Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
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Capitolo 5 - "Pioggia"

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2008 18:17
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Ronan
"Per la mano di Osse!" rispose Ronan, stupefatto.
"Non pensavo davvero.."

"Ma qual'è la sua stirpe? Da dove può essere mai giunta una creatura così.. ultraterrena?"

[Modificato da Ashtarazor 31/01/2007 13.19]

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Master
Devon: "Beh, ultraterrena, eddai, e' solo una nobile di sangue reale. E' imparentata col Re, probabilmente, e questo spiega tutto. no? Che io sappia comunque la madre della Contessa e' di una ricchissima famiglia di Linhir. Un bel viaggio, da Lond Arador"

[Modificato da Ossian77 31/01/2007 13.46]

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Ronan
"Ho si.. ma certo, è vero, se ha sangue reale nelle vene, questo spiega tutto.
E poi in fondo non l'ho nemmeno mai vista tanto da vicino..
Da Gondor dunque, nel Lebennin, giusto?
Se non mi sbaglio, dicono sia uno dei porti più belli della costa meridionale..
"


"Un porto fluviale, naturalmente."
aggiunse dopo una piccola pausa.


[Modificato da Ashtarazor 01/02/2007 15.10]

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Miles: "Si, in effetti e' ricco e molto ben tenuto. Si fanno ottimi affari da quelle parti e c'e' sempre un ingaggio, per un navigatore quanto per uno spadaccino. Che io sappia, comunque, Lady Yvoen appartiene al casato di Lonië. Una famiglia imparentata con i discendenti di Valandil, in qualche maniera"

Miles e Devon restarono un altro po' a scambiare voci e dicerie con Ronan e Lasya, e non lesinarono i complimenti alla dama, senza mai essere per questo volgari o sfacciati. Alla fine di un ultima caraffa, i due si alzarono in piedi, presto seguiti dai due attori.

Miles: "E' stato un piacere conoscervi di persona entrambi. Confermo ogni buona parola sentita sugli Aranrim. Siete persone davvero a modo. Spero di rivedervi, un giorno"

Devon: "Me lo auguro anche io. Infatti, se vi capita di passare da Lond Arador, chiedete alla vecchia scuola di scherma sotto il Castello come arrivare alla villa degli Adriatan. Dovrei passarci bene o male tutta l'estate e sarei felice di avervi ospiti"

I quattro si salutarono cordialmente, ed i due marinai si avviarono verso l'uscita della piazzetta, perdendosi tra le ombre poco dopo. Nel frattempo, anche Dalkest aveva avuto la sua conversazione al tavolo dove beveva il personale del castello. Prima di lasciare la taverna, una serie di coppe si alzarono, per un ultimo brindisi agli Aranrim. Sorridendo affabilmente, da bravo attore, Ronan rispose a tutti con parole gentili, pago' l'oste, e si avvio' con i suoi due amici verso la citta'.

[Modificato da Ossian77 04/02/2007 8.22]

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Master
Senza parlare, i tre si diressero verso il teatro dei Monaci Bianchi. Le vie della citta', a quell'ora, erano poco meno che deserte, ma l'atmosfera era piacevole e la sera non troppo fredda.

Accolti da Barak ed Alex, i tre si diressero direttamente alla cucina, dove trovarono un fuoco scoppiettante. Un po' di zuppa era rimasta nella marmitta, e Dalkest se ne servi' una scodella assieme ad una caraffa di birra dolce. Si sedettero in compagnia dei loro vecchi amici e vennero informati che Lossadan era dovuto andare a corte, per un rinfresco offerto dal Conte. Una carrozza era venuta a prenderlo meno di un ora prima e probabilmente l'attore sarebbe rimasto a dormire al castello. L'invito era esteso anche a Ronan e Meriel, ma l'attrice aveva preferito declinare, dicendo di essere molto stanca.

"E' in camera sua a dormire, gia' da un po', credo" disse Yorick

Chiacchierarono amabilmente per un po', quando finalmente qualcuno disse:

"Ma...Athorman?"

"Non so, andava a fare una passeggiata anche lui, ha detto" soggiunse Sigurdh, sdraiato sulla panca con una pezza sulla fronte.

Un vago senso di apprensione per qualche motivo si impadroni' dei presenti. Furono sollevati quando, circa un ora dopo, il dunadan fece la sua comparsa sulla soglia della cucina. Era un po' stanco, e sembrava stordito. Lasya lo aiuto' a sedersi e alle domande preoccupate dei suoi amici Athorman non rispose se non dopo un lungo silenzio. Aveva un taglio sulla tempia ed una guancia stava gia' diventando blu scura.

