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Capitolo 3 - "Lossadan in love"

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2006 16:17
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Dalkest
era giunto il tempo del "non c'è tempo"
tutti si affannavano a fare qualcosa, Lossadan era preso da una sorta di raptus della perfezione ed avvicinarsi a lui significava rischiare di ritrovarsi a battere con un martello per inchiodare qualcosa a qualcos'altro, Meriel, che dall'incontro con Marlo era divenuta maggiormente taciturna di quanto non fosse in precedenza, aveva lo sguardo spento di chi è da qualche altra parte con la testa, probabilmente ripassava in continuazione la sua parte, Eorein aveva di gà assegnato le consegne ad ognuno degli uomini incaricati di tenere al sicuro la compagnia e si stava assicurando che gli ordini impartiti fossero stati ben compresi, con lui non c'era davvero bisogno, conosceva il suo ruolo.

l'unica a sembrare ancora fuori dal coro era la giovane Arhiael, passeggiava nervosamente e rimuginava qualcosa, e di tanto in tanto guardava Eorein per poi tornare a rimuginare tra sè e sè. il cuore romantico di Dalkest gli fece pensare che l'eroico capitano avesse fatto preda il cuore della giovane spadaccina.

Barak era al suo posto ed Alex continuava l'esplorazione e la presa di possesso di tutto il perimetro del teatro, da quando era arrivato in città il molosso sembravano scomparsi, dalle vicinanze del teatro, non solo i gatti ma anche tutti gli altri cani, probabilmente anche quei gatti e quei cani sapevano qualcosa che lui ignorava.

Dalkest si diresse alle stalle, aveva bisogno di distendere i muscoli dopo la rissa e sapeva che Mandorallen avrebbe gradito una strigliata. afferrò un secchio ed uno straccio e lanciò uno sguardo di intesa ad Eorein, poi raggiunse il suo cavallo.

"lo so, lo so, non ne puoi più di stare chiuso qui, ma non preoccuparti che siamo quasi giunti al termine del nostro compito in questa città e presto la lasceremo, sebbene...
ah, non te l'ho detto? la contessa ha accettato i nostri servigi Mandorallen, e se un giorno dovesse chiamarci dovremo accorrere da lei. avresti dovuto vederla!"

(nitrito)
"bella? molto di più amico mio, oltre che bella è elegante, è signorile, è misteriosa, ho come l'impressione che sia stata lei, nella notte dei tempi, a liberare l'amore nell'aria..."

il soliloquio, intervallato da alcuni nitriti di Mandorallen, che a dire il vero intervenivano sempre al momento più opportuno, durò per tutta la strigliata e le qualità della contessa si moltiplicarono esponenzialmente. quando ripose lo straccio e la sua mente tornò dal posto in cui era andata nel frattempo si rese conto di aver esagerato, senza neanche sapere il perchè, nell'enunciare le suddette qualità. nessuna donna, per quanto nobile ed aggraziata, gli aveva mai fatto quell'effetto ed in questo c'era qualcosa che lo turbava. diede una pacca sui quarti posteriori del suo animale e si allontanò dalla stalla.

in teatro nulla era cambiato, sembrava che lo scorrere del tempo si fosse arrestato mentre lui puliva Mandorallen, tutti erano nelle precedenti posizioni e facevano esattamente le stesse cose che stavano facendo prima, salvo la giovane spadaccina che infine aveva trovato il coraggio di andare a parlare con l'eroico capitano. Dalkest sorrise a quella scena ma il sorriso gli morì sulle labbra quando vide Arhiael indicarlo ad Eorein.

cosa diavolo stava succedendo?
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06/02/2006 00:39
 
