempo in cui regna una pace perfetta e un'abbondanza felice.

Come sottolinea Stephen F. Eisenman, ''nessun artista, né prima né dopo, ha così assiduamente raffigurato l'incontro tra un colonizzatore europeo e gli indigeni, né trasformato in modo così radicale tale difficile rapporto in opere altrettanto incantate ed inquietanti. Gauguin, l'artefice di miti e sogni, Gauguin il Simbolista era anche Gauguin il virgiliano ed il classicista, i cui modelli di pensiero sono strettamente legati all'arte ed alle tradizioni letterarie di Roma antica''.

www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6614
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:01. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com
www.bwgroup.it *** *** Suoneria Cellulare******* habitamos ***
..:: A L T R I ..... G E M E L L A G G I ::..
**TOPMANGA FORUM**~ A.C Milan~ THE FROZEN FORUM ~ Cogito Ergo Sum ~ eyes on anime ~ Virtual Graphic ~ Il mondo di Vanish ~ Lauren 4ever ~ Dragon Ball 4Ever GDR ~ Top forum - the best of all ~ ilmondoincantato ~ UFOOUTLINE ~ The Dark Side Of The World ~ giuggyna.it ~ MuroSpam ~ WLF 46 ~ Dinda & Baldo's forum ~ Cincischio ~ Aldo, Giovanni e Giacomo ~ sulle ali della fantasia ~ Crazy off Topic ~ IL BIVACCO ~ FORUM ~ FORUM ~ FORUM ~ FORUM ~