"Ero al porto militare" disse dopo un po'. "come numenoreano, per me non e' difficile chiedere ed ottenere di entrare, anche tardi. Sono andato a parlare col Capitano del porto. Un dunadan anche lui. Sembrava contento di vedermi, ed era anche lui a teatro. Abbiamo parlato, del piu' e del meno, e poi ho provato a portarlo sull'argomento 'esoterismo'. La pioggia, gli eretici, il conte. Ci e' voluto un po', ma alla fine mi ha raccontato questa cosa"

Athorman si verso' una tazza di the, e continuo'

"Pochi se lo ricordano, ma nell’inverno di nove anni fa, poco dopo il matrimonio del conte con Yvoen, quando la piccola Imoen stava ormai per nascere e tutta la contea era in fervente attesa , approdò un grande vascello. Sembrava un nero dromone del sud, ma batteva una regolare bandiera Gondoriana. Nonostante il conte li accogliesse piuttosto freddamente, i suoi occupanti rimasero in città per almeno 6 mesi. Non sembrava avessero un capo, e l’equipaggio del dromone non si mosse mai dal porto. Parlavano poco con i cittadini, e nessuno ricorda più bene cosa facessero di preciso in città. Sembravano molto educati, comunque, e non hanno mai dato fastidio. Alcuni mercanti, che poi nessuno ha più visto, conclusero delle transazioni con loro spostando ed imbarcando con delle scialuppe diverse grandi casse, all'ora del tramonto. In realtà sembra che molti dei ricordi siano sfocati o alterati dal tempo, e la faccenda sembra fosse in realtà molto meno strana di quanto la gente ricordi. Finché rimasero in città, non smise quasi mai di piovere. Non così strano, in realtà, ma sarà per questo che tutti salutarono la loro partenza come una benedizione, distorcendo i racconti. Sta di fatto che con la primavera giunsero il sole, il bel tempo e la piccola Imoen…"

"Accidenti..." commento' Yorick

"Ma, la guancia?"

"Beh, si era fatto tardi, alla fortezza sul porto, e mi sono avviato verso casa dopo aver salutato il Capitano. Mi sono stupito, in effetti, che non mi abbia offerto scorta, non fosse altro per il fatto che sono un numenoreano. Ebbene, a pochi isolati da qui sonos bucati fuori da un vicolo qualcosa come cinque uomini. Avevano dei bastoni, ed il viso coperto. Mi hanno assalito e, sebbene avessi una spada, hanno avuto la meglio. Sono rimasto a terra, stordito. Ricordo solo che prima di andarsene uno di loro ha detto qualcosa come "Imparate a farvi i fatti vostri, ATTORI"..."

[Modificato da Ossian77 09/02/2007 15.39]

[Modificato da Ossian77 10/02/2007 14.14]

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Dalkest
"una vera avventura, amico mio, è un bene che tu sia qui a raccontarcelo... se sai descrivermi questi signori o in qualche modo sei in grado di ritrovarli potrei decidere di insegnare loro le buone maniere così come si confà quando si è in presenza di un nobil uomo del tuo rango..."

[Modificato da Ossian77 10/02/2007 14.14]

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Master
"Un offerta generosa, amico. Credo che non sara' facile metterla in pratica pero'. Erano in quattro, credo, e non hanno parlato molto. Sembravano avere un accento locale, ma questo non ci aiuta molto. Non so davvero come potremmo mettere loro le mani addosso, in una citta' che non conosciamo e in cui non solo non abbiamo contatti, ma siamo evidentemente seguiti e spiati senza che ce ne rendiamo conto. Da cacciatori siamo diventati prede, per cosi' dire. Quei ceffi non sembravano nuovi del mestiere, ed hanno avuto l'accortezza di non farsi vedere in volto"

Athorman sembrava amareggiato per come erano andate le cose. Sebbene preso a tradimento ed in infranumero, comunque il suo orgoglio di combattente era un po' ferito, per non essere riuscito a difendersi da quattro scagnozzi venuti dal nulla.

"Bene" commento' Eorein con la voce ancora un po' stanca "da adesso in poi sara' opportuno non uscire piu' da soli, ne restare soli a teatro. Sempre a coppie e, se nella coppia non c'e' nemmeno uno di noi, allora ci si muove almeno in tre. Non corriamo rischi inutili. Immagino che tra poco leveremo le tende, ma Lossadan avra' anche dei doveri a corte, e forse per una settimana ancora dovremo destreggiarci tra le vie di Lond Arador"

"Ma, le indagini?" rispose Athorman

"Non sono piu' sicuro che ne valga la pena. Se qualcosa la possiamo fare, e' a nord, con le spade in pugno. Non facendo domande tra i vicoli del porto..." disse Eorein con asprezza.

"Sentite, non e' il momento di fare piani adesso. Abbiamo avuto una giornata lunga, che si e' conclusa abbastanza male. RImandiamo tutto a domattina!" soggiunse Lasya, cercando di mettere un po' di buon senso nel discorso

"Athorman, possiamo parlare da soli?" disse Ronan.
"Non so se andro' al Castello adesso, ma in ogni caso prima ti vorrei riferire di un episodio molto strano accadutoci presso la porta del vecchio porto"

Athorman si alzo' e segui' Ronan al piano di sopra. I due si fermarono a parlare sul pianerottolo delle scale, accomodandosi su una panca. I due erano poco meno che ombre, male illuminate da un moccolo di candela che andava esaurendosi in una nicchia qualche gradino piu' in alto.

"E' un fatto quasi inspiegabile..." bisbiglio' Ronan
"Dimmi tutto" lo incoraggio' Athorman

Ronan riferi' dell'incontro col vecchio Caellian, cercando di aggiungere piu' dettagli possibili. Quando arrivo' a raccontare della strana reazione delle guardie alla porta, del fatto che non avevano visto nessuno parlare con loro, Ronan rivisse per un attimo il brivido di paura che lo aveva preso poche ore prima. Anche Athorman ne fu scosso, e non replico' subito.