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Arhiael
Era inutile pensarci troppo, cercare le parole appropriate, tentare di prevenire le reazioni.
*O decidi di andare oppure rimani qui.*
Da quando la contessa se ne era andata, un'idea ossessiva le si era fissata nella mente, quella di tornare a casa.
Cosa sperava di trovare non poteva dirlo, ma sentiva che doveva assolutamente rivedere quel posto.
Il capitano probabilmente se la sarebbe presa un pochino...
Rise, mentre lo guardava di nascosto, un pochino... probabilmente l'avrebbe fissata gelido, sperando di dissuaderla solo con lo sguardo, dopo di che avrebbe divaricato le gambe ed incocriato le braccia sul petto, in una posa decisamente marziale, in fine avrebbe proferito, con voce stentorea, che gli ordini li dava lui e che non autorizzava nessuno a lasciare il teatro.
Se voleva andare però, non poteva lasciarsi dissuadere da Eorein, per quanto non riuscisse a negare che lasciare il teatro per andare chissà dove, incontro a chissà cosa, non era proprio un atteggiamento prudente.
Ci pensò ancora un po', passeggiando nervosamente per il teatro, cercava argomenti validi da opporre alle rimostranze del capitano.
*Magari se andassi accompagnata da uno di loro...*
*Per andare serve una cavalcatura, ma io non posso uscire dalla città a cavallo senza essere riconosciuta...io potrei uscire di nascosto, come sono entrata, ma il cavallo?*
Sbuffò nervosa, non se ne veniva a capo, in due su un cavallo era decisamente improponibile, la povera bestia non avrebbe resistito molto.
Andare a piedi era impensabile, ci avrebbero messo troppo tempo...
Poi un lampo...
*Il cavallo di Dalkest, quella bestia magnifica potrebbe portarci in due senza neanche accorgersene, loro uscirebbero tranquillamente dalla città ed io li raggiungerei dopo.*
Era riuscita a trovare una soluzione al problema, era talmente contenta che non ci pensò sù due volte, andò verso Eorein, e con voce sicura disse.
"Capitano, le chiedo il permesso di poter tornare a casa mia, per cercare qualche indizio che potrebbe aiutarmi nella soluzione di questo mio problema."
Disse tutto in un fiato, e si apprestò ad aggiungere.
"Dalkest mi accompagnerà capitano."
Mentre attendeva la reazione di Eorein un pensiero le passò per la testa.
*Ma Dalkest accetterà?*

[Modificato da Tyrande 06/02/2006 0.40]

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Athorman
Il guaritore, dappresso al Capitano, non poté fare a meno di udire la richiesta di Arhial,ed il suo pensiero viaggiò velocemente al racconto della giovane donna....
*Potrebbe essere un'occasione da non perdere....e viste le ritorsie, o meglio la ciecità
degli abitenti di Lond Aradon, potrei trovare qualche risposta ai miei tanti interrogativi.
*

Si fece di lato del suo amico Capitano suggerendogli:

"Potrebbe essere davvero utile, e comunque tra le mura della città la compagnia potrebbe fare a meno di NOI tre....Beh! Penso che oltre a Dalkest anch'io potrei essere d'aiuto per svolgere le necessarie indagini."

E facendosi d'innanzi incrociando dritto lo suo Sguardo di Eorein aggiunse:

"Hai qualche remora in merito Amico mio?"

E con i suoi occhi fissi in quelli dell'Eothraim attese la sua replica.
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06/02/2006 15:09
 
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Eorein
"Dannazione Arhiael, abbiamo degli obblighi nei confronti degli Aranrim. Hai visto con i tuoi occhi quello che è successo poco fa: non possiamo allentare la sorveglianza per fare indagini private!"

L'eòthraim sbottò e stava rispondendo per le rime alla ragazza, quando intervenne Athorman. Il suo amico sembrava reputare importante la ricognizione: evidentemente sperava di trovare indizi che potessero far luce su quella strana inquietudine che lo aveva colto sin da Arceto. Lo stesso Eorein aveva poi promesso alla ragazza che l'avrebbero comunque aiutata, ed era incuriosito dalle strane storie che aveva ascoltato.

