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Capitolo 5 - "Pioggia"

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2008 18:17
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01/02/2008 14:54
 
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Dalkest
era stato sul punto di scattare, un pugno ben assestato al mento avrebbe riportato Ronan a più miti consigli e probabilmente di nuovo lì con loro invece del luogo dove era stato spedito dalla lady vipera...

poi invece aveva visto Arhiael, con la calma che le si addiceva da sempre, cercare di far ragionare l'attore che agitava davanti a sè un attizzatoio. Arhy aveva lasciato a terra la spada, naturalmente perchè in caso di necessità sarebbe intervenuto lui, prima che il damerino fuori di testa potesse nuocerle.

lady Aìni, era senz'altro colpa sua se Ronan era in queste condizioni... le avrebbe chiesto di rendere conto quanto meno, e montava in lui la consapevolezza che la lady vipera doveva senza nessun dubbio sapere dove fosse Lasya.

per un attimo volse gli occhi a Meriel e Athorman, incitandoli a fare qualcosa o a dirgli cosa fare, perchè senza dubbio la forza bruta era solo una delle possibili soluzioni, oltre che essere l'unica che veniva in mente a lui.

*ti prego Ronan, non fare stupidaggini...*
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02/02/2008 11:18
 
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Ronan
Anche Kuma era nervosa. Trattenuta da Barak, fece un paio di latrati e ringhiò.
Ma non contro Ronan.
Sembrava rivolta contro qualcosa di indefinito.

Ronan intanto era arrivato quasi alla porta.
Calmarmi?” rispose ad Ahriael, agitando l'attizzatoio nell'aria, ma contro nessuno.
Non avete mosso un dito per aiutarmi! Voi..
Quel pazzo.. mi è saltato addosso senza nessun motivo!!
E tu.. tu ora dici a me di calmarmi?!


In quel momento Ronan passò davanti allo specchio vicino alla porta.
E si vide.
Rimase lì, improvvisamente immobile, sgomento, mentre fissava allibito i suoi occhi e il suo volto.
Si girò lentamente verso la ragazza che si stava avvicinando;
era senza parole, a bocca aperta.
Si sentì una lieve corrente d’aria e Ronan lasciò cadere l’attizzatoio, con ribrezzo; sospirò, stanchissimo e si portò le mani alla faccia.

Arhi.. Ho solo bisogno di dormire..
le disse, calmo, a voce bassa.
Lasciami andare.. ti prego..
[Modificato da Ashtarazor 02/02/2008 11:23]
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02/02/2008 11:33
 
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Arhiael
In un attimo lei gli fu accanto, gli passò un braccio intorno alle spalle per sostenerlo.
" Hai ragione Ron, è stata una lunga e faticosa giornata, vieni ti accompagno in camera, li potrai riposare."
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02/02/2008 11:56
 
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Ronan
Ronan questa volta non si ritrasse.
E i due si avviarono, in silenzio, lungo il corridoio.

Mentre salivano le scale, ci fu un tuono particolarmente intenso.

"Pensi di riuscire a dormire con questa tempesta?"
fece lei.
"Già.." rispose Ronan. "Non lo so.. credo che metterò due pezzi di cera nelle orecchie.."
Parlare di cose normali era una liberazione.
Ronan sorrise, nonostante la stanchezza.
"Tanto lo farai tu il primo turno di guardia, vero? Io, credo che dormiro' per 15 ore filate.. "
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02/02/2008 12:53
 
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Arhiael
*Io invece credo che non dormirò affatto...*
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03/02/2008 10:26
 
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Master
Quel poco che restava della notte non fece che atterrire ulteriormente gli animi degli Aranrim. Le tenebre si trasformarono, poco per volta, in un giorno uggioso e senza un raggio di sole. Lunghi rovesci d'acqua si alternavano a folate di vento ghiacciato e persino i fuochi avevano difficoltà a restare accesi, nonostante le premure degli inservienti che vi gettavano abbondanti quantità di legna.

Tutto era diventato un pantano, un lago di fango e terra e foglie che si estendeva a vista d'occhio. Quando Eorein scese in cucina, trovò Meriel e Athorman, ai due lati lunghi del tavolo, addormentati con la faccia su un paio di libroni e molti fogli pieni di appunti. Si destarono subito, quando entrò, e davanti ad una miserevole colazione ripresero a parlare di come trovare Lasya.