"Segni...ci sono segni ovunque. Questa e', non so come dire, Arda che parla. Il vecchio, ci ha dato delle discrete informazioni, eppure sul finale sembra essersi rivelato come una specie di apparizione. Non sono nuovo a manifestazioni del mondo sottile, interferenze degli spiriti con la vita dei mortali, ma questa e' davvero troppo diretta. Sospetto che ci sia qualcuno, dietro a cio' che avete visto. Qualcuno che ha voluto dirti qualcosa, senza rivelare la sua vera idenatita' o la sua posizione"

"Un alleato?"

"Non necessariamente. Le informazioni potrebbero essere fuorvianti, ricorda. Forse e' davvero la cocienza di questo luogo che genera fantasmi nella nostra mente. Forse e' la suggestione di cui siamo vittime. E forse no. Forse qualcuno, qualcuno molto abile, ti ha lasciato un messaggio, forse solo per dirti: 'io esisto, ti ho notato e ti tengo d'occhio'. Non resta che da scoprire se e' un amico o un nemico, e dove si trovi. Ci sono molte, troppe forze oscure all'opera a Lond Arador, e molte vanno al di la' della mia comprensione. Vorrei davvero avere la saggezza dei consiglieri del re, dalla mia, eppure..."

"Si?"

"Il nome...Caellian..."

"E' in un dialetto locale, vero?"

"Esatto. Pero' non capisco...e' inconsueto"

"Che significa?"

"Significa Ultimo Esule. Lasciamici riflettere su Ronan. Ora vai a corte, e da un occhiata. Fatti vedere e fa vedere che e' tutto a posto. E non menzionare a Lossadan del mio incidente, va bene? Ora scusami, proseguo per camera mia"


Athorma ridiscese le scale, oltrepassando la cucina ed andandosene nel suo alloggio a riflettere. La stanchezza della giornata aveva improvvisamente ricominciato a pesargli e sentiva un desiderio irresistibile di buttarsi sul letto e chiudere gli occhi.

Ronan, intanto, stava per seguirlo quando qualcosa, nell'oscurita' intorno a lui, lo attiro'. Qualcosa di diverso. Forse le ombre della scala per un attimo si erano mosse. Il passaggio in salita sembro distorcersi per un attimo, ed invitarlo a seguirlo.

* Sono stanco morto, ho le visioni adesso * si disse Ronan. Si accorse solo quando fu davanti alla porta di quercia che aveva iniziato a salire le scale
* Ma che diavolo accade!* penso', mentre afferrava la maniglia. Nella stanza non vi erano luci accese. Solo la luna brillava dalla finestra, illuminando la vecchia tela sul tavolo.
* Aspetta, ma non l'avevamo rimessa a posto? No, forse no...*

Si disse che un occhiata non avrebbe certo fatto del male e si accosto' al tavolo.

*Il quadro nascosto. Ci sara' davvero?* penso' mettendo mano allo stiletto.
Ronan lavoro' di fino, scrostando il pigmento un poco alla volta.

*NULLA! Cosi' lo rovino e basta, ma, aspetta...qui c'e' qualcosa...*

Ronan, con tutta la meticolosita' di cui era capace, lentamente riusci' a scalzare uno dei chiodi che teneva in trazione la tela. Non fu troppo stupito quando si accorse che sotto, in effetti, c'era un altro strato. Per quel francobollo di quandro che riusci' a far apparire, non riusci' a distinguere altro che del blu. Forse il colore delle acque, visto che era nella parte bassa della tela, o forse l lembo di una veste.


Si stava facendo tardi, e presto non ci sarebbe stato piu' nessuno al Castello. Ronan decise che poteva spendere qualche altro minuto, all'incerta luce lunare, lavorando al quadro. Un altro paio di viti, all'angolo della tela, vennero delicatamente estratte. Il quadro perse subito un po' di tensione, ma non si rovino'. Sollevando un lembo di tela, l'attore noto' con rammarico che l'umidita' ed i pigmenti di colore avevano creato una specie di colla, e che le due tele erano pressoche' fuse. Forse, con pazienza, tempo, strumenti adatti , spatole e solventi, sarebbe riuscito a dividerle. Per quel che poe' vedere fin li', comunque, il blu del quadro sotostante era proprio quello intenso dell'oceano

[Modificato da Ossian77 12/02/2007 8.55]

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Ronan
* bene.. bene allora la tela nascosta c'è davvero.. domani ci penserò meglio..
ultimo esule.. cosa vorrà dire?.. ora sono in ritardo.. non ho tempo di pensare, andrò a cavallo.. e poi voglio prendere un po' d'aria.. devo schiarirmi le idee.. forse ho bevuto troppo..
*

Giusto il tempo di bere un sorso d'acqua, metter su un abito più adatto, agguantare invito, cappa e spada e lasciar detto a Barak, che Ronan era di nuovo in strada, in sella, diretto con decisione a palazzo.