*Effettivamente questa città ed i suoi abitanti sembrano nascondere qualcosa di oscuro, che turba anche me. Come vorrei essere ancora nelle verdi praterie. Tutto era semplice nella mia terra e tutto sembra così complicato nelle città di pietra...*

Per un istante tornò ad essere quello che era stato fino a poco tempo prima: un giovane cavaliere del Rhovanion, ansioso di cavalcare e preoccupato solo di abbattere il maggior numero possibile di fastidiosi omuncoli dell'Est.

*Oggi sarebbe una splendida giornata per fare una cavalcata con Gùthlaf*

Il corso dei suoi pensieri venne interrotto dai suoi compagni: evidentemente aspettavano una risposta.

"Ber Bèma, andate pure e portate con voi Dalkest, se lo desidera, ma tenete gli occhi aperti!"

*Come vorrei andare con loro. Com'è pesante oggi il fardello della responsabilità.*

"Tornate però entro domani: non voglio privarmi a lungo dei consigli del mio amico e della lama di Dalkest!"

Si allontanò a grandi passi per raggiungere Barak ed Alex di guardia alla porta.
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06/02/2006 18:08
 
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Arhiael
"Vi ringrazio capitano."
La ragazza alzò leggermente la voce per farsi udire da Eorein.
Guardò Athorman, si sorrisero con quell'aria complice che hanno i fratelli, quando riescono a spuntarla su un genitore intransigente.
"Ed ora,dobbiamo convincere Dalkest."
Si avvicinarono all'eothraim, il cavaliere sembrava già aver capito che qualcosa stava accadendo, aveva un' espressione leggermente preoccupata.
Arhiael decise di porre la domanda in un modo un po' sibillino.
"Che ne direste Dalkest di una bella cavalcata con Mandorallen, in compagnia mia e di Athorman?"
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08/02/2006 18:01
 
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Dalkest
contrariamente a quanto pensava la giovane, Dalkest non aveva affatto capito cosa stesse succedendo ma quella domanda, posta con quel sorriso da una donna, celava ben altro. aveva da tempo rinunciato a capire i segnali inviati dalle donne, sguardi, movimenti, mezze parole e domande fasulle, di contro aveva imparato bene a riconoscerli, sapeva che Arhiael voleva dirgli qualcosa, o convincerlo a fare qualcosa, ma non sapeva cosa, e quando non capiva qualcosa il biondo cavaliere diventava nervoso e caustico.

guardò in tralice la giovane che gli stava di fronte.

"se desiderate qualcosa da me, Milady, sarà bene che me lo diciate chiaramente, così che io possa scegliere se accontentarvi o meno. non credo affatto che voi e l'amico Athorman mi stiate invitando ad una cavalcata, quindi cercate di essere più esaustiva possibile nello spiegarmi le vostre intenzioni. poscia valuterò che risposta ho da darvi."

aveva parlato, forse, con più secchezza di quanto avesse desiderato ma ormai era fatta. incrociò le braccia al petto ed attese ciò che Arhiael avesse da dire, mandando uno sguardo fugace anche al dunadan.

[Modificato da Mumak 08/02/2006 18.06]

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"i nani... e chi cazzo li era mai visti!!!"
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Arhiael
Lo sguardo della ragazza passò velocemente dall'eothraim al dunadan, per tornare ancora su Dalkest,la divertiva quell'atteggiamento sulle difensive,un attacco in piena regola.
*Poteva estrarre l'ascia già che c'era.*
Le veniva un po' da ridere, ma si trattenne.
"Dalkest rilassatevi vi prego."
Fece una breve pausa per trovare le parole adatte.
"Vi assicuro che non vi sto chiedendo nulla che possa contravvenire con il vostro codice cavalleresco."
Guardò un attimo il guaritore poi riprese.
"Io vorrei tornare a casa mia per un piccolo sopralluogo, ed ho chiesto al Capitano se potevate accompagnarmi, anche Athorman ha gentilmente messo a mia disposizione il suo tempo."
"Tutto qui cavaliere, niente di illegale, niente di proibito, solo qualcosa di molto importante per me."
Si avvicinò all'eothraim, sostenne il suo sguardo, a dimostrargli che non gli stava nascondendo nulla.
"Verrete con noi milord?"
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10/02/2006 09:21
 
