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L'Italia nella I GM

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2006 16:20
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Scritto da: caruti 16/06/2005 23.30
1916

In FEBBRAIO - Gli austriaci, trasferendole dal fronte dell'Isonzo e Balcanico, concentrano sul Trentino 14 divisioni. L'intenzione è quella di sfondare il fronte a ovest, tra la Val Lagarina e la Valsugana, scendere al piano prendendo così alle spalle gli italiani concentrati tutti a est, sull'Isonzo.
Cadorna, non prevedendo questa mossa, e considerando marginale le operazioni in trentino, invia alcuni rinforzi ma senza tanta convinzione. Ha invece in mente di fare un'altra offensiva sull'Isonzo.

L'11 MARZO si svolge la QUINTA battaglia dell'Isonzo. 8 giorni di battaglia ma senza alcun risultato.

Mentre il 14-16 maggio gli austriaci dopo una lunga preparazione intrapresero, nel triangolo del Trentino, verso gli altipiani vicentini, la cosiddetta Spedizione Punitiva (Strafexpedition - 20 divisioni austriache al comando del generale Conrad).
Occupano in giugno i monti Zugna, Pasubio, la Val Posina, avanzano a sud della Valsugana, conquistano tutto l'altipiano di Asiago.
Fra i tanti prigionieri catturati i due trentini Cesare Battisti e Fabio Filzi; condannati per alto tradimento furono impiccati il 12 luglio al Castello del Buonconsiglio di Trento.

Con questa forte offensiva, gli austriaci scendendo da Passo Folgaria-Lavarone, si spinsero fino ad Arsiero (27 maggio), con davanti a loro ormai la pianura Padana spalancata; inoltre partendo da Asiago conquistata il 28 maggio, scendendo a valle si spinsero anche qui fino al piano, toccando Rocchette, sopra Piovene-Schio; ma nonostante le sfavorevolissime condizioni del terreno e del clima, questa offensiva austriaca dagli altipiani verso valle quasi coronata da successo, fu contenuta dalle forze italiane (ma sugli altipiani si era messo a nevicare), tanto che disperando di raggiungere l'obiettivo dei Colli Euganei, tra Vicenza e Padova, gli austriaci ai primi di giugno cominciarono la ritirata, concentrandosi e rinforzando il fronte orientale, sul Carso.
Sarebbe stata una buona occasione per gli italiani per sfondare in Valsugana (tanto più che tutto il concentramento e lo smistamento dei soldati era a Cittadella) o intraprendere una controffensiva nella valle Lagarina scendendo dal Pasubio verso Ala e Rovereto; ma gli italiani, interrompendo la fase conclusiva della resistenza, riguadagnando a fine giugno solo alcune posizioni perdute ad Asiago e in Val d'Astico, nemmeno presero in considerazione una offensiva, ma rovesciarono gli effettivi, le nuove riserve e tutti i mezzi disponibili sul fronte carsico, per la liberazione di Gorizia. Le divisioni intanto erano salite a 45 dalle 35 schierate a inizio guerra.

In Luglio Cadorna si prepara a una nuova offensiva sulla destra dell'Isonzo, davanti a Gorizia. E il 4 AGOSTO inizia la SESTA battaglia dell'Isonzo. Il 6 conquista il Monte Sabotino e il Monte S. Michele. Il 9 si svolge la battaglia di Gorizia per conquistare la città; un attacco che provocherà fra le truppe italiane 21.630 morti, 52.940 feriti, senza ottenere (a parte la conquista della piccola città) nessun risultato strategico; perchè oltrepassata la sponda destra dell'Isonzo, nella sponda sinistra si trovano davanti a una potente linea di difesa austriaca. Cadorna è costretto a sospendere l'offensiva. La riprende e ne organizza un'altra in
SETTEMBRE - Ancora sull'Isonzo con un attacco sul Carso. La SETTIMA battaglia il 14-16 settembre; la OTTAVA e la NONA battaglia l'1-4 novembre.
Dovevano essere "tre spallate", invece si conclude come le altre: senza alcun risultato strategico, ma costa altri 37.000 morti e 88.000 feriti.