Eorein, per quieto vivere, badò a farsi trovare già in campagna prima che anche Arhiael e Ronan scendessero. Alle domande di Lossadan su cosa fosse quell'aria tetra, e su dove fosse Lasya, seguirono le spiegazioni dei due dunedain stanchi ed assonnati, che gli spiegarono come probabilmente stava ancora da qualche parte a dormire nella villa.

I due eothraim iniziarono a fare una breve e leggera galoppata, coprendosi meglio che potevano, nei dintorni della villa. Cercavano qualunque cosa, un indizio, un oggetto fuori posto, ma il vento gelido la pioggia gli stavno congelando il cuore oltre che le ossa, e gli insistenti ronzii di Gurcrist non fecero che avvilire Eorein ancora di più. La sua spada sembrava solo un cane che latrava in risposta agli ululati dei lupi delle montagne. L'antica lama dei nani, forgiata poer beffare chi la brandiva, sentiva qualche voce, portata dai venti del nord, e la presenza di spiriti malvagi, nascosti senza corpo nè forma nelle spire della tormenta.

Verso l'ora di prannzo, e del sole ancora nessuna traccia, videro la carrozza della Contessa e del Conte saettare verso il cancello di uscita, scortata da una dozzina di armigeri in sella.

Poco dopo, vennero a sapere che qualcosa di grave stava succedendo in città. Sulle prima, non se ne seppe nulla di preciso, e dover baare anche a tutti gli altri Aranrim che cominciavano ad essere istarici per l'assenza di Lasya, ed a Ronan che restava chiuso nel suo isolamento, fece loro perdere quasi tutta la giornata.

Fu solo a notte fatta, ben dopo l'ora di cena che giunse la notizia. Stavano parlando di come e quando tornare al Teatro dei Monaci Bianchi, e si chiedevano se non sarebbe invece stato meglio proseguire la toruneee verso Telnor, a Sud, quando uno stalliere si fece udire dal piano di sotto. Sembrava agitato, quasi terrorizzato. Un uomo sui cinquanta anni, a cui i due eothraim si erano affezionati per come aveva trattato bene Mandorallen e Guthlaf.

Quando riuscirono a calmarlo, e a farsi spiegare cosa fosse successo, ci rimasero di sasso. Era chiaro, ormai. Tutti lo sapevano. La Nave Nera era tornata, e con essa la pioggia. Esattamente dopo dieci anni, il nero dromone aveva fatto vedere le sue vele al largo di Lond Arador...
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04/02/2008 23:48
 
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Ronan
Ronan non sembrò molto interessato alle impressioni dello stalliere. Se ne stette in disparte per tutto il tempo, a guardarlo da lontano, rigirando la lama del pugnale tra le dita, apparentemente distante nei suoi pensieri, mentre l’uomo continuava a parlare di presagi di sventura e di come le cose fossero maledettamente simili a dieci anni prima.

Seppure taciturno, l’attore era molto cambiato dalla sera prima. Non più agitato, non più di un pallore cadaverico, non più lo sguardo allucinato e sconvolto dalla paura.
Serio, silenzioso, pensoso.
Due ombre scure sotto gli occhi lasciavano intendere che in ogni modo non aveva dormito molto e, per chi sapeva qualcosa della vicenda, probabilmente era stata una notte sofferta.
Aveva saltato il pranzo, non avendo toccato quasi nulla nel piatto, poi in tutto il pomeriggio s’era ben premurato di evitare chiunque e non aveva detto una sola parola.
Chiunque ad eccezione di Arhiael.
Nessuno seppe cosa si dissero, alla fine, verso sera, quando, qualche ora prima dell’imbrunire, in un momento di stanca della pioggia, lui le chiese di accompagnarlo in un’insolita cavalcata sotto l’acqua perché ‘aveva bisogno di prendere un po’ d’aria’ e ‘voleva vedere se si riusciva a scorgere il mare dalla collina’..
Tornarono in tempo per cena, poco prima che facesse buio sul serio. E nulla era cambiato, in apparenza, ma Ronan questa volta mangiò con appetito. E questo, per chi lo conosceva da tempo, era un buon segno.