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Athorman
Il dunadan aspettò che lo sguardo di Dalkest si distogliesse da quello della ragazza per una fugace verifica verso di lui, ed a quel punto gli fece un cenno che non poteva essere frainteso e che senza parole diceva:
*Puoi fidarti di lei "bionda montagna", e abbiamo bisogno di te e del tuo valore*
Dopo di ché gli sorrise, con quel sorriso che Dalkest aveva imparato a conoscere, che aveva il sapore di Lealtà.
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10/02/2006 16:31
 
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Dalkest
annuì al dunadan mentre la ragazza parlava, comprese le intenzioni di entrambi e decise che si, in effetti, non poteva lasciarli andare da soli, potevano aver bisogno di protezione. si loro avrebbero indagato e lui li avrebbe protetti. sorrise alla giovane spadaccina e si inchinò con fare molto teatrale.

"la mia ascia, il mio cavallo e la mia vita a vostra completa disposizione milady, niente può essere rifiutato alla vostra dolcezza, neanche da un guerriero burbero e scortese come me"

rialzò solo la testa sorridendo ad Arhiael

"perdonerete la mia scortesia?"
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Arhiael
"Cavaliere, non potrei mai scambiare una lecita richiesta di chiarezza con la scortesia."
Lo fissò sorridendogli.
"Accetto volentieri la vostra ascia e la vostra cavalcatura, ma la vostra vita tenetela da conto, che in giorni così bui, abbiamo bisogno di guerrieri come voi."
Gli sfiorò delicatamente la guancia con il dorso delle dita.
"Vi ringrazio Dalkest."

[Modificato da Tyrande 10/02/2006 21.11]

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12/02/2006 19:33
 
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Arhiael
I preparativi furono abbastanza rapidi, Arhiael si rimise i vestiti che portava quando era arrivata a teatro, prese con se il suo zaino, lo svuotò delle bende lasciandovi dentro solo il piccolo sacchetto con le monete, che era riuscita a recuperare tra le macerie di casa.
Scese verso il teatro, dove Athorman e Dalkest la stavano aspettando.
"Datemi un'ora di vantaggio, dopo di che uscirete con i cavalli dalla porta dell'Alba, sulla strada dopo poco troverete una taverna, si chiama l'orso di ferro, aspettatemi li."
Mise lo zaino in spalla, fece un rapido cenno di saluto ai due, si stava per avviare quando, si voltò nuovamente, a cercare Eorein.
Il capitano stava ovviamente guardando tutta la scena da debita distanza, Arhiael gli fece un inchino, come cenno di ringraziamento e prese la porta.
Era per strada, le sembrava di essere stata chiusa tra le mura del teatro per secoli, non era abituata a rimanere in casa per più di mezza giornata, ma per un attimo, quell'improvvisa mancanza di protezione la stordì leggermente.
Un paio di persone che passavano di li le regalarono degli sguardi fugaci, la ragazza ebbe una strana sensazione di panico, le sembrava di essere su un guscio di noce, in balia dei venti del nord.
*Calmati! Respira profondamente! La maggior parte delle persone che incontrerai non ti conoscono nemmeno.*
Si avviò verso la porta Ovest, quella che dava sul mare, la meno sorvegliata, e quindi la più semplice da attraversare.
Nascose bene la spada sotto il mantello e cominciò a camminare, tentando di attirare il meno possibile l'attenzione, un'ombra grigia tra le mura della città, una come tanti, una tra mille.
Arrivò alla porta dopo poco, c'erano due guardie, due ragazzi molto annoiati e apparentemente poco attenti.
Arhiael decise di aspettare l'ingresso di qualcuno, almeno le due guardie sarebbero state impegnate a fare altro piuttosto che guardarsi in giro.
Si accostò ad un angolo, facendo attenzione a non esser vista ne dagli armigeri ne dai passanti ed attese.
Fortunatamente dopo poco entrò in città un carretto di agricoltori,le guardie si avvicinarono per controllare la merce, fecero praticamente finta di guardare tra gli ortaggi, si presero un paio di mele, con il beneplacido dei contadini e tornarono a fare la guardia.
Per fortuna non si accorsero di quell'ombra fugace che aveva appena lasciato la città.
Arhiael si arrestò dopo una trentina di metri dalla porta, era finalmente fuori la città, ma uno strano senso di inquietudine le cresceva dentro, decise di ignorarlo e di dirigersi all'appuntamento con i compagni.
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13/02/2006 15:44
 