* con quest'aria fresca mi sento già meglio.. occhi aperti, comunuque.. soprattutto al ritorno..
queste strade deserte mettono i brividi..

però c'è una bella luna..
forse sono uscito troppo tardi.. non fa niente.. è un'ottima scusa per farsi ufficialmente un giretto di notte..
poi se succede qualcosa posso sempre dare di sprone, no?.. e se al castello non ci sarà più nessuno.. be.. girerò semplicemente i tacchi almeno sapranno che avevo buone intenzioni..
e domani mattina.. mi farò un giro fuori dalle mura, poi devo mandare un avviso a quel pittore.. e un paggio per essere ricevuto da quella vedova..
*

[Modificato da Ashtarazor 14/02/2007 13.55]

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Master
IL cavaliere trattava rapidamente su per le strade acciottolate, protetto dall'umidita' notturna del mare da una spessa cappa di velluto verde.
Una pattuglia di armigeri, ferma ad un crocicchio con la via dei sarti, saluto' Ronan portando la mano guantata al cappello d'arme, e ripresero a badare ai loro affari. Rallentando il passo, Ronan riusci' a captare il rumore della vita notturna di Lond Arador. Specialmente presso la corte ed il quartiere sotto le mura, nelle case e nelle locande piu' lussuose le luci erano ancora accese, e molte carrozze e cavalli si intravedevano nei cortili e nelle rimesse. I festeggiamenti per la nascita della contessina erano ormai iniziati e non sarebbero finiti tanto presto.

Giunto che fu sotto il castello, uno scudiero prese in custodia il suo destriero. All'ingresso deposito' la cappa ed il berretto in una cappelliera e si inoltro' nel cortile interno.
Ardeva un piccolo fuoco da campo, sotto una delle torri angolari, e soldati in armatura ingannavano il tempo del turno di notte con una partita a carte. Davanti a Ronan si trovavano diversi edifici, appoggiati l'uno all'altro a formare una solida struttura, quasi inattaccabile. I rumori della festa provenivano da dietro il castello e Ronan, dopo aver oltrepassato un paio di piccoli ponticelli posti sopra dei canali vuoti, giunse ad uno spiazzo dove stavano diverse guardie. Ognuna di loro aveva un insegna diversa, ed erano probabilmente gli uomini d'arme personali di alcuni invitati. Sotto di loro, al di la' di un arco e oltre una lunga scala serpeggiante, stava un cortile con diverse tende illuminate da lanterne.

La festa sembrava ormai volgere al termine. Restavano meno di una ventina di invitati ed i seggi del Conte e della Contessa erano vuoti. Lossadan conversava di cavalli e caccia al cinghiale come un provetto guardaboschi con due nobili della Corte. Lord Arbalar non si vedeva da nessuna parte eppure, con una certa sorpresa, Ronan noto' il suo secondo, il Capitano Deor, Maresciallo della sicurezza del Castello.
Proprio Deor, che aveva nomea di numenoreano tutto d'un pezzo, stava assieme ad un gruppo di amici vicino al palco. Il cavaliere stava cantando una ballata in una lingua che a Ronan uono' vagamente familiare, sebbene non ne comprendesse il significato. Nel cantare, aveva assunto comunque una posa molto formale, con gli occhi chiusi, e i palmi delle mani sullo sterno. Alla canzone fecero seguito alcuni applausi e molte domande sul significato dei versi.

* Beh, forse non sono giunto troppo tardi *
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Ronan
Si avvicinò un poco al gruppo per ascoltare meglio ed unirsi agli applausi.

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Master
Compostamente, Deor esegui' un inchino e scese dal palco. Quasi tutti gli chiesero in dettaglio il significato della ballata.

"E' una canzone in una lingua dell'est, parlata da un popolo di cavallerizzi di leggendaria abilita'. Essi stessi si definiscono eo-theod, che vuol dire popolo dei cavalli"

"Pero', Sir Deor, questo non spiega come mai voi parliate questa lingua bene da poter cantare" interveni' uno dei presenti

"Non tanto bene in realta'. La canzone l'ho piu' o meno memorizzata, e me la saprei cavare nelle loro terre, ma non di piu'. Quanto al mistero, e' presto detto. Da ragazzo ho prestato servizio per un anno presso le fila di uno dei loro re, chiamato Haldwic. Mi ci mando' mio padre, per farmi fare esperienza. Imparai un po' di quel che sanno loro, ma non molto"

"Ad esempio?"

"Beh, qualche canto da campo, un po' della lingua, come tenere un arco, una spada o un cavallo in buone condizioni, a cavalcare a lungo e cose cosi'...Eppure dubto che anche adesso, con l'esperienza che ho accumulato in anni ed anni, mi accetterebbero tra di loro senza considerarmi un peso. Allora dissero di si per intercessione di mio padre, ma fu un ecczione. Per loro combattere, mangiare, cantare, sono tutte cose che si fanno in sella. Ma qui c'e' qualcuno che puo' illuminarvi. Messer...Ronan? Venite, venite. Siete voi che avete come scorta ben due guerrieri dell'Est, giusto?"


Molti occhi si girarono verso Ronan, in attesa di risposta.
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14/02/2007 16:31
 
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Ronan
"Salute a voi, capitano Deor.. se anche fossi arrivato fin qui solo per ascoltarvi cantare, non potrei che ritenermi più che soddisfatto.."

Dicendo ciò, Ronan accennò a un inchino.