Più tardi, dopo che lo stalliere ebbe dato le sue sinistre notizie, Ronan incrociò per caso lo sguardo della ragazza.
S'accorse che anche lei aveva capito.

Vorrei proprio andare a vederla.. questa nave nera..
disse, scendendo con un balzo leggero dal tavolaccio su cui s’era seduto.

E rinfoderò il pugnale, con un gesto secco e veloce.
[Modificato da Ashtarazor 04/02/2008 23:54]
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05/02/2008 12:28
 
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Arhiael
"Vengo con te."
Arhiael si tirò su dalla sedia rapidamente.
"Selliamo i cavalli e andiamo a dare un'occhiata a questa fantomatica nave."
Poi si voltò verso i due eothraim.
"Ci seguite?"
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07/02/2008 11:21
 
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Master
Eorein li interruppe

"E dove pensate di andare di notte? Ci siamo tutti fatti la notte in bianco ed abbiamo cercato Lasya per tutto il gioro. A che vi servirebbe andare là sfiniti? Si parte l'indomani mattina semmai..."
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07/02/2008 13:30
 
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Ronan
"E’ vero, ma se andiamo col favore della notte e della pioggia, forse riusciamo ad arrivare senza dare troppo nell’occhio.
Potremmo andare subito noi due, Arhiael, vediamo un po' com'è la situazione e poi aspettiamo gli altri al Teatro dei Monaci Bianchi per tirare le somme, domattina, se vorranno raggiungerci.
Potremmo riposarci là.
"
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07/02/2008 13:59
 
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Master
"Inoltre" intervenne Meriel "La paura dlle tenebre è proprio l'arma del nostro nemico. O meglio, la paura in senso lato, di ciò che è ignoto, di cò che vive nele ombre là fuori. Sebbene io stessa non mi azzarderei a stare nella foretsa di Arhiael stanotte, con questo tempo è probabile che le sentinelle del nemico siano tutte rintanate, perché sono per l piiù uomini, inconsapevoli del loro ruolo. Di giorno, invece, aumentano le probabilità di essere visti. La strada fino in città è abbastanza sicura, e possiamo dormire a teatro, stanotte, se ci sbrighiamo"

"Possiamo?" disse Eorein

"Si, vado con loro"
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07/02/2008 14:46
 
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Eorein non riuscì a trattenere una sonora risata:

"Proponete di andare nel covo del nemico. E chi saremmo? Due donne, un guitto, e due guerrieri sfiniti che non riescono neanche a proteggere i membri della compagnia dal rapimento."

Gli eventi erano precipitati ed il fallimento della lunga giornata di ricerca aveva lasciato il segno sui due cavalieri. Lo sguardo di Eorein però era ancora vivo:

"Beh, sono stanco di stare con le mani in mano, per Bèma! Andiamo!"
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07/02/2008 15:48
 
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"E io? vi siete dimenticati di me? "
disse Barak, seguito dal suo enorme cagnone ansante.
"e del mio cucciolo?"
La cucciololtta in questione sembrava un lupo terribile, tanto era grossa e scura di pelo, e i denti affilati e lucidi..
Uggiolò contenta di essere portata in causa in questioni di così grande momento e scodinzolò felice di essere al centro dell'attenzione; già assaporava una bella scorazzata nel fango, sotto la pioggierellina insistente che le solleticava la pelliccia.
Cosa poteva chiedere di più dalla vita? Ah, certo, se poi avesse potuto anche chiudere le zanne su qualcosa di vivo, palpitante e possibilmente nemico del Padrone, o di Ronan (che gli stava simpatico perchè gli dava sempre un pezzetto di carne fresca di nascosto) sarebbe stato il massimo..

"Lo sapete che quando vado in giro, non ho paura di nessuno, io.."
disse il Beorning, offeso nella sua dignità di orso selvaggio del bosco Atro.
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08/02/2008 10:25
 
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Master
Dopo quell'ultima adesione gli occhi di Meriel scintillarono per l'entusiasmo. Sembrava avesse raggiunto la 'quota' a cui stava pensando, e Arhiael avrebbe giurato di poter sentire il rumore degli ingranaggi nel suo cervello che iniziavano a macinare idee, idee che suonavano in effetti un pò come ordini, ma ben mascherati.

"Eccellente! Come ho detto, secondo me..."

"Ahehm..."

