Seduta alla mia sedia nell’aula dell’università, sono semi-assopita pensandoti…
È passata l’estate portando con se i dolorosi giorni passati nella tua assenza, il ricordo dei giorni intensi, delle serate insieme, delle partite di basket e di pallavolo, delle amicizie spezzate e soprattutto dei cuori pieni di lacrime da versare…
Ne ho versate tante di lacrime io, da quel sabato sera di Giugno, in cui hai pensato che questo mondo era troppo sbagliato per uno come te, per uno come noi due, e hai deciso di mettere la parola fine sulla tua breve esistenza…
Dicevi sempre che se questo mondo porta solo dolore e sofferenza, prima o poi avremmo trovato qualcosa in cui credere e per la quale sentirci vivi e felici… eppure tu stesso non credevi alle tue stesse parole. Hai preferito far vincere la crudele natura piuttosto che lottare… mi hai lasciata sola in questo mondo che come te non sento e non sentirò mai mio.
Tra pochi giorni sarà il tuo compleanno, e mi sembra talmente strano non poterti chiamare alle 5 di mattina e svegliarti con il mio solito “Buon Compleanno Orsetto, come ci si sente ad essere più vecchi?”.
Una persona normale mi avrebbe sbattuto il telefono in faccia e riempito di parole, ma tu invece eri diverso, diverso come lo sono sempre stata io in fondo, per questo ci intendevamo a meraviglia. Per 4 anni, non hai mai fatto una grinza e non ti sei mai arrabbiato per l’orario poco consono alle tue abitudini, anzi restavi a parlare con me per un ora intera, mentre ti sentivo dall’apparecchio telefonico preparare la colazione per tutta la tua famiglia, quella stessa famiglia che ti ha accolto quando avevi poco più di 5 anni.
Mi avevi chiesto di non abbandonarti mai qualunque cosa fosse accaduta,e io ho mantenuto la mia promessa, che stessimo insieme o fossimo solo amici, io ero sempre con te e non ti ho mai abbandonato, nemmeno nei momenti difficili…io non ti ho mai lasciato, ma sei stato tu a lasciare me.
Con la mente torno a quel giorno in cui ho visitato la tua tomba, un usanza così stupida a parer mio…il tuo corpo inerme era si lì sotto, ma la tua anima, quello che ti rendeva come sei non c’era più…a che pro quindi piangere su un involucro senza vita? Me lo sono sempre domandato…
Ricordo la sensazione del freddo marmo sotto le mie dita, la stessa sensazione di gelo che ritrovavo nel mio cuore. Nell’ultimo periodo di vita non eri più tu, non eri più quel dolce e sensibile ragazzo che avevo conosciuto, qualcuno o qualcosa ti aveva trasformato, forse il dolore da sopportare era troppo grande per un ragazzo di vent’anni e questo di ha fatto cedere, ma io preferisco ricordarti nei tuoi momenti migliori, nei nostri ricordi più belli,perché così una parte di te, continuerà a vivere in me per sempre, finchè non ti raggiungerò…sarà presto forse? O ci vorrà ancora del tempo? Per adesso io continuo a resistere e vivo il destino che la Madre Natura ha scelto per me, cercando di migliorarlo più che posso con le mie poche forze.
E tu…tu sarei sempre accanto a me, e ti sentirò accanto nelle piccole cose che facevamo insieme, quando preparerò il caffè e mi ricorderò di come ti arrabbiavi quando facevo cadere la polvere sul tavolo, quando userò il tuo bagnoschiuma, per non dimenticare mai l’odore che aveva la tua pelle, quando la mattina sentirò la sveglia e ricorderò la tua abitudine di buttarla in terra con il cuscino per poi riaddormentarti, quando guarderò le nostre fotografie…quando come adesso ti scriverò una lettera che non potrai mai leggere.
Addio Carlo, resterai sempre nel mio cuore.
Giovanna