"Ebbene.. dunque fatemi pensare..
del loro popolo ne so solo quel poco che avete detto voi stesso, messere, nè ho mai avuto la fortuna come voi di calpestare le loro verdi praterie.. ne di cavalcare i loro cavalli..
e quanto d'altro sapevo o forse credo di sapere.. a quest'ora strarà certamente fluttuando leggiadro da qualche parte, sostenuto dai fumi del troppo vino che ho bevuto..

tuttavia.. almeno della nostra scorta, posso dire con assoluta certezza che sono due autentici cavalieri, nobili d'animo, esperti e valenti nell'arte della guerra come pochi ho mai visto in tutto il regno.
e di sir Dalkest in particolare, senza nulla togliere al capitano Eorein, posso dire che mi ha anche già salvato la vita più d'una volta, lassù tra le colline, proprio a un paio di giorni di viaggio da qui.
Nulla lo arresta, davanti a nulla indietreggia, la sua ascia semina morte e distruzione e la sua furia è pari soltanto a quella del suo stesso cavallo, che sembra capisca addirittura tutto quello che lui gli dice a voce..
è davvero incredibile, signori miei, a volte sembra che parlino tra loro e se la contino sù come vecchi amici..
Una volta alla fine di un banchetto credo di averli beccati che discutevano animatamente tra loro della qualità della biada..
(ronan si fa improvvisamente pensieroso)
o era della birra?
ma.. non mi ricordo più..
probabilmente di entrambe le cose..
"

Aggiunse soddisfatto.

[Modificato da Ashtarazor 14/02/2007 16.37]

[Modificato da Ashtarazor 14/03/2007 20.32]

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Alla battuta di Ronan risero piu' o meno tutti di gusto, compreso lo stoico Deor che, per una sera, sembrava aver smesso la maschera di numenoreano severo e burbero. In breve, si unirono a lor anche Lossadan ed altri invitati, e si trovarono a chiacchierare del piu' e del meno fin dopo la mezzanotte...
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Ronan
La compagnia era piacevole e vicino al fuoco non faceva freddo.
Ronan dopo un po' iniziò ada vvertire la stanchezza della giornata e cercò di parlare sempre di meno coi presenti, scostandosi un poco dalla luce diretta, come chi vuol stare un po' tranquillo un momento per assaporarsi l'abbiocco, e preferendo ascoltare quello che si dicevano tra loro, se si fossero dimenticati della sua presenza. Forse in questo modo avrebbe potuto captare qualche novità interessante.

Per una buona mezz'ora ne approfitto' per riposarsi un poco e guardarsi un po' intorno.
* qui a Lond Arador vanno pazzi per i terrazzamenti..*
si trovavano infatti in un cortile dietro al mastio, un paio di livelli in basso. 5 guardie del corpo all'inizio della scala, e meno di una ventina di persone, in diminuzione, divise tra i vari tavoli.

A un certo punto per poco non chiuse gli occhi, mentre seduto e appoggiato comodamente su una sedia di legno nella penombra proiettata dal fuoco, un po' in disparte, le parole (discorsi che non lo interessavano per niente) iniziarono ad arrivargli in modo ovattato e confuso.
* ..mi sto addormentando.. *

Allora, prima che qualcuno lo notasse e si offrisse di accompagnarlo sulla via del ritorno, prese qualcosa di simile a una focaccina che era rimasta davanti a lui sulla tavola ancora imbandita, diede un morso a una mela cotogna rosolata e si versò un po' d'acqua fresca da una brocca di terracotta.

Fu a questo punto che avvertì la voce appena percepibile di qualcuno che per caso si trovava poco distante dietro di lui e probabilmente non l'aveva notato.
Il fuoco infatti s'era un po' indebolito e le ombre erano divenute più scure e profonde.

"Non lo so.. Nuor, che si dice da te? I vostri forse hanno già scoperto qualcosa?"

Ronan, rimase dov'era, immmobile, appoggiato all'alto schienale della sua sedia, col boccale ancora alle labbra e il fiato sospeso.
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Nuor, un uomo dalla voce stanca e affaticata, rispose quasi sottovoce al suo compagno d'arme.

"Purtroppo no...neanche una traccia. Abbiamo perso tre cani ed un uomo, il loro addestratore, ieri vicino al mulino ad acqua"

"Un agguato?"

"Una trappola. Una fossa davanti al mulino, con dei pali sul fondo. Che disgrazia, conoscevo anche la sua famiglia. Suo figlio va a lezione di scherma da mio zio"

"E il Conte?"

"Purtroppo non l'ha presa bene. Come temevamo. Stavolta ci contava proprio, ed eravamo sicuri di prenderli. C'e' rimasto malissimo. Per fortuna lo abbiamo avvisato dopo la festa"

"Ecco perche' se ne e' andato. Sembrava molto arrabbiato"

"Si, povero il nostro Conte. Non si riesce a trovare una via d'uscita. Stavolta abbiamo trovato solo una coppa di peltro, piena di liquami immondi che non ti sto a dire da chi o come sono stati prodotti, ed i resti di un fuoco"

"Che schifo. Se penso che se la bevono quella roba...sono delle vere bestie"

"Potessi ammazzarli tutti guarda...Anzi, ora che ci penso. Fammi andare a vedere sul retro. Voglio controllare se Skold ha rimosso i corpi. Per la collera di Tulkas! Ormai non ce ne stanno piu'!"