"Secondo noi, cioè me e Athorman, la strada da qui alla città è abbastanza sicura. E' verosimile che ci siano molti più occhi nemici al porto, ora, che altrove. Certo, se vogliono fare qualch affare sporco, questo è il momento perfetto, ma siccome non abbiamo idea di dove questo possa avvenire, inutile preoccuparsene"

"Condivido buona parte di ciò che ha detto Meriel"
intervenne Athorman "Dubito che ci siano creature in grado di spiare la strada di notte e con questo tempo. Nel peggiore dei casi, ci saranno due o tre gruppi di ricognizione là fuori, a coprire un territorio anche troppo vasto. Li avranno messi agl snodi principali, e con quest'acqua che scende siamo costretti a prenderli, ma sono anche abastanza sicuro che in molti si staranno avvicinando alla città stanotte"

"Ci noteranno?"
chiese Arhiael

"Di certo si" rispose Meriel "Ma anche questo conta poco. Se andiamo tutti siamo in sette. Possiamo dividerci in due gruppi. Ci noteranno, ma difficilmente sapranno chi siamo. L'importante è che si arrivi al teatro in fretta. Inoltre, Arhiael ha bisogno delle tenebre per entrare in città"

"E..come ci dividiamo?"
chiese Barak

"Un dunadan per ogni gruppo. Un eothraim per ogni gruppo. Io e Ronan nel gruppo di testa, perchè conosciamo meglio la città. Eorein viene con noi. Faremo un segnale al gruppo di coda, con Athorman, Dalkest e Barak. Arhiael potrà essere utile come guida anche a voi, ma è meglio che stia in coida, nel caso ci fossero problemi avanti. Tutti daccordo?"

Chi borbottando, chi aggiungendo qualche commento qui e là, alla fine annuirono tutti.

"Bene. In marcia allora!"

Meriel ed Arhiael se ne andarono di sopra a prendere i vestiti da viaggio, lasciando gli altri di sotto. Parlando nella lingua del Rhovanion, che sia Barak che i due eothraim capivano abbastanza bene, Athorman commentò a voce bassa:

"Ragazzi...ma non vi sembra che..."
"Si"
"Si"
"Si"
risposero quasi all'unisono
"Vero? Un pò troppo...pratica del mestiere per aver solo recitato. Capisco il carisma ma qui c'è puzza di bruciato."
"Che si fa?"
disse Barak
"Nulla. E' una nostra amica. Solo, teniamo la testa sulle spalle e raffreddiamo gli entusiasmi, va bene?" rispose Athorman
"Sta bene. Anche a me la cosa puzza. Staremo a vedere" concluse Eorein

Ronan notò di essere stato escluso dalla conversazione.
Poco dopo, erano tutti nelle stalle, a sellare i cavalli. Agli stallieri ci pensò Ronan, che ci era diventato amico a forza di giocare a carte e offrire vino.

"Ragazzi, guai in teatro. Il tetto ha una crepa e ci sono i costumi e le scnografie che si stanno inzuppando. Tocca che scappiamo...", disse mentre preparava il suo destriero.

"Attenti alla strada ragazzi". Gli stallieri erano ormai ben terorizzati. "Questa pioggia non è naturale. Non si esce quando le stregonerie sono all'opera, ma se ci tenete tanto, non attardatevi per la campagna. Stanote gli spiriti vagano liberi e...affamati"

Lo aveva quasi bisbnigliato, per paura che gli spirit stessi si sentissero richiamati e venissero a mangiarselo. Mentre dava anche solo questi semplici consigli a Ronan gli altri lo guardavano in cagnesco, timorosi che si attirasse qualche sventura mangiatrice di anime.

*Spero solo che nessuno di loro sia al servizio di Lady Aìni o dela Contessa* pregò mentalmente Ronan, rabbrividendo *Per gli Dei, quanti ostacoli. Occhi nemici ovuinque. Che brutta storia...che brutta storia...LASYA! Devo trovarla...Lasya...*

"Ci separiamo fuori dalla villa" comandò Eorein "Alle guardioe ci penso io"

*E speriamo bene. Secondo me è una idiozia uscire di notte in sette. Metteremo tutti in allarme*

Poco dopo,i sette cavalieri ed il loro cane erano alla guardiola principale, quella che dava sulla strada. Tutto chiuso e sbarrato, e tutte le guardie ben deste. Eorein non era smontato di sella, e il sergente gli si avvicinò, già bagnato fradicio.