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Master
Arhiael era ormai andata via da diversi minuti. Quando i due cavalli furono pronti nella piazza davanti al teatro, Dalkest non pote' nascondere un moto d’orgoglio alla vista del suo Mandorallen. Il suo sguardo diceva chiaramente che si stava complimentando con se stesso per avere appena finito di strigliarlo. Con la signorilita' che lo contraddistingueva in ogni occasione, fu proprio Athorman a farlo notare ai presenti.

Athorman:“Dalkest, Mandorallen ha un mantello talmente lucido che con questo sole viene male persino a guardarlo senza ferirsi gli occhi”. Il dunadan diede una pacca sul collo di entrambi i destrieri e continuo'.
“Eorein, capitano, si parte! Sono certo che il morale del 'fortino' sara' alto come lo stiamo lasciando ora, al nostro ritorno. Una volta di piu', ti dico che questa esplorazione potrebbe essere vitale per dare un senso a questa cerca. Sono con gli Aranrim, e al mio dovere di guardia resto fedele. Ma il mio primo pensiero va alla salute del regno di Arnor. Sento che un pezzo importante del puzzle e' pronto per finire nelle nostre mani”.

Eorein:“Fai come credi, mi fido di te. Solo due cose: mi servi vivo e non attirare l'attenzione piu' del necessario. Entrambe gia' le sapevi, ma un ripasso dei tuoi doveri non puo' farti male”
Eorein si accosto' al destriero di Athorman e disse a voce molto piu' bassa, mentre Dalkest sembrava distratto
“Tienimi d’occhio Dalkest. Niente colpi di testa. Niente gloria del guerriero e cose del genere. Insomma, niente eroi se non e' strettamente necessario”
.
Poi, di nuovo a voce alta, disse ai due:“Andate in un luogo ammantato di mistero e, a quanto pare, scenario di una tragedia molto recente, della quale ancora non si sa nulla ufficialmente. Potreste incontrare ostacoli ed imprevisti di qualunque natura e non conoscete bene il territorio. Non sappiamo quali interessi ruotassero intorno all figura del padre di Arhiael o di chi si trovava nella villa quella notte. Prudenza, circospezione e fate in fretta a tornare. Inoltre, anche se la ragazza e' in gamba e mi sta bene come pensa ed agisce, questo non vuol dire che non dobbiate stare attenti anche a lei. Chiaro il messaggio? Se qualcosa va storto, ricordatevi che lei gioca in casa, non voi. Fortuna in Battaglia!”

I due cavalieri, ormai in sella, risposero con un cenno di assenso del capo, voltarono le loro cavalcature e, a passo d'uomo, mossero in direzione del Cancello dell'Alba.