"Bastardi, per quanti ne ammazzi, sembra sempre che ne arrivino di nuovi"

[Modificato da Ossian77 17/02/2007 16.11]

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Ronan
* Per gli dei del cielo.. è anche peggio di quanto temessi.. *
L'attore aguzzò le orecchie per capire se i due si stavano allontanando, poi posò il boccale sul tavolo, lentamente e con naturalezza, fece cadere apposta la focaccina di lato e nel chinarsi a raccoglierla diede una rapida occhiata alle sue spalle.

* se riesco a capire dov'è il retro.. forse posso andare a vedere anch'io.. *

[Modificato da Ashtarazor 18/02/2007 0.14]

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Ronan vide Nuor ed il so compagno d'arme alzarsi, fare un veloce cenno del capo a Deor, allacciarsi il cinturone con spada e pugnale al fianco ed avviarsi verso il muro sud del castello. Non vide bene dove andavano, poiche' la zone era buia e senza torce, ma percepi' un vago chiarore provenire dalla base del muro ed udi' il rumore di una gossa porta che si apriva e chiudeva.

* Devo fare con calma, senza fretta *

Si alzo', per stiracchiarsi un po', ed inizio' a passeggiare per sgranchirsi le gambe, con una coppa di liquore in mano. Allontanandosi sempre piu' dalla conversazione, senza dare nell'occhio, immagino' di essere sfuggito all'attenzione di tutti. Giunto al muro, si accorse che una specie di fossato correva tutto intorno al cortile e che lo stipite della porta era al livello dei suoi piedi. Scesi diversi gradini sbircio' tra il muro ed il battente e vide che il passaggio risaliva leggermente. La porta si apri' senza rumore ed una luce di torce lontane gli illumino' una scala in pietra che saliva. Sopra di lui, alto, liscio, verticale ed impossibile da prendere, l'ultimo muro ovest del Castello, il vero mastio a picco sul mare dove risiedevano il Conte e la Contessa.

La scala lo condusse ad un altro piccolo cortile, circondato dalle mura esterne, quelle da cui si poteva saltare direttamente in acqua. Vide Nuor, l'altro armigero ed un uomo del nord dalla corporatura gigantesca discutere animatamente al centro del cortile. Sembravano avere delle torce in mano ed intorno a loro ci poteva essere una struttura di legno, simile ad una impalcatura da muratori.

"Skold, ma non e' possibile!"

"No, Dagoberth, quello che chiedi tu e' impossibile"

"Calmi, non ricominciamo. Vediamo di arrivare ad un compromesso"

"Compromesso un accidenti. Ragazzi, dovete andare dal conte e riferigli il seguente messaggio: 'BUONGIORNO CONTE! SVEGLIA SVEGLIA! E'IMPOSSIBILE SOSTENERE QUESTA TUA OSSESSIONE!"

"Lo sai che non ci si diverte"

"Io non so un cavolo. E anzi, non ne sono tanto sicuro. Comunque, gia' fare il bioa e' un lavoro di merda. Farlo per il Conte poi...non ci sono soldi a sufficienza per quello che chiede"

"Sono ERETICI! Skold! Ma sei scemo? Non dire MAI una cosa del genere davanti a lui, o lo sai che succede"

"Si, certo, parole testuali del nosro signore 'un nuovo boia presiedera' alla tua esecuzione' "

"Ma quelle sgualdrine delle vostre madri non vi hanno insegnato nulla? Deficienti, tu, Nuor, che sai di sbagliare e persisti, e tu Dagoberth che sei scemo nelle ossa e non ti accorgi di quello che succede. Gli eretici? E che me ne frega a me degli eretici! Ti sto dicendo che non si possono accumulare corpi, in questa maniera ed a questo ritmo, e pensare che la gente non se ne accorga, prima o poi"

"Erano colpevoli!"

"Si? E allora perche' avevano la bocca cucita con ago e filo? Per le tette di Frigga, ma vi rendete conto? Comunque, sono cavoli loro. Quello che ti dico e' che colpevoli o meno, sono troppi. Adesso sistemiamo il patibolo, e speriamo bene. Spero che il Conte non torni prima di una settimana col nuovo...'carico', perche' questi qui sono appesi di fresco. Alcuni ancora stanno finendo di cuocere...Beargh, che cosa repellente. Comunque, datemi una mano, cominciamo ad accendere i braceri, almeno facciamo un po' di luce. Poi li stacchiamo dai pali e li portiamo giu' alla darsena. Sono solo in sei, non dovrebbe volerci molto"

"Ed i prossimi?"

"Non possiamo fare nulla prima di venti giorni. Luna nuova. Quindi sbrigatevi a tornare dalle campagne, fare i vostri processini nelle segrete, e portateli da me"

"Va bene. Adesso sbrighiamoci"

"Senti Skold, ma come lavori con la luna nuova? Voglio dire, non si vede un accidenti!"

"Non quando dai fuoco a 12 persone con le fascine. Ti assicuro che brillano"

"Huuuuugh, che schifo..."