"Sergente, perdona se ti costringiamo a prendere acqua per noi"

"Sono già zuppo tanto. Dove andate in sette, con questo tempo?"

"Ci dobbiamo recare di corsa al teatro dei Monaci Bianchi. Il tetto non era in buone condizioni quando siamo partiti, e davvero...ecco...si, non pensavamo che potesse piovere tanto, dannazione!"

"E' vero..la pioggia non è normale..."
Il sergente era chiaramente di pessimo umore. Non una meraviglia, con quel freddo ed il mestiere che faceva.

"Chi siete?"

"Io ed alcuni degli attori"

"E una donna?"
disse indicando Meriel

"Lady Meriel fa le veci del capocomico, sergente. E' il bracio destro di messer Lossadan"

"Non mi sembra saggio uscire stanotte. Ma avete almeno con voi il carpentiere? Sigurdh? Giusto?"


Tutti persero un battito. Tutti.

"Certo" rispose Meriel, fissando Ronan da sotto il cappuccio. Comando nello sguardo "Siggy, vieni avanti, fatti vedere dal sergente Sceath"

"Mia signora..."
il sergente chinò la fronte, in riconoscenza "lieto che vi ricordiate il mio nome"
Ronan avanzò, incerto, col suo cavallo, badando a non farsi troppo vicino. Il sergente lo fissò per bene, e fu sicuro di incrociarne lo sguardo, anche sotto tutta quella pioggia

"Tutto bne Sigg?"
Un impercettibile segno di assenso di Meriel

"S..hmm...si...torna al coperto Sceath, ti prenderai un altro malanno" disse l'attore, cercando di imitare la voce del suo vecchio amico carpentiere.

Il sergente ci pensò su, li fece sudare freddo, poi si rilassò. un pò

"Sergente, per favore, Sceath, mio signore. Ogni minuto è prezioso per arrivare in tempo al teatro" sospirò Meriel

"Aprite!"
gridò agli uomini in guardiola, facendo segno di passare con la mano.

Il cancelo si richiuse con un tonfo dietro di loro. Molti metri dopo, Ronan si accostò a Meriel

"Ma..come..."
"Ha visto e sentito solo ci che voleva sentire e vedere, Ronan. Ora andiamo..."


Quano furono a qualche centinaio di metri, badando di essere sopravvento, Athorman si accostò a Eorein. Un cenno del capo, verso il fianco del cavaliere, dove Gurcrist pendeva nel suo fodero verde e argento. Il cavaliere dell'Est annuì gravemente

*Ha brillato, e vibrato, un altra volta. Che notte stregata* pensò Eorein
[Modificato da Ossian77 08/02/2008 11:04]
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Master
La pioggia, per quasi venti minuti, si interruppe senza essere sostituita dagli ululati del vento. Il paesaggio intorno ai sette cavalieri era scuro e danneggiato dagli elementi, e una malia nell'aria ghiacciava i loro cuori.

"Certo, mi sfugge perchè sia essenziale dividerci, visto il tempo inclemente" bofonchiò Eorein a Athorman a bassa voce.

Non incontrarono anima viva lungo la strada, eppure una sensazione negativa, l'impressione di un infausto presagio, li teneva costantemente sul chi vive. Quando passarono in mezzo alle prime case in vista delle mura, ebbero l'impressione che occhi li guardassero da dietro gli scuri delle finestre. Impossibile. A quell'ora la gente, tuoni o non tuoni, se ne stava di certo sotto le coperte e non alla finestra, sia che stessero dormendo o contando le maledizioni.

La città era avvolta nelle tenebre, ma i fuochi nelle guardiole erano tutti accesi. I due eothraim notarono che nonostante il fango e la pioggia, erano rimaste delle tracce nei pressi della strada maestra. Molti cavalli e molte carrozze erano passati di qua, alcuni da pochi minuti.

"Ora ci separiamo, come detto prima. Attendete il mio segnale. Quando vedrete l'albero della vita brillare contro il muro a destra della guardiola, avanzate ed entrate. Non prima" disse Meriel.