In ALBANIA le cose non andarono meglio. Dopo aver assistito gli sbandati serbi in fuga, gli italiani portatisi tempestivamente a Durazzo, iniziarono a ritirarsi anche loro "non perdendo -come dichiarò alla Camera il ministro Sannino- che 827 uomini, fra morti, feriti e prigionieri". Comunque Valona e l'Albania centrale continuarono a rimanere in possesso delle forse italiane, ma grazie alla marina da guerra che era padrona assoluta sulla costa adriatica.

Intanto in Serbia l'invasione austriaca cominciata il 13 agosto, finì il 20, arrestata dai serbi al-Jadar. Seguì un tentativo serbo-montenegrino di invadere la Bosnia e l'Erzegovina, cui s'accompagnò, senza successo, una azione dal Lovcen e dal mare contro Cattaro. Alla fine di ottobre gli austriaci attaccarono a loro volta; respinsero serbi e montenegrini, invasero ancora la Serbia, attraverso la Drina e la Sava, presero Belgrado il 2 dicembre, ma improvvisamente furono respinti subendo uno grave disfatta.

FRONTE OCCIDENTALE - In Francia terminato il 1914 con le truppe in trincea, sull'estremo lembo belga sull'Yser, ad Ypres, inizia una guerra di "posizione", piuttosto statica. Solo nella seconda metà del 1915, per le armi francese, riprendendo il movimento iniziò un periodo felice con lo sfondamento delle trincee tedesche più avanzate.
Altra felice offensiva dei francesi e inglesi si svolge il 25-27 settembre con la battaglia dell'Artois.
Vittoriosa sempre per i francesi la cruentissima resistenza a Verdum; i tedeschi mossero all'attacco il 21 febbraio 1916 con un bombardamento spaventoso, ma fu un sacrificio inutile per le decine di migliaia di uomini rimasi uccisi.

FRONTE ORIENTALE - Nel settore russo, i germanici dopo la vittoriosa tenaglia attuata da Hindenburg in Polonia, il 6 agosto di quest'anno si impadroniscono di Varsavia, il 18 settembre di Vilna. Ma i tedeschi non andarono oltre, lì si fermarono quando fin dal giugno riordinate le forze potè riprendere l'offensiva sulla Bucovina, invadere ampiamente la Volinia e la Galizia e nuovamente minacciare i passi sui Carpazi.

FRONTE MERIDIONALE - Meno felice la situazione sui Balcani fin dall'autunno-inverno dello scorso anno. La Serbia, che per due volte aveva ricacciato gli austriaci, fu invasa il 9 ottobre di quest'anno da austriaci e tedeschi al comando di Mackensen, appoggiati sul fianco sinistro da Bulgari che si erano nel frattempo alleati ai due imperi.
I serbi resistettero in un primo tempo, favoriti dal terreno, invano sperando in un aiuto di francesi e inglesi, che si erano mossi, ma sbarcati con troppo ritardo a Salonicco. I Serbi si sbandarono, incalzati raggiunsero l'Albania. Qui la flotta italiana li raccolse trasportandoli in Italia, in Sardegna, nel Lazio e una buona parte a Corfù, dove i serbi si riorganizzarono. Congiuntisi poi con le forze di Salonicco riprese l'iniziativa per passare al contrattacco per liberare la Serbia, aiutati dai partigiani patrioti rifugiatisi sui monti pronti a unirsi e ad intervenire contro gli invasori. Questa resistenza durò fino a Gennaio di quest'anno, quando alla fine ci fu la capitolazione del Montenegro. Re Nicola II e la sua famiglia furono costretti a fuggire esuli in Francia.
Questo successo in comune di austriaci, tedeschi e bulgari aprì le comunicazioni sui Balcani fra Berlino e Costantinopoli, anche se in parte erano minacciate dal fronte italo-francese-britannico sulla linea Valona-Salonicco.
Minacciati anche i turchi dai russi che dall'Armenia -anche se con lentezza- iniziarono ad avanzare, occupando in febbraio Erzerum, il 19 aprile Trebisonda, per poi insediarsi a Erzigian. Breve successo di un generale tedesco, in Mesopotamia dove ottenne la resa di una guarnigione britannica a Kut-el-Amara.

COLONIE - Nell'Intesa si aggiunse anche il Portogallo, che divenne molto utile per far perdere ulteriore terreno ai germanici in Africa orientale, nei territori compresi fra possedimenti britannici, belgi e portoghesi.


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