"Se voi ragazzi deste una mano anziche' andare dal taverniere ad ubriacarvi, perche' avete la coscienza sporca"


Nel frattempo, Nuor e Dagoberth avevano inizato ad accendere diversi bracieri e torce, e le ombre che avevano protetto Ronan inizarono a dileguarsi rapidamente, rivelando un solido patibolo, con un ceppo di quercia ed una cesta davanti. Skold, il nordico, reggeva in mano una mannaia col manico lungo un metro ed una pesante lama rettangolare. Intorno al patibolo, diversi cappi penzolavano. Sei erano occupati da corpi ridotti in pessime condizioni. Piu' in lontananza, sotto le mura, una lunga fila di pali,anneriti dal fumo, alti e robusti, era conficcata nel terreno.

[Modificato da Ossian77 18/02/2007 9.01]

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Ronan
Ai primi bagliori dei bracieri, l'attore indietreggiò prontamente, scendendo in silenzio i gradini lungo la scala fino ritrovare la protezione delle ombre, quasi a ridosso della porta.

* …voi che avete la coscienza sporca.. * aveva detto il nordico, il boia, senza alcun dubbio, con quella mannaia.

* non devo assolutamente farmi vedere.. c’è qualcosa di marcio qui.. * pensò Ronan.

* "Lo sai che non ci si diverte.."
"Io non so un cavolo. E anzi, non ne sono tanto sicuro...
*

Bocca cucita con ago e filo, l’ossessione del conte, il carico della settimana, cadaveri che stavano finendo di cuocere, troppi… cadaveri.. i pali appuntiti.. i corpi irriconoscibili.. il patibolo.. i roghi.. gli eretici.. i liquami immondi nelle coppe di peltro.. il mulino ad acqua.. la trappola mortale..

*Erano colpevoli!"
"Si? E allora perche' avevano la bocca cucita con ago e filo?
*

colpevoli di cosa?
Un turbine di pensieri vorticava nell’immaginazione di Ronan, oppresso da un crescente senso di angoscia e pur allo stesso tempo travolto dall’irresisitibile fascino dell’avventura.

*..devo fare attenzione.. devo solo fare attenzione.. e.. mantenere la calma.
Non posso tornare indietro proprio adesso .. no.. devo scoprire quali cose blasfeme stanno succedendo in questo posto.. e sangue freddo.. il mio ventre non contiene solo vento e piscio, per tutti gli dei! Sta succedendo qualcosa di grosso qui.. tocca a me.. e non è certo il momento di tirarsi indietro, tanto valeva farsi ammazzare ieri sera.
Avanti, per Arnor e per il Re!
*
si disse stringendo la coppa e ascoltando i battiti accelerati del suo cuore.
Si accorse di tremare un po’ per la tensione. Fece attenzione a non spandere, quel liquore avrebbe potuto essergli molto utile. Trasse un bel respiro silenzioso e si guardò alle spalle, sbirciando nel cortile sottostante e trattenendo il respiro per sentire bene eventuali rumori ed essere certo che non stesse arrivando nessuno per un motivo o per l'altro.
Nel caso era ancora in tempo per tornare indietro e salvare la faccia (e la pelle) in qualche modo.
Ma non notò nessuno, e chi, in fondo, si chiese cercando di rassicurarsi, poteva passare di lì a quell'ora di notte.. la ronda era per non far entrare.. e lui ormai era già all'interno..
praticamente nel posto più sicuro della città.
* ma non devo abbassare la guardia.. *
Si sistemò meglio lungo la parete e sbirciò di nuovo con attenzione in dietro e poi di nuovo nel cortile, per assistere fino in fondo a quella macabra scena.
Intanto si guardò ancora intorno e iniziò a ragionare con un po' più di lucidità..

*..allora.. questo dunque è il retro.. come cortile non è molto grande.. ma sembra che ci siano altre due entrate.. una..a quanto pare.. da’ sul mastio principale..
hmm.. le segrete.. saranno lì sotto?
chissà se c’è ancora qualcuno.. vivo.. la’ dentro.. forse quei pazzi dell’altro giorno.. se non sono proprio loro la carne fresca appesa a cuocere...
l’altra uscita.. da’ in quella torre.. da lì probabilmente si scende alla darsena.. dovrebbe essere proprio da questo lato..
comunque sia.. almeno per ora, quei due difficilmente torneranno indietro passando da quest’ingresso..
e poi stanno facendo un lavoro repellente.. poveretti..
è fin troppo buio e dovranno badare a ben altro che a me.. comunque sia.. occhi e orecchi pronti.. e nervi saldi..
tutti questi anni passati a improvvisare sul palco mi serviranno pure a qualcosa, spero..
*



[Modificato da Ashtarazor 18/02/2007 23.57]

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Il rumore della mannaia di Skold che si conficcava nel ceppo fece trasalire Ronan.

"Oh, allora, Nuor, prendi il coltellaccio e sega le corde, io sto sotto il corpo col telo, va bene?"

"Chiarissimo"

"Dagoberth, tu disfa i nodi ai cappi e butta giu' quei quattro"

"Bene"


I tre si misero all'opera, sbuffando per la fatica, ombre che si muovevano alla luce ondeggiante dei braceri

"Bravi ragazzi. Ottimo lavoro" disse Skold "Peccato che non capitino piu' turni con voi. Il mese scorso un idiota ha vomitato colazione, pranzo e cena solo perche' credeva che uno degli arsi ancora fosse vivo. Figurati!"