[Modificato da Ossian77 13/02/2006 16.21]

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Master
Il Cancello dell'Alba e' molto trafficato. Ci sono due file che ne escono. Una e' spedita e breve. Un gruppo di uomini a cavallo, alcuni di loro con la livrea del Conte. Uno di essi ha una cotta scintillante, sotto il mantello. Un alto elmo con un lungo camaglio gli tintinna sul collare della corazza. Agganciata alla resta, una pesante lancia punta verso il cielo. I cavalieri della prima fila si limitano ad aspettare due secondi davanti all'armigero di guardia. Da sotto il suo piatto cappello d’arme questi li scruta senza tanta attenzione e poi, con un cenno, li lascia proseguire. Il cavaliere con la lancia, invece, nemmeno si ferma a salutare. Lento e solenne, tira dritto. La punta della lancia quasi tocca quella della grata sospesa sopra la sua testa.

*Solo Bema sa che caldo deve avere con quell'armatura e sotto questo sole* pensa Dalkest.

L'altra fila e' piu' lunga e lenta. Un ufficiale tarchiato, con il farsetto di cuoio abbottonato e visibilemente paonazzo per il caldo, pone una lunga serie di domande a tutti quelli che, appiedati, gli passano davanti. Quando il muso di Mandorallen e' ormai davanti all'ufficiale, una voce dalla garitta li raggiunge.

Capitano:“Ma che stai facendo razza di scemo! Interroghi un dunadan ed il suo scudiero nella fila dei mercanti? Falli passare prima che Lord Arbalar ci scanni in pubblica piazza!”.

L'ufficiale, evidentemente imbarazzato, si accorge solo in quel momento di Athorman. Se possibile diventa ancora piu' rosso, bofonchia qualcosa, guarda oltre Dalkest e grida.

Ufficiale di Guardia:“Hoooo!!! Allora! Li'dietro ci muoviamo o no con quel ciuco? Avanti il prossimo!”.

La guardia col cappello d’arme sghignazza, protetto dalla massa del cavaliere con la lancia. La voce senza volto del Capitano li raggiunge dalla garitta. Guardando in alto, passato il cancello, si puo' forse vedere una faccia che li guarda da una finestrella per arcieri.

Capitano:“Scusatelo signori. Scusatelo tanto. Ha fatto il turno di notte e deve essere un po' stanco! Comunque buon cammino a voi!”

Il cavaliere con la lancia, ormai fuori le mura, nota la scena. Porta la mano alla celata dell'elmo e la muove di un pollice in alto, in segno di saluto ad Athorman. Volta il suo destriero e, poco dopo, e' gia' lontano. Davanti ai due cavalieri, la strada ampia e battuta che porta alle miniere dei nani si snoda tra le colline.

[Modificato da Ossian77 14/02/2006 7.37]

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Master (stacco...)
Campagna di Lond Arador, presso il Vecchio mulino di Motch. Una costruzione vecchia e cadente. Tutti i bambini di Lond Arador lo hanno usato, prima o poi, come un imponente castello, ponendolo sotto assedio, o come la tana di orchi famelici, gnomi dispettosi, draghi malvagi e dal sonno senza tempo.

Arhiael stacca la sua ombra da quella di un vecchio platano, ormai secco e morto. Davanti a lei, fino all'orizzonte, una valle in salita. Dietro il profilo della valle, ad est, la parete occidentale del Luingurth, “Mortazzurra”, la montagna dai pendii piu' scoscesi e pericolosi dei Monti Azzurri. Con gli occhi della mente, Arhiael crede di vedere, proprio in quella ripida parete, oltra la vaga foschia che le vela, le finestre quadrate e profonde della citta' dei nani. Tutto intorno a lei e' cosi' luminoso che deve camminare tenendo gli occhi puntati per terra. Il sole di maggio, sui campi, e' abbacinante. Nessun bisogno di essere circospetti, per ora. La strada e' li' vicina. I campi sono di libero accesso e la sua figura, coperta da una cappa leggera, e' una come tante. La ragazza strige l'elsa della spada, per darsi forza. Un piede davanti all'altro, si avvicina al luogo dove la sua vita e' stata spezzata.