"Se sta bene a tutti, sta bene a me..." borbottò l'eothraim, anche se poco convinto. Non voleva che un punto d'orgoglio gli facesse diminuire il valore che dava alle abilità di Meriel, sopratutto quelle che ancora non aveva rivelato. Fu ricompensato subito dalla dama, che gli rivolse un sorriso spettacolare, uno sguardo d'intesa tra due esperti generali che si capiscono al volo, e un apprezzamento del suo lasciarla fare, pur non essendo lei la responsabile della sicurezza.

Meriel, Ronan ed Eorein si avviarono verso il cancello dell'alba, lasciando Arhiael, Athorman, Dalkest e Barak con Alex. La pioggia ricominciò subito dopo, e si sentirono spaesati ad essere lasciati indietro. Il viso risoluto di Athorman diede loro sicurezza.

"Sa quello che fa, tranquilli" disse il dunadan senza guardarli, gli occhi fissu sulla città.

Pasarono quasi venti minuti, in cui si strinsero l'uno all'altro ed ai cavalli per ripararsi almeno un pò dalle raffiche di vento. Poi, all'improvviso, videro una tenue luminosità alla destra della guardiola. Si erano fermati a una trentina di metri dalle mura, in ombra, eppure videro con chiarezza che un disegno si era formato sulla superficie delle fortificazioni. Una runa brillante, verde e azzurra, formata da due rombi chiusi ed uno aperto, uno sopra l'altro. Durò meno di venti secondi, e poi sparì.

"Non so come ha fatto, e non lo voglio sapere...Athorman?"
"Via libera, amico mio. Avviamoci anche noi..."


Si ritrovarono dento la cucina del teatro dei monaci bianchimeno di mezz'ora dopo. Barak stava gettando molti ceppi nel fuoco, per scaldare lòa stanza ed asciugare i loro vestiti fradici, ed ognuno aveva una tazza di the bollente in mano. Allaguardiola era bastato fare due domande per capire che in molti erano tornmati in tutta fretta in città, spaventati dalla notizia della nave nera. Chi aveva delle proprietà da difendere in città, visto il clima di ansietà generale, era ammesso dentro le mura senza troppe storie, almeno per quella notte. La città stessa era deserta e spettrale, anche per quell'ora tarda. La maggior parte della luminosità e dell'attività proveniva dal porto e dalla darsena, dove dovevano esservi molti fuochi accesi e molte persone ben deste a scrutare la scura sagoma della nave nera.

"Bene" disse Arhiael "Come ci organizziamo?"
[Modificato da Ossian77 10/02/2008 11:41]
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Ronan
In quella mezzora, Ronan, dopo essersi asciugato, era salito fino allo scrittoio, aveva usato carta, calamaio e ceralacca ed era ridisceso in qualche ripostiglio a cercare tra i costumi di scena un buon vestito asciutto e un telo impermeabile con cui coprirsi meglio dalla pioggia. Poi era tornato in cucina, int empo per sentire la domanda di Arhiael.

Voi potreste andare alla darsena..” rispose l'attore, mentre armeggiava con mantello, cintura, spada e pugnale.

Io voglio capire cos’hanno in mente e cosa si può fare per rallentarli.
Per ciò intendo andare alla rocca, in cerca di lady Aìni, e mi metterò al suo servizio. Poi se potrò tornerò a riferirvi, o vi lascerò un messaggio nel vecchio scrittoio al piano di sopra..
"

Ronan attese un attimo, prima di continuare.

"Arhiael, credo che sia giunto il momento.. racconta a Meriel tutto ciò che ti ho detto. O a chi credi.
Mi fido di te.
E ricordati di quel bambino, Dior, può essere una traccia..
"

il giovane si avvicinò all’uscita; socchiuse la porta e si voltò un'ultima volta, mentre nella stanza entrò una ventata di aria fredda e umida.

Vi saluto.
Se dovessimo incontrarci in circostanze poco chiare, qualunque cosa succeda, non dimenticate che sono un attore..
e che stiamo dalla stessa parte.. Cercate di infilzare quelli giusti, possibilmente..