Un attimo di silenzio, glaciale, scese sui due assistenti.

"E impossibile! Deficienti, non mi direte che ci state anche pensando! Mai sentito parlare di Garrota? Gli si usa questa cortesia, se non altro..."

"Dai, scusa Skold...e' che...ma senti, come mai sono cosi' leggeri?"

"Il grasso. Si scioglie tutto sul rogo. E cola per terra. Non ne resta molto, del corpo"

"Uuughh"


Ci misero quasi mezz'ora, prima di sistemare tutto. Due enormi sacchi cuciti con spago grezzo giacevano sotto il torrione, su una specie di tavola di legno.

"E adesso? Come ce li carichiamo? Bruciati o no, sono sempre un mucchio di kili..." commento' Nuor

"Sfaticato" ringhio' Skold soddisfatto per avere la risposta pronta "C'e' lo scivolo. Issiamoli sulla ringhiera e poi in due minuti siamo alla darsena"

In tre, Skold da un lato e Nuor e Dagoberth dall'altro, alzarono la tavola e si recarono verso la torre sotto le mura, sparendo alla vista e lasciando Ronan solo nel cortile. Era tardi. Molto tardi, e presto avrebbero chiuso la porta del castello. Se lo avessero trovato in giro per le mura sarebbero stati guai grossi. Solo, senza amici, in un castello dove evidentemente qualcosa non andava per il verso giusto, Ronan si trovo' di fronte ad un bivio. Dietro di se, gli ultimi minuti della festa. Davanti a se, la porta incustodita delle segrete e delle mura, il sancta sanctorum delle difese del castello

* C'e' la gogna o peggio, per chi viene trovato a curiosare in un posto cosi'... *
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20/02/2007 01:10
 
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* al diavolo la festa.. e la gogna può attendere.. * pensò Ronan, cercando di farsi coraggio.
*..quelli a cui ho lasciato il cavallo crederanno che sono rimasto a dormire o che me ne sono uscito da qualche altra parte a piedi e per motivi miei, sempre che a quei paggi sonnacchiosi importi qualcosa delle mie avventure galanti.. e gli altri, se proprio devono, penseranno alla cosa più ovvia.. e cioè che ero stanco, assonnato e pieno di vino, il che non è lontano dal vero.., e che me ne sono andato a casa a smaltire.. od ospite a palazzo..
oppure che mi sono addormentato ubriaco in uno degli angoli più impensati, cosa non certo insolita in una festa, anche tra nobili.. l’importante è che non mi faccia scoprire in giro.. e che ora dell'alba abbia sistemato tutto.. mi verrà in mente qualcosa..
*

In quella mezz’ora, Ronan s’era girato spesso a controllare che non sopraggiungesse nessuno e aveva riflettuto sulle varie possibilità che gli si presentavano in quella insolita circostanza.
Di sicuro –concluse- non avrebbe più avuto un’occasione simile.
Non poteva certo andare dal conte a chieder spiegazioni.. certe informazioni andavano guadagnate così, senza chiedere a nessuno, guardando e ascoltando di persona senza farsi notare..
Strinse i denti e decise innanzitutto di studiare la situazione più da vicino.

* mi piacerebbe capire dove vanno a portare tutti questi corpi.. Ma forse non è poi così importante.. sarà un magazzino.. o una nave.. non tanto quanto sapere da dove vengono..*

pensò avvicinandosi con circospezione all’uscita che dava sulla torre e a quel punto si trovò costretto a guardare in direzione dell’altra porta, verso la rocca, deglutendo, pensieroso.
Ma proseguì in direzione della torre; si mosse con attenzione cercando di sfruttare le ombre, in silenzio ma con naturalezza, ovvero barcollando anche un po’, di tanto in tanto, come se in fondo si trovasse a passare di lì per puro caso dopo una sonora bevuta. E intanto, giunto in qualche punto meno illuminato, si appoggiava radente al muro a ridosso di qualche rientranza e dava anche qualche occhiata d’intorno, giusto per sicurezza.
era arrivato alla porta.
...

*..da quella parte dovrebbe esserci la darsena militare..
se riuscissi a guardar fuori.. una feritoia forse..
scommetto che il capitano del porto ci sarà dentro fino al collo in questa torbida faccenda..
*

...

*.. vediamo lo scivolo di cui hanno parlato... se non è troppo ripido.. più tardi potrebbe essere utile per uscire da qui nel caso abbia una certa fretta.. chissà dove sbuca là fuori..
e dopo.. almeno una sbirciata veloce alla porta del mastio la devo pur dare, già che ci sono.. poi si vedrà..
*

...

Controllo’ quello che voleva vedere, guardò di sotto e attese un momento.
Poi un’ultima occhiata alle spalle e un altro sguardo proibito alla porta delle segrete.
Il fascino del mistero.. l’urgenza di capire.. l’occasione così a portata di mano..
Era inutile resistere.. inutile mentire a se stesso.. ne era attratto.
Ronan sarebbe entrato là dentro, e lui lo sapeva.

* ..che i Valar mi proteggano..*
pensò in un ultimo sprazzo di lucidità.

[Modificato da Ashtarazor 20/02/2007 1.29]

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