Una figura snella, ammantata di verde, si stacca dall'ombra di un platano morto da secoli. A passo svelto e sguardo basso, si avvia verso est. Dal Vecchio Mulino di Motch la si puo' vedere chiaramente, per tutto il tragitto fino all'uscita dalla valle, a mezza costa della collina.

“Shuffthu ulayhki vinntu...” .

Sibila una voce. Soddisfazione nel suo tono. Chi ha parlato avanza di un passo. Arhiael e' ormai un puntino verde e grigio. Uno stivale nero si appoggia su un vecchio giocattolo. Un cavaliere in armatura fatto di pezza e legno. Lacero, logoro, vecchio e rattoppato ma ancora fiero, con in mano una spada di latta dall'elsa gialla. Una grande mano dalla pelle color mattone, fitta di vene sporgenti, si abbassa a raccoglierlo. Rigira il pupazzo con destrezza, due o tre volte; poi le dita si rinsaldano intorno alla corazza di piastre di pezza.

“Hunngiadd, shuffthu ulayki!” .

La mano stringe di colpo la presa, spezzando in due il povero cavaliere...

[Modificato da Ossian77 14/02/2006 7.36]

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Arhiael
Ogni passo l'avvicinava di più all'unico luogo dal quale sarebbe voluta scappare, e paradossalmente l'unico dal quale la sua mente non riusciva a staccarsi.
Aveva la sensazione di essere la vittima di qualche strano sacrificio, che va incontro al proprio carnefice ben consapevole di quello che l'aspetta, ma incapace di ribbellarsi, vittima di una sorta di senso del dovere, che sopisce qualsiasi istinto di sopravvivenza.
Ma se aveva tanta paura di quel luogo, perchè tornarci?
La risposta arrivò da se, senza neanche pensarci troppo, solo una cosa poteva valere la pena di essere pagata a così caro prezzo...
LA VENDETTA.

[Modificato da Tyrande 14/02/2006 19.11]

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La cavalcata fu piacevole, ma non duro' nemmeno un ora. Poco dopo aver imboccato la strada dei mercanti che li avrebbe condotti alle miniere dei nani, Athorman e Dalkest lasciarono il sentiero principale. Andarono spediti per qualche minuto, godendosi il tepore del pomeriggio e concedendo ai loro destrieri lo svago di un leggero trotto. Dopo aver chiesto indicazioni ad un venditore di pentole, carabattole e chincaglierie varie che teneva il suo banchino ad un crocicchio, presero il sentiero verso nord, avviandosi lungo una strada lievemente in salita e poco frequentata. Passarono davanti ad un vecchio mulino abbandonato e, infine, giunsero ad un cancello di legno al limitare di una foresta, aperto e mezzo sfasciato.
Nella foresta, oltre un dosso e ben dentro al piccolo folteto di querce e castagni, giunsero in vista di una casa a due piani, che gli alberi riparavano dal vento. Altre due strade entravano nella radura, da sud e ovest. Un filo di fumo usciva dal comignolo. Nello spiazzo davanti alla casa, alla greppia, tre cavalli ed un ciuco. A prima vista il luogo sembrava davvero ameno, silenzioso e pacifico.

Un ragazzo stava spaccando legna sul retro e alcuni uomini stavano in piedi fuori dall'edificio, con i boccali in mano. Sopra uno di essi, cigolava al vento un’insegna. Vi era dipinto un buffo orso interamente vestito di una grottesca armatura in piastra, ritratto nell'atto di impugnare per la coda un salmone enorme, lungo quanto lo stesso orso, come fosse una clava coperta di squame.

“Orso di Ferro” diceva la scritta sotto l'immagine.

Di Arhiael, apperentemente, non v’era traccia.