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Arhiael
"Suppongo che la tua idea di seguire quel serpente sia valida, ma vorrei ugualmente che restassi con noi."
Il tono era grave, gli occhi di Arhiael non celavano la sua preoccupazione, aveva paura per Ronan, perchè sapeva che non sarebbe rimasto e che avrebbe fatto di tutto pur di salvare Lasya.
L'attore le rispose con un semplice e disarmante sorriso, come se le avesse letto nel pensiero, dopo di che chiuse la porta alle sue spalle.
La ragazza sospirò profondamente, si portò le mani al viso per riprendere la concentrazione, qualche secondo ed aprì nuovamente gli occhi.
"Allora, ho una storia interessante da raccontarvi."
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18/02/2008 17:39
 
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*E tu cerca di non farti infilzare da nessuno testa dura, amico o nemico che sia.*

Eorein era stanco, bagnato, nervoso e di pessimo umore mentre osservava l'attore che usciva dalla stanza.
Nel voltarsi verso Arhiael, che sembrava voler racontare qualcosa, incrociò per un secondo lo sguardo di Meriel: sembrava scrutarlo per carpirne i pensieri.
I sui profondi occhi grigi lo fissavano con intensità, ma Eorein non si scompose: era ormai abituato allo strano carattere della dùnadan ed ormai, a differenza degli altri membri della compagnia, sembrava quasi immune alle sue stranezze.
Quasi.
Si perse ancora una volta nei riflessi blu dei suoi occhi e per un momento ebbe davvero paura che la dùnadan potesse trafiggere le sue difese e leggere ciò che in quel momento aveva nella mente.
E nel cuore.
Ma la sua corazza esteriore non cedette. Non questa volta almeno.
Rivolse un lieve sorriso a Meriel e si accinse ad ascoltare il racconto di Arhiael.
[Modificato da Valandur 20/02/2008 16:38]
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Arhiael
Cominciò a raccontare con dovizia di particolari la storia che le aveva detto Ronan, ignorando via via gli sguardi a tratti allibiti degli altri.
Quando ebbe finito rimasero tutti in silenzio, persi nei propri pensieri, nelle proprie paure, nei propri dubbi.
Dalk fu il primo a parlare.
"Chi è questo Dior?"
Arhiael fece mente locale, e cominciò a rispondere.
"Dior è un bambino di 10 anni, figlio di alcuni proprietari terrieri fuori città, non li conosco bene,so che hanno anche una casa in città, ma non so esattamente dove sia."
Rimase un attimo a pensare cosa potesse significare quella raccomandazione ai due dunadan.
"Non capisco, probabilmente qualcosa gira per il bosco, qualcosa di molto pericoloso, e magari è pronto ad attaccare anche le fattorie isolate o chiunque si aggiri da quelle parti."
Un fulmine le attraversò la mente.
Si alzò di scatto tanto da far cadere indietro la sedia, le mani serrate sul bordo del tavolo e gli occhi che fissavano il nulla davanti a lei.
"Drestan."
Non si rese nemmeno conto di aver pronunciato quel nome.
[Modificato da Tyrande 19/02/2008 13:30]
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19/02/2008 15:02
 
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Master
Arhiael capì di aver fatto delle rivelazioni di tremenda importanza quando vide la faccia di Athromnan e Meriel scolorire, cosa che le contagiò una irrazionale paura del futuro.

"Che notizie teribili" disse la dama

"Lo sospettavamo..eppure averne conferma...non parliamone troppo. I venti potrebbero essere in ascolto" disse Athorman tenendo Meriel per la mano. I due si scambiarono un gesto d'intesa.

"Venti? Chi?" chiese Arhiael, sconcertata

"Si, i venti del nord. Possono portare i nostri messaggi molto lontano, ed a chi non deve assolutamente sentirli. Rischiamo di mettere in pericolo Lasya con ogni sospiro, se Lady Aìni si comporta come ha lasciato intendere. Ma possiamo e dobbiamo ancora agire" disse Athorman per calmarla.

"E' vero" intervenne Meriel. "Non pensate più alla voce. Non la nominate ne state a rimuginarci troppo sopra. Non è bene che chi non è preparato si lambicchi il cervello con cose del genere. Vviamo tutti meglio senza" disse sorridendo, anche se in modo sforzato.

"Inoltre, parlarne troppo è un modo per destare la loro attenzione. Concentriamoci sulle cose di questo mondo, che si possono fronteggiare. La nave è in porto, e dobbiamo almeno dare un occhiata alla situazione. Per vedere che aria tira, chi c'è, cosa succede. Come potremmo fare a non dare nell'occhio?"
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