[Modificato da Ossian77 14/02/2006 15.50]

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Athorman
Ormai giunti ad una decina di metri dalla taverna il dunadan rivolgendosi al biondo amico disse:
"Mio caro Dalkest, dal momento che di Arhiael non v'è traccia, l'unico modo per non dare nell'occhio più di quanto non lo facciano di natura due viandanti, è quello di scolarci una buona birra. Cosa che inoltre ci netta la gola della polvere del se pur breve viaggio. Che ne dici ?!"

Nonostante il suo eloquio fosse rivolto al compagno, Athroman teneva ben puntati i suoi occhi sui figuri che erano intenti a bere, e di tanto in tanto lo sguardo guizava ora a destra ora a sinistra per individuare l'eventuale arrivo di Arhiael.

*Speriamo non tardi troppo non vorrrei che questa "gita" si protraesse più del dovuto, altrimenti chi lo sente Eorein
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Dalkest
anche Dalkest mantenne lo sguardo, attento, sulle persone che vagavano all'esterno dell'orso di ferro.

"Athorman! la vostra idea mantiene fede alla sagacia della vostra gente, a lungo ho sentito dire che i dunadan hanno sempre l'idea giusta al momento giusto, ma questa vostra proposta oltre che tempistica ha il pregio di essere assolutamente gradita dal sottoscritto, che giusto ad una birra stavo pensando. lascierò Mandorallen all'esterno, slegato, così che anche da lontano la nostra amica sappia della presenza mia e vostra all'interno della locanda. non temete per i cavalli, Mandorallen sa difendersi da solo all'occorrenza e non permetterà che al vostro venga fatto alcun male..."

pacche sul collo dell'animale

"...non è vero amico mio?"

e come al solito, quando gli si poneva una domanda il cavallo nitrì e scosse la testa, stavolta dall'alto verso il basso. ancora una volta Dalkest provò la sensazione che il cavallo avesse capito ciò che gli era stato chiesto e, come sempre accadeva in questi casi, esitò un momento.

giunsero dinnanzi alla locanda e, come affermato, il biondo cavaliere scese dall'animale senza accennare a legarlo. sciolse l'ascia dal fianco della sella e, seppur con un certo sforzo ben celato, con una sola mano se la sistemò alle spalle. voleva che chiunque lo stesse guardando capisse bene con chi aveva a che fare.

[Modificato da Mumak 15/02/2006 14.46]

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Arhiael
Finalmente la ragazza arrivò all'orso di ferro, il suo sguardo si posò per pochi secondi sugli avventori seduti all'esterno, poi la sua attenzione fu subito catturata da Mandorallen, non si poteva certo non notarlo.
Arhiael si avvicinò al cavallo, piano, con cautela, non tentò di toccarlo, gli sussurrò solo:
"Mandorallen"
L'animale alzò di scatto le orecchie e la testa, la fissò e sbuffò.
Arhiael sorrise, si voltò e si avviò verso la taverna.
I suoi occhi non si erano ancora abituati al cambiamento di luminosità che l'oste era già di fronte a lei.
Oste:"Benvenuta mia signora, in cosa posso esservi utile?"
Arhiael guardò un attimo in giro, individuò il tavolo con Dalkest e Athorman, poi tornò a guardare l'oste.
"Vi ringrazio buon uomo, portatemi un boccale di sidro a quel tavolo."
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Athorman
Non appena Arhiael fu loro dappresso, Athorman la guardò con l'aria di chi fosse sulle spine ed esordì dicendo:

"Mia cara ragazza sei arrivata finalmente! Non che fossi in pensiero, ma.....insomma ora sei qui!"

Bevve un sorso per ridarsi un tono, mentre il suo sguardo frugò tutto lo scenario circostante, ed aggiunse:

"Prima di definire il da farsi, suppongo e spero che tu non conosca nessuno degli astanti o ne sarei alquanto meravigliato, dal momento che nessuno ti ha rivolto il saluto ?!"

Poi la sguardò come in attesa di una risposta importante, facendo saettare di tanto in tanto gli occhi all'indirizzo dei personaggi che gravitavano nella taverna.

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